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Autore: The Corpse Bride    03/06/2010    10 recensioni
Ichigo Kurosaki inizia ad essere un problema per la Karakura High. Risse, cattiva condotta, nessuna intenzione di scendere a compromessi.
Ma, per evitare l'espulsione, gli viene fatta una proposta: una serie di incontri in gruppo organizzati da un consultorio per il sostegno agli adolescenti problematici, a cura di una professionista.
Ichigo se la sentirà di sviscerare la propria vita davanti a dei perfetti sconosciuti? Ma, soprattutto, chi sono questi sconosciuti, adolescenti problematici come lui, e che cosa li tormenta?
Perché in questo universo, Hollow e Arrancar non esistono, o, almeno, non sono quelli che ricordiamo. In questo universo, Ichigo e gli altri affrontano qualcosa di molto più pericoloso: i legami.
(Pairing principale: Ichiruki. Altri pairing verranno rivelati con lo svolgersi della storia.)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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-Chado, alle spalle!
Ichigo strinse i denti e si bloccò di scatto. Preparò i pugni, pronto a combattere.
-Non preoccuparti, Ichigo Kurosaki; non abbiamo bisogno di colpirti alle spalle.
Ci fu silenzio per un attimo; Ichigo e Chado si lanciarono un’occhiata d’intesa.
-Come vedi, siamo una decina. Pensi che uno studente del primo anno riesca per caso – OUCH!
Ichigo ghignò, mentre, al pugno che aveva steso a terra il suo avversario, aggiungeva un calcio alla gola che gli assicurò che i nemici d’ora in avanti sarebbero stati nove.
-Che accidenti hai fatto, moccioso?! Credi che te la lasceremo passare solo perché sei un moccio – OUCH!
Chado si ripulì le nocche delle dita, quasi fosse disgustato di aver toccato quel tizio. Non si poteva esserne certi, poiché il suo sguardo era sempre celato sotto la frangia, ma Ichigo riteneva di conoscerlo.
-Questo è troppo! – un terzo si parò loro davanti – Pensate forse, solo perché avete preso di sorpresa due dei nostri compagni – OUCH!
Il tizio si chinò a terra, stringendosi lo stomaco che Ichigo aveva appena colpito. Si complimentò con se stesso per la propria velocità.
-Adesso puoi star certo che ti facciamo il culo! Non ci siamo dimenticati del nostro ultimo incontro, Ichigo Kurosaki! – un quarto gli si avventò contro – e adesso siamo ancora più incazzati di prima! Questa volta – OUCH!
A questo era bastato un calcio tra gli occhi. Ma era colpa sua: gli si era gettato contro lasciando buchi in tutta la guardia.
-Questo stronzo…! E va bene, allora ti verremo incontro tutti assieme!
Ichigo si spartì con Chado i sei rimanenti; tre ciascuno.
-Ti spacco tutti i denti, così ti levo dalla faccia quello stupido sorri – OUCH!
-Piccolo bastardo, non pensare di passarla li – OUCH!
-Sei un moccioso insolente! Adesso ti insegno io cosa vuol – OUCH!
Quand’ebbe finito con loro, diede un’occhiata a Chado, che era ancora nel bel mezzo, ma a buon punto. Per lui era stato un po’ più complicato, perché aveva preferito immobilizzarli tutti e tre contro la parete prima di sbatterceli contro, ma Ichigo dovette ammettere che farli gridare in coro, ammassati contro il muro, era stato molto artistico da parte di Chado. Coreografico, quasi.
-Ti spaccherò il cu – OUCH!
-Solo perché sei grande e grosso, non – OUCH!
-Non penserai di cavartela così bene anche con me. No, fermo. Ehi! OUCH!
Batté una mano sulla spalla di Chado. Poi si rivolse a quello che sembrava il loro capo, che lo stava fissando, ansimante e fumante di rabbia. Alzò le mani.
-Non guardare me, è tutta colpa vostra. Sai qual è la differenza fra noi due e voi dieci idioti?
L’altro digrignò i denti, incapace di prender fiato per parlare.
-Nel tempo che voi usate per parlare e tirarvela da pezzi grossi, io e il mio amico Chad passiamo all’azione. Tutto qui.
Lo salutò con un cenno della mano e si incamminò con Chad verso la scuola.



-Ehi, Chado, cosa c’è alla prima ora?
-Hm. Matematica, credo.
-Matematica? Che palle. La salterei volentieri, ma se saltiamo le lezioni inizieranno a farci storie sul serio.
-Mh.
-Dai, muoviamoci. Sta per suonare l’ultima campanella, e non ho voglia di sentire le sfuriate di quel vecchio rompicoglioni.
-Nemmeno io.
Accelerarono il passo; presero a correre giunti in prossimità del cancello. Erano arrivati giusti in tempo; il custode stava per chiudere.
-Ehi, voi due – disse quello – come avete fatto a conciarvi così di primo mattino?
-Uh?
Ichigo, stupito, guardò Chad, che stava guardando lui altrettanto spaesato.
-La vostra divisa è impresentabile – la indicò con un cenno della testa; poi si avvicinò ai due ragazzi, sistemandosi meglio gli occhiali – e queste macchie rosse, cosa sono?
-Ah! Queste? Beh, mi sono rovesciato la marmellata di azuki sulla giacca mentre facevo colazione.
-Marmellata di azuki…? Quella non può essere della marmellata di azuki. Sembra più… una consistenza liquida, non saprei dire…
-Senti, vecchio, se ti dico che è marmellata di azuki vuol dire che è marmellata, ok?
-Oh, certo, certo. Stavo solo dicendo che…
-Credo che dovremmo entrare, se non vogliamo fare tardi – disse Chado.
Davanti alla sua aria quasi funerea, il custode rimase zitto per un attimo. Poi si riprese.
-Esatto, proprio così. Entrate, e sbrigatevi, o vi prenderete una ramanzina.
Ichigo sbuffò e si avviò a passo di marcia; Chado lo seguì silenzioso, mani in tasca e occhi coperti.
Arrivarono in classe due minuti prima del professore. In quei due minuti, ricevettero l’accoglienza dei loro amici.
-Fragoliiiino! Ma… ma cosa ti sei fatto, fragolino?! F-fammi vedere! Non ti avranno mica fatto qualcosa di male, eh?
Lo liquidò dribblandolo.
-Ehilà, Kurosaki.
-Buongiorno, Mizuiro. Per la cronaca – volse un ghigno verso Keigo – nessuno è in grado di farmi del male.
Mizuiro sorrise.
-Oh…! Buongiorno, Kurosakikun!
Orihime Inoue sventolava la mano, allegra e felice come sempre, dal suo banco accanto alla finestra.
-Oss – disse Tatsuki dal banco dietro di lei.
-Oss. Buongiorno, Inoue.
-M-ma come avete fatto a ridurvi così, eh, Chado? Dimmelo tu, dato che Ichigo per non farmi preoccupare non mi dice mai nulla! Certo, sono preoccupato, ma ormai ci sono più o meno abituato, quindi posso sopportarlo! Quindi, Chado? Eh? Dì qualcosa!
-... qual era la domanda?
-Che cosa vi è successo?!
-Abbiamo…
Tutti rimasero in attesa. Lui sospirò.
-… incontrato dei tizi.
-Aah, voi e la vostra mania di fare i misteriosi! Non dovete cacciarvi in questi guai! Io… io non dormo la notte pensando che un giorno potrei non rivedervi a scuola!
-Ehi – Ichigo gli lanciò un’occhiataccia – la jella portala a qualcun altro.
-Io non sarei tanto preoccupato.
-Ma, Mizuiro…!
-Sono tutti interi, giusto? E Ichigo ha detto che è stato lui ad averla vinta. Quindi è ok, no?
-Che hai combinato, Ichigo? – Tatsuki alzò un sopracciglio – Se continui così, dovrai comprarti una divisa nuova ogni giorno.
-Bah, c’erano questi tizi che ce l’avevano con me dalla settimana scorsa. Sono venuti per vendicarsi, ma non ci sono riusciti.
-Ah sì? E… che cos’è successo la settimana scorsa? – chiese Inoue, con un gran sorriso.
-Ehm… - lanciò uno sguardo a Chado – sono cose che una ragazza non dovrebbe sapere.
-Parli di Orihime? Ha. Tu non conosci il potenziale nascosto di questa ragazza.
-Eh? Che vuoi dire, Tatsuki?
-Lascia stare – sogghignò lei – piuttosto, non fare il misterioso per darti arie da figo; sicuramente si tratterà dell’ennesima rissa tra idioti.
-Idioti erano idioti, sicuro. Comunque, ce l’avevano con me perché, la settimana ancora prima, avevo fatto nero un membro del loro gruppo.
-E questo perché…?
-Perché senza nemmeno conoscermi mi aveva tirato per i capelli e trascinato a terra, e poi mi ha detto che se uno va in giro con dei capelli del genere, significa che sta cercando la rissa.  – Alzò le spalle. – Che altro dovevo fare?
-Certo, ok, sono dei veri bastardi, però, fragolino, se continui così non finirai mai di litigare.
-Innanzitutto, piantala con quel nome o ti riduco come quei tizi là fuori.
-Ok, ok! Perdonami!
-Comunque, che ci devo fare? Mi cercano. E se qualcuno mi cerca, io lo accolgo. Non mi tiro certo indietro.
-Se qualcuno ti cerca, tu lo accogli, Kurosakikun? – Inoue aveva una strana espressione. – Davvero è così…?
-Certo che sì. Lo prendo e lo pesto finché non rimpiange di essere nato.
-Oh..! Intendevi, in questo senso.
-Chiaro. Per cos’altro dovrebbe cercarmi la gente?
-Eh, già! Cos’altro? Eh eh!
Il professore entrò in classe; tutti si alzarono in piedi, e lui li squadrò tutti da capo a piedi. Il suo sguardo si fermò su Ichigo.
-Kurosaki.
-Sì?
-Si può sapere che accidenti è successo alla tua divisa?
-Oh; sa, stavo facendo colazione quando improvvisamente della marmellata di azuki si è…
-Anche tu, Sado. Anche stamattina? Dite un po’; quanto dista casa vostra dalla scuola?
-Uhm; direi un quarto d’ora – disse Ichigo.
-Più o meno lo stesso.
-Possibile che in quindici minuti siate in grado di trovare con chi fare a botte, e di prendervi a botte fino a distruggere la divisa…?
-Via, non è distrutta. È giusto un po’ sporca.
-Che fai, prendi in giro i professori?!
-No. È solo che credo che questo infici le mie prestazioni scolastiche. In altri termini: a lei che importa?
Sentì il sospiro esasperato di Tatsuki e il suono della sua testa che sbatteva contro il banco.
-Come ti permetti di rispondere indietro a un insegnante?! Dovrei rimandarvi a casa, con la divisa conciata in quel modo. Non capisco perché nessuno abbia ancora pensato di espellervi. Solo perché avete dei buoni voti, non significa che siate un buon investimento per quest’istituto!
Ichigo alzò gli occhi al cielo mentre il professore si girava verso la lavagna. Le solite.
Mentre spostava lo sguardo dal professore alla finestra, notò che Keigo stava facendo dei gestacci in direzione dela cattedra. Quando si accorse che Ichigo lo stava guardando, gli fece l’occhiolino e alzò il pollice.
Ichigo sogghignò davanti a quella dimostrazione di solidarietà.
-Asano! – il professore batté le mani sulla cattedra. – Che accidenti stai facendo, razza di…?! Fuori con il secchio in testa!
Adesso tutta la classe sogghignava.

-Almeno potresti ringraziarmi, Ichigo…! Eh?! Mi sono fatto immolare per la tua causa!
-Fatti tuoi, no? Mica te l’ho chiesto io. Poi, ti sembra il modo di immolarsi, alzare il medio a un professore? Io lo chiamo essere scemi.
Gli batté una pacca sulla spalla, che quasi lo buttò a terra.
-Ichigo, non è che magari vi aspettano fuori da scuola per la rivincita? – disse Mizuiro.
-Se hanno ancora voglia di prenderle, io sono qui. E anche Chad è qui. Vero?
-Oggi ho un impegno.
-Eh? Impegno? E che roba sarebbe?
-Un corso di pugilato.
-Toh; alla fine ti sei iscritto? Magari parteciperai a qualche gara importante. Se avessi scelto il karate, potresti combattere con Tatsuki.
-Tatsuki cosa? – l’interessata gli mise una mano sulla spalla, bloccandolo – Non parlare di me quando non sono presente.
-Che palle, dicevo solo che se Chado facesse karate potreste diventare avversari.
-Non mi sento il tipo da karate.
-Dici? In effetti, credo non avresti la pazienza per fare karate. Io ci stavo dietro a malapena
-A proposito, Ichigo, perché cavolo hai mollato il corso, si può sapere? Alle medie eri diventato quasi bravo.
-Stai scherzando? Io ero bravo, sei tu che non sei normale!
-Ha; se lo fossi non potrei partecipare agli inter-hi, non ti pare?
-Piuttosto, Ichigo – intervenne Mizuiro – perché non ti iscrivi a un qualche club? O a un corso dopo la scuola. Non dici sempre che non hai granché da fare?
-Perché mi piace fare le cose a modo mio, e farle per conto mio. Non riuscirei a stare in una squadra. Prenderei a calci tutti quelli che mi dicono “fai le cose a questo modo, come lo fai tu è contro il regolamento!”
-Kurosakikun riesce a fare squadra solo con Sadokun, non è vero?
Il sorriso di Inoue spuntò da dietro la cartella di Tatsuki.
-Ohi, Inoue, da dove vieni fuori? Comunque, è proprio così. Chado è la mia squadra, e abbiamo già abbastanza da fare così.
-Sono in fondo alla strada – disse Chado.
-Già, li avevo visti.
-Ragazzi, serve una mano? Avrei proprio bisogno di sgranchirmi un po’ – Tatsuki si scrocchiò le dita, con un ghigno in volto.
-Ehi, guarda che è da un pezzo che so cavarmela senza il tuo aiuto. Sai cosa? Stai vicino ad Inoue e stai attenta che non si faccia male.
-La riporto dentro…?
-Nah, non ce n’è bisogno. Continuate tranquillamente a camminare; ci pensiamo io e Chado.
Ichigo sapeva di avere addosso gli occhi di un intero cortile mentre, assieme a Chado, apriva per i suoi amici un passaggio a suon di calci e pugni, scaraventando a metri di distanza i tizi che gli si scagliavano contro urlanti. Sapeva che tutti lo stavano guardando, pietrificati, e che, quando si sarebbero ripresi, avrebbero subito iniziato a chiacchierare.
Ma era per i suoi amici – Keigo, Mizuiro, Tatsuki, Inoue – che aveva aperto quel varco, e per nessun altro. Quei suoi amici che continuarono, come niente fosse, a parlare degli inter-hi di Tatsuki, a ridere della faccia terrorizzata di Keigo, a camminare al suo fianco senza alcuna esitazione.
Il resto, era come se non ci fosse nemmeno.

Ma non poté fingere che “il resto non ci fosse nemmeno” a lungo, perché, non appena ebbe finito di sistemarli, il professor Kagine li rincorse fuori dal cancello, furibondo e ansimante.
-Si può sapere… si può sapere che avete combinato?! Sado, Kurosaki! Ancora voi!
-Che palle – borbottò Ichigo, incrociando le braccia dietro la testa.
-Che hai detto?!
-Non ha detto nulla, professore! Avrà sentito male! – Inoue si sbracciò, sfoderando il suo migliore sorriso; ma Ichigo dubitava che sarebbe bastato.
-Beh; non importa che hai detto, non davanti a questo spettacolo! – indicò una decina di tizi miagolanti, sparsi nei dintorni faccia a terra. – Non è ammissibile. L’istituto punisce severamente il…
-Ma non siamo nell’istituto – disse Chado.
Tutti si voltarono verso di lui. Il professore, stupito, tacque per un attimo.
-Che… che vorresti dire?
Chado indicò il cancello, pochi metri dietro di loro.
-In questo momento, non siamo “a scuola”.
-Quindi, vuoi dire, ciò che avete fatto non riguarda il corpo docenti, giusto? – esclamò Keigo – Ma certo! Il regolamento dell’istituto può punire solo ciò che accade all’interno dell’istituto.
-Non fa una piega – osservò Tatsuki, mani ai fianchi.
-Questo è quello che credete voi teppisti. Credete che l’essere fuori dalle mura scolastiche vi tenga al riparo dai provvedimenti disciplinari?! La fama che vi fate in giro finisce comunque col danneggiare la nostra reputazione, e tanto basta per buttarvi fuori!
-Teppisti? Io e Orihime non c’entriamo nulla – Tatsuki circondò le spalle di Inoue con un braccio – le sembra che possiamo essere state noi a fare tutto questo?
-Beh, forse voi non c’entrate, Arisawa. Ma…
-E guardi me! Me, professor Kagine! L-le sembro in grado di fare una cosa simile?! Ero terrorizzato, non riuscivo a scappare!
-Tu sì che hai principi incrollabili, eh? – Ichigo alzò un sopracciglio.
-Kojima? Sei responsabile di quanto è successo?
-Io sono appena arrivato. Non saprei.
-Ad ogni modo, voi due, Chado e Kurosaki, avete finito di fare come volete! Ne parlerò in corpo docenti. Avrete una punizione esemplare! Altroché! E sappiate che… OUCH!
Un sasso cadde a terra, dopo essere rimbalzato sulla testa del professore. Quest’ultimo si massaggiò la testa, strabuzzando gli occhi.
-Chi… chi… chi diavolo…?! KUROSAKI!
-Calma: non posso essere stato io.
-Sado!
Quello non si sentì nemmeno in dovere di rispondere.
-Professore – disse Mizuiro – erano davanti ai suoi occhi, se fossero stati loro li avrebbe visti. Probabilmente qualcun altro la ha in antipatia.
-Tu – Kagine digrignò i denti – tu hai visto chi è stato, vero?
-No, professore. Ero qui proprio come lei.
-Vedrete, se non riuscirò a farvi espellere! Poco ma sicuro! – agitò un dito verso Ichigo e Chado – Capito? State attenti a come vi comportate!
Si allontanò, con le mani strette sulla testa, lungo il vialetto che portava all’entrata. Lo fissarono finché non si fu allontanato. Poi Mizuiro prese la parola.
-Davvero, ragazzi: chi è stato?
-Io di sicuro no – piagnucolò Keigo.
-Io e Chado ci stavamo prendendo la ramanzina. Quindi no.
-Non guardate me; io sono una karateka, non faccio questo genere di cose.
-Beh, io non sono una karateka, quindi ogni tanto me lo posso permettere!
Inoue fece un gran sorriso, grattandosi la nuca.
Questione conclusa.

-Ehi, avete visto? Inoue ha protetto quel teppista di Kurosaki.
-Proprio lei? Non è che ha una cotta per lui?
-Non è che stanno assieme?
-Con quelle tette che si ritrova lei, l’avranno sicuramente già fatto.
-Anche se non stanno assieme!
-Kurosaki è figo, l’avrà convinta a fargliele vedere, in qualche modo.

Questione comunque conclusa.

*

O almeno, così credeva.
No, la questione non era affatto conclusa: lo scoprì il giorno dopo quando la professoressa Ochi, poco prima che suonasse la campanella, gli chiese di seguirla dal preside, poiché questi aveva necessità di parlargli.
Ichigo sbuffò da dietro le spalle della Ochi; se quella storia era venuta a orecchio del preside, era logico che non se la sarebbe cavata senza conseguenze. Ma ormai c’era abituato; gli bastava che non lo sospendessero sul serio.
-Eccolo qua, signor preside! Tutto suo!
Lo spedì con un colpo sulla schiena dritto davanti alla sedia, che stava di fronte alla scrivania. Il preside aspettò che si sedesse.
-Buongiorno, Kurosaki.
-Ah… buongiorno.
-Come stai?
-Uh? Beh... direi bene. Ehm… e lei?
Il preside rise.
-Non servono queste formalità. Volevo soltanto chiederti come stai.
-Bene – alzò le spalle.
-Mi fa piacere che tu mi dica così. Il punto, Kurosaki, che è il motivo per cui ti abbiamo chiamato…
Che non importa che io stia bene, se il mio ‘star bene’ provoca dei danni alle altre persone. Giusto?
-… è che non ci sembra che tu stia poi così bene come dici. Sbaglio?
-Eh?! – Ichigo sbarrò gli occhi – Che co…?
Questo era un imprevisto.
Alla ramanzina era più che pronto, ma a questo, dannazione, no che non era pronto.
E non lo sarebbe mai stato.
-Abbiamo dovuto parlare con tuo padre, ieri pomeriggio.
-Il vecchio? Ma è stato tutto il giorno in ambulatorio.
-L’abbiamo chiamato lì, infatti. Se avessimo chiamato a casa tua, di sicuro tu non ce l’avresti passato, giusto?
Giusto.
-Ma no, ve l’avrei passato.
-Ad ogni modo, gli abbiamo comunicato quello che è successo, e…
-Siete sicuri che abbia capito bene? Non mi ha né preso a calci, né mandato a letto senza cena, né…
-Kurosaki: ha capito benissimo. E, alla fine, abbiamo capito anche noi. Ti manca tua madre, vero…?
Ichigo sentì un pugno trapassargli lo stomaco.
-È così, vero…? È per questo che tu, assieme a Sado…
Tentò di recuperare un filo di voce; ma il pugno nello stomaco gliel’aveva strappata via tutta.
-Non… c’entra niente – faticava a parlare – non… la nomini adesso.
-D’accordo, ti chiedo scusa. Non la nominerò più. Ma quello che noi e tuo padre crediamo, Kurosaki, è che tu non abbia bisogno di una punizione. Tu hai bisogno di un aiuto.
-Aiuto…?
-Vedi; qui a Karakura hanno appena aperto un consultorio, pensato per la cura delle persone in difficoltà. Donne maltrattate, bambini in affido, e anche… adolescenti problematici. Capisci cosa voglio dire? Questo consultorio ha inaugurato un progetto nuovo; una serie di incontri tra adolescenti per parlare, con la mediazione di una professionista, dei problemi che li affliggono, e che normalmente si tengono dentro. Adolescenti come te, Kurosaki. – Fece una pausa, scrutando la sua reazione. – Quindi…
-No.
-Ma non hai neanche…
-Scherziamo? Neanche per sogno. Non intendo parlare con degli sconosciuti dei fatti miei, men che meno con un’ ‘esperta’. Esperta di cosa? Di adolescenti? Di problemi? Non se ne parla.
-Parlane con tuo padre, almeno. E pensaci un po’ per conto tuo. Ma, soprattutto, vedila come un’alternativa alla sospensione.
Ichigo puntò gli occhi in quelli del preside, cercando di capire se fosse serio, stavolta. La sua calma imperturbabile suggeriva di sì.
-Sempre più insegnanti pensano che tu sia un soggetto di disturbo, che tu vada espulso. Io e alcuni altri preferiamo pensare che, se fossi aiutato, allora saresti soltanto… uno dei nostri studenti migliori.
Ichigo tacque, incapace di replicare.
-Con dei capelli un po’ strani. Ma sono cose a cui si può passar sopra, non credi, Kurosaki?
Ichigo si alzò, girò i tacchi e se ne andò senza salutare.

La realtà era che avrebbe soltanto voluto dirgli “grazie”. Una cosa semplice, di cui erano capaci tutti; ma non lui.
Ecco, pensò, il livello in cui non sono in grado di esprimere ciò che provo.
Che idea idiota, quello di farlo parlare con un gruppo di idioti uguali a lui.

*

-Tu sapevi tutto, non è vero, dannato?
Erano a cena. Yuzu e Karin masticavano tranquille, guardando la televisione. Alzarono lo sguardo per seguire la conversazione.
-Mi chiedo come hai fatto a pensare che non venissero a comunicarmelo. Figlio idiota!
-Che?! E che ne so, io, se tu non me lo dici? Hanno chiamato te, mica me!
-Fa’ silenzio a tavola! – un pugno in testa fu schivato per un pelo – Yuzu si è data tanto da fare per questo okonomiyaki, quindi, se proprio devi riempirti la bocca, fa’ che sia di okonomiyakii e non di parole inutili.
-D… d’accordo – Ichigo lo fissò, stupefatto. – OUCH! Vecchio?! – Il secondo pugno l’aveva raggiunto. – Questo era gratuito, bastardo!

Più tardi, mentre Yuzu lavava i piatti e Karin guardava la televisione accanto a lei, Ichigo si avviò verso camera sua.
A un certo punto, gli arrivò un chop dritto in mezzo al cranio, spedendolo faccia a terra sui gradini.
-Vecchio imbecille! Stai cercando di uccidermi?!
-Ecco cosa si merita un piccolo teppista!
-Levami quel piede puzzolente dalla faccia…! Da chi credi che abbia imparato a picchiare la gente, eh?!
-Questo è tuuuuutto un altro discorso – suo padre gli tolse il piede dalla faccia e lo tirò su per un braccio. – Dimmi; credi che tuo padre sia orgoglioso di te, a sapere che suo figlio se ne va in giro a picchiare la gente…?
Ichigo non rispose; riuscì soltanto a guardarlo, confuso su questa nuova versione del vecchio Barbetta. Quest'ultimo interpretò il suo silenzio come noncuranza.
-Beh, se non per me, allora cosa pensi che ne penserebbe…
Ichigo smise di ascoltarlo; si voltò, fece le scale e, in un balzo, fu in camera sua.
Chiuso a chiave.
-Vedi? È proprio per questo che dovresti andarci. Parlare non è mai stato il tuo forte, eh, Ichigo…?
La porta rimase chiusa a chiave, ma quel pensiero entrò in camera con lui e non se ne andò finché, alle luci dell’alba, Ichigo non prese una decisione.



















(Nda: Innanzitutto, naturalmente, grazie di aver letto questa premessa e di essere arrivati fin qui ^^.
Questa è la prima volta, in tutta la mia carriera di ficwriter, in cui mi cimento in un'AU :D e, per la cronaca, lo trovo difficilissimo *_*''. Come ho già anticipato nelle note, troverete più o meno tutti i personaggi apparsi nel corso del manga, ovviamente chi più e chi meno; vedrò, nel corso del tempo, chi approfondire di più. Ad ogni modo posso assicurare che ognuno avrà la sua comparsa.
Purtroppo, molti personaggi di Bleach sono caratterizzati quasi esclusivamente da avvenimenti accaduti nella Soul Society o a Las Noches: impossibile per me rendere fedelmente il personaggio - quindi non scadere nell'OOC - senza ricreare un contesto quantomeno simile all'originale. Altri casi, invece, lasciano un po' più di libertà, ma tenete sempre conto che in questo mio AU la SS non esiste, e, considerato che ci sono personaggi che cambiano molto quando si trovano lì, o che comunque sono cambiati molto dopo averci vissuto, il personaggio potrebbe avere un comportamento un po' diverso. Ad esempio, Rukia nella Soul Society ha un atteggiamento di profonda deferenza ed è molto chiusa in se stessa, perché è un luogo dove non si sente a proprio agio; qui potrebbe perdere quest'aspetto della sua personalità, ma ciò è dovuto appunto al fatto che il contesto è diverso. Per il resto cercherò di fare il possibile per rimanere attaccata alla caratterizzazione originaria.
Non ho ancora inserito tutti gli avvertimenti per evitare gli spoiler; li inserirò, e al massimo alzerò il rating, quando sarà il momento di farlo.
Altra cosa: dubito che esistano simili gruppi di aiuto, men che meno in Giappone, specie considerando che si tratta di adolescenti; ma lasciatemelo passare ''XD.
Ultima nota: la canzone, Troublemaker, è copyright dei Weezer e mi ha sempre fatto pensare a Ichigo :D mentre il titolo della storia viene da una canzone piuttosto famosa dei Soul Asylum
Un grazie a Fla che mi ha fatto da pre-reader :* ma per ringraziamenti, dediche eccetera aspetto la fine :D.
Al prossimo capitolo ^^)
  
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