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Autore: elfin emrys    02/06/2010    4 recensioni
La prima fanfiction che ho scritto!! Merlino era un amico... un amico VERO
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Artù stava nella sua camera. Aveva appena scoperto che Merlino era un mago. La magia era illegale, perchè anche lui doveva saperla usare? Merlino era un amico... un amico VERO, e dai suoi gesti Artù aveva imparato che la vera amicizia aveva un sapore unico. Voleva liberarlo. Merlino era sempre così simpatico e vivace. Artù non sopportava l'idea che il suo amico fosse rinchiuso in una prigione. Non l'avrebbe mai voluto ammettere, ma lui ammirava quel ragazzo. Era così coraggioso e buffo allo stesso tempo: lui non sapeva farlo. Merlino sapeva cosa Artù provava per Gwen e gli aveva dato la possibilità di dirlo alla ragazza. Artù decise che doveva parlare con Uther, suo padre. Forse l'avrebbe ascoltato, forse no, ma ci voleva provare... doveva provare. Il Principe uscì dalla camera. Si stava dirigendo verso quella del padre. Voleva essere chiaro e coinciso, ma con un Re è difficile, soprattutto quando quel Re era Uther. Eccolo davanti alla porta del Re di Camelot. Esitò, ma poi bussò.

Chi è?”

Sono Artù...”

Entra!”

Artù entrò. Aveva sempre voluto molto bene a suo padre, ma in quel momento lo disprezzava.

“”Padre, vorrei parlarti.”

Cosa c'è, figliolo?”

Libera Merlino.”

Uther lo guardò con aria stupita e severa. Come poteva suo figlio dirgli una cosa simile? Era già il secondo! Prima Morgana che parlava in nome di Gwen e se stessa, ora LUI.

Perchè dovrei? Ha trasgredito alle leggi.”

Uther cominciò a camminare intorno al suo erede e, camminando, discuteva col figlio che, in silenzio, ascoltava la voce del padre.

Tu sai che io sono inflessibile sulla magia! Un mago è pericoloso e va distrutto. Sarà pure tuo servo, ma non puoi chiedermi questo. Innanzitutto è povero: non vale niente... un bel niente.”

Quelle parole echeggiarono nella mente di Artù.

Quel ragazzo è un essere spregevole. Un mago è un insulto alla società. Non posso proprio liberarlo e non mi dispiace per niente. Insomma, chi mai potrebbe dispiacersi? Forse sua madre, ma dimmi un altro nome, almeno uno!”

IO.”

Come, scusa?”

IO, MORGANA, GWEN, GAIUS... e potrei allungare la lista!”

Non dire scemenze! Tanto avrai un altro valletto molto migliore di lui! E comunque, cosa ti interessa? Tanto morirà tra tre giorni! E sai perchè? Perchè è un mago e di conseguenza non è degno di vivere...”

Gli occhi di Artù si venarono di profondo odio. Ma suo padre non poteva capire, non avrebbe mai capito. Ma Artù ci doveva provare... per il suo amico, il suo MIGLIORE amico. Uther continuava a parlare. Artù stava per scoppiare. Quelle poche parole che sentiva gli ferivano il cuore e l'anima, ma soprattutto ferivano Merlino. “valore”...”capra”...”stalle”...non vale niente, vale meno di tutti”! No, questo non lo doveva dire!! Artù sguainò la spada contro il padre che gli stava di fianco.

Artù, cosa stai facendo?”

Liberalo... SUBITO!”

Dammi un solo motivo per farlo.”

Perchè è mio amico e io gli voglio bene...”

Evidentemente sei sotto incantesimo!”

Non sono sotto nessun incantesimo. LIBERA IL MIO AMICO.”

Attento, figlio. Io sono Re e tuo Padre e...”

Non importa. Lui è il mio MIGLIORE AMICO e non sopporto che si parli male di lui. Merlino è il valletto migliore che abbia mai avuto... è l'amico migliore che abbia mai avuto... non puoi ucciderlo.”

Togli la spada.”

Prima rimangiati quello che hai detto su di lui e promettimi che lo libererai, dopo io toglierò la spada dal tuo collo.”

Cosa dovrei rimangirmi? La pura verità? E io non libererò mai un mago.”

Lui VALE. Lo so. Lui lo sa.”

Sarà pure come dici tu, ma io non lo libererò.”

Perchè no?”

Perchè è un mago!”

E perchè odi tanto i maghi?”

Uther non aprì bocca. Non poteva dire ad Artù la verità. Non poteva dirgli che lui era nato grazie alla magia. E forse, in fondo in fondo, Uther sapeva che la colpa della morte di sua moglie era solo SUA.

Non posso dirtelo...”

Perchè no?”

Uther aveva paura. Era stato per questo che aveva proibito la magia: aveva paura che avrebbe preso anche suo figlio. Ed era stato anche per rabbia. Rabbia per un errore che LUI aveva commesso, rabbia perchè la persona a cui teneva più di tutti se n'era andata... ed era stata colpa sua, ed ERA colpa sua.

Il perchè lo so io!”

Artù in quel momento capì il motivo solo guardandolo negli occhi. Paura. Solo per PAURA. Solo per quello aveva fatto uccidere tante persone: nonni, genitori, zii, figli, innamorati... Non poteva sopportarlo. Suo Padre non poteva aver fatto una cosa simile solo per quello. Non ci voleva credere, ma ormai aveva capito che era così.

E' stato per paura, vero?”

Cosa, Artù?”

Paura... è solo per questo che lo hai fatto...”

NO!! Erano pericolosi, sono pericolosi e lo saranno per sempre. E' stato per il bene del regno!”

No, è stato per paura e rabbia. Rabbia per che cosa?”

Uther doveva dirglielo, ma ovviamente avrebbe saltato dei pezzi...

Un mago ha ucciso tua madre.”

Artù fissò il padre con gli occhi sbarrati.

Come ha fatto?”

Uther non sapeva cosa rispondere. Artù sembrava ancora così deciso a far liberare il suo amico... amico, poi. Era solo un servo. Un servo mago pergiunta! Doveva MORIRE.

Non lo so...”

Artù aveva capito che era una bugia. Uther lo sapeva, ma non voleva dirglielo. Perchè?

Comunque sia, lo scoprirò da solo. Tu MENTI: tu LO SAI.”

NO, NON LO SO!”

Bugiardo! Codardo e bugiardo. Non vuoi liberare Merlino per un pregiudizio e per timore. Timore di cosa, poi? Merlino è diverso. Lo sai anche tu. Ma tu non vuoi dimostrarti debole, vero? Non vuoi far vedere di essere umano, vero? Non sarebbe debolezza liberarlo, sarebbe spirito di umanità. Merlino mi ha insegnato che per essere umani bisognerebbe avere tre cose: pazienza, coraggio e amore. Non sono più tanto sicuro che tu abbia solo una di queste tre cose. No, proprio non lo so. Ci sono a quanto pare più animali di quanto pensassi.”

Artù aveva ancora quello sguardo venato d'odio. Uther solo ora se ne accorgeva. Era uno sguardo vivo e acceso. Quegli occhi azzurri erano ora blu scuro, come se non volessero lasciare la spada o toglierla dal collo del padre. Quegli occhi l'aveva presi da LEI. Le somigliava così tanto... Eppure lei, a differenza di lui, NON C'ERA... non c'era ed era COLPA SUA. Sua e della sua fretta e noncuranza. Aveva dato la colpa al mago per non sentirsi colpevole, ma ogni tanto quel senso di colpa riaffiorava e gli straziava il cuore.

Non parlare così a tuo padre!”

Io a un animale parlo come mi pare.”

Uther chiuse gli occhi. Non poteva più sostenere quello sguardo. Doveva liberare il servo del figlio? No, non l'avrebbe fatto.

E' inutile, tanto non lo libererò.”

Silenzio. Artù fissò il padre. Era tosto, non voleva mollare! Artù, tuttavia, sapeva che avrebbe ceduto prima o poi.

Oh, sì che lo farai e finchè non lo farai io non sono più tuo figlio.”

Artù tolse la spada. Uscì dalla sala senza neanche rivolgere un saluto al padre. Uther guardò la porta chiudersi. Voleva bene al proprio figlio e in quel momento sentì di averlo perso. Uther uscì e andò verso le prigioni. Si ricordava quando aveva fatto imprigionare Merlino. Si aspettava uno sguardo pieno d'odio, come tutti gli altri, ma lui no. No, non l'aveva guardato così. Aveva sorriso. Era un sorriso triste, ma non forzato. Poi gli aveva sussurrato due parole. Due parole che avevano aperto una ferita. Quelle semplici due parole erano: “Mi dispiace...”. Era come se gli avesse letto nell'anima e nel cuore. Quello sguardo era riuscito a penetrare l'armatura della sua impassibilità. Uther scese le scale. Era ormai giunto alle prigioni. Attraversò il corridoio. Sentì la voce di Merlino, il ragazzo che lo aveva capito veramente, che parlava con un altro prigioniero.

No, per me lui non era cattivo. Era arrabbiato. A volte la rabbia e il dolore fanno fare cose strane e inspiegabili e quando hai una ferita nel cuore, poi è difficile chiuderla...”

No, è un tiranno, te lo dico io!”

No, non penso. Certo, Uther doveva capire che non si può vietare qualcosa che è parte della natura. E' come vietare l'acqua...”

Uther arrivò allimprovviso. Fissò Merlino negli occhi. Erano sorridenti, ma non felici.

Hai tre giorni... puoi avere poche parole ogni giorno. Oggi cosa mi dici?”

Che devi andare alla fine del corridoio e dirmi cosa vedi.”

Uther camminò fino alla fine del corridoio in pietra che aveva sentito urla disperate, ultime parole. Alla fine vide una pianta. Aveva foglie verdi smeraldo e tanti fiorellini di molti colori. Erano bellissimi. Uther si accorse che ce n'era uno un po' secco. Uther si chinò. Era blu e azzurro, ma i lati erano marroncini. Lo accarezzò. Gli faceva tenerezza. Uther scosse la testa. Non doveva mostrarsi debole. Si alzò. Ricamminò verso la cella di Merlino. Arrivato guardò il ragazzo. Era vestito di blu... blu come quel fiore.

Allora?”

Cosa hai visto?”

Dei fiori.”

Com'erano?”

Beh, erano variopinti... bellissimi!”

Allora perchè li vuoi uccidere?”

Uther si irrigidì. Aveva capito la metafora. I fiorellini erano i maghi. E lui li stava seccando... uno a uno... stava vietando loro l'acqua, come aveva detto Merlino...

Non dire stupidaggini...”

Uther non sentì l'ultima frase di Merlino e ritornò nella sua camera a riflettere.

Il giorno dopo Uther si era svegliato di soprassalto. Aveva avuto un incubo. Era orribile. Uscì dalla sua stanza.

Buongiorno Artù!”

Il figlio gli passò davanti senza salutare il padre che era “un Re severo, ma giusto”. Uther abbassò la testa. Camminò lentamente verso la Sala del Trono.

Uther...”

Il Re si girò. Era Gaius.

Oh... buongiorno...”

Cosa avete?”

Niente...”

Gaius guardò il Re con sospetto. Forse aveva capito, forse no, ma Uther non voleva parlare con nessuno. Ricominciò a camminare. Ormai non sapeva nemmeno dove andava. Non voleva saperlo. In fondo, che importava?? Così il Re passò la giornata. Il Tiranno che il popolo tanto temeva stava cedendo. L'uomo che non aveva mai dato ragione a nessuno ora doveva ammettere di aver sbagliato. Arrivata la sera, riscese nelle prigioni. Voleva andar a trovare QUEL prigioniero, lo stesso che gli stava dando questi problemi di autostima.

Buonasera!”

Merlino lo salutò sorridendo.

Buonasera! Allora? Cosa mi dici oggi?”

Che non tutti sono uguali. Come i fiori in fondo al corridoio che hanno tanti colori e tante sfumature, il carattere e i pensieri delle persone sono diverse. Se io o lui o chicchesia è un mago, non vuol dire che sia per forza cattivo!”

Uther lo guardò. Aveva un viso così deciso e fiero! Andò fino al muro in fondo al corridoio. C'erano ancora quei fiori! Il fiorellino blu era più appassito del giorno prima. Uther si richinò sul fiorellino. Gli occhi si velarono di tristezza. Era così bello, eppure... Uther scosse la testa incoronata. Non doveva pensarci! Ricamminò verso la porta che portava di sopra. Così Re Uther Pendragon cadde stanco sul letto a baldacchino, ma non aveva sonno. Qualcosa gli stva lacerando il petto. Rimase sveglio fino al giorno dopo. Si alzò. Guardò dalla finestra. Il boia stava preparando tutto per la mattina dopo. Uther oltrepassò la porta della camera e decise di vedere cosa facevano Artù, Morgana e Ginevra.

Artù stava nella sua camera. Guardava fuori, fissando il luogo dell'esecuzione dell'indomani.

Artù??”

Lui non rispose. Si girò leggermente e chiuse gli occhi e Uther giurò che stesse piangendo.

Andò da Morgana. Insieme a lei c'era Ginevra. Stavano zitte. Non parlavano ne sembravano intenzionate a farlo, ma erano tristi, e il Re di Camelot lo sapeva. Uther ricominciò a vagare per i corridoi dell'enorme castello dalle mura bianche che era la sua casa.

Sera. Ora della solita visita ai condannati. Al condannato. A LUI. Uther scese ancora le scale. Ritornò dove il giorno prima era andato a parlare con il prigioniero.

Oggi?”

La voce del Re era strozzata e cupa.

Oggi non ti posso dire niente. Non so cosa dirti. Hai deciso tu e nessuno ti ha costretto. Non sei riuscito ad apprezzare la realtà come ti è venuta. Hai deciso tu di UCCIDERMI.”

Il tono del carcerato era calmo, come se dovesse vivere per sempre.

Bene.”

Uther abbassò la testa e uscì dalle prigioni sicuro che il giorno dopo quel ragazzo non ci sarebbe più stato.

 

Era arrivato. Dopo tre giorni di supplizio Merlino sarebbe MORTO. Eppure ciò non dava soddisfazione al sovrano. Donava solo tristezza e angoscia.

Allora... oggi... insomma...”

Ho capito, Uther.”

Merlino lo scrutava. Doveva morire e sorrideva con lo stesso sorriso di tre giorni prima, con lo stesso sorriso... lo stesso sorriso di un bambino di tredici anni prima a cui stava per uccidere il padre, lo stesso sorriso di quel volto pallido incorniciato da capelli neri e incastonato da due occhi blu. Merlino. Era LUI. Era quel bambino. Uther chiuse gli occhi. Non voleva pensarci. Non voleva pensare a quello sguardo straziato dal dolore e quel sorriso triste. Lui aveva rovinato la vita a Merlino, ma il ragazzo non voleva dirlo, voleva “scagionarlo” creando un re giusto e coraggioso.

Allora... addio.”

Addio.”

Uther fece per andarsene, ma si fermò. Lo sguardo abbassato verso terra per non far vedere che stava piangendo. Uther prese le chiavi e le girò nella serratura. Aprì la cella. Prese Merlino per la mano. Lo accompagnò fuori.

Sei libero.”

Merlino inclinò la testa. Con aria interrogativa.

Perchè?”

Perchè ho sbagliato...”

Merlino sorrise al re. Stavolta era un sorriso allegro.

Bene.”

Uther alzò lo sguardo e lo vide: felice, allegro e LIBERO.

Vai, muoviti.”

 

Perchè state togliendo tutto?”

Il boia guardò il cittadino.

Perchè il Re ha cambiato idea e ha liberato il ragazzo.”

Ha trovato all'ultimo momento una prova che provava che non era un mago?”

No. Quel ragazzo è un mago, ma l'ha liberato lo stesso.”

Poi il boia guardò l'uomo davanti a sé e sorrise.

LI HA LIBERATI TUTTI.”

 

Uther guardava i fiorellini. Aveva un piccolo vaso con sé. Il Re si chinò. Raccolse con tutte le radici il fiorellino blu, ormai bello rinvigorito. Lo mise nel vaso. Sorrise.

 

 

Mi dispiace.”

Il Re andò in giardino. Piantò il fiorellino e, finalmente calmo e felice, si girò e andò nel castello.

 

 

 

NOTE:

Questa fanfiction l'ho scritta all'inizio della prima stagione e... è un po' bruttina =_="

Vabbò... recensite (anche negativamente)

Grazie

Kiss

   
 
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