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Autore: SLAPPYplatypus    01/06/2010    3 recensioni
ispirato da Minority, canzone che adoro, dei Green Day. beh, parla un po' del testo, non so che altro dire '-'
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'insult to injury.'
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Da un po' di tempo, stavi provando quella strana sensazione. La sentivi più forte che mai. Avevi sempre cercato, desiderato di poterti finalmente staccare dal pensiero della gente, e sentivi che ci stavi riuscendo una volta per tutte, che non avresti mai dovuto preoccupartene in futuro.

Non avevi mai fatto assolutamente nulla per raggiungere quel risultato. Ti eri semplicemente svegliato una mattina, avevi semplicemente acceso la televisione. E ti eri semplicemente accorto di essere totalmente e indiscutibilmente stufo di sentire quella massa di pecore parlare di te, solo per giudicarti. O parlare di qualunque cosa. Fine della storia.

Forse è stato quello, a farti aprire gli occhi. Ma avevi sempre pensato di vivere come in un sogno costruito per te, qualcosa non quadrava. Come in una gabbia dorata, su misura per i cittadini del mondo. O almeno per i cittadini dei futtuti Stati fottutamente Uniti della fottuta America. Che accettavano prontamente e di buon grado tutta la spazzatura che gli veniva rifilata, senza chiedere un solo, minuscolo «Perchè?» ma accontentadosi solo di dire «Grazie.»

Tu non volevi essere come loro, tu volevi essere diverso e avere un tuo pensiero, non importava se gli altri poi non l'avessero condiviso. Non volevi essere per forza dentro la maggioranza, se era sempre costituita da giganteschi coglioni, diciamocelo. Potevi accontentarti di qualcosa di meno, la minoranza sarebbe andata benissimo. 

Avresti tranquillamente prestato fedeltà al mondo della malavita, se avesse avuto ideali in cui ti rispecchiavi di più. Anche se fosse una nazione contro Dio, dopotutto avresti potuto vivere con la consapevolezza di non essere propriamente un santo. Anche se fossi stato assolutamente da solo, una sola piccola faccia tra la folla, senza nessun modo di esprimersi se non sé stesso, senza nessun dubbio.

Saresti uscito da quella massa, avresti superato la riga immaginaria della stupidità, che gli altri percepivano come la linea immaginaria della decenza. Ti saresti separato dal mondo, se fosse stato necessario, come una pecora si separa dal gregge; avresti marciato fuori tempo, non più secondo un tempo imposto dall'alto, ma secondo il battito del tuo cuore.

Tu, uno solo. Una sola mente, come una sola luce che risplende nel buio di un migliaio di cuori spezzati, senza un pensiero. Certo, ti avrebbero disprezzato, ti avrebbero urlato contro «Oh santo cielo!», ma tu saresti stato finalmente libero. Loro, che vadano pure a farsi fottere, tutti quanti. L'unica via, l'unico modo di fare le cose di cui eri capace saresti stato tu. Niente più manuali di istruzioni, niente più regole.

Si, era così che doveva essere.

   
 
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