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Autore: Hi Ban    03/06/2010    4 recensioni
Il cuore batteva forte, i battiti si confondevano con il suono dei suoi passi, veloci e cadenzati anche durante una fuga tra quei corridoi, non progettata.
Scappava.
Il panico aveva preso possesso del suo raziocinio, non aveva più il controllo delle sue azioni. Si muoveva senza controllo tra quelle pareti, alla ricerca di un passaggio, di un rifugio. Lasciava un corridoio senza fine per entrare in un altro, che le offriva la medesima scelta.
Vita o morte?
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Life or death

Conosceva quella villa a memoria, ogni singolo corridoio, sapeva dove portavano tutte le porte. Era diventata, nella sua immensità, un esiguo spazio in cui Hinata si muoveva senza alcun problema. La luce che penetrava dalle grandi vetrate le aveva sempre provocato un senso di pace, la calma che la pervadeva non era paragonabile neanche a quella che trovava nella solitudine.
Vi viveva con la sua famiglia, ma era come se vi risiedesse da sola; regina di nessuno, principessa di un onore perso, quando aveva scelto di vivere come voleva lei. Era la sua casa, il suo rifugio, dove nascondersi dalla realtà.
Ora era diventata solo la sua prigione.
Il cuore batteva forte, i battiti si confondevano con il suono dei suoi passi, veloci e cadenzati anche durante una fuga tra quei corridoi, non progettata.
Scappava.
Il panico aveva preso possesso del suo raziocinio, non aveva più il controllo delle sue azioni. Si muoveva senza controllo tra quelle pareti, alla ricerca di un passaggio, di un rifugio. Lasciava un corridoio senza fine per entrare in un altro, che le offriva la medesima scelta.
Vita o morte?
Il respiro si era fatto affannoso, la vista calata, offuscata dalle lacrime che non riusciva più a trattenere. Il desiderio di gridare le stringeva il petto, urlare al mondo quanto male faceva, ma nessuno l’avrebbe sentita.
Continuò a vagare sapendo che non avrebbe trovato ciò che cercava, i rumori che le avevano dato l’allarme per la fuga si facevano più vicini, la paura cresceva, tanto da mozzarle il respiro. Gemiti strozzati da vie d’uscita negate.
Era in trappola, quegli specchi di vetro che le avevano donato speranza e pace erano solo una costrizione che la imprigionavano, che avevano incatenato la sua anima. Vi vedeva riflesso solo il suo destino, che si faceva più nitido ogni volta che vi abbandonava uno sguardo.
Vita o morte?.
Entrò in una stanza, senza rendersi conto realmente di quale fosse – non che importasse. Si bloccò di colpo al centro di essa, la lunga gonna che aveva tenuto lontano dai suoi piedi, per non inciampare, cadde flebilmente ai suoi piedi.
Le lacrime presero a scorrere più impetuose, come il fiume dei suoi agitati pensieri, fino ad infrangersi crudelmente sul pavimento.
A infrangere il silenzio solo il suo affannato respiro e il battito del suo cuore, che non avrebbe retto ancora per molto.
I passi della sua condanna si facevano sempre più vicini, la voglia di riprendere quella fuga inutile di appellarsi alla speranza completamente ignorata. Non voleva più scappare solo perché era stanca.
Hinata, semplicemente, chiuse gli occhi e attese. Si abbandonò al tempo, che sembrava essersi fermato.
Attese che la realtà si abbattesse su di lei.
Attese che la sua fine spalancasse la porta che si era chiusa alle spalle.
Attese che il cuore smettesse di battere furiosamente colpi nel suo petto, quasi a volerla farla redimere della sua scelta.
Attese sola, con gli occhi chiusi, in quell’attimo senza tempo, che la sua vita cominciasse per davvero, senza la paura di sbagliare e la costrizione di vivere nell’angoscia.
Attese prengando che quell’attimo in cui il tempo aveva bloccato il suo corso finisse, per dare inizio a uno migliore.
Attese a basta, non ponendosi più domande, consapevole che aveva scelto già da tempo, cosa farne della sua vita.
Vita o morte.
“È qui!”
Un urlo, una voce senza promesse di salvezza per Hinata. Il carceriere aveva fatto un passo verso di lei, dieci ne aveva fatti Hinata verso la fine. Presto avrebbe messo fine alla sua vita, a ciò che aveva preservato per sedici lunghi anni. Troppo lunghi, troppo intrisi di tristezza per impedirle di rimpiangere quella scelta.
Vita o morte.
Nel momento in cui la porta si spalancò, versò l’ultima lacrima di una lunga serie e, senza accorgersene, pregò davvero che il colpo che si abbatté su di lei arrivasse, in modo che scrivesse, nella sua vita, la parola ‘fine’ e, contemporaneamente, la parola ‘inizio’.
Morte.



Che allegria!
Magari altre a dire che è un concentrato di felicità, posso darvi qualche informazione su come sia nata questa storia. Frutto di una pessima giornata, partirei col dire che è puramente una nonsense e che non ho dato nessuna importanza chi potessero essere questi fantomatici ‘carcerieri’, che in questa storia sono semplicemente uomini che vogliono uccidere Hinata. Non mi sono posta la domanda sul perché volessero uccidere Hinata o altro, ci sono e basta. Qui potete immaginarvi ciò che più vi piace.:)
Era più il comportamento di Hinata, come si poneva nei confronti di questa situazione a tirarli in ballo.
Aggiungo che sì, è vero, avrei potuto scrivere questa storia come un originale, inventandomi un personaggio a caso a cui dare un nome, altrettanto inventato. Ma non l’ho fatto perché, quando mi è venuta in mente, ho immaginato tutto con Hinata. Era lei che scappava, era lei che doveva scegliere tra vita o morte, era lei la protagonista. Non c’è un motivo, anche perché se io mi mettessi a pensare a tutto ciò che faccio, finiremmo con anticipare la fine del mondo.:)
Boh, sarà l’allegria da fine scuola che mi fa scrivere tutte queste cose allegre, non so!:3
Ho tentato di esprimere sofferenza e reclusione, ma mi sa che ho espresso, per voi che leggerete, più un senso di nausea!^^’
L’originalità del titolo è tutta dovuta al mal di testa e alla stanchezza, non sono chiamata direttamente in causa perciò!:)
Ora che vi ho lasciato un altro pezzo di me, posso levarmi dai piedi!^^
  
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