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Capitolo Primo -
seconda parte
seconda parte
Eileen sorrise di piacere quando vide che la sua camera da letto era ampia, comoda ed arredata con gusto. Un bel fuoco scoppiettava nel camino, uccelli colorati risaltavano sui ricami delle tende e lei era giusto così fradicia di pioggia che sarebbe stata grata per molto, molto meno di quell'accogliente stanza.
-
Che meraviglia!
Si abbandonò su una poltrona davanti al fuoco, e cominciò ad armeggiare con le stringhe degli stivali zuppi di fanghiglia. I grandi vetri della finestra
accanto a lei erano livemente appannati e davano sul cortile in cui
erano arrivati poco
prima. Di là le ali del palazzo sembravano ancora
più tetre e decadenti nella
pioggia che aveva ricominciato a scendere, e facevano uno strano
contrasto con
quella stanza allegra e ben tenuta.
- Meno male che siamo dentro e non fuori! Sta tornando un temporale coi fiocchi ... fa piacere una stanza da letto così accogliente!
Si abbandonò su una poltrona davanti al fuoco, e cominciò ad armeggiare con le stringhe degli stivali zuppi di fanghiglia.
- Meno male che siamo dentro e non fuori! Sta tornando un temporale coi fiocchi ... fa piacere una stanza da letto così accogliente!
Elizabeth
era rimasta sulla porta, a
guardarla di sottecchi. Quando vide che l'ambiente le
piaceva, sorrise appena e le guance le presero fuoco.
-
Davvero vi piace,
signora?
-
Certo che sì, Elizabeth, è davvero molto bella.
Chi l'ha arredata doveva avere molto gusto. Questi ricami
di uccelli, sono magnifici.
In
effetti i ricami delle tende sembravano usciti da un libro di fiabe. Su
un fitto bosco di canne azzurrine spiccavano pettirossi e nidi,
cicogne e piccoli fagiani iridescenti.
A sentire tutti quei complimenti, Elizabeth girò gli occhi da un'altra parte. Eileen la guardò senza capire, poi si accorse che era arrossita dalla testa ai piedi.
A sentire tutti quei complimenti, Elizabeth girò gli occhi da un'altra parte. Eileen la guardò senza capire, poi si accorse che era arrossita dalla testa ai piedi.
-
Non mi dire che le hai ricamate tu!
L'altra
fece una specie di sorriso
mentre le orecchie le andavano a fuoco.
-
Ma sei bravissima! Non ho mai visto dei ricami così belli
... io non sarei neanche capace di cucire una
riga diritta!
Un
risolino confuso balenò sulle labbra pallide della
cameriera. Mentre l'aiutava a liberarsi dai
complicati lacci del busto, Eileen riuscì a scoprire che il
ricamo era la
grande passione di Elizabeth.
-
Di solito ricamo cose mie. Non mi
permetto con quelle del padrone … ma questa stanza era
così bella, e era un
peccato che rimanesse vuota. Ci ho messo tutto l'inverno, per le tende.
Ma
dovreste vedere che bello quando c'è il sole e la luce
filtra dalle finestre!
Eileen
fu d'accordo, doveva essere
proprio uno spettacolo. Ma ancora di più fu felice
perché era
riuscita a far parlare Elizabeth. Adesso sembrava essersi un po'
riconfortata, e nell'entusiasmo
della descrizione si era anche dimenticata di tenere gli occhi fissi al
grembiule. L'aiutava a disfare i bagagli.
-
Che bel vestito, signora - momorò
quando Eileen tirò fuori dal baule da viaggio un busto di
seta rosso cupo
allacciato ad una gonna che fasciava la prima metà della
vita, scendendo poi
sempre più ampia fino a terra. Aveva come una piccola coda,
ed era davvero
molto bello.
-
Questo? L'incubo color melagrana, lo
chiamo io! Oh, intendiamoci, è meraviglioso, ma non sai
com'è scomodo il busto.
Lo porto sempre in viaggio perché è un regalo che
papà mi ha comprato non mi
ricordo dove. E il tessuto è bellissimo, però mi
strizza da tutte le parti.
Elizabeth
non la stava più ascoltando.
Passava le mani sulla seta come se stesse accarezzando un bambino o
stendendo
una tovaglia sull'altare. Le sue dita fragili e sottili scivolavano
lievi sulla
stoffa, e il biancore delle mani faceva uno strano contrasto con il
rosso.
-
E' una stoffa di grandissimo pregio,
credo. Non ho mai visto una seta così lucida.
E
in effetti la seta color sangue si accendeva
di riflessi bizzarri nella luce tremolante del tramonto.
-
Se permettete, voglio dire … forse
potrei …
Elizabeth
piantò di nuovo gli occhi a
terra, forse sorpresa dell'audacia di quello che era stata sul punto di
dire.
-
Parla pure, Elizabeth, dimmi. E per
favore, chiamami Eileen, o Linny, se preferisci. Sarei davvero molto
più a mio agio.
La
cameriera fece un sorriso incerto.
-
Volevo dire, signor… Eileen,
forse potrei farci qualcosa, se vi stringe. Basterebbe prendere le
misure e
dare un'occhiata alle stecche cucite dentro al busto. Forse sono un po'
troppo rigide. Se ci fosse bisogno di allargarlo - ma
non lo credo, avete un vita così sottile ! - si
potrebbe comprare un'altra stecca, le hanno dal merciaio dietro
l'angolo, e vedere se riusciamo a piegare un po'le altre. Ecco,
così.
E fece vedere ad Eileen come si poteva fare con le stecche. Eileen sorrise.
- E' un peccato che non possiate metterlo - continuò la cameriera - questo vestito è semplicemente un sogno!
E fece vedere ad Eileen come si poteva fare con le stecche. Eileen sorrise.
- E' un peccato che non possiate metterlo - continuò la cameriera - questo vestito è semplicemente un sogno!
Eileen
stava per rispondere
che le sarebbe piaciuto davvero ma non credeva che avrebbero fatto in
tempo,
visto che doveva ripartire la mattina successiva; ma quando
aprì la bocca per farlo, un suono sferragliante
giù in cortile la distrasse. Andò a
guardare alla finestra, e nel cortile di sotto arrivare vide
una carrozza elegante, laccata di nero e bagnata di pioggia. Si
fermò proprio davanti all'ingresso.
-
Di chi è quella carrozza? - chiese.
Ma la risposta la sapeva già.
-
E' quella del padrone, il Signor
Thompson.
- E' molto bella.
- Sì.
- E quello è il padrone?
Dalla carrozza stava scendendo un uomo.
- E' molto bella.
- Sì.
- E quello è il padrone?
Dalla carrozza stava scendendo un uomo.
Eileen
provò a sollevarsi sulle punte
dei piedi per vedere se riusciva a scorgere qualcosa del loro
misterioso
ospite. Ma tutto quel che riuscì a vedere prima che il
portico lo
inghiottisse fu un cappello di foggia moderna, e un mantello coi
risvolti di pelliccia.
-
E' il signor Thompson, quello? Mio padre me ne ha parlato poco, mi
piacerebbe sapere se ...
Ma
Elizabeth stava di nuovo rimirando
rapita il vestito disteso sul copriletto. Eileen sentì un
brivido di freddo e
si accorse che in tutto quel trambusto era rimasta solo in sottoveste.
E in quello stato si era affacciata alla finestra!
Si
vestì in fretta, da sola, e solo
quando si mosse verso la porta Elizabeth sembrò ritornare
sulla terra.
-
Dove andate, signora? - chiese
sbiancando.
-
Giù da basso - sorrise Eileen senza
capire il motivo di tutto quello spavento improvviso - a presentarmi al
signor
Thompson, penso.
-
Senza farvi annunciare al padrone?
-
E' necessario?
Certo, anche Eileen sapeva che una donna doveva farsi annunciare ai suoi ospiti, e non comparire loro davanti all'improvviso. Non stava bene presentarsi da sole. Ma aveva pensato che non ci fosse bisogno di tutta quella formalità davanti a un vecchio amico di suo padre. Evidentemente si sbagliava.
- Il padrone non ama le persone che non fanno come dice lui. E in questa casa è sempre meglio chiedere se si ha il permesso di fare qualcosa - mormorò Elizabeth.
Eileen la guardò sorpresa. Sembrava vagamente spaventata.
Certo, anche Eileen sapeva che una donna doveva farsi annunciare ai suoi ospiti, e non comparire loro davanti all'improvviso. Non stava bene presentarsi da sole. Ma aveva pensato che non ci fosse bisogno di tutta quella formalità davanti a un vecchio amico di suo padre. Evidentemente si sbagliava.
- Il padrone non ama le persone che non fanno come dice lui. E in questa casa è sempre meglio chiedere se si ha il permesso di fare qualcosa - mormorò Elizabeth.
Eileen la guardò sorpresa. Sembrava vagamente spaventata.
-
D'accordo, allora - sospirò - andiamo a cercare Foster. Lui
di sicuro mi potrà annunciare come si deve.
Ma non aveva ancora aperto del tutto la porta, che si trovò davanti il vecchio maggiordono.
Ma non aveva ancora aperto del tutto la porta, che si trovò davanti il vecchio maggiordono.
-
Ci facevate la guardia, signor
Foster?
Quel che non le piacque neanche un po' fu l'espressione tetra che il vecchio aveva in volto. Non sembrava neanche lo stesso di poco prima.
Quel che non le piacque neanche un po' fu l'espressione tetra che il vecchio aveva in volto. Non sembrava neanche lo stesso di poco prima.
-
Il padrone chiede che abbiate la
compiacenza di trattenervi nelle vostre stanze finché lui e
vostro padre non avranno teriminato di sbrigare il loro affare. Non
appena il signore farà squillare il campanello,
sarà mia cura personale condurvi fino alla sala da pranzo.
Come
a dire che era intrappolata lì
fino a che quei due non avessero finito di fare i loro comodi
probabilmente con sigari e biliardo,
pensò Eileen. Non credeva molto a questa storia dell'affare
urgente. Suo padre le
aveva detto che si sarebbero fermati da un amico giusto per passare la
notte, non per trattare di commercio. Aveva forse bisogno di qualche
ingente partita
di vino, il Signor Thompson? Eileen sorrise: probabilmente stavano solo
cercando di farsi una partita a carte in santa pace. O magari di
fare quattro chiacchiere senza averla tra i piedi, chi lo sa.
Ma allora perché farla guardare a vista nella sua camera da Foster come una prigioniera?
C'erano domande e proteste che a una ragazza beneducata non sarebbero mai dovute uscire di bocca. Eileen le inghiottì tutte una per una, prima che una qualunque di esse potesse farla passare per sfacciata o sciocca. In fin dei conti era solo un'ospite.
- Ma certo, Foster. Avvertitemi quando i signori sono pronti.
Sospirò,
fece una riverenza e richiuse la porta alle sue spalle.
Ma allora perché farla guardare a vista nella sua camera da Foster come una prigioniera?
C'erano domande e proteste che a una ragazza beneducata non sarebbero mai dovute uscire di bocca. Eileen le inghiottì tutte una per una, prima che una qualunque di esse potesse farla passare per sfacciata o sciocca. In fin dei conti era solo un'ospite.
- Ma certo, Foster. Avvertitemi quando i signori sono pronti.
-
Dimmi di queste stecche per il
corsetto, Elizabeth. - sospirò vagamente sconfortata - Ho
l'impressione che ne avremo ancora un po', prima di avere il permesso
di scendere.