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Autore: Red Death    31/05/2010    3 recensioni
Inizio della storia... spero che vi piaccia ^^
La ragazzina non poteva conoscere il perché di quel cadavere abbandonato sul suo corpicino gracile...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi. Sono in una stanza buia che conosco bene. Mi guardo intorno, vedo solo un ragazzo che mi guarda con un sorriso stampato in faccia. È un ragazzo che, come la stanza, conosco molto bene.
«Luke, puoi anche alzarti da lì»
«Ma buongiorno, bella addormentata! Sapete che ore sono?» mi dice sventolandomi davanti agli occhi il suo orologio da taschino.
Mezzogiorno e mezzo…
MEZZOGIORNO E MEZZO?
Oh, cazzo, oh, cazzo… ma perché devo essere sempre così catastroficamente in ritardo?
Mi butto giù dal letto il più in fretta possibile, togliendomi la tunica che uso come pigiama. Vedo il sorrisetto sarcastico sulle labbra di Luke che diventa sempre meno camuffato.
«No, non avere fretta, non preoccuparti se mi taglieranno la testa perché tu non ti sei svegliata in tempo per la parata, non dovrai mica sentirti in colpa quando ti consegneranno la mia testa da dare a mia madre. Non sarà affatto colpa tua!»
«Piantala, baka !» ci mettiamo a ridere tutti e due, mentre io recupero la fascia e me la stringo attorno al seno. Tra un paio d’anni non sarà più così facile travestirmi, queste due robe che ho davanti stanno diventando davvero troppo grandi. «We, Luke, aiutami quaggiù!»
Mi aiuta a stringere la fascia e io sento le sue mani calde sulla schiena, ma io non riesco ancora a pensare a lui in un modo che non sia “il ragazzo che mi sta ancora salvando la pelle dalla maggior parte della polizia bretone e che vive con me”. «Galantuomo, va bene l’aiuto, ma così mi soffochi!»
Ridiamo ancora mentre mi butto addosso la casacca dell’arma della Regina. Mi viene quasi da piangere se penso che io non dovrei assolutamente fare quello che sto facendo. E la situazione peggiora ancora se penso che lo sto facendo per un errore, per un fottutissimo errore.


- La bambina è addossata al muro, trema, piange, il cadavere della Regina è buttato contro di lei, immersa in una pozza di sangue, quello stesso sangue che bagna il suo corpicino gracile. Ma non è fra le sue mani che si trova il coltello sporco del delitto. È stretto fra le dita di un’altra ragazza, in piedi nel buio della stanza. La bambina striscia verso l’assassina, piangendo sempre più forte. Sono uguali, la piccola e l’assassina, due corpi identici.
«Amy… Amy… cos’hai fatto? Come hai potuto… » ma non riesce a capire, la bambina, è troppo piccola o forse solo troppo ingenua per chiedersi il perché di quel gesto, per chiedersi perché il coltello che ha ucciso la Regina ora sia puntato contro lo stomaco della gemella che la guarda con gli occhi da pazza. Non sa che la ragazza su cui ha fatto affidamento per tutti quegli anni la odiava dal più profondo del suo cuore, non sa che Amy ha ucciso quella donna solo per far ricadere la colpa sulla piccola bambina. Non sa che sua sorella è disposta ad uccidersi pur di rovinarle la vita. E non capisce cosa voglia dire il coltello che ora spunta dalla schiena di Amy.
Le si avvicina, ormai disperata. La morte, nel giro di appena due ore, è entrata nella sua vita fin nelle viscere.
«Selene…» mormora Amy sputando sangue «prendi…questo…». Le lancia il pugnale, che Selene stringe al petto mentre vede la sorella morire con una risata. Ora è completamente sporca di sangue, ma quando sente i passi marziali della guardia personale della Regina capisce cosa sta per succedere. Lancia il coltello il più lontano possibile, ma ormai non c’è scelta. Ormai l’hanno vista. Una donna la blocca, poi guarda il cadavere di sua sorella e quello della Regina.
«TU! Brutta, lurida chanka, tu hai ucciso la nostra Regina!»
Selene non sa difendersi, non sa dire che non è stata lei, che non è suo quel coltello malefico, ma sa scappare. Scivola fra le braccia della donna sfruttando il suo corpo viscido per il sangue, inizia a correre fuori da quella stanza buia. Sembra quasi volare nella pioggia londinese, finché non si scontra contro un ragazzo. Avrà al massimo un paio d’anni più di lei, ma le crede, crede alla sua storia disumana e l’accoglie nella stanzetta spoglia in cui vive. La nasconde alle guardie, finché i ragazzi non vengono chiamati alle armi. E a Selene non rimane che una possibilità…
-

Scuoto la testa, non voglio più ripensare al passato. Ora devo solo darmi una mossa, oppure questa volta non ce la scampiamo davvero.
  
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