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Autore: E u r eka    01/06/2010    5 recensioni
«Com’è il Galles?» Howl alzò di poco la testa, rendendo visibile alla luce tremolante del crepuscolo una parte di viso e lasciando nell’ombra l’altra metà infagottata nella coperta del letto.
«Bagnato.»
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: questa fan fiction partecipa allo SfigaFandom Fest di Fanworld.it con il prompt Howl's Moving Castle, Howell Jenkins/Sophie Hatter, boschi di querce.

 

«Com’è il Galles?»
Howl alzò di poco la testa, rendendo visibile alla luce tremolante del crepuscolo una parte di viso e lasciando nell’ombra l’altra metà infagottata nella coperta del letto.
«Bagnato.» usò un tono volutamente nasale e quell’unica parola fu seguita da altrettanti laconici starnuti. Eppure era come si fossero improvvisamente illuminati i suoi occhi che diede a Sophie motivo di pensare che quel Galles non dovesse essere poi tanto male in fin dei conti.
Lui la vide osservare pragmatica la porzione di giardino su cui affacciava la finestra incantata e si ritrovò senza un perché ben preciso ad aggiungere particolari al precedente discorso, descrivendoglielo con una dovizia che lei avrebbe definito affettuosa: «Il sole lo vedi sempre, anche quando piove e l’aria nelle pianure è così pulita che se fosse visibile ti ci specchieresti. Tutto è verde o azzurro e profuma di carbone e terra. Sono sicuro avresti da ridire sull’umidità, troppa per i tuoi gusti, ma ti metterei a tacere portandoti ai boschi di querce. Le querce sono simbolo di forza e protezione sai e sono così alte che le fronde sembrano toccare il cielo. Sono imponenti e di una testardaggine cocciuta nel modo in cui sono ancorate alla terra e continuano a cercare l’alto, ma anche sagge. Si dice siano custodi del sapere del tempo e di un potere che non conosce fine. Un po’ come te direi, anche se non hanno il tuo lato ficcanaso.» Le lanciò uno sguardo pensieroso, prima di tossire alzando nuvolette di polvere grigiastra e di sporcizia.
Sophie gli diede le spalle dandosi della stupida da sola e così nascondendo gli occhi lucidi, perché il discorso del Mago l’aveva commossa più di quanto non volesse dare a vedere e anche per evitare di rispondere opportunamente al poco velato insulto. In fondo poteva comprendere quell’amore per la propria casa, essendo lo stesso sentimento che provava lei per Market Chipping e il fatto che le mancasse, benché non propriamente felice, era una cosa naturale.
«Sembra davvero un posto meraviglioso.» si costrinse quindi a replicare e poi a dire sincera: «Mi piacerebbe vederle le querce.»
Il mago sorrise sghembo, riemergendo dalla montagna di fazzoletti di carta e cercando di apparire affascinante anche col naso gocciolante e il viso paonazzo nel rossore.
«Un giorno ti ci porterò.» le promise concludendo poi tragicamente: «Sempre che non muoia prima di dolore e solitudine.»

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