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Autore: MrEvilside    02/06/2010    3 recensioni
Germania aveva conosciuto per la maggior parte madri disperate che si aggrappavano alla sua uniforme, la medesima che il loro figlio perduto aveva indossato nel nome della grande aquila, e consumavano le loro lacrime nella sua stoffa.
Ammirava quelle madri, che si portavano sulle spalle il peso della morte prematura dei figli sino al termine della loro esistenza; Maria Rosa Vargas, al contrario, lo atterriva.

[La famiglia Vargas, Germania e Inghilterra]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: What if?, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Viva la mamma

Germania aveva conosciuto per la maggior parte madri disperate che si aggrappavano alla sua uniforme, la medesima che il loro figlio perduto aveva indossato nel nome della grande aquila, e consumavano le loro lacrime nella sua stoffa. Il dolore di chi ha perso una parte di sé, palese in ogni loro gesto, era qualcosa al quale non sarebbe mai stato in grado di fare l’abitudine, uno strazio che andava ben al di là delle sofferenze fisiche dei soldati e che ti faceva chiedere perché?.
Ammirava quelle madri, che si portavano sulle spalle il peso della morte prematura dei figli sino al termine della loro esistenza; Maria Rosa Vargas, al contrario, lo atterriva.
Seppur in qualità di prigioniero di guerra e sotto la stretta sorveglianza di Inghilterra e Italia del Nord – anche se, a dir la verità, Arthur aveva dovuto sorvegliare entrambi –, gli era stato consentito di accompagnare Feliciano a ricongiungersi con la sua famiglia, a Roma.
Il fratello, Lovino, li aspettava seduto sul gradino di pietra d’un marciapiede innanzi il Colosseo con il fucile a tracolla. Veneziano gli era corso incontro ridendo e gli aveva gettato le braccia al collo. O, perlomeno, questo era quel che Ludwig aveva ipotizzato avrebbe voluto fare, non fosse stato che un indice ed un pollice serrati attorno al suo orecchio lo avevano trascinato lontano da Italia del Sud.
« Veneziano! » La signora Roma era una donna raffinata: i capelli castani erano ordinatamente arricciati in un’acconciatura elegante ed un lungo vestito, fermato in vita da una cintura di stoffa, le fasciava il corpo longilineo sino alle ginocchia. Le mani dalle lunghe, aggraziate dita affusolate erano protette da guanti bianchi ed una di esse strattonava con ben poca grazia il lobo di Italia del Nord. « Quante volte dovrò ripeterti che non devi allearti con le Nazioni che ti catturano, porca miseria? Non puoi immaginare quanto tua madre sia stata in ansia per te, dannazione… »
Germania aveva capito ben poco di quel lungo rimprovero a causa del vasto utilizzo di dialetti, da quelli che gli ricordavano la parlata tedesca delle regioni più a nord ad alcuni, probabilmente meridionali, ai quali non era riuscito a dare un senso.
Era rimasto immobile, incerto sul da farsi e sgomento innanzi la forza d’animo della donna mentre strigliava il figlio che, sollevato sin quasi a toccare il suolo con le sole punte dei piedi, piagnucolava ahi, ahi, ahi, ahi. Aveva mantenuto un silenzioso contegno, almeno sino a quando Maria Rosa non aveva lasciato andare Feliciano, che si era rifugiato tra le braccia del fratello, e gli aveva rivolto la propria attenzione.
Per un istante, come mai gli era accaduto prima d’allora, Ludwig aveva tremato.
La signora Roma l’aveva guardato dall’alto in basso – sebbene tra loro vi fossero almeno quattro centimetri di differenza – ed aveva attaccato: « Voi! Oh, ma sapete che cosa siete, voi? Siete un emerito deficiente, ecco cosa! Avete idea di quel che ho passato in questi ultimi anni, con mio figlio lontano da casa? Avete idea di che cosa vi avrei fatto se non me l’aveste riportato? »
Una seconda volta, Germania aveva inteso soltanto una minima parte del monologo – i mozziconi d’insulti che aveva riconosciuto e l’indice che Lovino, alle spalle della donna, si era passato orizzontalmente sul collo, tuttavia, avevano reso limpido il concetto di base, nonché da chi Romano avesse ereditato il proprio carattere.
Per quanto si fosse aspettato una simile reazione, Maria Rosa Vargas lo lasciò sconvolto.
Infine, la signora Roma tornò dai suoi figli e prese il viso di Veneziano fra le mani, baciandolo ovunque di baci grondanti un amore infinito: sulle guance, sulla fronte, sulla punta del naso, sulle orecchie. E poi lo strinse a sé e gli promise tanta pasta per “rimpolpare le ossa che la guerra gli aveva a malapena lasciato addosso”, come ella si lamentò.
« Muoviamoci ». La canna del fucile che Inghilterra puntò contro la schiena di Ludwig gli ricordò d’improvviso che a Norimberga aspettavano la sua testa.
Ma, quand’ebbe voltato la schiena al Colosseo, la voce imperiosa della donna lo chiamò nuovamente nel dialetto tramite il quale solitamente comunicava con Italia del Nord: « Ehi, voi, biondino tutt’ossa! Avete intenzione di andarvene prima di mettere un po’ di carne su quello scheletro? Offrire il pranzo alla mia famiglia è il minimo che potete fare! »
I suoi occhi, malgrado le mani appoggiate sui fianchi e l’espressione severa, gli dicevano grazie d’avermelo riportato.
E, mentre Feliciano lo prendeva per mano e lo trascinava con sé insieme ad un Arthur sgomento, Ludwig pensò che non aveva mai stimato nessuno quanto stimava Maria Rosa Vargas.



Anzitutto, è nata ascoltando per caso Viva la mamma - da cui il titolo -, perciò non so quanto possa essere sensata.
Si situa al termine della Seconda Guerra Mondiale, con accenni al processo di Norimberga, dove ventiquattro alti funzionari nazisti furono condannati a morte per i reati contro l'umanità commessi durante la guerra: quello che racconto è un episodio un po' strano - a Germania viene permesso di restare in Italia? -, dunque ho messo l'avvertimento what if...?
Maria Rosa si rivolge a Ludwig dandogli del voi perché nel meridione è molto più diffuso del lei ancora adesso.
Maria Rosa è figa. u_u
E poi direi basta. Buona festa della Repubblica.
Chu.
  
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