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Autore: Fede_Wanderer    31/05/2010    12 recensioni
Cinquantesimo anno dalla morte di Jack.
Ora sono davanti alla tomba di Libby, a scrivere per l’ultima volta su questo diario.
Lo seppellirò insieme a Ben e passerò i miei ultimi anni in silenzio, tra i ricordi e le speranze.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hurley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Island’s Chronicles

Primo giorno dalla morte di Jack.
Probabilmente questo è tutto un sogno. Mi sveglierò un giorno e scoprirò che Libby è ancora viva e allora mi ricorderò di prendere le tovaglie per il picnic; e scoprirò che anche Charlie è ancora vivo e sta ancora sognando di tornare a suonare a Manchester con Claire ed Aaron. Scoprirò che Jack non è mai morto, che Jacob non è mai esistito e che quest’isola non ha mai scelto me. Perché, diciamocelo, coso, è assurdo. Io ho visto morire tutti su quest’isola, davvero tutti. Eccetto quelli che se ne sono andati, s’intende. Mi sono state strappate tante persone, e tra di loro c’erano anche gli eroi. E poi c’era Locke. Era lui che credeva in quel pezzo di metallo con un bottone dentro. Sono sicuro che se fosse ancora vivo darebbe tutto per essere al mio posto. E poi io, il mio posto, non lo voglio. Io non sono un eroe e non sono neanche un uomo di fede. E’ impossibile che tocchi a me. E’ sicuramente tutto un sogno. Tra un po’ i numeri inizieranno a svolazzare nell’aria e allora capirò che è il momento in cui si scappa, si urla e ci si sveglia.

Secondo giorno dalla morte di Jack.
Oggi io e Ben abbiamo trovato il cadavere di Jack, con Vincent. Non pensavo che il cagnolone sarebbe sopravvissuto fino ad ora. Eccone un altro da aggiungere alla lista di chi ho visto morire. E’ stata dura seppellire Jack. Ma era, come dire, d’obbligo. Avrei voluto che Miles fosse qui. Mi avrebbe detto che cosa pensava Jack prima di morire e poi si sarebbe trovato una delle sue battute e sarebbe anche riuscito a farmi ridere. Ma Miles non è qui. E’ tornato a casa. Mi chiedo cosa faranno, ora. Spero che Kate non venga messa in galera. Ne ha passate troppe, come tutti noi. Non sarebbe giusto. Spero che Claire torni da Aaron. Magari, che lo crescano insieme, con Kate, che dopotutto era stata la sua “mamma” per tre anni. A volte vorrei non essere mai tornato sull’Isola. Insomma, sono successi solo casini da allora. E poi, Ben non conosce neanche Star Wars, e addio anche alla possibilità di fare una chiacchierata serale. Chissà se quelli della Dharma si vedevano il primo film della saga. Potrei farlo vedere ad Occhi a Palla – era così che l’aveva soprannominato James? -, così si fa una cultura.

Terzo giorno dalla morte di Jack.
Oggi Desmond è tornato a casa. Se n’è andato con la barca di Locke, cioè, del falso Locke. Ha fatto un tuffo da quella scogliera decisamente troppo alta ed è salito sulla barca. Prima di andarsene ci ha detto che ci rivedremo in un’altra vita. Non so perché, ma l’ho preso letteralmente. Sì, insomma, quello è un fissato delle frasi ripetute ad effetto – chi se lo dimentica il suo brothà – e mi aspettavo che ci dicesse quelle parole, però… Però mi piace sperare che un giorno rivedrò tutti loro, dal primo all’ultimo, e potrò sorridere perché i casini saranno finiti e i numeri se ne saranno andati e potrò tornare nel mondo di fuori a mangiarmi un hamburger. Ho quasi scordato il sapore degli hamburger, pazzesco. Avrei dovuto fare scorta, negli anni Settanta. Sempre che li avessero.
In ogni caso, Occhi a Palla si sta rivelando d’aiuto. Credo che sarà un grande numero due. O perlomeno lo spero.

Decimo anno dalla morte di Jack.
Oggi ne sono arrivati degli altri. Avevano una nave bellissima. Avrei voluto impedire la tempesta, lo schianto, il caos, ma niente. Ho visto quegli uomini, e somigliano tanto a com’eravamo noi quando l’815 è caduto. Stanotte andrò a parlare con loro, spiegherò loro che vivo qui e che possono andarsene con la nostra barca. Non proprio nostra, in realtà. Ma non abbiamo colpa se la donna che anni fa era arrivata con essa è morta durante la notte. O meglio, un po’ di colpa l’abbiamo. Avremmo potuto tentare di aiutarla, ma abbiamo preferito aspettare; ho promesso che non succederà mai più. Farò in modo che donne e bambini se ne vadano con la barca. E poi, tra poco, Ben dovrà andare via e chiedere a James se almeno uno tra tutta la gente strana che conosce lui può farci avere un sottomarino o due. Ce l’avevano fatta gli Altri, possiamo farlo anche noi. Non voglio che la gente rimanga intrappolata in quest’isola.

Cinquantesimo anno dalla morte di Jack.
Oggi ho detto addio a Ben. Adesso sono rimasto solo. Le sue ultime parole sono state “mi dispiace”.
Non so di cosa gli dispiacesse. Forse di aver lasciato che Alex morisse. O forse di aver ucciso John, e tutta quella gente della Dharma. Forse, semplicemente, gli dispiaceva lasciarmi.
Non l’avrei mai detto, anni fa, ma in tutto questo tempo siamo diventati amici. E’ stato un grande numero due. Vorrei averglielo detto quando era ancora in vita. Spero solo che Desmond non si sbagli e che ci rivedremo davvero, un giorno. Allora potrò farlo.
Ora sono davanti alla tomba di Libby, a scrivere per l’ultima volta su questo diario. Lo seppellirò insieme a Ben e passerò i miei ultimi anni in silenzio, tra i ricordi e le speranze.
E quando dirò addio anche io a quest’Isola, dirò a Charlie di dissotterrare il diario e leggerlo. E’ una parte di me, dopotutto. E Charlie è ormai un uomo, preparato per il suo compito e pronto a proteggere l’Isola. E dire che l’abbiamo salvato dal mare quando era un neonato…
Ma ora basta. Ho passato anni a ricordare. Ora è tempo di lasciare andare.

   
 
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