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Autore: Persychan    01/06/2010    8 recensioni
Era compito delle Nazioni obbedire agli ordini dei superiori, qualunque essi fossero, ma Feliciano aveva scelto di obbedire anche a se stesso.
[Ludwig/Feliciano]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:  La preghiera dei miseri
Personaggio/Coppia: Feliciano Vargas (Nord Italia) e Ludwig (Germania). Ludwig/Feliciano
Riassunto: Era compito delle Nazioni obbedire agli ordini dei superiori, qualunque essi fossero, ma Feliciano aveva scelto di obbedire anche a se stesso.
Conteggio Parole: 827
Note:  - non betata
- Ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, non ci sono riferimenti storici specifici sebbene ci siano varie "citazioni" e particolari sparsi in giro non in modo casuale.





La preghiera dei miseri
Ascoltaci, o signore


[Padre nostro, che sei nei cieli]

Era affondare nel fango – come quando percorreva il delta del Po e finiva impantanato tra i giunchi – era cadere in una melma vermiglia che si attaccava alla pelle e ai vestiti – peggio del rosso tiziano che si era rovesciato addosso quella volta in cui aveva dipinto i campi attorno a casa di suo fratello e i loro coloratissimi papaveri – era soffocare nel fumo e nella cenere con ancora il rumore degli spari nelle orecchie.

[sia santificato il tuo nome]

Feliciano girò frettolosamente la manopola dell’acqua colpendo con violenza il lavello con la mano, quasi fino a non sentire le dita, ma non ci fece caso mettendole entrambe sotto il getto gelido che gorgogliante risaliva per le tubature di rame. Faceva un casino infernale e Feliciano ne fu felice: nessuno, neppure i soldati che poco distanti puzzavano ancora di polvere da sparo e ferro, l’avrebbero potuto sentir singhiozzare.
Appoggiò la fronte contro lo specchio scheggiato che pendeva storto sopra il lavabo cercando conforto nel freddo del vetro, ma l’unica cosa che ricevette fu la visione dei propri occhi rossi e liquidi e delle guance, sporche di sangue e terra, striate di lacrime.
Sfregò le mani con forza, nonostante il dolore e le abrasioni – le sue non erano mani da guerriero, ma delicate da artista prive di imperfezioni se non per il piccolo callo da scrivano sul pollice – infilandosi le unghie in profondità nel tentativo di liberarsi di tutta quella melma – di quel rosso – che le coprivano.

[venga il tuo regno]

 Le alzò davanti al viso nel tentativo di vedere, nella luce fioca che entrava dall’abbaino, il colore delle proprie mani, ma per quanto sfregasse queste continuavano ad essere rosse – forse era soltanto la sua pelle martoriata o forse quella melma gli era veramente entrata dentro. Represse un conato di vomito crollando sulle ginocchia e stringendosi le spalle tra le dita tremanti fino a chiudersi su se stesso, come a proteggersi, fino a fissare il buio dietro le proprie palpebre. La testa gli ronzava e di lontano sentiva ancora il rimbombo – degli spari – di quelle poche campane superstiti alla guerra che suonavano a morto.
Magari stavano piangendo proprio per uno di quei figli che aveva appena strappato alle mani delle madri o forse suonavano per lui.

 [sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra]

Com’era che dicevano? “Sono nemici, nemici della patria” eppure Feliciano, che era proprio la patria, non vedeva che italiani, che la sua gente, tra i morti.

[Dacci oggi il nostro pane quotidiano]

Si rialzò, aggrappandosi alla ceramica fredda del lavello, fino a poter scorgere di nuovo la propria immagine nello specchio – questo se ci fosse stata un’anima ancora umana da riflettere – mentre la pistola gli pesava contro il fianco ad ogni movimento simile al fardello di colpe che portava, ma di queste non poteva liberarsi altrettanto facilmente. La prese in mano soppesandola per un attimo – come se veramente la stessa ammirando – prima di aprire il caricatore e lasciarne cadere a terra le pallottole in un tintinnare metallico seguito, un attimo dopo, dal resto della pistola.
Era un gesto sciocco che non avrebbe avuto alcuna importanza o conseguenza: anche se la abbandonava lì, alla prossima missione gliene avrebbero fornita un’altra senza fare obiezioni, ma era l’unica cosa che poteva fare per dare sollievo almeno per qualche attimo alla sua anima.

[rimetti a noi i nostri debiti]

Strano come le armi non manchino mai, mentre trovare anche una manciata di caffè diventi un’utopia, ne Lovino?

 [come noi li rimettiamo ai nostri debitori]

Inspirò, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano ed espirò, osservando il proprio riflesso e il viso disperato e bianchissimo su cui si aprivano occhi simili a pozzi rossastri e vacui, tirando gli angoli della bocca con le dita nel tentativo di sorridere – ancora e per l’ennesima volta – perché tra poco avrebbe dovuto incontrare Ludwig e lui non poteva vederlo così: doveva continuare a crederlo il bambino ingenuo, lo stupido che non sapeva allacciarsi le scarpe e quello da salvare.

[e non ci indurre in tentazione]

Era compito di Feliciano – tanto quello di eseguire gli ordine dei boss – essere la sua ancora di luce, mentre la cenere si faceva sempre più fitta, quasi ad oscurare il sole, e la mente di Ludwig vacillava ad ogni fischio del treno. Doveva esserlo senza che scoprisse che stava affondando a poco a poco insieme a lui, per lui, perché era l’unica cosa che poteva fare.

[ma liberaci dal male.]

Era compito di Germania obbedire al suo Capo ed era compito di Italia seguire il suo Condottiero ed era quello che avrebbero fatto anche se questo li avrebbe portati a spegnersi ad ogni ticchettare di orologio.

[Amen]

Suonate campane, suonate a lutto perché oggi la misericordia divina e l’umana carità hanno abbandonato questo luogo.
Ed era compito di Feliciano amare Ludwig finchè avesse potuto e anche dopo.
Suonate campane, suonate a lutto perché ho giurato amore ad un morto e perché io sono morto con lui.






Ovviamente il Capo e il Condottiero sono rispettivamente la traduzione letterale di Führer e Duce.
GerIta angst = Angst²
Commentate e vi amerò particolarmente tanto. Ringrazio tutti coloro che hanno commentato le altre mie oneshot sperando un giorno di riuscire a rispondere loro in modo decente. Alla prossima <3
   
 
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