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Autore: Without_Loved    31/05/2010    1 recensioni
Cosa succederebbe se Gwen e Kevin litigassero? Come si farebbe perdonare il ragazzo? Inventando dei piani che lo aiutino a riconquistarla... leggete qui
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con una nuova storia; scusate se non aggiorno le altre storie, ma ultimamente non ho tanto tempo a mia disposizione. Comunque, per chi legge Gwevin: a story of your love il secondo capitolo devo ancora finirlo, però cercherò di farlo al più presto; intanto vi lascio con questa nuova storia incentrata nuovamente su Gwen e Kevin, scusate per i numerosi errori grammaticali, non fateci caso. Comunque la storia è incentrata dopo l'episodio "Lo scambio", spero tanto che vi piaccia tantissimo, leggete e recinsete in tanti. Baci.





LA COSA PIU’ BELLA DEL MONDO



Capitolo 1: Il primo regalo

-Kevin fermati ti prego... non fare così!- urlò una ragazza dai lunghi capelli, legati in una coda, il suo nome era Gwen e stava richiamando l'amico che l'aveva lasciata insieme al cugino nel bel mezzo del nulla, e tutto perchè lei e Kevin avevano litigato su una sciocchezza: il fatto che lui non le aveva chiesto di uscire insieme, tranne una volta, ma lei, in cuor suo sapeva che non era in se.
-Dai Gwen... sai che è fatto così, su dai... torniamo a casa e non pensiamoci più- la consolò Ben, innestando il meccanismo che attivò l'Omnitrix, che lo trasformò in Pinnajet; prese la cugina sulle spalle e si diresse verso Bellwood. Passarono circa trenta minuti sopra allo stesso punto, agli occhi dei due era sicuramente una trappola di Vilgax o qualcun'altro, per questo il panico scese su di loro, non sapevano che cosa fare, guardarono dappertutto, a destra, a sinistra, sopra e sotto, finchè non videro nonno Max tenerli grazie ad una fune attaccata alla gamba di Pinnajet; era lui, infatti che gli aveva bloccati in quel punto, poi con uno strattone gli tirò giù, facendo male al povero ragazzo.
-Nonno Max, ma che ci fai qui?- chiese la giovane mentre scendeva a tutta velocità, suo cugino l'aveva lasciata quando aveva gridato dal dolore, per fortuna che grazie ai suoi poteri era riuscita a non farsi male, stava cadendo molto velocemente, ma il suo pensiero tornava al compagno; proprio colui che l'aveva lasciata in quel posto insieme al cugino, non riusciva proprio a perdonarglielo, sapeva che tra lui e Ben non c'era legame, tra loro andava proprio bene, non avevano mai litigato, tranne una o due volte, ma mai da essere lasciata nel bel mezzo del nulla. Intanto il cugino era tornato normale e stava correndo verso suo nonno, che lo stava aspettando a braccia aperte; non vedeva i nipoti da molto tempo e starli vicino almeno per un pò, secondo lui era come un regalo di compleanno arrivato in anticipo; aspettò che arrivasse anche Gwen e gli abbracciò calorosamente.
-Stavo passando di qui e vi ho visto... così ho pensato di accompagnarvi io a casa... almeno passiamo un pò di tempo insieme e poi voi non mi avete sentito... vi ho chiamato per venti volte- sorrise Max, accompagnandoli sulla Vecchia Ragazza, piena di nuovi discepoli che il nonno aveva preso con se; tutto questo agli occhi dei due nipoti era nostalgico, infatti si ricordarono quando avevano dieci anni e giravano gli Stati Uniti con il camper, però non ci pensarono molto, si misero seduti: Ben vicino a Alan e Pierce, mentre Gwen vicino a Helen e Cooper, che intanto stava sognando di tutto e di più su una probabile, ma alquanto irreale storia d'amore con la giovane dai capelli lunghi.
-Cooper... sembri strano, ma stai bene?- chiese Gwen, continuando a fissarlo, era davvero strano, ogni volta che si avvicinava a lui succedeva qualcosa al ragazzo di strano, proprio come succedeva a lei quando si avvicinava a Kevin; cercò di levarsi dalla testa il pensiero del moro e di concentrarsi su quello che dicevano gli altri.
-Niente... però è bello che tu t'interessi di me... mi fai tantissimo piacere, non vedevo l'ora di stare con te- sorrise il biondo appoggiando la sua testa sulla spalla della ragazza, era da tanto tempo che voleva farlo ed il momento era arrivato; intanto Gwen aveva la testa tra le nuvole, pensava e ripensava al suo amore che ora stava lontano da lei, ma soprattutto lontano dal suo cuore.

Nel mentre Kevin stava guidando l'auto, non ripensava a quello che aveva fatto a Gwen, ma guardava la foto di lui e della ragazza che teneva nel portalibri dietro, era la stessa che aveva messo nel ciondolo che le aveva regalato; controllò che non ci fosse nessuno dietro di lui e con tutta la velocità svoltò verso un edificio diroccato. Appena arrivò dentro si trovò di fronte a Argit, lo stava aspettando da circa tre ore, però non se n'era accorto che il tempo era passato così velocemente; quando Kevin scese dall'auto si portò al suo fianco, doveva prendere qualcosa da lui, ed era molto importante, per questo aveva deciso d'incontrarsi in un posto così lontano, appena ricevette una strana valigetta dette i soldi che aveva promesso, se ne stava andando però decise di fermarsi un pò per parlare con il socio.
-Allora Argit, come vanno gli affari? E i soldi che mi devi dove sono?- chiese guardandolo negli occhi, non si era accorto che nella mano teneva ancora la foto, questo particolare non sfuggì alla vista del roditore, che subito cercò di cambiare discorso.
-Ma chi è quella ragazza vicino a te? Non sarà mica la stessa che c'era quando ci siamo incontrati su quel pianeta l'ultima volta? Che c'è? E' la tua ragazza?- aveva deviato il discorso proprio come voleva fare, parlare dei soldi che doveva al moro non era il suo discorso preferito, anzi tutt'altro; intanto Kevin stava cercando di nascondere la foto nelle tasche, purtroppo con scarsi risultati.
-M... ma chi lei? Ma va... E' soltanto una compagna di squadra... nulla di più... e comunque, come mai hai cambiato discorso?- la risposta la sapeva di già, infatti appena finì la frase che riguardava Gwen non lo vide più, l'aveva lasciato lì da solo, senza dir niente.
Alzò le spalle e ritornò nell'auto, guardò il posto vicino al suo e la malinconia incominciò a farsi sentire; pianse, per la seconda volta, continuò finchè le lacrime non finirono di scendere, accese l'auto e partì verso la sua casa, l'unico posto in cui avrebbe trovato un rifugio sicuro, lontano dal ricordo della donna che più amava al mondo, forse anche la cosa più bella del mondo.

-Grazie mille, nonno... ciao a tutti- disse Gwen uscendo dalla Vecchia Ragazza, aveva salutato tutti, proprio tutti, persino Cooper, che le si era attaccato come una ventosa per tutto il tempo, solo appena vide la sua casa riuscì a scrollarselo di dosso; appena si trovò di fronte all'immensa porta d'ingresso, prese le chiavi dalla borsetta e l'aprì, pensava con tutto il suo cuore che Kevin non sarebbe ritornato per dirle scusa, ma infondo ci sperava, l'unica cosa che le sarebbe bastato era anche solo una sua chiamata; entrò nella cucina vuota, infatti i suoi erano andati a fare una seconda luna di miele regalatagli dai figli per i loro ventunesimo anniversario e sui fratello Ken era ancora al college, per cui in casa c'era solo lei, aspettò un paio di minuti, tanto per sistemarsi e preparò la sua cena.
Non riusciva a sopportare il pensiero di aver litigato con lui, ogni secondo che passava le pareva come se un'enorme sasso le stesse schiacciando il cuore, questo era un segno dell'innamoramento che continuava a crescere sempre di più; senza accorgersene stava toccando la collanina, l'aprì e incominciò a parlare con essa.
-Ma perchè mi fa male il pensiero che tu sei arrabbiato con me Kevin... non ce la faccio più, ogni giorno tu non mi chiedi mai di uscire, sei scontroso e non so mai che cosa ti passa per la mente, il mio cuore non ce la fa più...- incominciò a piangere anche lei, il suo pollice continuava a toccare la parte in cui era ritratto il ragazzo, come se lo accarezzasse, purtroppo lui non era lì e quella che stava accarezzando era solo una stupida immagine che lo ritraeva, sembrava una schiocca mentre parlava; senza pensarci era salita nella sua stanza, si era sdraiata sul letto e tra le lacrime si era addormentata.

-Gwen... mia piccola principessa, lo so che ti ho fatto male, ma devi lasciarmi il tempo giusto... tu sei abituata, tutti ti vengono dietro, mentre io, sono rimasto per lungo tempo nel Vuoto Totale e non so come comportarmi, ho paura di fare una figuraccia... e poi dove ti potrei portare? Al ristorante più lussuoso, però costa troppo... al fastfood, ma così sembra che non ci tenga a te, anche se in realtà è falso...- disse Kevin appoggiato al cuscino, teneva ancora in mano la foto; mentre guardava la foto gli venne in mente che prima di scattare quella foto erano andati ad una fiera medioevale, e si erano travestiti da dame e caviglieri, da quel momento aveva incominciato a chiamarla principessa, era stato un giorno bellissimo e al quel pensiero sorrise.
-Piccolo mio, perchè quella faccia triste? Aspetta... ma tu hai gli occhi tutti rossi, questo vuol dire che hai pianto... dai dimmelo, sai che io starò qui ad ascoltarti- chiese una donna dai capelli neri, era entrata nella stanza del ragazzo e si era seduta sulla sponda del letto; sapeva a che cos'era dovuto il dolore del figlio, infatti non faceva altro che parlare di Gwen, sempre lei, in ogni conversazione compariva sempre quel nome, era il segno che il suo bambino si era preso una bella cotta e questo non la sorprendeva.
-Mamma... ti prego aiutami... ho litigato con Gwen... lo so, forse ho fatto male, l'ho lasciata lì in mezzo del deserto con Tennyson... a me non importa di lui, ma di lei, uffa... lei mi continua a chiedere di portarla fuori, ma non so come fare- Kevin cercò di parlare dei suoi problemi amorosi con la madre, infondo era l'unica persona che aveva di più cara al mondo; nel mentre la donna, si era avvicinata al figlio e lo fece girare verso di lei, i loro occhi erano dello stesso colore, ma così diversi, appena riuscirono a guardarsi capirono che cosa potessero fare per riconquistare la ragazza.
-Kevin, se tu vuoi farti perdonare da lei... domani mattina porta alla sua scuola un mazzo di fiori e farglielo consegnare, e se non funziona saprai tu che cosa fare- detto questo dette un bacio sulla fronte al figlio, come segno di buonanotte ed uscì dalla stanza, lasciando solo il ragazzo con i suoi pensieri, forse era la cosa migliore da fare, prima di perderlo di nuovo.

Il giorno si levò molto presto per tutti e due i giovani; Gwen doveva andare a scuola, mentre Kevin doveva farsi perdonare.
-Ciao Julie... ciao Ben...- gli salutò la rossa, mostrandosi felice come non mai, non voleva far vedere al cugino e alla sua ragazza che aveva pianto, infatti si era messa il trucco, cosa che non era da lei; per sua fortuna nessuno dei due se ne accorse, troppo concentrati su di loro. Percorsero un pezzo di strada insieme, poi i due fidanzatini presero la strada di destra, mentre Gwen andò diritto; appena arrivò di fronte all'immensa costruzione, si ricordò che il pomeriggio l'avrebbe passato a preparare per il ballo che si sarebbe tenuto quella sera, tutti erano felici, si erano divisi in coppiette, troppo smielate per lei, l'unica persona che avrebbe voluto con lei era Kevin.
Intanto il ragazzo era fuori, stava seduto sulla macchina che aveva preso in prestito dalla madre, tanto per non dare nell'occhio; appena vide tutti i ragazzi entrare, prese le chiavi e le girò nel cruscotto, attivando il motore, stava andando a prendere i fiori e poi sarebbe ritornato lì.
-Buon giorno, signore... dovrei farle fare un mazzo di rose gialle- disse Kevin entrando dal fiorista; il signore lo stava guardando, l’ultima volta che lo aveva visto era stato quando era andato a prendere lo stesso mazzo, soltanto che ora avrebbe avuto più tempo per farlo. Nel mentre il ragazzo aspettava che fosse pronto, giocava con il cellulare, osservava il numero impresso sul suo cellulare; era proprio quello di Gwen, non sapeva cosa fare cancellarlo per farle vedere che c’era rimasto male o se lasciarlo stare.

-Ragazzi lasciate stare i quaderni… verifica a sorpresa- disse la professoressa di matematica entrando nella classe di Gwen; nessuno dei suoi alunni se l’aspettava, infatti da tutti si elevò un “no”, era inutile però dovevano farla.
I fogli giravano per tutta la classe, tutti prendevano una sola fotocopia e la mettevano sul banco; Gwen, senza fiatare perse la sua, però non incominciò a farla subito al segnale della prof, infatti stava guardando fuori in attesa di vedere la macchina di Kevin passare di lì e fermarsi, o almeno passare e basta.
-Signorina Tennyson… che le succede? A quest’ora di solito ha già consegnato- le chiese la professoressa notando il foglio ancora bianco; la matematica era la materia in cui eccelleva di più, ogni volta consegnava in meno di dieci minuti, ma questa volta no, la ragazza guardò la donna, poi riabbassò lo sguardo.
-Mi scusi professoressa… ora lo faccio- rispose iniziando a scrivere, la finì in poco tempo, così ebbe il tempo di rilassarsi un po’.

-Grazie mille signore… è bellissimo, qui ci sono i soldi- disse Kevin uscendo dal negozio con il mazzo di fiori in mano, aveva lasciato a bocca aperta il negoziante, però non ci badò tanto e appena salito in macchina, l’accese e partì a razzo.
“Gwen… spero che questa cosa ti piaccia… questa è solo la prima delle mie tante sorprese” pensò premendo sempre di più sull’acceleratore, non vedeva l’ora di vedere la faccia dell’amata appena si sarebbe trovata di fronte il mazzo.
In poco tempo riuscì ad arrivare davanti alla scuola; il suo cuore batteva sempre più forte ad ogni suo passo, entrò dentro e si fermò solo quando arrivò di fronte alla bidelleria.
-Buon giorno signora!... Potrei chiederle un favore, se non la disturba?!- chiese il ragazzo, osservando la magra figura che si era appena alzata dalla sedia, che lo stava fissando come se fosse un alieno, certo lui era un ibrido tra un umano e un alieno, ma non pensava di assomigliare così tanto alle razze più strane; appena la donna fece un piccolo cenno di capo, le disse il nome della persona a cui erano destinati i fiori; la signora, dal canto suo, stava sfogliando il registro in cui erano segnati gli alunni e le loro rispettive classi.
-Gwendolyn Tennyson, bene… eccola, ora si trova a matematica… vado a portarglieli- rispose, riposando i suoi occhi su Kevin, prese i fiori e s’inoltrò nel corridoio, lasciandolo da solo; il suo piano stava funzionando, infatti la fase uno era completata.
-Fase del mazzo di fiori da un ammiratore… appena conclusa- sorrise ed aspettò che la bidella tornasse, intanto batteva il piede destro sul pavimento.

Nella classe di Gwen regnava il silenzio, la professoressa stava correggendo i compiti che aveva appena fatto fare; purtroppo quella fase di quiete non durò per tanto tempo, perché qualcuno stava bussando alla porta e non entrò finchè non ebbe il consenso.
-Mi scusi signorina… ma dovrei consegnare questi fiori a Gwen Tennyson- disse la usciera mostrando il mazzo alla classe; subito la nominata si ritrasse, poi la sua compagna di banco la indicò, cosicché poté ricevere il regalo.
-Grazie mille signora… mi scusi, ma la mia amica è senza parole… dai su Gwen leggi il bigliettino- disse Lucy, notando il colorito che aveva preso l’amica, sapeva che c’era rimasta veramente male, nessuno gliel’aveva mai fatto, però era stato così romantico ai suoi occhi.
-Ah… sì… scusami… allora vediamo… “mi dispiace tanto per quello che è successo. Tu sei troppo importante per me, non voglio perderti. Baci. Post scrittum, questa è solo la prima sorpresa… dentro, in mezzo ai fiori c’è il tuo biglietto per il ballo di stasera, più tardi ti manderò il vestito… spero che accetti sia questo mio pensiero che l’invito.- l’aveva letto tutto d’un fiato, poi appena finì, senza accorgersene si mise a piangere, era stata la cosa più bella del mondo che qualcuno le avesse mai fatto.

Kevin, intanto, aveva visto tutto dalla finestra; a volte usare il suo potere gli serviva, infatti, aveva assorbito il muro. La faccia luminosa di Gwen lo fece sorridere, sapeva che si sarebbe fatto perdonare in meno di ventiquattro ore.
-Cara mia piccola principessa… non sai che altre sorprese ti aspettano- disse sottovoce, cercando di ritornare nell’auto; ora aveva bisogno dell’aiuto di Argit per completare la seconda parte del piano, però in cuor suo non riusciva a non ringraziare la madre per l’idea che le aveva dato.

To be continued...

   
 
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