Old Job
Una volta Nanao Ise aveva
un grande sogno. Quando era bambina infatti, voleva a tutti i costi
diventare una ballerina di talento, e danzare nei migliori teatri del
mondo.
Destino vuole però, che
solo una microscopica percentuale di persone riescano sempre a
realizzare i propri desideri, e lei disgraziatamente non rientrava in
tale categoria.
Anzi, essere una
segretaria e perennemente relegata a tale ruolo, la portava ad un
livello di frustrazione tale che spesso le portava la nausea in
corpo.
Non solo, aveva sperato
che andandosene dalla Soul Society – nota industria sanitaria
–
avrebbe fatto più carriera nella compagnia rivale
– Las Noches,
seconda compagnia che in città dava da lavorare a mezza
popolazione
come la prima – ma si era sbagliata su tutta la linea.
Dalla sua Aizen Sosuke
aveva un grande fascino e riusciva a convincere sempre chiunque con
il suo infallibile sorriso, lei compresa ovviamente. Frustrante.
Seguire il suo capo
Shunsui Kyoraku – comprato da Aizen con
abilità
sorprendente e per tal motivo considerato un traditore alla S.S
–
non le aveva fruttato un bel niente, solo dei gran mal di pancia e
basta.
Per questo, fu forse con
un mal di pancia colossale che si apprestò a bussare alla
porta
dell'ufficio di contabilità, sperando di fare la cosa giusta
e di
non passare per spazzatura agli occhi dell'uomo che
governava
in quella sala.
Non ricevette un “avanti”
quando si trovò a bussare a quella porta di legno scuro
– recante
la targhetta dorata con il nome di “Ulquiorra
Schiffer” - e
neppure un “prego si accomodi” una volta che decise
di entrare
dentro con un po' di incertezza.
Solo silenzio, e il
ticchettio di una calcolatrice poco lontana.
E sulla scrivania dove
nasceva tale rumore, un uomo sulla trentina intento a prestare
attenzione solo al proprio lavoro. Decisamente, Ulquiorra faceva
quasi paura per quanto freddo e distaccato fosse con il resto del
mondo. A stento Nanao credette alla notizia che lui prima di essere
contabile era...
“Ulquiorra san, mi
potrebbe fare un favore?”
La voce di Ise, seppur con
un tono deciso e vagamente autoritario, era comunque titubante nel
chiamare il giovane uomo seduto davanti a lei intento a lavorare alla
propria scrivania.
Un intenso rumore di
sottofondo, di una penna a sfera che girava incessante su fogli
carichi di dati e scritte varie, riempì abbondantemente per
mezzo
minuto il silenzio che si era preposto ai due, fino a che
l'interpellato non decise di dare udienza alla donna.
“Le scartoffie lasciale
li nell'angolo – indicò un angolo sgombro della
scrivania senza
guardarla e senza smettere di scrivere – ora ho da
fare...”
“N-no... Non si tratta
di quel tipo favore”
la giovane rigida nel suo
completo da ufficio, si irrigidì ulteriormente quando
avvertì una
lieve scossa di disagio attraversarle il corpo. Portandola ad
arrossire lievemente le guance, e a voltare lo sguardo altrove.
Finalmente Ulquiorra
Schiffer, l'uomo dietro alla scrivania e intento a maneggiare rapido
con una mano la penna, e con l'altra la fedele calcolatrice, si
decise a smettere di lavorare per fissare una segretaria pietrificata
in procinto di essere preda del disagio più nero. Non gli ci
volle
molto per capire cosa quella femmina stesse cercando da lui, pareva
che alle volte certe colleghe si dimenticassero che cosa ci fosse
scritto fuori dalla sua porta.
“Non faccio più quel
tipo di favori, signorina Ise”
Gli occhi verdi dell'uomo,
unica nota di colore in quel viso pallido e quasi latteo, scandirono
assieme alle parole lapidarie la sua ferma volontà di non
compiere
quel tipo di favore.
Una cosa che portò Ise a
distogliere lo sguardo ancora una volta, arrossendo ulteriormente e
muovendosi sul posto preda di un odioso disagio. Ma cosa le
era
saltato in testa di fare?!
“Lo so signore... Ma lei
è il più bravo ed io... Ne avrei bisogno
urgentemente”
“Sono il migliore,
ovvio. Ma ora come vedi svolgo un altro lavoro ora”
Non era facile convincere
Ulquiorra, e questo Nanao lo sapeva alla perfezione.
Era un contabile dedito al
suo lavoro e alle regole, e rinvangare il passato senza avere un
determinato profitto lui non se ne faceva proprio nulla.
Per questo quando lui non
voleva fare una cosa, semplicemente quella cosa non la faceva.
Persino se fosse stato Aizen sama ad imporglielo, avrebbe sicuramente
trovato un altro modo per svolgere il compito.
Tuttavia, proprio quando
la stessa Nanao fu quasi in procinto di chinarsi in segno di scuse
verso il suo superiore, dopo che un interminabile silenzio
calò
freddo e lapidario sull'insolita scenetta, la giovane
avvertì
nell'aria quello che sembrava essere un sospiro malcelato e
rassegnato.
Ancor prima di studiarsi
una veloce tecnica per impedire di fare ulteriori figuracce e
inabissarsi nell'umiliazione più totale davanti a lui,
Shiffer
Ulquiorra, dalla sua posizione ormai non più seduta, aveva
sospirato
rassegnato all'ennesima donna che solcava il suo ufficio.
“Togliti le mutande, e
mettiti sulla scrivania...”
[…]
Le avevano detto che era
uno dei migliori, ed in effetti così era.
Poteva sembrare una cosa
squallida e apparentemente peccaminosa, e forse lo
era, ma in
quel momento Nanao si limitava esclusivamente ad osservare il
soffitto fatto di pannelli di cartongesso.
Sotto di lei solo la
comodità offerta da un lungo asciugamano rosso, e la durezza
consistente di una vecchia scrivania sgombra ora di carte e robe
varie.
Ulquiorra di suo nel
frattempo, si stava dando un gran da fare, muovendosi inizialmente
quasi con calma dentro di lei in esplorazione nella sua carne.
I suoi tocchi erano
decisi, esperti, fin troppo pazienti per uno che di suo sembrava non
averne molta in corpo di pazienza.
Nanao avvertì
distintamente una scossa scuoterle il bassoventre arrivando a farle
scorrere lungo la spina dorsale un lungo brivido, nell'esatto momento
in cui lui le andò a toccare un punto particolarmente
delicato.
“Hm...”
“Fatto male?”
“No, stia tranquillo”
Mentiva, ma una strana
legge di conservazione le impediva di essere onesta con lui. Forse
perchè, scordandosi di quel che stava facendo abbandonando i
panni
di contabile, per Ise rimaneva per sempre un superiore.
Una stupidaggine bella e
buona, e lo stesso Ulquiorra si ritrovò a sbuffare
spazientito,
tornando a muoversi dentro di lei.
“Devi dirmi se senti
male, non ho mezzi sufficienti per fare una diagnosi...”
l'ennesima contrazione
vibrò il corpo della donna ancora una volta, e in silenzio,
al tocco
leggere di una parte particolarmente sensibile a quei tocchi sterili
e repentini.
Anche se quella donna
mentiva, ormai Schiffer aveva perfettamente capito qual era la causa
di tanto mal, e per tale motivo poteva anche finire la discussione
lì.
Sbuffando in maniera quasi
impercettibile, Ulquiorra Schiffer fece scivolare via le dita
dall'intimità scoperta della donna sulla sua scrivania
–
improvvisata a lettino ospedaliero – buttando con gesto
automatico
i guanti di lattice precedentemente indossati per visitarla, nel
cestino della carta.
Sapeva a malincuore di
violare ogni forma di regola sanitaria basilare. Sapeva alla
perfezione di non possedere un ambiente sterile, eccezion fatta per
quell'asciugamano steso sulla scrivania e i guanti usa e getta, e
sapeva di non possedere più gli strumenti del mestiere.
Usare le semplici dita
senza l'aiuto di un divaricatore era piuttosto
complicato, e
c'era il rischio di danneggiare l'utero della paziente.
Per di più, sapeva anche
che se lo avessero beccato in flagranza di reato come in quel caso,
avrebbe passato dei guai seri. Eppure era triste
per lui
constatare che alle volte proprio non poteva fare a meno di ripescare
quel suo vecchio mestiere.
“Ehm, è tutto a posto
oppure... No?!”
Nel frattempo che lui si
era voltato per buttare via i guanti e riaggiustarsi le maniche della
camicia precedentemente arrotolate sino ai gomiti, Nanao si era messa
a sedere dalla scomodissima posizione supina sistemandosi la gonna
sulle gambe e cercando l'intimo poco distante da lei. Raccogliendolo
e stringendoselo tra le mani con gesto un po' nervoso.
Lo sguardo smeraldino e
freddo dell'uomo scrutò attentamente la titubante figura
femminile
prima di darle responso.
“Hai solo una lieve
irritazione dovuta allo stress. È meglio se ti prendi una
vacanza se
non vuoi trovarti con crampi veri e propri”
“Uh... Beh, la ringrazio
– Nanao si sistemò di riflesso gli occhiali sul
naso nell'atto di
stemperare il proprio disagio – ma potrei farle una
domanda?”
Gli occhi
dell'interpellato si catalizzarono sull'insistente figura femminile,
senza però darle possibilità di percepire il suo
vero umore. Solo
un'incredibile freddo che calò sulla stanza prima di
ricevere la
seconda domanda in risposta alla precedente.
“Che vuoi sapere?”
“Io... Sono sorpresa che
che invece di continuare a fare il ginecologo,
abbiate voluto
intraprendere la strada per essere contab...”
“La contabilità è più
semplice da assimilare, e questo lavoro mi permette di star lontano
dalle persone”
Schiffer non era il massimo
dell'accomodazione e per giunta poteva anche apparire un gran
maleducato come in quel caso. Ise non si aspettava di certo di essere
interrotta in quel modo, ma come risposta, si poteva percepire che
fosse quasi una questione spinosa il vecchio lavoro di Shiffer.
Un'ombra maledetta per
lui, poiché anche se aveva chiarito che attualmente il suo
mestiere
era ben altro, il suo curriculum parlava chiaro.
Misteriosamente la voce
che lui da ragazzo avesse studiato come ginecologo, facendosi la sua
bella gavetta all'ospedale, era circolata per tutto
il
complesso e in particolar modo alle orecchie femminili.
Donne esasperate che come
lupi approfittatori si erano riversate nel suo ufficio in cerca di
una visita facile. Un tassello della sua esistenza che aveva tentato
in tutti i modi di scollarsi via e dimenticarsene, tornava sempre
alla porta tentatore e meschino.
E a chiunque, a tutta la
spazzatura che ammirato/frustrato gli chiedeva
perchè avesse
mollato un lavoro così bello, non dava una risposta
esaudiente sul
perchè lo avesse fatto.
“Prima o poi ti
stanchi di avere a che fare con la spazzatura... Ti basta
come
risposta?”
“Io... Ecco, direi di
si...”
Nanao si sentiva molto più
che imbarazzata in quel momento, decisamente mortificata al limite
dell'umiliazione, sorprendendosi per quella risposta fuori programma
responsabile di aver spezzato l'ennesimo gelido silenzio calato in
quel piccolo antro pieno di confusione.
“Bene, la visita è
finita – le aprì la porta dell'ufficio come ad
invitarla ad uscire
in modo tutt'altro che gentile – e gradirei che non ci siano
altre
visite da oggi in poi”
messa così alla porta, la
giovane segretaria non poté che mandare giù
saliva in gola, ed
incamminarsi con eleganza verso l'uscita sebbene i passi fossero un
po' rigidi a causa di un orgoglio spezzato. Ma niente paragonabile al
sollievo di Ulquiorra di poter ritornare con gioia al proprio vero
lavoro. Con la speranza di non cadere nuovamente in tentazione alla
prossima donna che solcava il suo ufficio.
Da parte sua invece, Nanao
possedeva in corpo l'umiliazione di essersi fatta tentare dal farsi
visitare così in quel modo – a gratis ma con un
pizzico di volontà
di trasgredire un po' – consapevole comunque di un verdetto
piuttosto lapidario, che non faceva altro che confermare le sue
teorie. Doveva prendersi una vacanza, prima che lo stress del lavoro
non le portasse via anche il corpo oltre che la psiche.
“Nanao cara! Eccoti dove
eri finita! Ti stavo cercando per...”
In particolar modo, doveva
stare il più lontana possibile dalla fonte di tutto quello
stress.
Shunsui Kyoraku era
sbucato dal corridoio nell'esatto momento in cui il collega
Ulquiorra, si era chiuso freddamente la porta alle spalle di una
imbarazzatissima Nanao, ora scura in volto per l'arrivo del proprio
superiore.
Un uomo sulla quarantina
dal temperamento frivolo, e dall'occhio lungo quanto quello di un
falco. Ciò che agli occhi della ragazza sfuggiva infatti, a
quelli
del suo superiore appariva di pura luce divina.
“Nanao, ma quelle che
hai in mano sono delle mutandine?!”
Risultando imbarazzante al limite del nervoso.
Che vi aspettavate? Cose
sconce? Mi spiace che ci siate rimasti male, ma ancora una volta ho
voluto giocare con i doppi sensi.
Ritorno dopo tanto a
scrivere AU totalmente idiote, ancora una volta collegate alla serie
“Raining Stones” mostrando per la prima volta un
inedito
Ulquiorra in versione AU. Decisamente scostante dalle tante versioni
emo in circolo per EFP. Ma su di lui e sul suo mestiere
tornerò a
parlare in seguito.
Ho voluto pure mettere
queste note a fondo pagina anziché in alto, proprio per non
rovinarvi la sorpresa della lettura.
Vabbè, spero che questa
storiella vi sia piaciuta! Fatemi sapere cosa ne pensate!