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Autore: Kicchina    06/06/2010    4 recensioni
[HBD BaKanda!][AU, OOC, Shounen'ai][LavixKandaxAllen]
In quel momento fu certo di due cose: la prima, che, qualunque fosse l'idiozia che stavano combinando quei due, non avevano assolutamente pensato di chiedere l'aiuto della cinese, prima di metterla in mezzo – che poi era proprio una delle cose da aspettarsi da due cretini come loro... - e la seconda, che li avrebbe ammazzati, oh se li avrebbe ammazzati.
Avrebbe estratto la sua adorata Mugen, avrebbe fatto scintillare la lama mentre osservava i loro volti terrorizzati e poi li avrebbe trapassati da parte a parte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nome: La Cosa Importante

Pairing: LavixKandaxAllen

Rating: Verde

Avvertimenti: AU, shounen'ai

Note: HBD Yu-chan! Mi sono auto-costretta a scriverla e nemmeno mi piace, mi sembrano tutti OOC ed ho fatto di tutto per farli uscire bene, ma non mi piacciono proprio -.- poi, è la mia prima ALK, se non mi sbaglio, quindi non sono proprio sicura sia ok... c'era qualcosa che volevo dire, ma l'ho dimenticata hehe beh, buona lettura (si spera) e magari un commentino non fa' mai male X3 baci!




La Cosa Importante




Kanda era incazzato nero.

Lo era con sé stesso, lo era con lo stupido coniglio e con l'inutile pidocchio, con Linalee e con quel cretino di suo fratello, ce l'aveva persino con il peluche dorato della mammoletta.

E non che solitamente fosse una persona calma e sorridente, ma quel giorno era davvero incazzato.

Partendo dal fatto che, dalla mattina a quella parte, era stato bellamente ignorato da entrambi i suoi coinquilini, che si limitavano a parlottare di nascosto ed interrompere ogni discorso non appena lo vedessero avvicinarsi di un raggio inferiore ai... quanti, 30 metri?! E no, non gli piaceva stare tra la folla, era un tipo solitario, amante della meditazione e del silenzio, ma, ehi! Aveva tutto il diritto di essere incazzato perché il coniglio non gli era saltato addosso appena lo aveva visto quella mattina e la mammoletta non gli aveva rivolto nemmeno una parola acida nel giro di dodici ore!

Poi, come se questo non bastasse, non appena rientrato dopo i corsi all'università, era stato letteralmente buttato fuori da casa propria con la scusa che Linalee avesse qualcosa da dirgli, che lo aspettava al bar di suo fratello e che avrebbe dovuto sbrigarsi perché sembrava una cosa importante.

Importante! Tsk! E, se proprio era così importante, perché aveva trovato il bar chiuso, una volta giunto lì?! E perché, convinto che avesse fatto più tardi del previsto e che lei lo aspettasse al suo appartamento, una volta raggiunta la palazzina, bussato venti volte e poi chiesto informazioni alla vicina pettegola, era venuto a sapere che quei due erano partiti la settimana precedente per Barcellona e che sarebbero tornati solo dopo quindici giorni?!

In quel momento fu certo di due cose: la prima, che, qualunque fosse l'idiozia che stavano combinando quei due, non avevano assolutamente pensato di chiedere l'aiuto della cinese, prima di metterla in mezzo – che poi era proprio una delle cose da aspettarsi da due cretini come loro... - e la seconda, che li avrebbe ammazzati, oh se li avrebbe ammazzati.

Avrebbe estratto la sua adorata Mugen, avrebbe fatto scintillare la lama mentre osservava i loro volti terrorizzati e poi li avrebbe trapassati da parte a parte. Possibilmente non sul tappeto nuovo, che quello l'aveva comprato lui, ma in fondo in quel momento gli sarebbe andato bene qualunque posto.

Salì l'ennesima rampa di scale, trovandosi al quinto piano, di fronte la porta di casa propria; inserì la chiave nella toppa e la fece girare, scurissimo in volto e con la precisa convinzione di fulminare con lo sguardo – e poi magari prendere anche a calci, perché no – chiunque gli avesse vietato l'accesso alla propria stanza.

Quando superò l'uscio, però, si rese conto che ad attenderlo non vi era né un esagitato Lavi - come invece era avvenuto precedentemente –, né rumori di alcun genere. Era tutto schifosamente silenzioso. Sbuffò, infilandosi le chiavi in tasca e sbattendo la porta, giusto per attirare l'attenzione, per far sapere che era tornato, perché era dannatamente incazzato e pretendeva che lo sapessero e ne temessero le conseguenze.

Il suono, tuttavia, fu coperto da un urlo proveniente da qualche parte imprecisata nella casa.

- Ma che diavolo fai, Allen!

- Ti dico che così è meglio, così è meglio!

- La ricetta non dice così!… No, non lo mettere, non farlo... Allen! Adesso ci toccherà rifarlo ancora!

- Ma prova a darmi retta almeno una volta! Di queste cose me ne intendo!

Kanda fece un attimo mente locale, posò la borsa dell'università – quella che prima non gli era stato permesso di riporre - nella propria stanza, poi decise di dirigersi verso la cucina, da dove sembravano provenire le voci dei coinquilini.

Spalancò la porta, ritrovandosi dinanzi i due sporchi da capo a piedi ed intenti a gettare nella pattumiera qualcosa di ancora fumante. Si pietrificarono.

- Ma che diavolo...?! -

Kanda impiegò pochi secondi per riconoscere gli ingredienti sparsi sul tavolo da lavoro: melanzane, miso rosso, cipollotti, gomasio...

- Che cavolo state combinando con gli ingredienti per la mia soba?! -

Allen sbuffò, incrociando le braccia al petto e mettendo su un'espressione offesa, voltando lo sguardo a Lavi.

- Ecco – disse - l'avevo detto, io, che una torta sarebbe stata un'idea migliore! -

- Una torta? - Lavi gettò la pentola nel lavabo, avvicinandosi all'albino con le mani sui fianchi – Ma se Yu mangia solo soba, mi dici che ce ne facevamo di una torta? -

- Oh, andiamo! Le torte piacciono a tutti! - rispose il più piccolo, sottolineando la frase con un ampio gesto delle braccia e puntando gli occhi sul rosso, il quale, tuttavia, non sembrava ancora convinto.

Kanda, dal canto suo, non era che ci avesse capito molto di quel che stavano dicendo, ma lo stavano indubbiamente nuovamente ignorando e questo non poté far altro se non aumentare la sua ira.

- Voi due! - sibilò, portandosi vicino ai due ragazzi con sguardo truce – Che diamine sta succedendo qui?! -

- Yu! Dillo anche tu ad Allen che le torte non ti piacciono! -

Sbarrò gli occhi, l'orientale, aprendo la bocca per rispondere, ma Lavi continuò senza attendere.

- Visto? Quindi avevo ragione io e l'unica opzione era la soba! -

- Questo solo perché baKanda è troppo acido perché possano piacergli i dolci, ma di norma vanno bene per chiunque! -

Kanda ringhiò, un ringhio basso e davvero, davvero, davvero trattenuto. Poi si voltò, deciso a raggiungere il prima possibile la propria camera, prendere Mugen ed ammazzarli una volta per tutte.

Si fermò dopo soli due passi, sentendosi avvolgere da delle braccia che riconobbe presto come quelle di Lavi.

- Scusaci, la sorpresa non è riuscita...- gli sorrise su una spalla, il rosso, stringendolo più forte a sé mentre Allen gli si parava davanti e, sorridente a sua volta, gli prendeva una mano e lo conduceva fuori dalla cucina, verso il salotto e poi sul divano.

Kanda ringhiò ancora, lasciandosi tuttavia trascinare, poi ripeté per l'ennesima volta la domanda:

- Che sta succedendo? -

Ancora sorridente, Lavi se lo tirò verso il proprio petto, mentre Allen si accoccolava sulle gambe dell'orientale, il volto rivolto verso i due compagni, e prendeva a parlare.

- Io volevo preparare una torta! Una di quelle a quindici piani, con il pandispagna, la cioccolata, la panna colorata e tutte quelle cose buone che si mettono sulle torte! Però – fece, guardando in cagnesco il rosso ed incrociando le braccia al petto – Lavi ha detto di no! -

- Ma dai, Allen! Dove ce la mettevamo una torta a quindici piani? E poi, tu lo sai preparare un dolce del genere? - il rosso, mentre rispondeva al più piccolo, continuava a muovere ritmicamente la mano tra i capelli di Kanda, un po' per calmarlo, un po' perché quei fili neri li adorava davvero. Tuttavia, alla risposta di Allen, le dita si bloccarono ed il suo sguardo si scurì appena.

- Ti ho già detto che avremmo potuto chiedere aiuto a Link.-

- Ed io ti ho già detto che non voglio che tu abbia niente a che fare con quel due nei. Andiamo, pare quasi spogliarti con gli occhi, ogni volta che ti guarda! -

- Vabbè, comunque alla fine Lavi – riprese l'inglese cambiando repentino discorso – ha deciso che sarebbe stato meglio preparare la soba. Solo che siamo totalmente incapaci in quello, e l'unico a cui avremmo potuto chiedere aiuto sei tu. Mentre con la torta...-

- Ok, ok, ho capito, domani compreremo una torta! -

Allen sorrise, sistemandosi meglio sulle gambe di Kanda e prendendo a disegnare cerchi concentrici sui suoi addominali.

- Ohi. - pronunciò l'orientale, incastrato tra i corpi dei due compagni – Per quale assurdo motivo avete deciso di sprecare gli ingredienti della mia soba, esattamente? -

Lavi rise, mentre Allen si bloccava momentaneamente, per poi riprendere a muovere la mano subito dopo e mormorare improperi riguardo alla riconoscenza ed allo spreco.

- Ma dai, Yu, non mi dire che ti sei dimenticato davvero che oggi è il tuo compleanno!-

Kanda fece schioccare le labbra, poi rispose scocciato:

- Ovvio che no! Non sono così facile da far fesso come te, cretino! L'ho capito da 'stamattina che progettavate stupidaggini per questa cosa! Il punto è: come vi è saltato in mente di sprecare gli ingredienti della mia soba e mandarmi in giro per il quartiere a vuoto per un'idiozia del genere?! -

- Non è un'idiozia! Per noi era importante, baKanda! -

- Come mi hai chiamato, moyashi?! -

- BaKanda, ti ho chiamato baKanda! Ed il mio nome è Allen! -

Lavi, dal canto suo, rise a quella visione, per poi portare le labbra al collo dell'orientale e baciarlo piano.

- Ok, la sorpresa è saltata – concluse – E ci dispiace davvero di aver sprecato la tua preziosa soba! -

Allen mormorò un indistinto “Non poi così tantoche Lavi riuscì a nascondere a stento premendogli una mano sulle labbra, poi l'albino saltò su improvvisamente e, precipitandosi fuori dalla camera, urlò qualcosa riguardo l'essersi dimenticato la parte importante.

Tornò nella stanza con in mano un pacco lungo e stretto, incartato con carta blu e nastri bianchi. Si sedette nuovamente sul divano, porgendo al giapponese il regalo.

- Sappiamo che questo equivale ad un suicidio, ma quando l'abbiamo vista non abbiamo potuto non pensare a te. Poi, Lavi dice che è importante...- spiegò il più piccolo.

- E' importante, ti dico! E ti ripeto ancora che con lei sicuro non ti farà niente! -

Kanda scartò il regalo titubante, per poi sgranare gli occhi alla vista del contenuto dello scatolo di cartone, trattenendo a stento un espressione di stupore.

Dinanzi agli occhi aveva una wakizashi dalla lama di circa 50cm, il fodero nero così come l'elsa e priva di guardia. Sembrava proprio la compagna della sua Mugen.

Lavi ed Allen sorrisero soddisfatti mentre Yu si rigirava tra le mani l'arma priva di fodero, osservandone attentamente la lama.

- Davvero – affermò d'improvviso Lavi – Non è necessario ci ringrazi a parole! -

- Tanto non lo avrei fatto lo stesso – puntualizzò l'orientale, ed Allen si lamentò con un sonoro “E ti pareva! . Si sporse verso Kanda, Lavi, poggiandogli le labbra sulla tempia destra, mentre l'inglese gli si avvicinava a sua volta e lo baciava delicatamente sulle labbra.

- Tanti auguri, Yu-chan! -

- Sì, tanti auguri, baKanda! -

Quella wakizashi era davvero perfetta, si ripeté Yu mentre il rosso gli sfilava dalle mani l'oggetto, poggiandolo sul tavolino lì vicino, e lo stringeva nuovamente a sé. Era talmente perfetta che, magari, per quella volta avrebbe potuto pure evitare di ucciderli.

Anche perché così avrebbe salvato il suo tappeto.








N/A PostFic: I samurai, a loro tempo, oltre che alla katana portavano anche un'altra spada, la cui lama era compresa tra i 30 ed il 60 cm, chiamata wakizashi o “guardiano dell'onore”. I samurai la usavano per fare seppuku e, mentre a volte capitava che girassero privi di katana, la wakizashi era sempre con loro. Ho pensato che anche Yu-chan, da bravo samurai qual'è, ne avrebbe voluta una XD

  
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