«
Signorina Caliel, per fortuna state bene! Meno male, ero
così in ansia! »
«
Florence… » l’espada
accarezzò la testa della sua fracciòn,
tranquillizzandola
con un sorriso. « Scusami se ti ho fatto preoccupare
così tanto… Ora è tutto a
posto. »
Subito
dopo la ragazza andò da Ulquiorra, inchinandosi, con sua
sorpresa. « Signor
Ulquiorra, non so come ringraziarvi per esservi preso cura della
signorina
Caliel. Ve ne sono infinitamente grata. »
Lui
tenne le mani in tasca, e dopo il primo attimo di stupore,
sviò lo sguardo alla
sua destra. « Io non ho fatto niente; è stata
tutto il tempo a dormire sul mio
letto. » rispose, con indifferenza.
« Sono
in debito con voi. » continuò Florence.
« Per qualsiasi cosa, non fatevi
scrupolo a chiedere. »
Ulquiorra
si rivolse a Caliel, mentre indicava la ragazza che si inchinava di
fronte a
lui. « La tua fracciòn pecca di troppa educazione.
Mi irrita. »
Florence
fece una faccia dispiaciuta, inchinandosi ancora di più.
« Chiedo venia… »
« Non ce
l’ho con te, ma con la tua padrona. » poi si
rivolse nuovamente a Caliel. « Ora
andiamo, donna; Aizen deve parlarci. »
« Sì, Gin; ormai siamo allo stremo. E anche
gli shinigami. Posso approfittarne per cambiare un po’ di
cose. »
« Alla fine anche tu ti impietosisci di
fronte alla morte dei tuoi uomini? »
« Mpf, sei sempre in vena di scherzi… Lo
sai come sono fatto. »
« E tu lo sai benissimo a chi mi riferivo;
il numero quattro è l’unico di cui ti importi
veramente. Davanti al rischio di
perdere uno dei migliori, non hai retto, eh? »
« Hai visto anche tu, no? È in grado di
fare due resurreciòn. La capacità individuale di
un espada supera
l’immaginazione del creatore. L’Hougyoku non
finisce mai di sorprendermi. »
« Immagino che ora lo farai alzare di
grado. È assurdo che uno con una capacità simile
resti al quarto posto,
dovrebbe stare minimo al secondo, se non addirittura al primo.
»
« No, non lo farò. Ulquiorra resterà il
quarto espada. Immagino che anche a lui vada bene così;
dopotutto, avrebbe
potuto farmi partecipe di questa cosa quando voleva, e invece
l’ha sempre
tenuta per sé. »
« Modesto, da parte sua. A differenza di
te, lui sa stare al suo posto. »
« Ah ah ah ah ah ah! il suo posto, certo…
Andiamo, Gin. Tosen è di là che ci aspetta con
gli altri. »
« Sì, certo… Però vedo che
non siamo tutti.
I luogotenenti, ad esempio? »
« Non c’è bisogno che presenzino, senza
contare che Hinamori, e Kira fanno parte di squadre che non hanno
capitani. O
forse ti devo ricordare della tredicesima divisione, che non ha neanche
un
vice, visto che Shiba* è morto, o che molti sono morti in
questa battaglia? Kusajishi
dell’undicesima inoltre non ha la competenza necessaria per
fronteggiare
riunioni come queste. Zaraki è d’accordo sul non
farla partecipare. Hisagi può
partecipare perché, anche se non ufficialmente, ha preso il
posto di Tosen
nella nona divisione. Hai altre lamentele, ora? Altrimenti posso sempre
sbatterti fuori a far compagnia a Omeada. »
« Mi risulta che ad Aizen abbiate concesso
un’esclusiva. »
«
Ehm ehm… Più che esclusiva, Hitsugaya,
è una consulenza che ci sarà molto
utile. Avendo a che fare con individui come te, sarà un
ottimo mediatore.
Quindi, non farmi la predica, per cortesia. »
« A proposito, Aizen; è in ritardo. »
« Tra un momento arriverà, Zaraki. Ora sta
pensando ai superstiti. Anche noi abbiamo perso molto, sai? »
« Ulquiorra Schiffer, quarto espada al
servizio di Sosuke Aizen. »
« Sappiamo benissimo chi sei, smeraldo
piangente. Lascia stare i convenevoli e siediti. Qualcuno gli procuri
del tè. »
« Ha ragione Hitsugaya, però; perché un
espada ha il diritto di partecipare? »
« Facciamo così, Zaraki; consideralo un
vice non ufficiale. »
« Credevo che a farti da cani da guardia
bastassero Ichimaru e Tousen. »
« Guarda che non ci vedo, ma ci sento
benissimo… Mostro. »
« Non costringetemi a usare le maniere
rozze. Non ci siamo riuniti qui per bisticciare di nuovo. Se Aizen dice
che è
una specie di vice okay. A quanto ho capito, questa persona ha le
competenze
per partecipare. Quindi chiudete quelle bocche e trascurate questi
ridicoli
dettagli. Ora, smeraldo piangente vuole illustrarci…?
»
« Non c’è molto da dire; noi contiamo
più
di duecento morti, tra espada e arrancar di basso livello. Abbiamo la
possibilità di curare i superstiti, ma rimane sempre un
danno enorme. Ci vorrà
molto tempo prima che si ristabilizzi il tutto; dobbiamo cercare nuovi
uomini e
recuperare in fretta le nostre risorse. Per questo scontro,
francamente, voi
avevate le ore contate. Se non vado errato, le vostre morti sono state
almeno
più del doppio, coinvolgendo anche dei civili che
risiedevano lontano dai
nostri scontri. Noi non abbiamo città nei dintorni di Las
Noches, ma voi sì, e
a differenza di noi avete bisogno di molte più risorse per
riprendervi. Avete
perso. Su tutta la linea. »
« Parla troppo per i miei gusti. »
« Komamura, lascialo finire. »
« A noi non interessano i vostri problemi.
Il tradimento di cui Aizen è colpevole nella vostra Soul
Society non deve
riguardare questa riunione. I nostri affari vanno oltre la vostra
portata, e
non abbiamo la minima intenzione di rendervi partecipi dei nostri
intenti. »
« Smeraldo piangente, purtroppo queste cose
ci riguardano eccome; la Soul Society è nata per proteggere
e mantenere
l’equilibro del mondo degli umani. Non possiamo permetterci
che la serenità di
quel posto venga minata dai capricci di un ex shinigami. »
« Vorrei dire la mia, capitano Shaolin Fon.
»
« Soifon è più gradito. Comunque, ti
è
concesso, Ichimaru. »
« Riflettendoci bene; quel vecchio è
schiattato, no? Chi aveva fondato le leggi assurde che ci hanno sempre
sottomesso? Ora avete la possibilità di cambiare le cose.
Guarda il mondo degli
umani, guarda ciò che fate voi; scendete lì e
ammazzate gli spiriti maligni. Tutte
queste divisioni in squadre sono del tutto inutili. Ci sono leggi
davvero
assurde che non fanno che rovinare il vostro operato. Mayuri
Kurotsuchi, per
esempio. Non era stato forse condannato ingiustamente? E Urahara, ne
vogliamo
parlare? L’avete processato per cosa? Per aver esercitato la
sua libera
professione? Se avete da ridire su ogni cosa che a quel vecchio non
stava bene,
non permettevate di fondare un centro di ricerche, non permettevate la
scarcerazione di Mayuri, non avreste nemmeno rischiato di uccidere
Kuchiki
Rukia per il semplice fatto di essere assentata per troppo tempo da
casa. Mi
risulta che abbia svolto bene il suo lavoro, nonostante tutto, no? Dico
bene,
Kuchiki Byakuya? »
« Obiettivamente parlando, ha sempre
risposto prontamente agli ordini, eliminando tutti gli hollow che le
venivano
segnalati, e anche quelli che non rientravano nel nostro campo. Ma
conosci le
regole della Soul Society, e anche quelle della nostra nobile famiglia,
Ichimaru. Le leggi devono essere rispettate. Inoltre, vorresti dire che
a causa
del sistema di vita di questo posto, che ve ne siete andati? »
« Non mi permetterei mai di insinuare una
cosa del genere! Diciamo che noi tre volevamo qualcosa di diverso. Ma
Yamamoto
l’avrebbe mai permesso? Oh, vedo che state tutti zitti. Ho
forse indovinato? »
« Yamamoto era un vecchio, ma no di certo
uno smidollato. »
« Indubbiamente, Zaraki, ma forse si è
adagiato troppo sugli allori. »
« Inoltre non pensiate che sono solo i
nemici ad essere nel torto. Anche le vostre guerre personali e le
vostri
missioni sulla Terra causano astio e confusione. Sono morti molte
persone a me
care a causa delle leggi non corrette della Soul Society. E voi, troppo
presi
dal volerle rispettare, siete stati accecati, e avete ignorato la
priorità di
mantenere la pace, come dite voi. È forse giusto? »
« Tousen, qui non si parla di giustizia
“fai da te”. Stiamo puntualizzando quanto il vostro
egoismo abbia portato a
questo. »
« Ukitake, tu sei uno degli allievi di
Yamamoto. Non eri forse tu il primo a contestare parecchie sue
decisioni? »
« Certo, posso essere d’accordo su questo
punto. Ma non vedo come le nostre regole abbiano fatto nascere in voi
simili
intenti. »
« Ehi, non voglio mica conquistare il
mondo! Non guardatemi così, è la
verità; voglio solo cambiare le cose e
starmene tranquillo nel mondo che io ho scelto per me. »
« Che strano, Aizen; non l’avevi proprio
posta così, la questione… »
« Stiamo fuorviando il discorso. Cercando
di dare la colpa di tutto ad Aizen, non ne verremo mai a capo.
»
« Smeraldo piangente ha ragione. Dunque,
cosa proponi di fare? »
« E’ ormai assodato che i nostri intenti
differenziano dai vostri. Facciamo in modo che tutte le morti non siano
state
inutili. Noi ricominceremo da zero, e farete lo stesso anche voi. Non
ci
cercheremo, né ci aiuteremo. E così dovrebbe
essere per il resto dei giorni,
evitando conflitti inutili. »
« Le intenzioni di Aizen sfiorano troppo
spesso la nostra giurisdizione. È nostro dovere cercare di
evitare problemi. »
« Appunto, donna; la vostra giurisdizione è
ingombrante. Se davvero dobbiamo giungere ad un accordo, cercate di
venirci
incontro. »
« Sono d’accordo. »
« Davvero, Unohana? »
« Ora come ora dobbiamo preoccuparci di far
rinascere splendente come prima la Soul Society, quindi non avremo
tutte queste
possibilità di controllare anche gli umani. Per eliminare
qualche semplice
hollow, è sufficiente spedire una piccola truppa di
shinigami, evitando di dar
loro un limite di tempo, ad esempio. Abbiamo un centro di ricerche e di
tecnologia avanzato, che non abbiamo sfruttato a pieno. »
« E’ un ‘idea. Inoltre, se concederemo un
po’ di spazio a questi tre, non avrebbero di che lamentarsi.
Dico bene, Aizen? »
« Oh, sì, Kyoraku; mi fareste un enorme
favore. »
« Allora non vedo altra scelta.
Raggrupperemo quanti più uomini possiamo e cercheremo di
risolvere tutto in
fretta. Byakuya, riferisci a tua sorella di organizzare una piccola
truppa di
shinigami, in modo da operare nel mondo degli umani. Io
cercherò di rivedere le
nostre regole, e chiedo il vostro supporto. Anche i luogotenenti
potranno
intervenire. Dunque, Aizen, decidiamo così; noi non ci
immischieremo più nei
tuoi affari, ma dovrai rispondere all’accusa di tradimento.
Hai abbandonato il
ruolo di capitano e sei andato via senza giustificazione. Dovrai
rispondere a
questo. E anche Ichimaru e Tousen devono fare altrettanto. »
« Non faccio più parte del vostro mondo; se
pensate di processarmi, non varrebbe più. pagherò
il mio pegno mandando qualcuno
ad aiutare la ricostruzione qui. Credo che Ulquiorra sarà in
grado di farlo. »
« Noi non invaderemo più il vostro
territorio, e voi farete altrettanto. »
« D’accordo, Tousen. Dunque è deciso.
Chiunque è favorevole a questo nuovo trattato di pace, firmi
su questi fogli
che farò girare. Chi non è favorevole, ne
risponderà direttamente a me. Diamoci
subito da fare con le riparazioni, smeraldo piangente
prenderà le direttive con
alcuni suoi uomini per aiutarci, per pagare il pegno di Aizen, Ichimaru
e Tousen.
Auguriamoci tutti che questo sia l’inizio di una nuova era
senza battaglie
inutili. E non dimenticatevi di venire ai funerali dei caduti. La
riunione è
finita. »
« Sono
appena tornato dai funerali. » comunicò.
« Caliel, che bello vedere che stai
bene. Ulquiorra ti ha aggiornato? »
« Più o
meno… »
« Ti ha
anche detto che dovrai aiutarlo nella ricostruzione della Soul Society?
»
« Ah…
Sì, certo. » subito rivolse lo sguardo
all’espada, confusa e indispettita. In
che senso ricostruire?
« I
trattati di pace ci hanno creato alcune obbligazioni…
» disse Aizen facendo una
risatina. « Ulquiorra prenderà il comando. Gli ho
chiesto di scegliere gli
uomini da portare, ma ha rifiutato… Me ne
occuperò io. Ha detto che è
sufficiente che ci fossi solo tu, come vice. »
Ci fu
ancora uno sguardo sorpreso, da parte della ragazza. Non se
l’aspettava
proprio. Ulquiorra invece guardava dritto davanti a sé con
indifferenza.
« Vi
farò avere presto i dettagli della faccenda, poi potrete
partire. Potete
andare, adesso. »
Quando
si trovarono davanti alla stanza di Ulquiorra, prima di separarsi e
ritirarsi
nelle proprie stanze, Caliel chiese. « Davvero mi hai voluta
tu per questo
affare? »
« Sì. »
rispose con naturalezza Ulquiorra. « Non mi pare di aver mai
detto che sei
stata un completo fallimento come fracciòn. Credo che il tuo
aiuto possa
essermi utile. »
« Dì la
verità, sentiresti la mia mancanza, vero? » disse
lei, facendo un ghigno.
«
Neanche per sogno. »
« Bè,
tanto a me va comunque di lusso; potrei accontentarmi di Aizen.
»
A quel
punto Ulquiorra la prese per i fianchi, quando stava per entrare in
camera, e
la sbatté con forza alla sua porta, senza staccarle gli
occhi di dosso.
« Non ci
avevo pensato, ma hai ragione; se mi venisse la voglia, non saprei che
fare.
Anzi, aspetta… C’è sempre Inoue.
»
« Ti
prego! Tutte, ma non lei! »
« La tua
opinione non mi interessa, donna. »
« Sì,
sì, come no. Allora vai pure da Aizen e digli che non mi
vuoi più. »
« Donne…
Siete davvero patetiche, con queste scenate. » si
avvicinò di più al suo corpo,
iniziando a baciarla, per poi scendere con le labbra sul collo.
« E voi
uomini siete proprio… Degli stupidi… Che pensano
solo a quello. »
«
Perché, tu no? Non è per quello che stai
accettando di venire con me? » le
slacciò velocemente la giacca, giocherellando col reggiseno,
e continuando a
baciarla, scendendo sulla spalla, dandole anche dei piccoli morsi.
« Mh… Forse…
» stava per lasciarsi andare
definitivamente a quelle provocazioni, ma poi le venne in mente una
cosa. «
Ulquiorra, siamo nel corridoio…! Se ci vede
qualcuno… »
Lui non
rispose, interrompendo le sue parole con un altro bacio.
Aprì la porta, spinse
dentro la ragazza e nel richiuderla approfittò per
slacciarsi la giacca a sua
volta e gettarla a terra.
«
Andiamo a letto… » supplicò lei.
Alzò una gamba, per aiutarlo a muovere meglio
quelle dita che spesso malediceva per la precisione che avevano nel
colpire i
punti più sensibili. Lo afferrò per i pantaloni e
inserì velocemente la mano
dentro, volendolo sentire fremere sin da subito.
« No… »
rispose lui. Le slacciò il reggiseno, o meglio, lo fece in
una maniera
abbastanza brusca; glielo strappò letteralmente via, ma per
entrambi sembrava
una cosa di seconda rilevanza. Le afferrò la coscia, e poi,
con dei lunghi
baci, percorse tutto il suo corpo, superando la stoffa e arrivando al
basso
ventre. Caliel si coprì il volto con le mani, e non si
vergognò di mostrare la
sua eccitazione.
Quando
se lo ritrovò di nuovo di fronte, intento a baciarla, lui la
fece rigirare e la
sbatté di nuovo alla porta, avvicinandosi subito a lei, in
modo da sfiorare la
sua intimità con la propria. Fece poi calare di poco i
pantaloni, unendosi
infine a lei.
« Ah… Mmh… »
ma subito dopo la ragazza
tornò a lamentarsi. « E’
scomodo… Così in
piedi… »
Lui
afferrò entrambe le gambe e se la portò in
braccio, attaccandola ancora di più
alla porta. Iniziò a muoversi con forza, e quando
trovò il modo di tenerla in
braccio anche con una mano sola, posò l’altra alla
porta. Dopo un po’, nemmeno
lui fece mistero di quanto gli piaceva.
Solo una
volta finito la portò a letto; spogliarono e si infilarono
sotto le coperte.
Rimasero mezz’ora senza dirsi nulla, guardando il soffitto
candido e spoglio;
lei restava sdraiata su un fianco, poggiandosi sulla sua spalla, mentre
lui
intrecciava tra le dita la ciocca di capelli che sinuosamente si
poggiava sul
suo seno e sul resto del corpo.
«
Stavolta non ti addormenti. » disse lei dopo un
po’.
« Non ho
voglia di dormire. » rispose Ulquiorra continuando a
intrecciare la ciocca con
le dita.
« Guarda
che così i capelli me li consumi… »
« Ma che
dici… »
Lei
sorrise. Si avvicinò ancora un po’ alla spalla,
allungò una mano e iniziò ad
accarezzarlo sul petto, dove era in mostra il tatuaggio del numero
quattro.
«
Grazie… »
Lui
restò in silenzio per qualche secondo, osservando i suoi
capelli, con
espressione tranquilla. Le sue parole in seguito furono. « Di
niente… » lo
disse talmente a bassa voce che la ragazza non capì bene.
« Hai
detto qualcosa? »
« Sì, ho
detto che sei ingombrante, donna; perché non ti abbracci il
cuscino? »
Le
ricostruzioni alla Soul Society procedettero senza intoppi; la squadra
di
Ulquiorra era formata da Caliel, Neliel, Stark e Lilynette. Ogni tanto
Aizen
veniva a dare un’occhiata. I due espada evitarono
accuratamente i contatti con
Ichigo e con Orihime; in particolare, Caliel non ne voleva sapere di
loro, non
più. sapeva che Nel ogni tanto si vedeva con loro, ma non
voleva mai sapere
cosa si dicevano.
Dopo gli
aiuti agli shinigami, non ebbero più occasione di
incontrarli. Se ne stavano
tutti per fatti loro. Aizen, con qualche manovra accuratamente studiata
assieme
a Gin, aveva esteso il suo territorio e aveva fondato altre
città, oltre Las
Noches. E anche se nessuno l’aveva ufficializzato, fu
l’effettivo signore
dell’Hueco Mundo. Peccato per Barragan.
Caliel
continuò a essere la terza espada, e Ulquiorra il quarto;
mentre Grimmjow,
sempre sesto, e Neliel, la sua fracciòn, avevano ormai
stretto una relazione,
che mostravano alla luce del sole, anche se Grimmjow stava sempre sulle
sue con
quel fare violento, Caliel e Ulquiorra non parlarono mai dei loro
incontri; non
stavano insieme e neanche ci pensavano.
Forse si
ritrovavano insieme, qualche volta, per evitare che una si vedesse con
Aizen e
l’altro con Orihime o chicchessia. Caliel non capì
mai il senso di appartenenza
che provava nei suoi confronti, ma le andava bene così.
Tanto non le capitava
mai i parlarne con Ulquiorra, non voleva affrontare
l’argomento.
Ulquiorra,
d’altro canto, difficilmente avrebbe ammesso che forse,
qualche interesse per
lei ce l’aveva. Ma non ne voleva parlare; quando se la
ritrovava nel suo letto,
nuda, addormentata o nel bel mezzo del rapporto, gli passava proprio di
mente.
E per il resto, che bisogno c’era di parlarne con qualcuno?,
si diceva.
In
fondo, aveva raggiunto una certa tranquillità.