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Autore: Hermia    02/09/2005    10 recensioni
Alla fine della guerra magica Harry Potter, Ronald Weasley, Hermione Granger, Ginny Weasley, Theodor Nott, Luna Lovegood e Draco Malfoy, il miglior gruppo di auror presente in circolazione prenderanno una decisione che alla fine cambierà loro la vita:andare in vacanza...una storia senza nessuna pretesa, prevalentemente incentrata su intrighi amorosi, il pairing è quello che è...se vi interessa non vi resta altro da fare che leggere!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Prologo

Prologo

 

Erano passati cinque lunghi anni dall’ultima volta che aveva visto Hogwarts.

Avrebbe tanto voluto dire che era ancora come l’aveva dipinta nei suoi ricordi...

L’avrebbe voluto tanto, davvero...

Ma è incredibile quanto la guerra può cambiare le cose...

Infatti adesso della splendida scuola di magia e stregoneria di Hogwarts che per sette anni della sua vita era stata la sua casa, la sua prima vera casa, non restava quasi nulla.

Ora era così, un inutile ammasso di vecchie pietre grigie a ricordare quello che per lui era stato il luogo più bello al mondo.

Era davvero triste restare lì a guardare impotente ciò che la guerra aveva creato, o meglio distrutto.

Una mano si poggiò sulla sua spalla con fare confortante.

Ma ora era tutto finito. La guerra era finalmente finita, Voldemort era finalmente finito.

Perché lui l’aveva sconfitto.

Si, proprio lui...

Harry Potter, il bambino, ormai uomo, che è definitivamente sopravvissuto.

Ma non voleva prendersi meriti che non gli competevano, mica aveva fatto tutto da solo!

Eh no, con lui c’erano gli amici di sempre.

Ron...Hermione...le persone più innamorate che avesse mai visto...solo che non erano state ancora capaci di rendersene conto...

Ginny...Luna...due ragazze all’apparenza indifese che poi si erano rivelate due vere furie.

Theo...si, proprio lui, Theodor Nott...che già all’inizio del settimo anno aveva iniziato a far parte delle loro schiere.

E infine c’era lui.

Guardando i resti della scuola non poteva fare a meno di ricordare quante volte avevano litigato per motivi che visti da quella prospettiva sembravano così...banali.

Chi se lo sarebbe mai aspettato che se lo sarebbe trovato al suo fianco durante la battaglia?

E già perché alla fine anche lui aveva fatto la sua scelta, ed aveva scelto loro.

Draco Malfoy...dalla parte di Silente.

Non l’avrebbe detto mai ad anima viva, e nemmeno semi morta, ma aveva imparato a stimarli  perché, a detta sua, Malfoy e Nott si erano dimostrati i più forti di tutti loro.

Erano stati capaci di schierarsi contro tutto ciò che gli avevano insegnato essere giusto, contro la loro stessa famiglia, causando addirittura la morte delle persone che erano responsabili della loro nascita...

Non erano cose da poco e nessuno di loro vi era passato sopra, ma al contrario li avevano accolti perdonando loro tutto ciò che avevano fatto in passato.

Inoltre si erano dimostrati degli ottimi acquisti data la loro spietata freddezza in campo e l’ esperienza con il lato oscuro.

In ogni caso non erano gli unici a possedere delle capacità straordinarie.

Tutti loro erano ragazzi molto dotati, ognuno con delle doti diverse da quelle degli altri.

Per questo insieme erano riusciti a costituire il gruppo di auror migliore in circolazione.

Compatto.

Omogeneo.

In poche parole perfetto.

Ma soprattutto unito.

Per questo loro, tutti insieme, erano stati battezzati “I magnifici sette”.

Coloro che insieme erano riusciti dove il singolo aveva fallito...

Ma si sa, l’unione fa la forza.

E così era nata una profonda amicizia, o a volte anche qualcosa di più, che li legava tutti insieme.

Praticamente da quando avevano combattuto e sconfitto l’Oscuro non si erano più separati.

Neanche adesso.

Harry si girò dando le spalle allo scempio che era stato fatto della loro scuola, per guardare in faccia i ragazzi.

Sulla spalla ancora poggiata la mano di Ron.

Era proprio vero...

La guerra cambia le cose, e le persone...

E loro?

Loro quanto erano cambiati in quei cinque anni di duro addestramento da auror e di battaglie continue?

Squadrò ad uno ad uno i compagni di avventure.

Erano degli uomini e delle donne adesso.

I loro corpi erano atletici e muscolosi.

I loro riflessi erano pronti.

I loro incantesimi erano micidiali.

Ma non c’erano altri segni apparenti del loro cambiamento.

La cicatrice che segnava la guancia pallida e lentigginosa di Ginny ne era l’unico segno tangibile.

In realtà però tutti loro erano cresciuti, erano maturati ed avevano compreso il sottile confine che c’era  tra il bene ed il male, tra la vita e la morte.

-Tutto ok?- gli chiese Ron, al suo fianco, esattamente dove era sempre stato da quando si erano conosciuti.

-Uhmm uhmm- disse Harry in segno affermativo.

-L’hanno completamente distrutta- bisbigliò Hermione con disgusto per quei mostri che avevano fatto tutto quello –Cosa direbbe Silente se la vedesse in questo stato?- aggiunse poi con gli occhi lucidi, mentre Theo le circondava le spalle con una braccio per confortarla.

-E’ una fortuna che non abbia dovuto assistere a tutto questo, che sia morto prima- disse Harry lanciando uno sguardo verso il limitare della foresta proibita, dove si stagliavano migliaia di lapidi bianche.

Era lì che aveva voluto essere seppellito, accanto alla sua scuola.

Una scuola grande per un uomo altrettanto grande.

Cosa avrebbe provato vedendola così, distrutta?

Accanto alla sua lapide, le lapidi di tanti altri che avevano voluto essere seppelliti proprio lì.

Primi fra tutti la professoressa McGranitt ed il professor Lupin, Hagrid e Madame Maxime.

Ma anche tanti altri che erano morti in nome di una giusta causa ma in una guerra che di giusto non aveva proprio niente.

In quel momento la stretta di Ron sulla sua spalla si fece più forte, riportandolo alla realtà.

-Harry, faremmo meglio ad andare- aggiunse poi con gli occhi puntati a terra.

Era amico di Harry da tanto di quel tempo che poteva dire di conoscerlo come le sue tasche.

Lo capiva benissimo che in quel momento stava soffrendo. Dio solo sapeva quanto Harry avesse perduto in questa lunga guerra.

Prima con la morte dei suoi genitori, poi con la perdita di Sirius ed ora anche Silente, Hagrid e Lupin lo avevano abbandonato. E per finire la distruzione della sua amata scuola.

 

C'era una volta la mia vita
c'era una volta la mia casa
c'era una volta e voglio che sia ancora.
E voglio il nome di chi si impegna
a fare i conti con la propria vergogna.
Dormite pure voi che avete ancora sogni

(Il mio nome è mai più- Ligabue, Jovanotti, Pelù)

 

Troppo dolore per un ragazzo di soli 23 anni.

Harry si voltò un’ultima volta a guardare ciò che restava del suo passato.

Poi disse con voce atona –Andiamo- e si smaterializzò.

 

~

 

Era luglio inoltrato e faceva un caldo tremendo per restare a lavoro.

Soprattutto da quando di lavoro non ce n’era più. Infatti da quando Voldemort era stato sconfitto, e con lui anche tutti i Mangiamorte al suo seguito, gli auror non avevano più molto da fare in ufficio.

La ragazza si stiracchiò sulla poltrona del suo studio, aveva le gambe addormentate, non era mai stata tanto seduta nel suo ufficio da quando le era stato assegnato quattro anni prima.

E poi faceva davvero troppo caldo.

Al centro di Londra si soffocava.

Si legò i lunghi capelli ricci con un fermaglio verde smeraldo, come il colore dei suoi occhi ed iniziò a canticchiare per impiegare il tempo, facendosi vento con una pergamena.

Il suo compagno di stanza, che al contrario suo stava lavorando, le rivolse un’occhiata assassina che però la ragazza non colse.

-Ti dispiacerebbe chiudere quella bocca?- disse allora lievemente accigliato.

-La gentilezza non è il tuo forte, vero Malfoy?- chiese lei sbuffando.

-Esatto, Weasley. E ora ti dispiacerebbe tacere? Sto lavorando, IO!- disse con la sua solita freddezza.

-Uff...quanto sei noioso!- disse lei saltando su dalla sedia e avviandosi verso la porta, scompigliando i capelli del biondo e chiudendo la porta in tempo per non sentire la serie di epiteti davvero poco carini con cui la stava chiamando.

Non si sarebbe mai immaginata che Malfoy potesse essere così noioso a volte.

A prima vista non si sarebbe mai detto che un ragazzo tanto bello ed affascinante potesse essere così assillante e noioso nella realtà.

Lo conosceva da tanti anni, prima come ragazzino viziato e cattivo, poi come uomo che combatteva per la giustizia. Forse lo conosceva meglio di tutti gli altri, avendo l’ufficio in comune, per quanto fosse possibile dire di conoscerlo.

Quel ragazzo era così sfuggente e chiuso, uno dei tipici ragazzi solitari che stanno meglio soli che in compagnia.

Ma se stava bene a lui, stava bene anche a lei.

Solo che a volte le sarebbe piaciuto avere un compagno di stanza un po’ più vivace, un po’ più come lei.

Con passi agili e svelti si diresse verso la seconda porta alla sua destra e bussò, poi senza aspettare risposta spalancò la porta ed entrò.

-Buon giorno ragazzi!- disse gioiosa, regalando agli occupanti della stanza un gran bel sorriso e poi si bloccò sulla soglia.

La scena che le si parò davanti era quantomeno...insolita.

Suo fratello e Hermione stavano litigando, come al solito del resto, contendendosi men che meno una penna! Ed Harry assisteva alla scena ridendosela di cuore.

-Ma che state facendo?- chiese sbalordita.

-Ron mi ha rubato la mia piuma preferita!- rispose Hermione con il tono della bambina dell’asilo che fa la spia alla maestra.

-Non è vero!- ribattè Ron –Questa è la mia piuma, non la tua-

-No Ron, questa è MIA, quella è la tua- aggiunse poi indicando una piuma tutta spennacchiata e malridotta sulla scrivania del ragazzo.

Ma a furia di tirarla, anche quella piuma era diventata come l’altra.

Hermione accorgendosene disse –Visto che ci tieni tanto, è tua- e mollò la presa.

Il ragazzo, sorpreso dall’arrendevolezza della ragazza decise che quella piuma non era più di suo gusto –No, grazie tienila pure tu-

-No, te la regalo- disse Hermione andandosi a rifugiare dietro la sua scrivania.

-Non puoi regalarmi una cosa che era già mia-

-Ma non era tua, era mia-

-Ecco, e allora visto che era tua ora te la riprendi- disse risoluto Ron, che l’aveva inseguita ed ora le aveva sbattuto la piuma sul tavolo.

I due continuarono così per una buona mezz’ora mentre Ginny ed Harry si guardavano con gli occhi fuori dalle orbite e ridendo a crepapelle.

Alla fine Ginny intervenne dicendo che quella penna, visto che non la voleva nessuno se la prendeva lei, mettendo così fine a quell’inutile e ridicola discussione.

Litigavano per qualsiasi cosa, ma quando si sarebbero decisi a mettersi insieme quei due?

Sia Ron che Hermione andarono a sedersi ognuno alla propria scrivania incrociando le braccia al petto e guardandosi in cagnesco.

Ginny si sedette sulla scrivania del fratello e si preparò ad intavolare una conversazione che aveva già in mente da un po’.

-Come mai da queste parti, Gin?- la precedette Harry.

-Di là è una noia mortale e Malfoy è una palla, sto lavorando IO- aggiunse imitando il tono del compagno di stanza.

-E’ giusto che lui stia lavorando- disse Hermione con fare saputo.

-E allora perché voi stavate litigando per una penna?- le chiese Ginny sottolineando l’ultima parola e smontandola.

-Era la mia penna preferita, Ginny! E tuo fratello me le ruba sempre-

-Si si, comunque non sono qui per vedervi bisticciare come bambini di 5 anni. Volevo proporvi un’idea...-

Tutti la guardarono con curiosità ed Harry disse –Spara-.

-Ok...avevo pensato che, visto che qui non c’è poi molto da fare, noi non siamo più indispensabili...- fece una pausa per vedere se la stavano seguendo e vedendo che lo stavano facendo, proseguì – per cui potremmo anche allontanarci da qui e prenderci, chessò una vacanza...-

-Una vacanza?- chiese Hermione stupita –E i verbali?-

-Herm lo possono fare gli altri, ce lo meritiamo un po’ di riposo, no?- si rivolse soprattutto ai ragazzi perché simili tentazioni non avrebbero attaccato con l’Hermione ligia al dovere che era.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa. Ron sapeva che l’amico non era ancora riuscito a superare quel brutto momento, glielo leggeva negli occhi, per cui una bella vacanza avrebbe potuto anche fargli bene.

Vedendo che i suoi occhi si erano come illuminati all’idea di una partenza così improvvisa, gli diede uno sguardo di assenso e poi dissero insieme –Noi ci stiamo!-

-E tu Herm?- le chiese allora Ginny. Non aveva dubbi che sarebbe venuta, soprattutto ora che Ron aveva accettato.

-Bè, in fondo hai ragione, ci sono gli altri- guardò la pila di verbali da compilare sulla sua scrivania, e poi guardò Ron –Ok, sono dei vostri- concluse con un sorriso.

-Evvai!- gridò Ginny e andò ad abbracciare prima la ragazza, poi il fratello ed infine Harry, che improvvisamente fu preso da una vampata di calore quando strinse il corpo sottile e sodo della ragazza tra le braccia.

Era cresciuta tanto Ginny, era una donna ormai. Una gran bella donna...

Capelli ricci e rossi, occhi verde smeraldo e un fisico perfetto.

I suoi lineamenti erano così delicati, solo la cicatrice sulla guancia stonava un po’ col resto.

Le conferiva un aspetto più selvaggio e grintoso. Come il suo carattere, del resto.

Quando un Mangiamorte l’aveva ferita, lei aveva continuato a combattere come se nulla fosse; dopo al San Mungo le avevano chiesto se voleva toglierla, ma lei aveva risposto che no, non la voleva togliere, perché si intonava con il suo look. E così l’aveva tenuta...era una donna davvero fantastica.

Non era più la ragazzina ingenua con cui aveva avuto una relazione durante il sesto anno.

Certo, era passato parecchio tempo dall’ultima volta che l’aveva stretta tra le sua braccia...ma ritrovarsi così vicini lo faceva sentire...strano....

In quel momento la porta dell’ufficio si aprì per lasciar entrare Draco Malfoy, seguito da Luna Lovegood ed il suo compagno di ufficio Theodor Nott.

-Si può sapere cos’è tutto questo casino?- chiese Malfoy e poi si irrigidì impercettibilmente vedendo Ginny abbracciata a Potter. Ma che stava succedendo?

-Potevate dircelo che stavate facendo un party- disse Luna sorridendo maliziosa alla vista dei due abbracciati. Da un po’ si sospettava che ci fosse del tenero tra i due..

E poi si vide travolgere da un uragano rosso che urlava dalla gioia.

-Partiamo, Luna! Andiamo in vacanza, andiamo in vacanza!- canzonò Ginny mentre si staccava dal collo di Luna per appendersi a quello di Theo.

I ragazzi, non avendo assistito a tutta la conversazione, non avevano compreso appieno ciò che la rossa stava urlando ai quattro venti.

-Che significa ‘andiamo in vacanza’?- chiese Draco col suo solito tono antipatico.

-Significa che ce ne andiamo tutti in vacanza, addio noiosissimi verbali,  addio ufficio,  addio Londra!- spiegò lei con enfasi prima di saltare anche al collo di Malfoy, che se possibile divenne ancora più rigido di prima.

-Calma Gin, ancora non sappiamo nemmeno dove andare- chiese Harry, parecchio infastidito, nel vano tentativo di far staccare quei due. Già era doloroso vederli insieme tutto il santo giorno perché dividevano l’ufficio, ma vederli anche abbracciati era troppo. Anche se adesso lui e Malfoy erano diventati ‘amici’ non voleva mica dire che aveva messo da parte tutte le rivalità del caso.

-Già, ci avevi pensato Gin?- le chiese Luna.

-Ma certo! Andiamo al mare, naturalmente- disse lei saltellando di gioia, staccandosi da Draco.

Poi, rendendosi conto che i suoi amici si riferivano ad informazioni più dettagliate, e soprattutto di tipo geografico, aggiunse –Potremmo andare alle Maldive! Ho sentito parlare di un’isoletta dove vive una piccola comunità magica, potremmo andare lì...- e poi tirò fuori delle foto dell’isoletta che casualmente si trovavano nella tasca dei suoi jeans.

E così gli altri, se prima avevano il dubbio che quella conversazione fosse stata programmata, ora ne avevano la certezza.

Guardarono le foto ad uno ad uno e rimasero ammaliati da quello spettacolo: spiagge bianchissime e acqua limpida e pulita.

Era uno scenario da favola.

-E brava la nostra Ginny! Avevi programmato tutto, non è vero?- le chiese Hermione.

Ginny annuì col capo senza imbarazzarsi più di tanto.

Draco l’aveva notato che quella ragazza sprizzava gioia da tutti pori ed era di una sfacciataggine più unica che rara.

-Ma certo, se aspettavo voi potevamo passare tutta l’estate qua dentro!- disse lei, poi aggiunse –Ma se non vi va non fa niente, Accio foto- e con un gesto della bacchetta le foto volarono fra le sue mani.

-No, Gin, frena! Ci andiamo, solo potevi chiedercelo prima...- le disse Luna rimproverandola.

-Avete ragione, la prossima volta lo farò- disse Ginny e in quel momento più che mai sembrava una bambina che aveva fatto una monelleria –Allora, quando si parte?-

-Che ne dite se partiamo questo week-end? Così abbiamo un paio di giorni per organizzarci- disse Hermione che in fin dei conti era sempre la più pratica.

-Per me va bene- disse Draco.

-Anche per me- dissero insieme Ron e Luna, sorridendosi.

-Per me anche- disse Harry e poi anche Theo accettò.

-Allora siamo a posto, no? Sabato mattina si parte!- disse Ginny con grande euforia.

In fondo non era l’unica ad essere felice, era la prima volta che si prendevano una vera vacanza, sarebbe stato senza dubbio una bella esperienza.

Si sarebbero divertiti un mondo.

Poi Hermione chiese –Ma chi si occupa del viaggio? Dobbiamo prenotare la passaporta e poi dovremo prendere una casa in affitto o qualcosa del genere, no?-

-Già...- Ginny sembrava non avere pensato a questo piccolo dettaglio, ma si riprese in fretta –Non vi preoccupate, penso a tutto io, ci vediamo sabato mattina a casa mia, ok?-

-Ok- risposero tutti gli altri e Ginny, ancora presa dall’emozione della sua prima vera vacanza uscì in fretta e furia dalla stanza travolgendo il povero Draco che finì appiccicato allo stipite della porta.

‘Un vero ciclone la Weasley’ si disse, ma dopo averla vista sul campo di battaglia quello era veramente poco.

-La riunione è sciolta ragazzi- fece Harry per far tornare gli altri a lavoro – Ci si vede sabato alle 10:00 a casa di Ginny, mi raccomando puntuali- aggiunse poi riferendosi soprattutto alle ragazze che trovavano sempre una scusa per essere in ritardo.

-Ci vediamo sabato, bye!- disse Luna ed uscì con al seguito Theo.

-A sabato- disse Draco e se ne tornò nel suo ufficio, dove Ginny era intenta a mandare gufi per prenotare la passaporta per il fatidico viaggio.

Si sedette alla sua scrivania di fronte a lei e la guardò mentre scriveva.

Nonostante facesse parte di quel gruppo da ben 5 anni ancora non si sentiva parte di loro. Era come se fosse un intruso, non era il tipo che fraternizzava con gli altri, era sempre stato un tipo solitario lui...poi con Ginevra era ancora più strano perché lei era arrivata un anno dopo gli altri e non aveva assistito al suo cambiamento, lo aveva trovato lì e basta.

Però lo aveva accettato.

Da allora era stata sempre un ottima collega, compagna ed amica.

Quella ragazza era così piena di vita e priva di pregiudizi.

Era questo probabilmente che la rendeva così unica...

Mentre pensava  a lei si era soffermato a guardarla.

Lei sollevò lo sguardo dalla pergamena che stava scrivendo e si accorse che lui la fissava, ma non si scompose più di tanto, non era nel suo stile, semplicemente gli sorrise e poi tornò a scrivere.

Aveva un sorriso bellissimo...

Draco non rispose al sorriso.

Lui non sorrideva, non lo faceva mai.

Però, mentre tornava ad occuparsi dei suoi verbali, pensò che forse anche lui si sarebbe divertito in quella vacanza e allora forse avrebbe avuto anche una buona ragione per sorridere.

La guerra cambia le cose, e le persone...ma ci sono cose che non cambiano mai.

 

 

Ciao a tutti!!!

Se siete arrivati fino a qui sotto vuol dire che questo primo capitolo non fa poi tanto schifo...pensate che farei bene a continuarla oppure a lasciar perdere?

Aspetto i vostri commenti  e da lì deciderò ^_-!!

 

Hermia

  
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