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Autore: Shona    06/06/2010    9 recensioni
III° Classificata e partecipante al contest "Passato, Presente e Futuro" indetto da Vogue91 sul forum di EFP.
Amicizia. Un’unica parola che racchiude tutto quello che di più bello ci possa capitare. [Quil/Embry/Jacob]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Quileute
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Nick Autore: Shona

Titolo: Puzzle

Fandom: Twilight
Personaggi: Quil Ateara, Embry Call, Jacob Black
Momenti scelti: Passato, Presente, Futuro
Prompt scelto: Puzzle
Genere: Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: AU
Trama: Amicizia. Un’unica parola che racchiude tutto quello che di più bello ci possa capitare.
NdA: Di solito si scrive di grandi amori, di “per sempre felici e contenti”; stavolta ho voluto cambiare. Provare qualcosa di nuovo per me. Devo dire che questa storia mi ha fatto pensare un po’. L’amicizia, quella vera, è difficile da trovare, difficile da coltivare, ma è fantastica quando sorge rigogliosa. Sincera e vera forse anche più del vero amore.

È per questo che la dedico a due persone fantastiche che, anche se non sono con me, sono sempre nel mio cuore. A Dodo e Steffy, per voi. Vi Voglio Bene.

NdA2: Grazie a Vogue91 per il bel contest che ha indetto e per i bei giudizi che ha dato ad ognuna di noi ^_^

Puzzle

Puzzle

 

Sono sempre stati legati, sempre uniti.

Quil, Embry e Jacob.

Così simili fra loro con i capelli lisci color dell’ebano, la pelle d’ambra ed occhi grandi e innocenti.

Eppure così diversi nei loro caratteri: chi un po’ più chiuso, chi timido e chi vivace.

 

Quil (Anni Sei)

 

La maestra mi sta antipatica.

Pensa sempre agli altri bambini e a me mai. Sempre a correre appena uno di quelli si mette a piangere.

Che cosa ci sarà mai da piangere poi?”

I pensieri del piccolo Quil Ateara corrono veloci e forse troppo acuti per appartenere alla sua giovane mente.

Ma Quil è sempre stato un bambino sveglio e il grande puzzle, ormai quasi finito, che gli sta davanti lo dimostra.

Gli ultimi pezzi sono sparsi intorno a lui che aspettano solo di essere messi nel loro giusto posto.

Allunga una piccola manina afferrando un pezzetto di mare blu quando un’ombra fa sparire i colori del disegno.

Alza lo sguardo su uno dei suoi compagni che gli si è fermato di fronte. Dondola sui piedi come se fosse impaurito da lui, ma troppo curioso per andarsene.

Le braccia un po’ cicciotte sono nascoste dietro la schiena e le guance sono rosse d’imbarazzo.

<< Embry! Perché mi hai lasciato da solo? >> Un altro dei suoi compagni gli corre vicino agitando una manina per richiamare l’amico.

<< Ehi che stai facendo? >> Quil sa chi è quel bambino: si chiama Jacob Black.

Jacob lo guarda con curiosità e si accuccia vicino a lui toccando un angolo del puzzle e staccandone un pezzo.

<< Fermo! >> Lo spinge facendolo cadere a terra a gambe all’aria.

<< Jake… >> Quello che deve essere Embry corre ad aiutare il piccolo Quileute.

Sicuramente si metterà a piangere e la maestra lo verrà a consolare.”

Jacob si mette seduto guardando storto Quil che intanto rimette al suo posto l’angolo.

<< Se lo togli non riesco a finirlo! >> Con le guance gonfie continua a sistemare un pezzo dopo l’altro senza prestare altra attenzione ai due bambini vicino a lui.

L’ombra che copriva il puzzle sparisce, ma un piccolo tonfo sordo gli fa girare lo sguardo prima a destra e poi a sinistra.

Accanto a lui i due bambini si sono seduti con le gambe incrociate e guardano attentamente i piccoli buchi che ancora sono rimasti nel disegno.

<< Tieni… >> La vocina appena sussurrata di Embry lo fa voltare nella sua direzione.

La manina del bambino si allunga verso di lui mostrandogli un pezzo di uno dei pesci colorati del puzzle.

Le guance del piccolo Embry sono ancora rosse, troppo timido o imbarazzato distoglie subito lo sguardo prendendo in mano un altro tassello e rigirandoselo fra le dita per capire dove incastrarlo.

<< Grazie. >> Quil non è abituato ad avere altri bambini intorno, ma quel taciturno bimbo che gli si è seduto al fianco non gli dispiace.

<< Ehi! Guarda ho messo un pezzo! >> La manica del suo grembiule blu viene tirata da Jacob che tutto felice gli mostra un pezzo che sporge un po’ troppo nel mezzo della figura.

<< Non ci sta! Lo hai messo al contrario. >> Toglie il pezzo e lo sistema nel modo giusto sorridendo trionfante.

<< Ecco ora si che va bene! >> Jake ride contento, continuando a mettere pezzi quasi a caso facendo divertire gli altri due.

Perché, quando si hanno sei anni, basta anche solo un pezzo di puzzle nascosto fra altri giochi e un bimbo troppo buono e timido che vuole rimettere le cose a posto per far nascere una grande amicizia.

 

Embry (sedici anni)

 

Non capiva perché Quil e Jacob lo snobbassero così tanto negli ultimi tempi.

È vero che lui era l’unico a non avere ancora una ragazza, ma gli altri due si defilavano alla velocità della luce ogni volta che le loro “fidanzatine” li richiamavano all’ordine.

È sempre stato timido e introverso; non gli è mai piaciuto essere al centro dell’attenzione come Jake o essere il più bravo a scuola come Quil.

A lui basta essere loro amico per stare bene, ma da quando Leah e Claire sono entrate nel cuore dei suoi amici, le cose sono iniziate a cambiare.

Ormai sono dieci anni che si conoscono e che stanno tutti i giorni insieme.

Negli ultimi mesi hanno iniziato a vedersi solo durante la settimana, perché i week end sono da passare con la propria ragazza.

Nelle ultime settimane i pomeriggi vengono dedicati alle uscite romantiche, al cinema, agli allenamenti, allo studio.

Negli ultimi giorni si vedono solo a scuola, ma anche lì la presenza delle ragazze si fa sentire.

Embry è felice; i suoi amici hanno trovato delle brave ragazze con cui passare il proprio tempo.

Embry è triste; i suoi amici hanno trovato delle brave ragazze con cui passare il proprio tempo lasciando lui da solo, troppo solo per i suoi gusti.

<< Tesoro non esci stasera? >> Seduto sul divano, con una ciotola di pop corn incastrata fra le gambe, si gira per guardare sua madre che si prepara per uscire.

<< No, non mi va. >> Torna a guardare lo stupido film sentimentale in onda, come ogni sabato sera, in televisione mentre sua madre gli augura una buona serata e si chiude la porta di casa alle spalle.

Sospira cambiando canale dopo l’ennesimo bacio dei due protagonisti.

La ciotola ormai è vuota e finisce sul pavimento insieme ad una bottiglia di Coca bevuta a metà.

Si guarda intorno cercando qualcosa da fare, perché, anche se è rimasto casa, si rifiuta di andare a dormire alle nove di sabato sera.

La libreria è piena di libri rosa di sua madre e di dvd visti troppe volte.

Si alza dal divano allungando le braccia verso l’alto, stiracchiandosi come un gatto che ha dormito troppo.

Il suono del campanello lo fa spaventare e quasi inciampa nella ciotola quando si gira per correre alla porta.

Sicuramente mamma ha lasciato le chiavi a casa.”

Non guarda nemmeno dallo spioncino, sicuro che sia la sua mamma un po’ sbadata ad aver suonato.

Abbassa la maniglia spalancando la porta di colpo. Una scatola colorata gli sbatte quasi sul naso mentre un << Buona sera! >> gli viene urlato nelle orecchie.

Fa un passo indietro spaventato da tanta enfasi e, finalmente, riesce a capire cosa sta succedendo.

Davanti a lui, con un’enorme puzzle ancora sigillato, Quil e Jacob sorridono allegri.

<< Ehi bello, guarda che abbiamo trovato! L’abbiamo visto al negozio in centro e non abbiamo potuto non comprarlo! >> Entrano in casa senza aspettare il permesso e, come al solito, si buttano sul divano in sala facendo posto sul basso tavolino davanti alla televisione dove sistemano il puzzle.

Un sorriso gli nasce sulle labbra guardando le teste dei suoi amici che spuntano dalla spalliera del divano, impegnati a togliere la plastica che avvolge la scatola.

Chiude la porta, accompagnandola finché il *click* della serratura non scatta.

Con gli angoli della bocca all’insù va in cucina a prendere un’altra bottiglia di Cola e una nuova busta di pop corn; tanto sa che i suoi due amici mangiano come dei lupi davanti ai loro puzzle.

<< Embry muoviti! Guarda che Quil lo finisce senza di te quest’affare! >> Jake, in ginocchio sul divano, si sbraccia come suo solito per richiamarlo.

<< Certo che lo finisco da solo, cavolo! Jake ogni volta metti i pezzi al contrario! >> Quil gli tira il coperchio di cartone in testa facendo ridere il padrone di casa, da sempre abituato a queste scene.

I primi pezzi s’incastrano tra loro e la cornice ben presto viene riempita dagli sgargianti colori dell’oceano in festa fra una battuta e una risata.

Perché si sa, l’amicizia è come un puzzle: s’inizia sempre dalla cornice che lentamente si rinforza, un tassello dopo l’altro, fino a diventare un quadro perfetto, difficile da rompere, e se anche qualche pezzo sfugge ci vuole solo un po’ di pazienza perché tutto torni alla normalità.

 

Jacob (ventisei anni)

Jacob è sempre stato un ragazzo spavaldo, uno di quelli che non ha mai paura; peccato che adesso sia terrorizzato a morte.
<< Dai amico calmati, stai iperventilando! >> Seduto su una poltrona, con la testa fra le gambe, prende dei grandi respiri per tentare di calmarsi.
<< Jake sei stato calmo fino a cinque minuti fa, non mi sembra il caso di agitarsi proprio adesso! >> Embry gli sventola un po’ d’aria fresca con uno dei giornali di moto ancora sparsi per la camera.
<< No-non mi ero ancora reso conto! >> Un altro respiro profondo e l’aria che esce a singhiozzi. << Sto facendo una cazzata! >> Ancora un respiro e le mani che tremano affondate nei corti capelli neri.
Ma come gli era venuta in mente un’idea del genere? Sposarsi…
<< No dico, ma mi avete visto? >> Si tira su di scatto e la vista gli si annebbia un momento per il movimento troppo veloce.
<< Sembro un pinguino vestito a festa. >> Le facce apatiche dei suoi due amici di sempre non sono proprio quello di cui avrebbe bisogno al momento.
Embry gli tira addosso la rivista che ancora teneva in mano, mentre Quil si limita a scuotere la testa e a borbottare.
<< Senti “pinguino” >> Quil fa il segno delle virgolette con le dita facendo ridere Embry accanto a lui. << Se non ti sbrighi ad uscire di casa e ad andare in chiesa quella tigre della tua quasi moglie ci farà a pezzi! >>
Moglie, sì ok quel quasi stona un po’, ma… Moglie.
<< E se poi finisce male? >> Il panico si era impossessato della sua mente già dalle prime ore del mattino, ma ora ha conquistato tutto il suo essere, rendendolo pavido come mai è stato.
<< Jacob… dopo dieci anni che state insieme ti viene da chiederti “e se finisce male”? >> Facendogli il verso Quil lo fa sorridere e la tensione si smorza un po' facendolo rilassare.
Di solito è Jake il burlone dei tre, sempre pronto a rendersi ridicolo pur di vedere il sorriso sui volti dei suoi due inseparabili amici.
<< Quil ha ragione; Jake, siete fatti l’uno per l’altra. >> La voce sempre calma e pacata di Embry è ora sicura e decisa come di rado capita.
Sospirando Embry esce dalla stanza, rientrando subito dopo con un sacchetto stretto fra le braccia.
Jake ha ripreso a respirare in modo quasi normale; con i nervi ancora tesi e la paura che si fa ancora sentire.
<< E’ nostro dovere, come testimoni, di impedirti di abbandonare quella bestia selvaggia sull’altare! Perciò adesso ti calmi e ci stai a sentire. >> Quil lo prende per le spalle scuotendolo bruscamente.
<< Tu e Leah siete come due tessere di un puzzle. Da soli non siete che comuni pezzi, ma insieme formate un incastro perfetto. >> A quelle parole gli tornano in mente tutte le volte che lui e la sua ragazza…
Moglie! si sforza di pensare.
Tutte le volte che lui e sua… moglie, hanno discusso, si sono arrabbiati, hanno fatto pace, sono stati insieme. Tutte le volte che lei l’aspetta a casa dopo il lavoro. Tutte le volte che si ritrovano a fare l’amore dopo aver litigato.
<< Jake ti abbiamo portato una cosa. Sappi che non è stato per niente facile ritrovarlo, ma ci sembrava il regalo più adatto. >> Dal sacchetto, Embry tira fuori una vecchia scatola ormai logorata dal tempo e da tante, troppe, mani che l’hanno anche solo sfiorata.
Le dita di Jake sfiorano i contorni lisi e scoloriti della scatola di un vecchio puzzle.
Allegri pesciolini nuotano in un oceano in festa.
<< Quando ci siamo ritrovati a fare questo puzzle, tutti e tre insieme per la prima volta, non sapevamo se la nostra amicizia sarebbe durata, ma ora, dopo vent’anni, eccoci ancora insieme. >> Alza lo sguardo, da quello che è stato l’inizio del loro trio, trovandosi di fronte i due bambini ormai cresciuti che gli sono sempre stati accanto.
<< Non puoi sapere come andrà a finire, ma se non ci provi, non lo scoprirai mai. Costruite la vostra strada, pezzo dopo pezzo. >>
Il suono del cellulare l’avvisa che è arrivato un messaggio.
“Se entro tre secondi mia madre non mi viene a dire che sei davanti a quel maledetto altare giuro che ti vengo a prendere a calci!”
Non riesce a trattenere una risata nervosa leggendo le parole della sua dolce metà.
Già se l’immagina a camminare avanti e indietro per la sua camera con il suo povero cellulare stretto in mano e le damigelle che cercano di calmarla.
Un nuovo avviso. Un nuovo messaggio.
“Jakie Ti Amo.”
Tre semplici parole che si vanno ad incastrare perfette nel suo cuore.
<< Sono pronto. Non voglio far aspettare mia moglie; non mi va di passare la prima notte di nozze in bianco! >>
Col sorriso sulle labbra si volta verso i suoi amici, che ricambiano abbracciandolo stretto fin quasi a soffocarlo.
<< Ehi grand’uomo… vedi di non dimenticarti dei tuoi amici ora che ti sei accasato! >> La voce di Embry è incrinata dall’emozione e anche gli occhi di Quil sono lucidi.
<< Tranquilli ragazzi… a Leah non piacciono i puzzle! >> Con l’animo tranquillo e i suoi amici al fianco si lascia la sua vecchia vita alle spalle, chiudendo la porta della sua vecchia camera.
Amore, amicizia.
Un incastro perfetto di vite, di emozioni, di storie.
Difficile da costruire, difficile da dividere.
Semplicemente Bello, come il calore di due mani che si appoggiano sulle spalle. Come il sorriso della tua perfetta metà che avanza sicura verso di te. Come le promesse che vi legheranno per sempre. Come un’amicizia che non si scioglierà mai.

 

The End

   
 
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