« And now I'm all alone again
nowhere to turn, no one to go to.
Without a home, without a friend
without a face to say hello to »
McKinley High School
Non avevo mai pensato a come potesse essere la mia vita senza il canto. Avevo sempre strettamente legato le due cose, come se fossero in simbiosi e non potessero esistere l’una senza l’altro: in effetti, immaginare la mia esistenza senza quella che realmente potevo definire la mia passione, non mi era mai lontanamente passata per la testa. L’idea di diventare una stella del canto era nata con me, nel vero senso della parola. Sebbene i miei genitori mi avessero spinta fin da piccola a guardare i musical di Brodway, sapevo che c’era qualcosa di più che mi legava a quello che per me non era solo un diletto passeggero, ma quasi una ragione di vita. Ricordo solo che, non so come, mi ritrovai a cantare. A squarciagola, sottovoce, mentalmente… cantare. E nel momento in cui la situazione stava sfuggendo al mio controllo, mi giunsero alla mente quei pensieri, che cercai di reprimere.
Camminavo per il corridoio, talmente vuoto e silenzioso che solo il ticchettio delle mie scarpe mi faceva compagnia. Osservai le cheerleaders tentare di truccarsi davanti agli specchietti dei rispettivi armadietti, chiedendomi quali fossero le loro maggiori preoccupazioni. Dopo essermi data sufficienti risposte stimai che in fondo, per quanto l’idea mi paresse sciocca e del tutto senza senso, le nostre situazioni non erano poi così diverse: entrambe lottavamo per un obiettivo. Che poi fare parte delle Cheerios per apparire sempre perfetta o portarsi a letto qualche giocatore di football mi sembrasse un obiettivo squallido, era un altro discorso.
SPLASH! Era un frappè alla.. fragola quello che mi arrivò diretto in faccia? Non era poi una novità che qualcuno mi tirasse un frullato addosso. E nemmeno osservare le risate dei compagni ridere alle mie spalle, mentre sconsolata proseguivo osservando il pavimento scolorito, tentando di ripulirmi la faccia con un fazzoletto, prontamente a portata di mano.
Mi stavo pulendo qualche residuo rosa dalla bocca, quando all’improvviso un annuncio in bacheca attirò la mia attenzione: “Glee club: iscrizioni aperte”. La scritta era a caratterei cubitali e rossa, scritta con un carattere che ricordava la scrittura di un bambino. Nessun iscritto, nessuna sorpresa. Ancora nauseata dall’odore di frappè, non esitai e non ci misi molto a mettere la mia firma nell’apposito spazio bianco: Rachel Berry ☆
Constatai soddisfatta che non sembrava uno scarabocchio, data la velocità con cui avevo scritto. Un sorriso consapevole dipinse la momentanea tristezza del mio volto.
Sarebbe stato l’inizio di qualcosa o solo l’ennesima vana speranza?