Nick Autore: Shona
Titolo: Puzzle
Fandom: Twilight
Personaggi: Quil Ateara, Embry
Call, Jacob Black
Momenti
scelti: Passato,
Presente,
Futuro
Prompt
scelto: Puzzle
Genere: Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: AU
Trama: Amicizia.
Un’unica parola che racchiude tutto
quello che di più bello ci possa capitare.
NdA:
Di
solito si scrive di grandi amori, di “per sempre felici e
contenti”; stavolta
ho voluto cambiare. Provare qualcosa di nuovo per me. Devo dire che
questa
storia mi ha fatto pensare un po’. L’amicizia,
quella vera, è difficile da
trovare, difficile da coltivare, ma è fantastica quando
sorge rigogliosa.
Sincera e vera forse anche più del vero amore.
È
per questo che la dedico a due persone fantastiche che, anche se non
sono con
me, sono sempre nel mio cuore. A Dodo e Steffy, per voi. Vi Voglio Bene.
Puzzle
Sono
sempre stati legati, sempre uniti.
Quil,
Embry e Jacob.
Così
simili fra loro con i capelli lisci color dell’ebano, la
pelle d’ambra ed occhi
grandi e innocenti.
Eppure
così diversi nei loro caratteri: chi un po’
più chiuso, chi timido e chi vivace.
Quil
(Anni Sei)
“La
maestra mi sta antipatica.
Pensa
sempre agli altri bambini e a me mai. Sempre a correre appena uno di
quelli si
mette a piangere.
Che
cosa ci sarà mai da piangere poi?”
I
pensieri del piccolo Quil Ateara corrono veloci e forse troppo acuti
per
appartenere alla sua giovane mente.
Ma
Quil è sempre stato un bambino sveglio e il grande puzzle,
ormai quasi finito,
che gli sta davanti lo dimostra.
Gli
ultimi pezzi sono sparsi intorno a lui che aspettano solo di essere
messi nel
loro giusto posto.
Allunga
una piccola manina afferrando un pezzetto di mare blu quando
un’ombra fa
sparire i colori del disegno.
Alza
lo sguardo su uno dei suoi compagni che gli si è fermato di
fronte. Dondola sui
piedi come se fosse impaurito da lui, ma troppo curioso per andarsene.
Le
braccia un po’ cicciotte sono nascoste dietro la schiena e le
guance sono rosse
d’imbarazzo.
<<
Embry! Perché mi hai lasciato da solo? >> Un
altro dei suoi compagni gli
corre vicino agitando una manina per richiamare l’amico.
<<
Ehi che stai facendo? >> Quil sa chi è quel
bambino: si chiama Jacob
Black.
Jacob
lo guarda con curiosità e si accuccia vicino a lui toccando
un angolo del
puzzle e staccandone un pezzo.
<<
Fermo! >> Lo spinge facendolo cadere a terra a gambe
all’aria.
<<
Jake… >> Quello che deve essere Embry corre ad
aiutare il piccolo
Quileute.
“Sicuramente
si metterà a piangere e la maestra lo verrà a
consolare.”
Jacob
si mette seduto guardando storto Quil che intanto rimette al suo posto
l’angolo.
<<
Se lo togli non riesco a finirlo! >> Con le guance gonfie
continua a
sistemare un pezzo dopo l’altro senza prestare altra
attenzione ai due bambini
vicino a lui.
L’ombra
che copriva il puzzle sparisce, ma un piccolo tonfo sordo gli fa girare
lo
sguardo prima a destra e poi a sinistra.
Accanto
a lui i due bambini si sono seduti con le gambe incrociate e guardano
attentamente i piccoli buchi che ancora sono rimasti nel disegno.
<<
Tieni… >> La vocina appena sussurrata di Embry
lo fa voltare nella sua
direzione.
La
manina del bambino si allunga verso di lui mostrandogli un pezzo di uno
dei
pesci colorati del puzzle.
Le
guance del piccolo Embry sono ancora rosse, troppo timido o imbarazzato
distoglie subito lo sguardo prendendo in mano un altro tassello e
rigirandoselo
fra le dita per capire dove incastrarlo.
<<
Grazie. >> Quil non è abituato ad avere altri
bambini intorno, ma quel
taciturno bimbo che gli si è seduto al fianco non gli
dispiace.
<<
Ehi! Guarda ho messo un pezzo! >> La manica del suo
grembiule blu viene
tirata da Jacob che tutto felice gli mostra un pezzo che sporge un
po’ troppo
nel mezzo della figura.
<<
Non ci sta! Lo hai messo al contrario. >> Toglie il pezzo
e lo sistema
nel modo giusto sorridendo trionfante.
<<
Ecco ora si che va bene! >> Jake ride contento,
continuando a mettere
pezzi quasi a caso facendo divertire gli altri due.
Perché,
quando si hanno sei anni, basta anche solo un pezzo di puzzle nascosto
fra
altri giochi e un bimbo troppo buono e timido che vuole rimettere le
cose a
posto per far nascere una grande amicizia.
Embry
(sedici anni)
Non
capiva perché Quil e Jacob lo snobbassero così
tanto negli ultimi tempi.
È
vero che lui era l’unico a non avere ancora una ragazza, ma
gli altri due si
defilavano alla velocità della luce ogni volta che le loro
“fidanzatine” li
richiamavano all’ordine.
È
sempre stato timido e introverso; non gli è mai piaciuto
essere al centro
dell’attenzione come Jake o essere il più bravo a
scuola come Quil.
A
lui basta essere loro amico per stare bene, ma da quando Leah e Claire
sono
entrate nel cuore dei suoi amici, le cose sono iniziate a cambiare.
Ormai
sono dieci anni che si conoscono e che stanno tutti i giorni insieme.
Negli
ultimi mesi hanno iniziato a vedersi solo durante la settimana,
perché i week
end sono da passare con la propria ragazza.
Nelle
ultime settimane i pomeriggi vengono dedicati alle uscite romantiche,
al
cinema, agli allenamenti, allo studio.
Negli
ultimi giorni si vedono solo a scuola, ma anche lì la
presenza delle ragazze si
fa sentire.
Embry
è felice; i suoi amici hanno trovato delle brave ragazze con
cui passare il
proprio tempo.
Embry
è triste; i suoi amici hanno trovato delle brave ragazze con
cui passare il
proprio tempo lasciando lui da solo, troppo solo per i suoi gusti.
<<
Tesoro non esci stasera? >> Seduto sul divano, con una
ciotola di pop
corn incastrata fra le gambe, si gira per guardare sua madre che si
prepara per
uscire.
<<
No, non mi va. >> Torna a guardare lo stupido film
sentimentale in onda,
come ogni sabato sera, in televisione mentre sua madre gli augura una
buona
serata e si chiude la porta di casa alle spalle.
Sospira
cambiando canale dopo l’ennesimo bacio dei due protagonisti.
La
ciotola ormai è vuota e finisce sul pavimento insieme ad una
bottiglia di Coca
bevuta a metà.
Si
guarda intorno cercando qualcosa da fare, perché, anche se
è rimasto casa, si
rifiuta di andare a dormire alle nove di sabato sera.
La
libreria è piena di libri rosa di sua madre e di dvd visti
troppe volte.
Si
alza dal divano allungando le braccia verso l’alto,
stiracchiandosi come un
gatto che ha dormito troppo.
Il
suono del campanello lo fa spaventare e quasi inciampa nella ciotola
quando si
gira per correre alla porta.
“Sicuramente
mamma ha lasciato le chiavi a casa.”
Non
guarda nemmeno dallo spioncino, sicuro che sia la sua mamma un
po’ sbadata ad
aver suonato.
Abbassa
la maniglia spalancando la porta di colpo. Una scatola colorata gli
sbatte
quasi sul naso mentre un << Buona sera! >>
gli viene urlato nelle
orecchie.
Fa
un passo indietro spaventato da tanta enfasi e, finalmente, riesce a
capire
cosa sta succedendo.
Davanti
a lui, con un’enorme puzzle ancora sigillato, Quil e Jacob
sorridono allegri.
<<
Ehi bello, guarda che abbiamo trovato! L’abbiamo visto al
negozio in centro e
non abbiamo potuto non comprarlo! >> Entrano in casa
senza aspettare il
permesso e, come al solito, si buttano sul divano in sala facendo posto
sul
basso tavolino davanti alla televisione dove sistemano il puzzle.
Un
sorriso gli nasce sulle labbra guardando le teste dei suoi amici che
spuntano
dalla spalliera del divano, impegnati a togliere la plastica che
avvolge la
scatola.
Chiude
la porta, accompagnandola finché il *click* della serratura
non scatta.
Con
gli angoli della bocca all’insù va in cucina a
prendere un’altra bottiglia di
Cola e una nuova busta di pop corn; tanto sa che i suoi due amici
mangiano come
dei lupi davanti ai loro puzzle.
<<
Embry muoviti! Guarda che Quil lo finisce senza di te
quest’affare! >>
Jake, in ginocchio sul divano, si sbraccia come suo solito per
richiamarlo.
<<
Certo che lo finisco da solo, cavolo! Jake ogni volta metti i pezzi al
contrario! >> Quil gli tira il coperchio di cartone in
testa facendo
ridere il padrone di casa, da sempre abituato a queste scene.
I
primi pezzi s’incastrano tra loro e la cornice ben presto
viene riempita dagli
sgargianti colori dell’oceano in festa fra una battuta e una
risata.
Perché
si sa, l’amicizia è come un puzzle:
s’inizia sempre dalla cornice che lentamente
si rinforza, un tassello dopo l’altro, fino a diventare un
quadro perfetto,
difficile da rompere, e se anche qualche pezzo sfugge ci vuole solo un
po’ di
pazienza perché tutto torni alla normalità.
Jacob
(ventisei anni)
<<
Dai amico calmati, stai iperventilando! >> Seduto su una
poltrona, con la
testa fra le gambe, prende dei grandi respiri per tentare di calmarsi.
<<
Jake sei stato calmo fino a cinque minuti fa, non mi sembra il caso di
agitarsi
proprio adesso! >> Embry gli sventola un po’
d’aria fresca con uno dei
giornali di moto ancora sparsi per la camera.
<<
No-non mi ero ancora reso conto! >> Un altro respiro
profondo e l’aria
che esce a singhiozzi. << Sto facendo una cazzata!
>> Ancora un
respiro e le mani che tremano affondate nei corti capelli neri.
Ma
come gli era venuta in mente un’idea del genere? Sposarsi…
<<
No dico, ma mi avete visto? >> Si tira su di scatto e la
vista gli si
annebbia un momento per il movimento troppo veloce.
<<
Sembro un pinguino vestito a festa. >> Le facce apatiche
dei suoi due
amici di sempre non sono proprio quello di cui avrebbe bisogno al
momento.
Embry
gli tira addosso la rivista che ancora teneva in mano, mentre Quil si
limita a
scuotere la testa e a borbottare.
<<
Senti “pinguino” >> Quil fa il segno
delle virgolette con le dita facendo
ridere Embry accanto a lui. << Se non ti sbrighi ad
uscire di casa e ad
andare in chiesa quella tigre della tua quasi moglie ci farà
a pezzi! >>
Moglie,
sì ok quel quasi stona un po’, ma… Moglie.
<<
E se poi finisce male? >> Il panico si era impossessato
della sua mente
già dalle prime ore del mattino, ma ora ha conquistato tutto
il suo essere,
rendendolo pavido come mai è stato.
<<
Jacob… dopo dieci anni che state insieme ti viene da
chiederti “e se finisce
male”? >> Facendogli il verso Quil lo fa
sorridere e la tensione si
smorza un po' facendolo rilassare.
Di
solito è Jake il burlone dei tre, sempre pronto a rendersi
ridicolo pur di
vedere il sorriso sui volti dei suoi due inseparabili amici.
<<
Quil ha ragione; Jake, siete fatti l’uno per
l’altra. >> La voce sempre
calma e pacata di Embry è ora sicura e decisa come di rado
capita.
Sospirando
Embry esce dalla stanza, rientrando subito dopo con un sacchetto
stretto fra le
braccia.
Jake
ha ripreso a respirare in modo quasi normale; con i nervi ancora tesi e
la
paura che si fa ancora sentire.
<<
E’ nostro dovere, come testimoni, di impedirti di abbandonare
quella bestia
selvaggia sull’altare! Perciò adesso ti calmi e ci
stai a sentire. >>
Quil lo prende per le spalle scuotendolo bruscamente.
<<
Tu e Leah siete come due tessere di un puzzle. Da soli non siete che
comuni
pezzi, ma insieme formate un incastro perfetto. >> A
quelle parole gli
tornano in mente tutte le volte che lui e la sua ragazza…
Moglie!
si sforza di pensare.
Tutte
le volte che lui e sua… moglie, hanno discusso, si sono
arrabbiati, hanno fatto
pace, sono stati insieme. Tutte le volte che lei l’aspetta a
casa dopo il
lavoro. Tutte le volte che si ritrovano a fare l’amore dopo
aver litigato.
<<
Jake ti abbiamo portato una cosa. Sappi che non è stato per
niente facile
ritrovarlo, ma ci sembrava il regalo più adatto.
>> Dal sacchetto, Embry
tira fuori una vecchia scatola ormai logorata dal tempo e da tante,
troppe,
mani che l’hanno anche solo sfiorata.
Le
dita di Jake sfiorano i contorni lisi e scoloriti della scatola di un
vecchio
puzzle.
Allegri
pesciolini nuotano in un oceano in festa.
<<
Quando ci siamo ritrovati a fare questo puzzle, tutti e tre insieme per
la
prima volta, non sapevamo se la nostra amicizia sarebbe durata, ma ora,
dopo
vent’anni, eccoci ancora insieme. >> Alza lo
sguardo, da quello che è
stato l’inizio del loro trio, trovandosi di fronte i due
bambini ormai
cresciuti che gli sono sempre stati accanto.
<<
Non puoi sapere come andrà a finire, ma se non ci provi, non
lo scoprirai mai.
Costruite la vostra strada, pezzo dopo pezzo. >>
Il
suono del cellulare l’avvisa che è arrivato un
messaggio.
“Se
entro tre secondi mia madre non mi viene a dire che sei davanti a quel
maledetto altare giuro che ti vengo a prendere a calci!”
Non
riesce a trattenere una risata nervosa leggendo le parole della sua
dolce metà.
Già
se l’immagina a camminare avanti e indietro per la sua camera
con il suo povero
cellulare stretto in mano e le damigelle che cercano di calmarla.
Un
nuovo avviso. Un nuovo messaggio.
“Jakie
Ti Amo.”
Tre
semplici parole che si vanno ad incastrare perfette nel suo cuore.
<<
Sono pronto. Non voglio far aspettare mia moglie; non mi va di passare
la prima
notte di nozze in bianco! >>
Col
sorriso sulle labbra si volta verso i suoi amici, che ricambiano
abbracciandolo
stretto fin quasi a soffocarlo.
<<
Ehi grand’uomo… vedi di non dimenticarti dei tuoi
amici ora che ti sei
accasato! >> La voce di Embry è incrinata
dall’emozione e anche gli occhi
di Quil sono lucidi.
<<
Tranquilli ragazzi… a Leah non piacciono i puzzle!
>> Con l’animo
tranquillo e i suoi amici al fianco si lascia la sua vecchia vita alle
spalle,
chiudendo la porta della sua vecchia camera.
Amore,
amicizia.
Un
incastro perfetto di vite, di emozioni, di storie.
Difficile
da costruire, difficile da dividere.
Semplicemente
Bello, come il calore di due mani che si appoggiano sulle spalle. Come
il
sorriso della tua perfetta metà che avanza sicura verso di
te. Come le promesse
che vi legheranno per sempre. Come un’amicizia che non si
scioglierà mai.
The End