Anime & Manga > Saiyuki
Ricorda la storia  |      
Autore: Siz    04/09/2005    7 recensioni
Una notte di passione, ma la mattina dopo Sanzo dice che è stato solo un errore: da quel giorno il rapporto fra lui e Goku si è incrinato. Un anno dopo cosa succederà?
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
So che questa è una trama trita e ritrita nelle fanfictions SanzoxGoku

So che questa è una trama trita e ritrita nelle fanfictions SanzoxGoku: una notte di sesso e la mattina dopo Sanzo dice che è stato un errore. Ma amo con tutta me stessa questa canzone “Sono qui per questo” (nonché il suo cantante Max De Angelis) e non ho saputo resistere. E’ così terribilmente triste da farmi piangere, ma così dolce da farmi sciogliere…Aaah Max, I love your songs!!!!
La storia è ambientata un numero indefinito di anni dopo l’inizio del viaggio.

I personaggi appartengono a Kazuya Minekura.


 


Un giovane se ne stava seduto ad un tavolo di una sala da pranzo di una delle tante locande frequentate nella sua vita. Goku era molto cresciuto dall’inizio di quell’assurdo viaggio verso ovest. Non solo fisicamente, dato che ora non sembrava più un mocciosetto, ma un gran pezzo di gnocco che attirava non pochi sguardi da parte del gentil sesso, ma anche mentalmente…certo, aveva ancora parecchi atteggiamenti infantili, e quell’incredibile appetito non si sarebbe mai spento…ma rispetto ad un paio di anni prima era visibilmente cambiato.
Hakkai era fiero di lui (quasi come un papà) e anche Gojyo, non lo dava troppo a vedere, ma ero contento delle (poche a dire il vero) conquiste femminili macinate nell’ultimo periodo dalla scimmia. Apparentemente l’unico non interessarsi minimamente del fatto che l’adolescenza avesse bussato anche alle porte di Goku, era Sanzo, il suo tutore…il rapporto fra il bonzo e il ragazzino erano ad un punto morto, anzi erano addirittura peggiorati da circa un anno a questa parte.

Inizialmente la situazione era stata insostenibile per Hakkai e Gojyo, che non riuscivano a vedere i due allontanarsi in questo modo, nonostante il palese affetto che nutrivano uno nei confronti dell’altro; ma entrambi erano stati irremovibili e non c’era stato verso di capire cosa avesse spezzato il legame fra i due, o di tentare di riavvicinarli. Così si erano arresi. Ora Sanzo e Goku si parlavano raramente e le poche occhiate che si lanciavano non erano certo affettuose o cariche di venerazione (come un tempo erano quelle dello scimmiotto); non avevano più passato la notte insieme in una doppia; quel costante “Sanzooooo! Ho fame!!” era stato sostituito con un raro “Ragazzi! Ho fame!”.

La meta era incredibilmente vicina, ancora un paio di settimane e avrebbero raggiunto il castello di Hoto: Gyumao non sarebbe mai risorto e i sutra rubati sarebbero tornati in mano ad un vero Sanzo.

Il gruppo, quest’oggi, era arrivato in un paese relativamente tranquillo, una pausa dalle continue orde di demoni che lo assalivano.
Come già detto, Goku se ne stava seduto ad un tavolo della locanda dove avevano trovato alloggio. Tra le dita magre teneva una matita di cui stava mangiucchiando un’estremità con faccia pensierosa.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal comparire di una massa di setosi capelli rossi davanti ai suoi occhi, che lo fecero spaventare non poco. Gojyo si era piegato su di lui, togliendogli così la visuale dal foglio su cui stava scrivendo.
-Gojyo, ma sei impazzito! Mi hai fatto venire un colpo!- Disse il ragazzino quando ebbe ripreso il controllo sul respiro e sul cuore, nascondendo contemporaneamente il pezzo di carta.
-Da quando in qua ti fai sorprendere con tanta facilità, scimmia?-
-Non sono una scimmia!-
-Si si…-
-Finiscila! Cosa volevi?-
-Volevo chiederti se ti andava di venire a rimorchiare con me, ho visto un localino niente male e ci sono delle tipe stupende! Vieni?-
-Mah…più tardi magari, adesso ho da fare-
-Cos’è che devi fare? Stavi scrivendo qualcosa se non sbaglio; cos’è? Dai, dimmelo…-
-No! Non stavo scrivendo niente…- rispose arrossendo e facendo benissimo intendere che era una bugia.
-Eddai!! Non sarà niente di più importante che non una bella ragazza…-
-E invece sì!- Ribattè, mordendosi subito dopo la lingua perché aveva già detto fin troppo. Il ghigno dell’altro non suggerì niente di buono. Infatti tentò di prendere con la forza il foglio che ancora il moretto teneva nascosto tra le mani.
Ma goku era diventato molto più veloce e forte, così riuscì facilmente a sfuggire all’inseguimento del rosso, e si rifugiò nella camera che divideva con Hakkai (il quale, fortunatamente, era uscito con Hakuryu).
Si mise alla piccola scrivania e, ignorando l’insistente bussare di Gojyo, riprese a riflettere. Dopo poco il rossino rinunciò e se ne andò.

Goku osservò sconsolato il “Caro Sanzo…” che si stagliava sul bianco della carta, l’ispirazione non gli veniva proprio.
Chiuse gli occhi e inspirò profondamente immaginandosi la figura elegante e virile di Sanzo di fronte a lui. Espirò e lasciò che quell’immagine piena di dolore lo guidasse nella sua lettera.


Caro Sanzo,

Mi piacerebbe u non strappassi questo pezzo di carta non appena riconoscessi la mia calligrafia…confidando in questo continuo a scriverti.

Non sono mai stato bravo a scrivere, scrivere lettere men che meno, ma considera questo uno sfogo, di cui ho assoluto bisogno…

Io…io non ce la faccio più…non posso più starti così vicino.
Io sento che sto impazzendo, ti vedo continuamente ed ho solo voglia di sfiorarti, di posare le mie labbra sulle tue…come quella sera.

Ho tentato, non sai quanto ho provato a dimenticarti, come mi hai detto tu, ma non ce la faccio. Ho tentato in tutti i modi: nemmeno il cibo mi da sollievo, nemmeno il perdermi nel corpo di una donna qualunque affogando nella passione, nemmeno le battaglie mi distraggono dal tuo pensiero…Mi sento sempre incompleto, senza te con e dentro me. Ho un estremo bisogno di te, del tuo amore, ma so che è inutile…me lo hai detto: avevi solo voglia di scopare per una sera ed io non ho saputo tirarmi indietro.
Non ho saputo farlo nonostante non avessi mai pensato a te come un amante, non avevo mai pensato al sesso…che moccioso ero! Solo adesso mi rendo conto di quanto io sia cresciuto, di quanto la mia innocenza sia svanita nel nulla…me ne accorgo le sere in cui penso solo al tuo corpo nudo sopra di me…e non posso fare altro che fare sesso con qualche ragazza rimorchiata in compagnia di Gojyo. Non sono più un bambino, e quasi me ne dispiace, perché ora sono una persona orribile. Ma non ti incolpo di questo, non potrei mai darti la colpa di qualcosa, mio tayou…
Già, perché nonostante tutto, nonostante la freddezza, tu sei ancora il mio sole…ed io ti amo ancora.

E’ stato un lungo viaggio tornare qui da te

E prendere coscienza che nessun’altro c’è

Lo sai che io non dormo non dormo quasi più

L’orgoglio ormai non serve, me l’hai insegnato tu

E sia cosa mi manca? mi mancano le mani

Toccarti di nascosto, sentire che mi amavi

Convincermi che adesso tu non esisti più

È stato solo sesso, come volevi tu

Ma allora perché non vai via da qui

E allora voglio mandarti via da qui


Il cuore mi fa male, tanto male, perché tu sei dentro di lui…eppure sei così distante da me…

Quella sera…il ricordo è ancora così vivido nella mia mente…Dividevamo una doppia. Ricordo quando sentii il tocco forte della tua mano sulla mia spalla e mi facesti voltare, non ebbi nemmeno il tempo di chiederti cosa ti prendesse che tu mi baciasti con foga entrando in me con la tua lingua…Non so dirti quanto ne rimasi sorpreso e stralunato, probabilmente non ne hai idea. Però era come se avessi sentito il tuo calore, la tua luce, colpirmi…e capii di amarti, non solo come salvatore, come tutore, come sole, ma come Sanzo, come essere, come uomo pieno di fascino e passione. Così come ti amo tutt’ora.

Ricordo le tue mani sul mio corpo caldo, le tue carezze fugaci, i tuoi baci appassionati. Sei entrato in me quella sera, mi hai fatto un po’ male, ma il piacere provato fu sublime. Non vorrei ti montassi la testa, ma sei un mago a fare l’amore, io non riesco ad essere così con le mie donne…

Ma il piacere e il calore donatomi, mi abbandonarono la mattina dopo….al risveglio. Il mio corpo era dolorante, fastidiosi bruciori alle parti…intime…e lividi che mi avevi lasciato tu. Ma nulla fece più male che non le tue parole…solo un passatempo, un giocattolo, una voglia momentanea…così mi definisti il giorno in cui mi spezzasti il cuore, e ancora non sono riuscito a ricomporlo…e non ce la farò finche tu sarai accanto a me in questo viaggio.

Ti sento ancora addosso, ti sento dentro me

E scivolarmi infondo come una lama che

Trafigge il mio costato e arriva poi più giù

Io credo che l’amore sei stato solo tu

Il tempo non dà tempo a quelli come noi,

che vivono una storia nascosta come eroi

e poi finisce tutto, finisce in cenere

bruciava come fuoco ma adesso è polvere


Una storia, ma si può veramente definire una storia la nostra, no io non ho contato nulla per te, ne sono consapevole.

E allora perché non vai via da qui

E allora voglio mandarti via da qui

Come si può amare, chi non potrai avere?

Neppure un dio, neppure un santo,

Saprebbe mai resistere al pianto


Scusami, una lacrima è caduta sul foglio sbavando la scritta, mi considererai un debole, non dovrei piangere, ma come faccio eh? Come faccio io?

Ho scritto questi appunti che parlano di noi,

sono solo cazzate che mi perdonerai

ho finto per un anno di pensarti più

E credo che lo stesso lo hai fatto pure tu

Ma non ho più rimpianti, solo un sorriso che

Vorrei donarti adesso per dimostrarti che

Non era solo sesso e lo sai pure tu


Vorrei tu potessi ricordare il dolce sorriso nato sulle mie labbra quando tu eri dentro di me. Per me è stato puro amore quella sera, non un passatempo, non passione, non sesso, solo unico e puro amore…

E allora perché non vai via da qui

E allora voglio mandarti via da qui

Come si può amare, chi non potrai avere?

Neppure un dio, neppure un santo,

Saprebbe mai asciugare il mio pianto…


Come posso continuare a struggermi d’amore per te? Non ce la faccio più…morirò se continuerò così…
Ed ecco che ritorno al motivo principale di questa mia lettera per te: non posso più continuare il viaggio. So che manca poco, che la meta è vicina, che il mio aiuto vi farebbe comodo, ma non posso starti ancora vicino. Ho passato un anno a fingere di stare bene e a morire dentro, ho sopportato la tua vicinanza, il vederti senza poter sfiorare il mio amore, ed ora sento che sto per scoppiare.

Magari ne sarai felice perché ero solo un peso per te, o magari no perché la mia forza vi dà una mano, ma non ce la faccio più. Ti ho scritto solo per dirti questo. Addio Sanzo. Addio mio sole, mio amore.
Saluta anche Gojyo e Hakkai, dì loro che mi dispiace, che gli voglio bene. In bocca al lupo per la battaglia finale, voi vincerete.
Ti amo.
Addio.

Goku
La tua (ex)stupida scimmia.





Goku si asciugò un’ultima lacrima e piegò con cura la lunga lettera scritta. Il bagaglio era gia pronto, avrebbe consegnato la lettera e sarebbe partito. Non sapeva neanche lui per dove.

Aprì silenziosamente la porta e constatò con gioia che la camera di Sanzo e Gojyo era vuota. Che fortuna! Probabilmente il bonzo era uscito a comprare le sigarette. Appoggiò la lettera sul cuscino di Sanzo e si allontanò. Prima di uscire, però, notò la veste da monaco su una sedia e senza pensarci la prese in mano e affondò il viso in essa, dove poteva ancora sentire l’odore del suo bonzo. Sì, lo ricordava esattamente così, il suo profumo che lo inebriava… Prima di scoppiare nuovamente a piangere rimise al suo posto la tunica, afferrò lo zaino e corse fuori senza che anima viva lo vedesse.
Corse, corse a più non posso, allontanandosi inesorabilmente dal suo amore mentre il cuore si divideva fra un sentimento di sollievo e uno di terribile tristezza.



Circa un’ora dopo Sanzo fece rientro nella sua camera. Si levò gli stivali, legò i capelli in un codino e s’apprestò ad accendersi una sigaretta e a finire di leggere il giornale di quella mattina. Ma giusto mentre tentava di far accendere la fiamma dell’accendino, la sua attenzione fu attirata da un foglio di carta appoggiato con attenzione sul suo cuscino: cosa diavolo era? Ripose la sigaretta e l’accendino e corse a vedere, cos’era quella sensazione che gli opprimeva il cuore?

Aprì velocemente la lettera e per poco non gli prese un colpo quando vide chi gliela aveva scritta…da quanto tempo non si parlavano veramente? Da quella notte. Ed era tutta colpa sua, del suo stupido orgoglio e della sua promessa al suo predecessore.

Lesse la lunga lettera stentando quasi a riconoscere la stupida e petulante scimmia che conosceva un tempo, quant’era cambiato Goku senza che lui se ne accorgesse, come aveva potuto lasciar passare un anno nel più completo dolore sia quel cuore che il proprio.

 


S’infilò la lettera nella tasca dei jeans, si mise di corsa gli stivali ed uscì nel corridoio. Spalancò la porta accanto alla sua stanza ma trovò solo un sorpreso Hakkai che coccolava Hakuryu.
-Sanzo, cosa succede?-
-Hai visto Goku?-
-…No…ma…-
-Tsk…allora se n’è andato.-
-Cosa?- Sanzo gli lanciò la lettera e mentre questo iniziava a leggerla, capendo così tante cose, gli chiese se poteva prendere con se Hakuryu. Il demone acconsentì subito (invece Hakuryu era un po’ titubante, conoscendo la qualità di guida del monaco) e Sanzo si lanciò all’inseguimento della bakasaru.

Naturalmente con Hakuryu era molto più veloce, ed intuendo che sarebbe tornato verso est, Sanzo raggiunse il piccolo demone in poco tempo. Vide una figura gobba e triste che camminava in parte sul sentiero. Non appena sentì il rumore del motore questa si girò di scatto e riconobbe Sanzo alla guida di Hakuryu.
Ma come? Era andato a cercarlo? Era veramente lì per lui?
Non sapeva cosa fare: restare e rischiare di subire un’altra ferita non rimarginabile o fuggire e non vedere mai più il sole. Alla fine fu il suo corpo a farlo decidere: le gambe non volevano comunque muoversi, non potè fare altro che rimanere impalato a guardare il ragazzo con i capelli di luce avvicinarsi a piccoli passi.

Merda! Come era possibile che una persona fredda e calcolatrice come lui andasse in tale confusione di fronte a un bel musetto…Che rimbecillito! Non sapeva proprio cosa fare: prenderlo ad harisendate e sbraitargli contro di non fargli mai più perdere tempo riportandolo indietro con sé, abbracciarlo forte e sussurrargli quanto bene gli avesse sempre voluto, o continuare sulla linea di quell’anno passato e senza una parola prenderlo per un braccio costringendolo di forza a tornare alla locanda con lui.
Intanto era arrivato a un passo da lui e non aveva ancora deciso. Goku prese coraggio con un profondo sospiro ed alzò gli occhi incrociando quelli ametista del suo maestro. Da quanto tempo, da quanto tempo non lo guardava più negli occhi, calde lacrime scesero sul suo viso.
Sanzo guardò a sua volta quei pozzi dorati piangenti. Come aveva potuto trattarlo in quel modo, dirgli quelle bugie, non dirgli che quella lontana notte aveva significato molto di più per lui, che non era stata solo la passione a guidarlo ma anche l’amore che provava nei suoi confronti?
Una mano diafana asciugò le lacrime del ragazzo e si soffermò in una carezza.

Goku strusciò la guancia su quella mano e la ricoprì con la propria perdendosi nel calore donatogli dal suo sole.
-Non ce la faccio senza di te, Sanzo. Ti prego, lasciami andare.- Un mormorio mentre continuava a tenere gli occhi chiusi.
-Non posso.- Fu la risposta. Allora il demone, sorpreso, spalancò i laghi dorati del suo viso –Perché neanche io ce la posso fare senza di te.-
Goku non credeva alle proprie orecchie. Cosa significava? Che aveva bisogno di lui…o solo della sua forza? Sì sicuramente era quest’ultima, meglio non farsi illusioni, Sanzo era già stato abbastanza chiaro un anno prima.
-M-ma tu mi dicesti…-
-Dimentica quello che ho detto quella mattina!- Lo interruppe brusco il biondo.
-Perché lo hai fatto? Perché mi hai trattato in questo modo?-
-…….Perché…perché…Dio, Goku! Non lo so! Io ero…spaventato. Non mi ero mai lasciato andare in questo modo, ma tu sapevi…e sai farmi provare tali sensazioni che non capisco.-
Goku riflettè sulle parole da usare, ma poi lasciò perdere e saltò al collo dell’uomo abbracciandolo forte.
-Sanzo! Sanzo! Il mio sole è tornato da me!-
Sanzo rimase sorpreso dall’abbraccio e non rispose, ma intanto dentro di lui pensava “Non avere legami, ma io non posso negare il legame indissolubile che ho con questo moccioso…In realtà io so di amare Goku.”
-Promettimi che non mi dirai più cose tanto crudeli, Sanzo- disse Goku staccandosi di poco.
-…Lo prometto…- un gran sorriso che scaldava il cuore fu la risposta, tanto che anche Sanzo accennò un lieve sorriso a fior di labbra.
-Ti amo-
-…a-anche io…- disse Sanzo imbarazzato e leggermente titubante, ma per Goku quella fu la conquista del secolo: un sorriso e una dichiarazione d’amore nello stesso minuto da parte di Genjo Sanzo Hoshi! Yeeeee!!!

Goku si alzò sulle punte e sfiorò le labbra sottili del suo sole. Questi lo afferrò per le spalle e lo tirò verso di se sentendo pienamente la morbidezza di quelle giovani labbra. Lentamente fece uscire la lingua e la portò a leccare quelle delizie, facendole schiudere e profanando la bocca non assaggiata da troppo tempo. Quante volte si era maledetto per aver fatto soffrire Goku? E perché c’era voluto addirittura un anno per riappacificarsi? Ma non sarebbe mai più accaduto: sarebbero stati felici, ognuno con il proprio dolore dentro, ma insieme, per sempre.
Goku era rimasto senza aria e temette seriamente per la propria vita in quanto Sanzo non sembrava proprio voler lasciare le sue labbra (non che questo non gli facesse piacere). Mugolò e il biondinò sembrò capire perché lo lasciò. Si fissarono ansimanti e con le gote inusualmente arrossate.


Si rimisero in macchina e Sanzo guidò verso il paese dove i due compagni li aspettavano.
Guidavano in silenzio da un po’, quando Goku parlò di nuovo:
-Mi dispiace…-
-Eh? E di cosa?-
-Di averti scritto quella lettera, di aver voluto lasciarti…e anche di averti tradito con quelle ragazze-
A queste parole la macchina sbandò bruscamente.
-Kyu!- gemette spaventato Hakuryu. Goku si era aggrappato al proprio sedile e aveva gli occhi sbarrati: non era molto sicuro Sanzo alla guida.
-Cerchiamo di non parlarne più- Disse Sanzo a denti stretti, non era un bell’argomento (
ßè geloso…)
”Come è possibile che sia lui a chiedermi scusa…io non l’ho fatto per quelle parole di un anno fa e lui…Ah ma come fa ad essere così…..dolce…no! Stupido: come fa ad essere così dannatamente stupido?”
Goku appoggiò la testa sulla spalla di Sanzo e chiuse gli occhi:
-Va bene, amore mio-

Fine

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saiyuki / Vai alla pagina dell'autore: Siz