Ok, questa è la mia prima one shot su Bleach ^^' Anzi direi proprio la mia prima one shot xD beh vi auguro una buona lettura, anche del piccolo 'prologo' qui sotto ^___^.
Era
il più intelligente, il più
inquietante tra i ‘dieci’, l’unico che
non riusciva a non farsi tutte quelle
domande, l’unico che riusciva ad analizzare tutto
così alla perfezione, però,
non era colpa sua, era stato creato così.
Sembrava quasi che non provasse emozioni, era come se non volesse avere
nulla
a che fare con i suoi simili, non aveva interesse quasi per nulla.
Potrei
descriverlo così, il Quarto,
Ulquiorra Schiffer,: l’Espada più irritante che
abbia mai visto e conosciuto. Potrei
ma, lui è Ulquiorra ,
come lui
stesso continuava a dire, e come ha continuato a ripetere anche quel
giorno, il giorno in cui scoprii di essere debole.
....
Mi
guardava in un modo davvero strano Ulquiorra, così
freddo, così cattivo, sembrava quasi un demone che,
chissà quale dannata
maledizione ti stava infliggendo, ma era quel modo, quello sguardo, che
mi
faceva impazzire, si davvero sarei diventata pazza. Ogni volta che
passava per
quei corridoi bui, illuminati solo da una luce grigia e fioca, era come
se quel
buio fosse ancora più buio, era soffocante ma piacevole, il
rumore dei passi
leggeri, quello rilassava. Io, che me ne stavo seduta su una finestra,
a
guardare chissà dove, mi giravo ogni qualvolta che passava
qualcuno, era come
se cercassi i suoi occhi, quegli occhi così penetranti. Non
era arrivato lui,
Ulquiorra, ma già sentivo i suoi passi leggeri, e la mia
schiena era già ricoperta
di brividi. Avevo già girato la testa perché
sapevo, che una volta percorso quel
tratto buio si sarebbe rivolto verso la finestra, dove c’ero
io, e mi avrebbe
almeno ‘sfiorato’ con lo sguardo, per quel breve ma
intenso istante, e sarebbe
bastato, almeno per farmi provare, non so, forse piacere o eccitazione,
un
qualcosa vicino alla pazzia e lontano dall’amore.
–Ciao, Ulquiorra.- dissi
tranquilla. Rispose quasi subito, dopo essersi girato verso di me, e la
finestra. Emise un verso simile ad un ‘Ah’ o ad un
‘Hey’, era il suo saluto
‘tenebroso’, era davvero un fottuto demone,
’ E che demone’ pensai. Non
conversammo per molto, anzi ad essere sinceri, non sembrava proprio una
conversazione, era uno scambio di sguardi.
Parlai solamente io e dissi ciò che non avrei mai
dovuto dire ‘Quarto’. Non
so come, e non so quando ma Ulquiorra fu davanti a me in un attimo.
–No- disse
sempre con quella freddezza. Sapevo che odiava essere chiamato
così, lo sapevo
benissimo, era per semplice provocazione che pronunciavo quel
nomignolo, ma
lui, non si accorgeva mai di queste mie provocazioni, e finiva sempre
così, lui
a meno di un centimetro dal mio viso, e quegli occhi a fissarmi,
immobili. Non
faceva una piega,era come se neanche si fosse mosso, l’unico
rumore che si
sentiva era quello del sangue che gocciolava dalla
mia mano, fino a toccare il pavimento.
Avevo i pugni stretti, perché i brividi non smettevano
più di attraversare il
mio corpo. Stavo sudando, stavo provando delle sensazioni
così strane, e riconobbi
anche il piacere, diamine, se non si sarebbe spostato un passo
più indietro
l’avrei ucciso, o lui avrebbe ucciso me. Scomparve
così, come tutte le altre
volte, e come tutte le altre volte riuscii a intravedere un sorriso sul
suo
volto, su quel volto sempre serio, ‘Strano’ pensai
e sorrisi anch’io.
Mi svegliai il
giorno dopo, e mi ritrovai ancora su quella finestra, -Hey- disse una
voce
vicino a me, era Grimmjow –Che c’è?-
dissi freddamente. Mi guardò dall’alto in
basso, e si girò sorridendo, quel sorriso sapeva tanto di
presa per il culo.
–Che c’è?- insistetti. -Non dovresti
dormire sulle finestre, primo perché non
sembra molto comodo, e secondo perché potresti rimanere
senza vestiti in mezzo
al corridoio- disse levando una mano dalla tasca e puntando un dito
verso di me
senza girare il volto. Mi guardai, beh, in effetti c’era solo
un piccolo pezzo
di stoffa a coprire la parte inferiore del mio corpo. Sentii i passi di
Grimmjow che si allontanavano, e ne approfittai per sistemarmi. Rimasi
comunque
lì vicino la finestra, fissando quel cielo grigio che
ricopriva tutta Las
Noches. Poi altri passi, no, quei
fottutissimi passi . –Mi sembra di vedere che tu
non abbia passato una
bella nottata.- Mi disse Ulquiorra con voce più roca del
solito. Mi girai per
guardarlo, e, senza dire una parola si avvicinò, mi
guardò freddamente, e
cominciò a camminare verso il punto
nell’oscurità da cui era venuto. Conoscevo
quello sguardo,e come d’impulso seguii i suoi passi leggeri.
Eravamo davanti la
tana del demone dagli occhi agghiaccianti, in quel punto non
c’era luce che
potesse illuminare l’entrata, era davvero una tana oscura.
Come
il giorno precedente fu davanti a me, senza che
me ne accorgessi, ma non era come suo solito. Si scagliò
verso di me con tutta
la furia che possedeva in quel corpo minuto, i miei brividi
cominciarono a
diventare piacere,piacere mai provato fino a quel momento, e quello
sguardo
così freddo, presto cominciò a riscaldarsi,
diventando calore sul mio corpo.
Decisi
di allenarmi quel giorno. Sentivo ancora quelle
strane sensazioni ogni qualvolta che mettevo piede sulla bianca sabbia
di Las
Noches, non riguardava il terreno, sembrava come se qualcuno mi volesse
colpire
solamente con quelle maledette emozioni, così forti da non
riuscire a
distinguerle.
Sbottonai
il piccolo cappotto che indossavo,lasciando
intravedere la mia maschera e cominciai ad allenarmi senza sosta. Per
qualche
istante riuscii a cogliere una sola emozione delle tante che mi
colpivano,odio.
Nell’aria c’era la furia, riuscii a sentire una
sfumatura di sfida
in questa sensazione. Non sapevo chi
fosse, ma l’idea di una sfida mi attirava.
Non
mi piaceva molto combattere veramente, preferivo
stare da qualche parte a guardare qualche stupido Arrancar che tentava
invano
di sfidare noi Espada, oppure quegli insulsi Hollow che combattevano
per diventare
più forti, ‘Tempo perso’. Era inutile
anche uscire da Las Noches, perché una
volta fuori potevi solo che camminare su quella sabbia, niente
più. ‘ Altro
tempo perso’.
Preferivo
allenarmi, anche se l’allenamento diventava
sempre una sfida con i miei simili. L’unico che ebbe il
coraggio di sfidarmi fu
Grimmjow, stupido. Non persi molto tempo,
cosa poteva fare il Sesto contro
di me? Inutile.
Mi
arrestai subito, con la mia katana rivolta verso
l’alto. Quell’odio si stava avvicinando sempre di
più, riuscivo a percepirlo dal
terreno, e riuscivo a percepire quei
passi.
Rifoderai
la spada, e aspettai il suo arrivo, non tardò,
come suo solito. Mi stava guardando con aria di sfida, possibile?
-Hai
bisogno di qualcosa?- chiesi più per conferma al mio
pensiero. Non rispose, ma la tempesta di sabbia intorno a lui,
provocata dal
vento della sua spada sfoderata, parlò per lui. Voleva
davvero combattere.
Non
risposi neanche io e sfoderai di nuovo la mia spada.
Cominciammo
subito, senza perder tempo, alternando mosse
e passi. Eravamo sospesi in aria, sotto di noi una grande tempesta di
sabbia.
Era difficile seguire le nostre mosse. Si sentivano le due spade che
strusciavano ed emanavano scintille. Mi stavo divertendo, combattere con lui era ancora
più divertente e piacevole. Peccato
che sarebbe finito presto, la nostra forza
non poteva esser messa alla pari.
Indovinai.
Dopo
un paio d’ore cadde in ginocchio, sempre guardandomi
con quello sguardo. Rifoderai la mia spada, non perdendo di vista i
suoi occhi,
mi inginocchiai alla sua altezza e bloccali il suo braccio, che si
stava per
scagliare contro la mia maschera. – Inutile- dissi con
freddezza, il suo
sguardo cambiò, e la luce nei suoi occhi ardeva sempre di
più. Mi alzai quando
lasciò cadere la spada a terra, - Non siamo sullo stesso
piano, non puoi
battermi, Quarto.- Il suo sguardo non cambiò, - Ulquiorra-
disse alzandosi con
cautela. – Non Quarto.- concluse. –
Perché hai voluto sfidarmi? Perché mi
guardi sempre con quegli occhi?-. Non rispose alla seconda domanda, ma
disse
solamente –Volevo testare la mia forza, Terzo.-
Non mi aveva mai chiamato così lui. –
Tel’ho detto, non siamo allo stesso
livello.- replicati freddamente. Sul suo volto si intravedeva un
sorriso,
rifoderò la sua spada e disse le ultime parole prima di
sparire. – No, io sono
più forte di te. Io non mi indebolisco per uno sguardo.-
Scomparve.
Rimasi
lì a pensare, so che cosa volesse dire Ulquiorra
con quelle parole, lo sapevo benissimo, eppure ignorai, ignorai il
fatto che
avesse ragione. Quei pensieri però mi tormentavano, quel
dannato aveva tutta la
ragione del mondo.
Io
non ero forte. Io ero impotente davanti ad uno stupido
sguardo.