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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    04/06/2010    3 recensioni
[I Ragazzi della 56° Strada] POV SODA « But when I get home to you, I find the thing that you do, Will make me feel alright. » Mi spinge con urgenza verso la porta, sbattendomi in mano la camicia: “Pony è in ospedale...” mi dice a mezza voce, gli tremano le mani, “è in ospedale...”, la sua voce è strozzata, “Anche Dally e Johnny, sono con lui...”. Piccolo Missing-Moment collocabile all'incirca dopo l'incendio della chiesa in legno, sull'importanza dei legami di sangue tra fratelli. DEDICATO AL BOSS HEATHER!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A HARD DAY’S NIGHT

 

« But when I get home to you,
I find the thing that you do,
Will make me feel alright. 
»

§§§§

 

POV SODA

 

Suona il telefono all’improvviso, tanto da farmi sobbalzare sul divano.

 

Guardo Darry con preoccupazione mentre va a rispondere, il gelo allo stomaco che mi attanaglia sembra paralizzarmi sul posto; mio fratello ha il viso color panno sporco mentre solleva la cornetta, i miei occhi non lo perdono per un istante.

 

“Si?” chiede con ansia, sta urlando.

 

Lo vedo sbiancare, stringe le dita attorno alla plastica a tal punto che quasi credo che la stia per sbriciolare.

Scambia brevi parole concitate a bassa voce, non riesco a disinguerle chiaramente, ma il nome di Pony mi fa sussultare e il cuore fa una tripla capriola nel mio petto; Darry riaggancia e non faccio nemmeno in tempo a chiedergli cosa sia successo che lui mi afferra per le braccia facendomi alzare in piedi.

 

Mi spinge con urgenza verso la porta, sbattendomi in mano la camicia: “Pony è in ospedale...” mi dice a mezza voce, gli tremano le mani, “è in ospedale...”, la sua voce è strozzata, “Anche Dally e Johnny, sono con lui...”.

 

Non riesco a dire nulla, semplicemente mi lascio spingere senza fare alcun movimento verso il pick-up come un pacco, salgo meccanicamente, abbandonandomi stancamente sul sedile del passeggero; mio fratello si siede accanto a me e accende il motore, ma siamo ancora fermi.

 

Mi giro verso di lui e lo vedo con la testa poggiata contro il volante.

 

Piange.

 

Vedo le spalle sussultare per i singhiozzi e non so cme comportarmi; gli poggio una mano sulla schiena, sento lo stomaco chiuso e ho voglia di vomitare per questa situazione del cazzo.

 

“Non devi morire...”

 

La voce di Darry è roca per il pianto e so che si sta riferendo a Pony, “non posso perdere anche lui...” mi dice, alzando la testa, ha gli occhi rossi e pieni di lacrime, “Non come mamma e papà...” conclude in un sussurro che riesco appena a sentire; finalmente, ingrana la retromarcia e cominciamo a muoverci.

 

E mentre si immette a tutta velocità sulla strada direzione ospedale, per la prima volta nella mia vita, io, un Greaser, mi ritrovo a pregare.

 

§§§§§§

 

Il cuore mi si ferma nel petto non appena mettiamo piede nella hall dell’ospedale e comincio a tremare come un pulcino bagnato, la paura per quello che troveremo mi sta distruggendo...

Non posso perdere anche lui...

 

Non come quella notte....

 

Sangue...

Sangue dappertutto...

Pony che piange e urla, aggrappato alla mia gamba...

Darry stringe le mie spalle con entrambe come se fossi un bamboccio di stoffa...

 

E io che non faccio altro che guardare la mano della mamma penzolare dalla barella, bianca nella luce blu delle sirene.

 

Continuo a correre dietro a mio fratello scuotendo la testa, non posso pensarci ora!

Non devo pensarci ora!

 

A fatica, caccio via il groppo che ha deciso improvvisamente di salirmi in gola, impedendomi di respirare.

 

Dannazione, questi maledetti corridoi sembrano non finire mai.

 

Ma quando finalmente arriviamo alla fine di un altro, un sospiro di profondo e totale sollievo esce dalle mie labbra mentre vedo Pony seduto su una delle seggiole, rannicchiato come uno straccio; ha il viso sporco di fuliggine e cosparso di graffi, sembra così piccolo...

 

 Si alza improvvisamente, è spaventato, lo vedo dal suo sguardo; mi corre incontro, abbracciandomi con tanta forza da incrinarmi quasi le costole, singhiozza sul mio petto, sfregando il viso sulla mia camicia ruvida.

 

Ricambio la stretta con quanto più affetto possibile, gli parlo a raffica ma non so cosa gli dico e non ha importanza, non ha nessunissima importanza.

 

Siamo di nuovo assieme ed è questo che conta.

 

Io, Pony e Darry...

 

E anche se adesso sono stanco e sfinito, se vorrei solo dormire, so anche che, una volta tornati a casa, la stanchezza se ne andrà.

 

Perchè siamo ancora assieme.

 

Dopo questa difficile notte, siamo ancora assieme.

   
 
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