The Island’s Chronicles
Primo giorno dalla morte di Jack.
Probabilmente questo è tutto un sogno. Mi sveglierò un giorno e scoprirò
che Libby è ancora viva e allora mi ricorderò di prendere le tovaglie per il
picnic; e scoprirò che anche Charlie è ancora vivo e sta ancora sognando di
tornare a suonare a Manchester con Claire ed Aaron. Scoprirò che Jack non è mai
morto, che Jacob non è mai esistito e che quest’isola non ha mai scelto me. Perché,
diciamocelo, coso, è assurdo. Io ho visto morire tutti su quest’isola, davvero
tutti. Eccetto quelli che se ne sono andati, s’intende. Mi sono state strappate
tante persone, e tra di loro c’erano anche gli eroi. E poi c’era Locke. Era lui
che credeva in quel pezzo di metallo con un bottone dentro. Sono sicuro che se
fosse ancora vivo darebbe tutto per essere al mio posto. E poi io, il mio
posto, non lo voglio. Io non sono un eroe e non sono neanche un uomo di fede. E’
impossibile che tocchi a me. E’ sicuramente tutto un sogno. Tra un po’ i numeri
inizieranno a svolazzare nell’aria e allora capirò che è il momento in cui si
scappa, si urla e ci si sveglia.
Secondo giorno dalla morte di Jack.
Oggi io e Ben abbiamo trovato il cadavere di Jack, con Vincent. Non pensavo
che il cagnolone sarebbe sopravvissuto fino ad ora. Eccone un altro da
aggiungere alla lista di chi ho visto morire. E’ stata dura seppellire Jack. Ma
era, come dire, d’obbligo. Avrei voluto che Miles fosse qui. Mi avrebbe detto
che cosa pensava Jack prima di morire e poi si sarebbe trovato una delle sue
battute e sarebbe anche riuscito a farmi ridere. Ma Miles non è qui. E’ tornato
a casa. Mi chiedo cosa faranno, ora. Spero che Kate non venga messa in galera.
Ne ha passate troppe, come tutti noi. Non sarebbe giusto. Spero che Claire
torni da Aaron. Magari, che lo crescano insieme, con Kate, che dopotutto era
stata la sua “mamma” per tre anni. A volte vorrei non essere mai tornato sull’Isola.
Insomma, sono successi solo casini da allora. E poi, Ben non conosce neanche
Star Wars, e addio anche alla possibilità di fare una chiacchierata serale.
Chissà se quelli della Dharma si vedevano il primo film della saga. Potrei
farlo vedere ad Occhi a Palla – era così che l’aveva soprannominato James? -,
così si fa una cultura.
Terzo giorno dalla morte di Jack.
Oggi Desmond è tornato a casa. Se n’è andato con la barca di Locke, cioè,
del falso Locke. Ha fatto un tuffo da quella scogliera decisamente troppo alta ed è salito sulla barca.
Prima di andarsene ci ha detto che ci rivedremo in un’altra vita. Non so perché,
ma l’ho preso letteralmente. Sì, insomma, quello è un fissato delle frasi
ripetute ad effetto – chi se lo dimentica il suo brothà – e mi aspettavo che ci dicesse quelle parole, però… Però mi
piace sperare che un giorno rivedrò tutti loro, dal primo all’ultimo, e potrò
sorridere perché i casini saranno finiti e i numeri se ne saranno andati e
potrò tornare nel mondo di fuori a mangiarmi un hamburger. Ho quasi scordato il
sapore degli hamburger, pazzesco. Avrei dovuto fare scorta, negli anni
Settanta. Sempre che li avessero.
In ogni caso, Occhi a Palla si sta rivelando d’aiuto. Credo che sarà un grande
numero due. O perlomeno lo spero.
Decimo anno dalla morte di Jack.
Oggi ne sono arrivati degli altri. Avevano una nave bellissima. Avrei
voluto impedire la tempesta, lo schianto, il caos, ma niente. Ho visto quegli
uomini, e somigliano tanto a com’eravamo noi quando l’815 è caduto. Stanotte andrò
a parlare con loro, spiegherò loro che vivo qui e che possono andarsene con la
nostra barca. Non proprio nostra, in realtà. Ma non abbiamo colpa se la donna
che anni fa era arrivata con essa è morta durante la notte. O meglio, un po’ di
colpa l’abbiamo. Avremmo potuto tentare di aiutarla, ma abbiamo preferito
aspettare; ho promesso che non succederà mai più. Farò in modo che donne e
bambini se ne vadano con la barca. E poi, tra poco, Ben dovrà andare via e
chiedere a James se almeno uno tra tutta la gente strana che conosce lui può
farci avere un sottomarino o due. Ce l’avevano fatta gli Altri, possiamo farlo
anche noi. Non voglio che la gente rimanga intrappolata in quest’isola.
Cinquantesimo anno dalla morte di Jack.
Oggi ho detto addio a Ben. Adesso sono rimasto solo. Le sue ultime parole
sono state “mi dispiace”.
Non so di cosa gli dispiacesse. Forse di aver lasciato che Alex morisse. O
forse di aver ucciso John, e tutta quella gente della Dharma. Forse,
semplicemente, gli dispiaceva lasciarmi.
Non l’avrei mai detto, anni fa, ma in tutto questo tempo siamo diventati amici.
E’ stato un grande numero due. Vorrei averglielo detto quando era ancora in
vita. Spero solo che Desmond non si sbagli e che ci rivedremo davvero, un
giorno. Allora potrò farlo.
Ora sono davanti alla tomba di Libby, a scrivere per l’ultima volta su questo
diario. Lo seppellirò insieme a Ben e passerò i miei ultimi anni in silenzio,
tra i ricordi e le speranze.
E quando dirò addio anche io a quest’Isola, dirò a Charlie di dissotterrare il
diario e leggerlo. E’ una parte di me, dopotutto. E Charlie è ormai un uomo,
preparato per il suo compito e pronto a proteggere l’Isola. E dire che l’abbiamo
salvato dal mare quando era un neonato…
Ma ora basta. Ho passato anni a ricordare. Ora è tempo di lasciare andare.