Perché ti prendi gioco di me
In questa maniera,
sbeffeggiandomi da dietro un muro,
sciocca e vanitosa Ira?
In fondo ti ho lasciato spesso il potere,
il potere di decidere cosa fare,
come un pastore dinanzi a un bivio:
sei sempre stata tu a sussurrarmi
il sentiero da seguire,
nei momenti in cui mi scavalcavi
io rimanevo quasi incosciente,
muto e a testa bassa,
mentre ti liberavi
dalla gabbia che ti tratteneva.
Ma ora sono io a chiedere a te,
vale più la tua arroganza e
quella innegabile necessità di disprezzo,
che ciò a cui mi chiedi di rinunciare?