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Autore: Claudia    05/09/2005    28 recensioni
Nel salotto di Casa Weasley, tutti, compresi Harry ed Hermione, attendono con trepidazione che Ginny presenti il suo fidanzato nonché futuro marito. L’evento sarebbe una normale consuetudine familiare, se non fosse che l’identità del ragazzo continua ad essere oscura a molti. Ispirato all’omonimo film “Indovina Chi viene A cena.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Indovina Chi Viene a Cena

Indovina Chi Viene a Cena

Guess Who's Coming To Dinner

Nel salotto di Casa Weasley, tutti, compresi Harry ed Hermione, attendono con trepidazione che Ginny presenti il suo fidanzato nonché futuro marito. L’evento sarebbe una normale consuetudine familiare, se non fosse che l’identità del ragazzo continua ad essere oscura a molti. Ispirato all’omonimo film “Indovina Chi viene A cena.”

~*~

After all, a lot of people are going to think we are a shocking pair.

[John ~ Guess Who’s Coming To Dinner]

 

 

 

 

 

Molly Weasley guardò con apprensione il marito, stando seduta sulla poltrona del salotto. Da più di mezzora stava giocherellando con un fazzoletto di pizzo bianco ormai del tutto sdrucito che non aveva mai smesso di stuzzicare con le mani. Arthur Weasley ricambiò lo sguardo della moglie, sollevando gli occhi al cielo per l’apprensione della consorte. Entrambi erano seduti nel salotto: Molly indossava il vestito più costoso che aveva trovato nell’armadio, mentre Arthur indossava dei vestiti ordinari includendo un vistosa cravatta rossa che gli irritava il collo. Aveva fatto lucidare le scarpe nere che adesso risplendevano eccessivamente, riflettendo la luce zampillante che usciva dal camino.

Molly Weasley fissò l’orologio magico appeso ad una parete, inumidendosi le labbra con la punta della lingua. Sentiva l’impulso di tornare in cucina, chiudersi dentro la stanza e continuare a preparare piatti su piatti per smorzare l’attesa che andava essendo via via più snervante. Se non fosse stato per il vestito che portava addosso giurò che l’avrebbe fatto.

Arthur sospirò, aderendo completamente la schiena alla poltrona. “Calmati.”

“Io sono calma.” Ribattè Molly, alzando le spalle come una bambina capricciosa. Arthur abbozzò un mezzo sorriso, dimenticando quanto Molly non sapesse per niente mentire di fronte a lui o ai suoi figli. “Sono calmissima.”

“Tanto per cominciare, allora, metti via quel fazzoletto.” Ridacchiò, notando il rossore della moglie. Come scoperta a rubare la marmellata, Molly abbandonò il bianco pezzo di stoffa sul divano in modo tale da non poterlo afferrare di nuovo. “Quanto manca?”

Arthur sollevò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta che teneva tra le mani. Era stato ritrovato un reperto Babbano molto antico, ma evidentemente lui non avrebbe letto l’articolo per via di sua moglie. “Un quarto d’ora.” Disse, rifiondandosi nella lettura del giornale. Molly osservò perplessa il marito, giudicando la sua anomala tranquillità del tutto fuori luogo.

“Arthur, stai bene?”

“Magnificamente.”

“Come fai a leggere il giornale?” Gli domandò Molly vagamente perplessa.

“Mah, punto gli occhi su una frase e leggere mi viene naturale… a te non succede così?” Domandò ironico, mentre osservava un accentuato rossore sulle guance della moglie.

“Sì, ma lo stai leggendo al contrario.” Disse Molly, con una punta di trionfo nel tono della voce. Arthur non disse niente, limitandosi a mettere il giornale nella giusta posizione. Infine, prese a leggere quasi con ostinazione. Ecco il motivo per cui non aveva capito niente di ciò che aveva letto.

“Ho sentito qualcuno alla porta.” Molly si alzò di scatto, fissando il corridoio che conduceva all’entrata della casa.

“Si Materializzeranno, al massimo suonano il campanello.” Giudicò Arthur, gettando lontano il giornale, persa ogni speranza di leggerlo.

Crack

“Appunto.” Il signor Weasley scosse le spalle, osservando l’arrivo del suo figlio più piccolo. Ron scostò la neve sul proprio mantello, rabbrividendo. Aveva i capelli rossi scompigliati, il nodo della cravatta mezzo sciolto ed il fiato corto. A giudicare dal suo aspetto, con tutta probabilità, Ron Weasley aveva abbandonato la sua abitazione in fretta e furia. Molly alzò gli occhi al cielo, chiedendo al figlio di porgerle il soprabito. Ancora trafelato, Ron ubbidì alla richiesta della madre allungando il cappotto nero con una mano.

“Sono già qui?” Domandò, intervallando ogni parola con una boccata di ossigeno.

“No, sei stato il primo ad arrivare.” Arthur tornò a rivolgere la propria attenzione al suo giornale, ostinato a leggere l’articolo. Molly, invece, si avvicinò al figlio e con una poderosa stretta afferrò la cravatta di Ron. Il ragazzo, spiazzato dalla forza della madre, tossicchiò, lasciando alla madre l’arduo compito di rimettere in sesto la cravatta del giovane.

“Harry ed Hermione?” Domandò, abbassando lo sguardo sulla chioma fulva di Molly.

La donna scosse il capo, dando un ultima pacca al petto del figlio. Ron corrugò la fronte, pensando a quanto potesse suonare strano un ritardo di Hermione Granger. Ron si abbandonò a sedere, di fianco al padre, accavallando le gambe. Per qualche minuto lanciò delle occhiate alle pagine aperte del giornale, a volte socchiudendo gli occhi per leggere meglio alcune parole.

Di lì a poco si udirono due distinti crack che annunciarono l’arrivo di Bill Weasley e della moglie Fleur. Molly si diresse tutta felice verso la nuora, trascinandola in cucina con una parlantina tanto loquace che la giovane donna non poté rifiutare.

“Ohi, come è andata la luna di miele?” Domandò Ron, dando qualche gomitata al fianco del fratello più grande. Bill, per tutta risposta, arrossì violentemente e solo i rimproveri di Arthur rivolti a Ron bloccarono la curiosità di quest’ultimo. Ron, imbronciato, tornò a sedersi sul divano.

“Come va al Ministero papà?” Bill si versò da bere in un bicchiere che Molly aveva messo sulla tavola imbandita. Arthur scrollò le spalle “Come al solito, purtroppo.”

Bill sorrise, suo padre si annoiava parecchio quando non gli giungevano reperti babbani tra le mani.

“Com’era il Giappone, ragazzo mio?” Domandò Arthur, nominando il paese in cui Bill e Fleur avevano trascorso la loro luna di miele.

“Stupendo! Penso proprio che lo congiglierò anche a Ginny!” Un colpo di tosse ed un’occhiata cenerina da parte di Arthur facero mettere Bill sugli attenti.

“Naturalmente tra una decina di anni!” Detto ciò Bill si dileguò in cucina, raggiungendo la madre e la consorte.

Ron, rimasto in silenzio fino all’uscita in scena di Bill, tornò a guardare Arthur. “Papà, non mi dire che non te ne sei fatto una ragione…”

“Zitto tu!” Esclamò Arthur, rosso in volto.

Ron ridacchiò. “Perfino io ho accettato il fidanzamento di Ginny.”

Il ringhio simulato di Arthur fu ben udibile. Toccato nel vivo, Arthur gettò il giornale sul tavolo, abbandonando l’idea di leggere per quella sera.

Infine, Bill, Fleur e Molly tornarono in salotto, guardando ansiosi l’orologio magico. “Anche Fred e George sono in ritardo, benedetti figlioli!”

“Buh!”

Molly balzò sul posto, portandosi una mano al petto e trattenendosi dall’urlare. Dietro di lei, in parte nascosti alla vista degli altri, i gemelli Weasley avevano fatto la loro comparsa, con un ghigno soddisfatto stampato sul volto. Quando Molly minacciò di andare ad Azkaban per colpa loro, sia George che Fred iniziarono ad elogiare la bellezza della madre per distrarla dagli intenti omicidi nei loro confronti. “Carino quel vestito, mamma.”

“Vero? Pensate che l’ho trova― Non cambiate discorso voi due!” Sbraitò Molly, riavutasi dal tranello dei figli. I gemelli sollevarono i palmi delle mani contemporaneamente, in segno di resa.

“Un giorno o l’altro mi farete andare di fuori!” Sbottò Molly, trattenendosi dall’imprecare. Fred guardò la madre con uno sguardo del tipo ma se ci sei già, che la donna sorvolò, ripetendosi mentalmente che non poteva scagliare una Maledizione Senza Perdono contro un figlio.

“Buonasera a tutti!”

Le spalle di Molly sussultarono leggermente, mentre la sua cascata rossa di capelli prese a vorticare minacciosa. Il volto contratto della madre di famiglia tornò a distendersi come se niente fosse accaduto.

“Hermione cara!” Molly lanciò un piccolo grido stridulo che fece sorridere la giovane donna. In un batter d’occhio la donna afferrò le mani della giovane maga in un gesto affettuoso. Dietro alle spalle di Hermione si materializzò la figura di Harry, intento ad aggiustarsi gli occhiali sul naso.

“Harry caro!” Molly ripetè la stessa procedura anche con il Bambino Sopravvissuto. Il mago fu totalmente travolto dalla gioia di Molly e, incapace di allontanare la donna, si lasciò abbracciare come se stretto nella morsa di un serpente.

“Mamma, lascia andare Harry!” Sbottò Ron, in imbarazzo per il comportamento della madre. La donna lasciò andare Harry di malavoglia, torturando le guance del ragazzo con dei leggeri pizzicotti.

“Mamma!” Urlò Ron. Molly si allontanò con sguardo colpevole.

“Non è niente, anch’io sono felice di rivederla Molly.” Disse Harry, sistemandosi gli occhiali ed un ciuffo di capelli ribelle. Molly guardò orgogliosa i due ragazzi. Harry ed Hermione erano sposati da più di due e anni e vivevano ad Edimburgo, in Scozia. Il Bambino Sopravvissuto, ormai adulto, lavorava per il Ministero come Esterno, mentre Hermione si occupava della redazione di un piccolo giornale scozzese, ben noto nella patria degli Highlanders. La loro decisione di vivere in mezzo ai Babbani aveva sorpreso tutti, ma nessuno si era permesso di decidere della loro vita, tanto meno di influenzarla. Hermione, essendo maga solo per metà, sapeva vivere alla perfezione in un mondo dove la magia era solo un gioco da esibire, mentre Harry, le cui doti di adattamento erano impressionanti, aveva dimostrato di sapersela cavare anche in tale circostanza. In più, da circa cinque mesi, tutti loro erano stati allietati dalla notizia di un imminente pargolo in casa Potter.

“Come stai Hermione?” Domandò affettuosa Molly, osservando il ventre prominente della giovane maga. Prima ancora di attendere una risposta dalla ragazza, la signora Weasley la fece accomodare sul divano del salotto.

“Molto bene, grazie. Il mio Curatore dice che sta divinamente.”

“Però, cara,” disse Molly ,”Non dovresti Smaterializzarti. Potrebbe essere pericoloso!” Hermione scosse il capo sorridente.

“Posso farlo due volte al giorno, senza problemi!”

Molly annuì. “Sta attenta lo stesso.”

“Bene!” Proruppe Arthur Weasley. “Direi che a questo punto ci siamo tutti! Manca solo Ginny.”

“Senti papà,” Ron attirò su di sé l’attenzione del padre. “E’ da un po’ che ti volevo chiedere una cosa: ma chi è il fidanzato di Ginny?”

Arthur sbattè le palpebre. “Pensavo lo sapessi tu!” Disse al figlio.

Ron si puntò l’indice contro. “Io? Pensavo lo sapeste voi.

Arthur si voltò a guardare la moglie. “Tesoro?”

Molly scosse il capo. “Pensavo l’avesse detto a te, caro.”

Calò il silenzio.

“Bill? Fleur?”

I chiamati in causa si guardarono per poi negare con il capo.

“Fred, George?” I gemelli negarono.

“Vorreste dire,” Harry sgranò gli occhi sotto alle lenti ,”che non sapete chi è il fidanzato di vostra figlia e rispettiva sorella?”

Tutti annuirono con aria grave. “Incredibile!” Esclamò Harry, togliendosi gli occhiali.

“Eravamo convinti che almeno uno di noi lo sapesse! Ginny mi aveva detto di averlo confessato alla mamma!” Sbottò Ron confuso.

“A me ha detto Vedrai, a papà piace, piacerà anche a te!” Molly tentò di simulare la voce della figlia. Arthur, sentendosi accusato, sbottò che era compito di una madre sapere le questioni amorose della figlia.

“Potrebbe essere quel Dean Thomas?” Domandò Fleur pensierosa.

“Oppure Seamus?” Propose Fred.

“Se è per questo è stata anche con quel- come si chiamava? Michael Philipps.” Bill schioccò le dita delle mani al ricordo del nome.

“Oh, mio Dio!” Molly si lasciò cadere sul divano, tentando di non svenire. “Non so chi è il fidanzato di mia figlia!”

Arthur gli si fece vicino. “Tesoro, vedrai che ce l’ha detto e adesso non ci sovviene il nome.”

“Scherzi?” Urlò sconvolta Molly. “Ricorderei il suo nome anche tra un milione di persone!” Gracchiò la signora Weasley facendosi aria con il giornale del marito.

“E’ inutile fossilizzarsi ora, tra pochi minuti lo conosceremo.” Disse Bill, lanciando un’occhiata all’orologio.

A quelle parole seguirono attimi di interminabile silenzio, mentre parenti e non si scambiavano di tanto in tanto sguardi perplessi e sorrisi di circostanza. Harry aveva preso posto accanto ad Hermione ed era l’unico che, di tanto in tanto, dimostrava la sua perplessità riguardo alla questione. Molly seduta accanto ad Hermione continuava a sventolare la Gazzetta del Profeta per evitare che uno svenimento la cogliesse impreparata. Arthur, in piedi ed accanto a dove sedeva la moglie, teneva le braccia incrociate al petto, corrucciando la fronte alla ricerca di un nome maschile a lui noto. Bill e Fleur avevano preso posto su un paio di sedie, mentre in silenzio fissavano i presenti nel salotto e facevano qualche domanda sul lavoro di Harry. Fred e George erano scomparsi in cucina ed erano, forse, i meno sconvolti. Ron, invece, camminava su e giù per la stanza, con gli occhi fissi a terra e le mani intrecciate dietro la schiena. Si fermava solo intimato da Bill, ma quando il fratello terminava di riprenderlo, il rosso tornava a deliziare tutti con la sua ansia.

Non fu un’ esagerazione affermare che al suono del campanello, tutti quanti, eccetto Hermione, balzarono in piedi e chi già c’era si raddrizzò sull’Attenti. Per un paio di minuti tutti si fissarono rimanendo esattamente al loro posto. “Forse qualcuno dovrebbe andare ad aprire.” Intervenne Harry.

A tale affermazione, Arthur si diresse verso la porta di ingresso, mentre i restanti si addossarono allo stipite della porta curiosi di conoscere l’identità dello sconosciuto. Quando il signor Weasley aprì, una ventata di aria fredda accompagnò l’ingresso di una donna dai capelli ramati, avvolta in un cappotto nero di Shirley. Ginevra Weasley gettò le braccia attorno al padre, coprendolo in parte con la neve che le era caduta addosso.

“Ero quasi sul punto di dire Alohomora,” scherzò Ginny entrando nel salotto, “cosa stavate combinando voi altri?”

Ginny salutò ciascuno di loro con un abbraccio affettuoso e quanto mai delicato quando la rossa si trovò di fronte Hermione Granger. Osservò con uno scintillio curioso il ventre della donna, sorridendo sorniona ad Harry che stava in piedi accanto a loro. Le guance del Bambino Sopravvissuto si avvamparono di un rosso scarlatto, mentre, da sotto le lenti, tentava di guardare altrove. Infine Ginny salutò la madre che, come in un incontro di Smackdown Babbano, afferrò la figlia con vigore.

“Ginny,” disse Molly abbozzando ad un sorriso. “Sei sola?”

Ginny guardò la madre con cipiglio, mettendosi poi a ridere. “No, scherzi? Ho detto che ve l’avrei presentato. Sta semplicemente parcheggiando la macchina fuori… non è, come dire, molto avvezzo a questo genere di cose.”

“Macchina?” Si stupì Arthur. Oh, bè… sembrava che il suo futuro genero amasse le cose Babbane, non poteva che essere un punto a suo favore.

“Vorrà dire che quando entrerà gli preparerò una cioccolata calda. Gli piace?” Domandò incuriosità Molly, sperando che la figlia pronunciasse almeno il nome dell’uomo. Ginny, al contrario, si limitò a fare un cenno col capo.

“Senti sorellina…” Ron, che fino a quel momento aveva partecipato in silenzio al ritorno di Ginny, si fece avanti, imbarazzato, con lo sguardo che percorreva ogni volto presente. “Ehm, dunque, so che potrà suonarti strano ma… ecco, non so ancora chi sia questo fantomatico fidanzato.”

Ginny osservò il fratello stuzzicarsi una guanca con la punta delle mani. Tentò di sorridere, guardando la figura del padre. Molly, nel mentre, era tornata dalla cucina attirata dalla domanda diretta del figlio. Ginny, visibilmente a disagio, giocherellò con il cappotto che ancora teneva in mano, mentre uno sguardo di disapprovazione prese a nascerle sul volto.

“Papà, non gliel’hai detto?”

Il padre di famiglia, accusato per la seconda volta, tentò di giustificarsi invano. “MA io te ne ho parlato proprio un mese fa! Come fai ad essertene dimenticato?!” Urlò stizzita Ginny. Harry si sorprese nel constatare che la ragazza stava perdendo, stranamente, la calma.

“Suvvia, Ginny, non essere sciocca, papà non pu―” tentò di dire Molly.

“E invece sì! Papà non mi a minimamente ascoltato!” Piagnucolò Ginny, arretrando di qualche passo. Molly iniziò a lanciare occhiate di disapprovazione al marito.

Dopo qualche secondo di silenzio, Harry si intromise nel discorso. “Non vedo il problema, tutti noi lo conosceremo ora.”

Ginny parve impallidire di colpo, come se un sacco di farina avesse ricoperto le sue sporadiche lentiggini. “Va- vado a vadere a che punto è.” Disse, scomparendo da dietro la porta di ingresso. Quando la figlia se ne fu andata, Arthur tentò di scagionarsi dalle accuse.

“Molly, non crederai che me lo sia dimenticato! Non me l’ha detto, tutto qua!”

“E che motivo avrebbe avuto di non farlo?” La frase della signora Weasley fu in parte coperta da un rumore esterno. Tutti i presenti, dopo uno sguardo veloce, accorsero alla porta di ingresso e Ron, per primo, si appoggiò al legno per origliare quella che aveva tutta l’aria di essere una conversazione.

“Cosa vuol dire che non lo sanno?!” Sia Ron che Harry sollevarono un sopracciglio, non era una voce totalmente sconosciuta.

“A quanto pare mio padre non ha sentito niente quando gli parlavo di te!” Alle parole della figlia, Molly tornò a guardare il marito con rimprovero.

“Se là dentro nessuno lo sa, io me ne torno a casa!” Probabilmente Ginny aveva afferrato una manica dell’uomo perché questo si era bloccato all’improvviso.

“Andiamo.” Tentò di suonare sicura la ragazza.

“Vuoi scherzare? Dovevo immaginarlo che era andato tutto fin troppo bene.” Grugnì l’uomo. La voce di Ginny giunse dopo qualche secondo. “Anch’io m sono sorpresa quando papà non ha reagito, ma può darsi che tutto sia meno complicato del previsto.”

Seguì una pausa dell’uomo. “TUTTO è complicato, Ginevra. Fino a prova contraria tuo padre non sa nemmeno chi sono!”

“Andiamo,” Ginny lo schernì , “hai forse paura, Malfoy?”

Di lì a poco un enorme frastuono provenne dall’ingresso. Ginny si voltò di scatto, spaventata, notando suo padre, Fred, George, Ron ed Harry stesi a terra con i volti nella loro direzione.

“MALFOY?!”

Ginny non capì se quello del fratello fosse un urlo isterico o di sorpresa. Draco Malfoy, per tutta risposta, incrociò le braccia al petto guardando i tre con aria di sufficienza. Ginny gli scoccò un’occhiata allusiva, mentre rivolgeva di tanto in tanto sguardi vergognosi alla madre.

“LUI, sarebbe il TUO fidanzato?!” Gracchiò Ron, visibilmente sconvolto.

“Esattamente.” Ribattè gelida Ginny.

“Il MIO futuro COGNATO?!”

Draco sorrise sprezzante. “A quanto pare sai fare due più due Weasley.”

Ron colse la provocazione, ma fu prontamente bloccato dal padre. “Che ne dite di proseguire la conversazione in salotto?” Domandò Hermione, tentando di riappacificare gli animi.

Tutti, Draco per ultimo, entrarono nel salotto che parve molto più piccolo del normale. Lui e Ginny rimasero in piedi, pronti per essere giudicati da un tribunale fatto di lentiggini e capelli rossi. Molly tentò di offrire a Draco la cioccolata che aveva preparato, ma la sua iniziativa fu bloccata sul nascere dal figlio Ron.

“Ginny, voglio una spiegazione!” Disse Ron, guardando torvo Draco.

Arthur si schiarì la voce con un colpo di tosse. “Ron, fino a prova contraria, il padre sarei io. Avanti, tesoro.” Intimò la figlia a parlare. Ginny aprì la bocca per parlare, ma le parole giuste non le vennero in mente. Infine, dopo svariati tentativi, tornò ad accusare il padre.

“Un mese fa sono entrata nel tuo ufficio, ricordi?”

Arthur parve riflettere, annuendo. “Era agli inizi di dicembre, me lo ricordo perché ero andata a Londra per comprare i regali di Natale.”

“Ah!” Hermione attirò su di sé l’attenzione. “Quel maglione rosa è molto carino, mi sta alla perfezione!” Disse allegramente la ragazza. Ginny le sorrise compiaciuta. “Vero? Sapevo che ti sarebbe piaciuto, il rosa ti dona mo─”

“AHEM.” Ron simulò un colpo di tosse.

“Oh, sì ecco…” Ginny tentò di riprendere il filo del discorso. “Venni nel tuo ufficio al Ministero e ti dissi chiaro e tondo che vi avrei presentato il mio fidanzato dopo Natale.”

“Impossibile lo avrei ricordato!” Sbottò Arthur. Ginevra sbuffò esasperata. Hermione osservò padre e figlia, infine, sollevandosi lentamente guardò Harry. “Tesoro, potresti andare a prendermi la bacchetta nel cappotto?”

“A che ti serve?” Domandò perplesso Harry.

“Vuoi?” Hermione sorrise dolcemente, ma Harry comprese il tono autoritario che si celava dietro tale espressione. Per questo, si diresse verso l’attaccapanni dove Molly aveva appesso i loro soprabiti, estraendo da quello di Hermione la bacchetta della donna. Tornando dalla consorte, Harry passò di fianco a Malfoy, rivolgendogli un’occhiata sprezzante e mista a stupore che l’ex-Serpeverde contraccambiò. Hermione, notando lo sguardo di Harry, prese la bacchetta e con un colpetto secco ma non eccessivamente forte, picchiettò la mano del mago.

“Cosa intendi fare, Hermione?” Domandò Ginny, con la vaga speranza che l’amica risolvesse il guazzabuglio che si era venuto a creare. Draco, a fianco di Ginny, guardò la maga e il ventre prominente. L’idea che stesse per nascere una copia di Potter lo disgustò parecchio, ma lasciò perdere i commenti sarcastici per evitare le grida isteriche della fidanzata.

“Semplicemente vederci chiaro.”

“Per quello basta accendere la luce.” Commentò stupidamente Ron, guadagnandosi un’occhiata torva dalla donna. Harry si avvicinò in tutta fretta all’amico, e Ginny captò qualche frase nell’opera di convincimento del mago: le donne gravide sono altamente suscettibili.

“Stavo dicendo,” disse Hermione respirando a fondo , “che basterà in un incantesimo per capire come sono andate veramente le cose.”

“Cara, non devi affaticarti!” Tornò a dire Molly premurosa. Hermione sorrise alla donna, intenzionata a portare a termine il proprio intento. Sollevò la bacchetta pronunciando una formula magica che in molti non avevano mai sentito. “Tempus Remotus.”

Dalla punta della bacchetta si sprigionò una scintilla. In seguito, Hermione disegnò un cerchio nell’aria, i cui contorni presero a scintillare leggermente. Con grande sorpresa di tutti, all’interno del cerchio stava Arthur Weasley, comodamente seduto nella scrivania del suo ufficio.

“Quello sono io!” Esclamò emozionato l’uomo.

L’attenzione di tutti fu infine spostata sull’arrivo di Ginny.

“Ciao papà!”

“Ciao tesoro!” Il volto di Arthur si era disteso in un sorriso, fino a quando l’uomo non era tornato a trafficare con un curioso oggetto rettangolare. Ginny osservò il padre, aggrottando la fronte.

“Che stai combinando?” Domandò, notando che suo padre rivolgeva l’oggetto contro una scatola di plastica posta su un mobile accanto. La ragazza osservò la scatola con attenzione: era fatta interamente di plastica eccezion fatta che per un vetro sul davanti. “Papà?”

“Hanno ritrovato questo Manufatto proprio stamane!” Esclamò Arthur con entusiasmo. “Aspetta, si chiamaAfferrò un pacco di fogli, mentre gli occhi gli stintillavano per l’emozione “Ah, sì, televisione!”

Ginny si sedette su una poltrona che fronteggiava la scrivania, senza distogliere la sua attenzione dalla cosa babbana. “Tele- che?”

“Televisione. I Babbani la usano per vederci dentro le cose!”

“E che genere di cose?”

“Oh, questo non lo so. Questo telecomando invece dovrebbe accenderla… la spina l’ho attaccata.”

Ginevra incrociò gli occhi: telecomando, spina… ma che razza di parole erano?

La ragazza distolse infine lo sguardo, fissando il padre. Aveva mutato espressione.

“Senti, papà, dovrei parlarti di una cosa… hai tempo?”

Senza nemmeno guardarla, Arthur fece cenno di sì col capo. “Ecco, dunque… io mi sono fidanzata!”

Ginny parlò tutto d’un fiato, trattenendo l’aria e attendendo una reazione da parte del padre. Intanto, nel salotto, Ginevra era arrossita violentemente, mentre Molly lanciava sguardi sempre più incendiari contro Arthur.

“Oh, bene!”

Ginny sgranò lo sguardo, osservando perplessa il padre. “Papà, ma hai sentito quello che ho detto? Pro probabilmente… ci sposeremo…”

“Cara, io sono felice!” Disse premendo con forza uno dei tanti bottoni sull’oggetto rettangolare. “E chi sarebbe il fortunato?”

A quella domanda, Ginny si raddrizzò sulla sedia, iniziando a torturarsi una ciocca di capelli.

“Ehm, vedi… questo sarebbe il problema…si tratta di Draco Malfoy e

“SI E’ ACCESA!”

L’urlo di Arthur, nonché il rumore che proveniva dalla scatola, mescolati alla tensione di Ginevra, fecero balzare la ragazza sulla poltrona. La donna si portò una mano al petto, cercando di riprendersi, mentre il padre aveva preso a saltellare felice. Infine, l’uomo, afferrò le mani della figlia, riversandole contro tutto il suo entusiasmo.

“Tesoro, portalo a casa dopo Natale – oddio s’è accesa – mamma sarà felice di incontrarlo!” Squittì Arthur. Ginny, un poco interdetta, infine sorrise.

“Arthu~~~~~uuuuu~~~rrrr………” La voce spirata di Molly fece sobbalzare il consorte. Perfino Draco, che fino ad allora aveva osservato con interesse la scena, pensò di non individiare affatto il padre della fidanzata. Arthur, nascondendosi dietro a Ron, cercò di dissuadere la moglie dai propri intenti omicidi.

“Cara, avanti, non─”

“TU e i tuoi maledetti aggeggi babbani!” Ginny osservò la madre che, con un gesto d’esperienza, si sollevò le maniche del vestito, avanzando verso Arthur. “Tua figlia ti dice che si sposa e TU non batti ciglio?!”

“Ehm, è che quella televisione era così─” Notando lo sguardo assassino di Molly, Arthur bloccò il tentativo di parlare sul nascere.

“Adesso che tutto è risolto…” intervenne timidamente Fleur.

“RISOLTO?!” Sbraitò Ron, diventando paonazzo quanto i suoi capelli. “NON è per niente risolto! Mia sorella non sposerà MAI un Malfoy!”

“Draco.” Puntualizzò Ginny, facendo una leggera smorfia rivolta a Ron.

“Resta comunque un MALFOY e un MANGIAMORTE!”

Ginny strinse i pugni lungo i fianchi, fece per ribattere, ma una mano di Draco sulla sua spalla la fece desistere. “Sì, è vero. Sono un Mangiamorte.”

Tali parole furono tanto dirette che il silenzio calò nuovamente nel piccolo salotto. La voce bassa di Ginny distolse l’attenzione dei presenti dal fidanzato. “Harry,”

Il chiamato in causa guardò la giovane donna. “Harry,” continuò Ginny , “tu sai bene che Draco ha smesso di stare dalla parte di Tu-sai-Chi da più di un anno.”

Harry guardò la donna, annuendo. “Sì, ma so anche che non si è unito a Silente.” E con ciò squadrò l’ex-Serpeverde. Draco si passò una mano tra i capelli, si diresse verso la tavola imbandita e bevve il contenuto di un bicchiere postovi sopra. Ron fece per protestare, ma Ginny gli pestò prontamente un piede.

“Vino di terza scelta,” borbottò, fissando il bicchiere del tutto vuoto. “Potter,” prese a dire poi, “Io ho abbandonato Voldermort semplicemente perché i suoi piani non combaciavano con il mio tornaconto personale. Tuttavia, credo di avere un’integrità morale parecchio forte che mi ha impedito di venire da voi a farmi commiserare come un fallito. Io ho fatto delle scelte e le ho portate avanti. Lungi da voi giudicarle. Io sono diventato Mangiamorte per mia scelta e probabilmente se tornassi indietro lo diventerei nuovamente. Io non mi pento di niente, capito Potter?”

“Quello che non capisco,” intervenne Fleur, “è il motivo per cui hai scelto Ginny.”

“Fleur ha ragione,” asserì Bill, “voglio dire, Malfoy, Ginny è una di noi e potenzialmente una tua nemica. Anche se hai abbandonato Voldermort come tu vai dicendo, niente mi impedisce di pensare che sia solo una strategia per colpire l’Ordine.”

“Bill!” Esclamò Ginny. Draco simulò un sorriso.

“In confronto a qualcun altro,” disse, volutamente riferito a Ron, “Sono abbastanza intelligente da comprendere la vostra presa di posizione nei miei confronti e non posso far altro che rispettarla. Ginevra è stata una delle tante scelte che mi sono capitate davanti e che probabilmente rifarei se tornassi indietro. Signora Weasley...”

Molly puntò gli occhi contro Draco. “Lei che è una donna, crede davvero che un Mangiamorte non possa provare amore?”

Molly stette in silenzio per molti secondi, mentre Ron andava di tanto in tanto sbuffando. “Amore è un termine troppo complicato anche per un Malfoy,” disse la donna, “in special modo se quest’ultimo è un Mangiamorte.”

Draco scrollò le spalle. “I Mangiamorte rimangono pur sempre esseri umani, creati con gli stessi sentimenti di tutti voi. Non sta scritto da nessuna parte che un Malfoy non possa amare una persona.”

Effettivamente era così.

“Mamma? Papà?” Ginny tentò di richiamare l’attenzione dei genitori.

“E quando vorreste sposarvi?” Sbottò Ron, perplesso.

“Non abbiamo ancora deciso,” Ginny guardò Malfoy, “Draco preferiva conoscervi.”

“Puah.” Molly scoccò un’occhiata severa a Ron.

Arthur si schiarì la voce. “E va bene, vorrà dire che acconsentiremo al fidanzamento e a ciò che verrà in seguito ad una sola condizione.” Tutti i presenti si voltarono a guardare il padre di famiglia alquanto sorpresi. Le labbra di Hermione si incresparono in un leggero sorriso.

“Sentiamo.” Draco incrociò le braccia al petto, soppesando le parole di Arthur. Quest’ultimo fece un profondo respiro, puntando l’indice contro il ragazzo in modo teatrale.

“Se mi dirai qual è la capitale dell’Uzbekistan, avrai il permesso di stare con mia figlia!”

A quella pretesa, un coro di mormorii si sollevò nella stanza, accompagnati da sguardi perplessi e attoniti. Fred e George, udendo la ridicola condizione del padre, presero a ridacchiare complici. Fleur e Bill si guardarono sconcertanti, mentre il secondo si domandava sull’integrità mentale del padre. Harry fissava consternato Hermione che probabilmente conosceva la risposta. Ron guardava il soffitto alla ricerca di una risposta che ovviamente non sapeva. Ginny guardò adirata il padre.

“Papà, ma che─”

“Ginny, noi siamo una famiglia di Babbanofili. Mi sembra normale che il mio futuro genero sappia almeno qualcosa sui Babbani e sulle loro città, no?” Domandò, alludendo con lo sguardo a Malfoy. L’ex-Serpeverde rispose al ghigno del suocero, ammettendo che l’uomo era più furbo di quanto suo padre gli avesse mai detto.

“Il famoso Draco Malfoy sconfitto da una capitale!” Ron ridacchiò divertito.

“Oh, sta zitto che nemmeno sai cos’è l’Uzbekistan.” Gli rinfacciò Ginny.

Punto nel vivo, Ron rimase in silenzio, borbottando frasi senza senso.

“Allora,” fece Arthur, “visto che Malfoy non sa darmi una risposta, sono costretto a rifiutare il mio consenso.”

“Ma─” protestò Ginny.

“Taskent.”

Ginevra si voltò a guardare Draco con uno sguardo interrogativo. “Come?”

“La capitale dell’Uzbekistan è il Taskent.”

Tutti fissarono il biondo con un chiara sorpresa. “Arthur?” Domandò titubante Molly. Il signor Weasley aggrottò la fronte, davanti allo sguardo convinto del giovane. Mormorando, scomparì dal salotto e tornò con un pesante volume tra le mani. Pronunciò la parola Uzbekistan e il libro prese a sfogliarsi in modo frenetico fino a quando non si fermò a una pagina, probabilmente la tremillesima. Harry si sporse un poco per scorgerne il contenuto, ma tutto ciò che vide fu la chiara espressione stupita che trapelò dal volto di Arthur.

“Per Merlino! E’ esatto!”

Un coro di eh, cosa, non è possibile si diffuse tra le quattro pareti, mentre il sorriso trionfante di Draco Malfoy fu una chiara testimonianza delle sua vittoria. Arthur Weasley richiuse il pesante volume, cercando di dare un contegno al proprio stupore.

“Ogni promessa è valida,” disse con tono solenne, “Draco ha risposto correttamente, pertanto non ho motivo di oppormi.”

Ginny si lasciò sfuggire un gridolino eccitato, mentre il cipiglio di Ron andava via accigliandosi.

“Adesso che è davvero tutto a posto,” disse allegramente Fleur, “Potremmo cenare?” Molly, come riscossasi dalla sorpresa, annuì, mentre un grembiule da cucina prese a svolazzare nella sua direzione. Hermione, aiutata da Harry, si portò in piedi e sorrise dolcemente a Ginny.

“Dimmi una cosa, Gin, come mai siete venuti in macchina?”

“Quella cosa si chiama ‘macchina’?” Domandò Malfoy con una smorfia. Ginny annuì, infine tornò a rivolgersi ad Hermione.

“Pensavo veniste dal camino…” Harry lanciò uno sguardo alla propria compagna, mentre Ron, dall’altro della stanza sbraitò. “TU sapevi che era Malfoy ad essere fidanzato con Ginny?!”

Hermione si strinse nelle spalle. “Sì.”

“E non hai detto NIENTE?!”

“Non so questioni che mi riguardano,” sintetizzò la maga. Gli altri componenti della famiglia Weasley osservarono la signora Potter con rinnovata sorpresa. “Oggi è davvero la serata delle sorprese,” affermò Molly perplessa.

“Comunque… Gin, mi sorprende che Malfoy, con il dovuto rispetto, sappia guidare un’auto.”

“Ci sono stato costretto.” Sbottò l’ex-Serpeverde. Allo sguardo della madre, Ginny si affrettò ad aggiungere. “Il fatto è che il Medimago mi ha vietato di smeterializzarmi oltre due volte al giorno.”

“Oh, capisco il Medima─ CHE?!”

Molly ed Arthur sgranarono gli occhi, imitati dal resto dei presenti. Ginny arrossì violentemente, mentre Draco si fece di un leggero rosato.

“Sì, aspetto un bambino.”

“COSA?!” Ron sollevò gli occhi al cielo e svenne rumorosamente a terra. Harry non fece in tempo ad afferrarlo ed inginocchiandosi tentò di rianimare l’amico.

Molly si raggiunse il volto con le mani. “Da quanto?” Squittì.

“Un mese.”

“Arthur, saremo nonni!” Molly guardò il consorte, visibilmente sorpreso. “I-Immagino di.. sì.”

Harry attirò l’attenzione di tutti con un colpo di tosse. “Scusate, potreste darmi una mano?” Disse, indicando Ron svenuto a terra. Draco osservò disgustato la smorfia impressa sul volto del ragazzo, mentre quest’ultimo andava attribuendo il nome Malfoy a nipote e cognato.

Draco abbassò lo sguardo sul ventre di Ginny e sorrise sarcastico. “Niente capelli rossi, figliolo.”

Fine

 

N/A: era da molto tempo che volevo scrivere una one-shot dalle tinte allegri su Draco e Ginny e direi che per molti versi ci sono riuscita. L’ispirazione, come detto all’inizio, va al film “Indovina chi Viene a Cena” di Kramer, che a mio parere calza a pennello anche per questa coppia. Spero che l'enigma della capitale sia stato abbastanza difficile... mi sono basata sulle mie conoscenze geografiche, parecchio scarse ad essere sinceri. Niente mi impedisce di farne un seguito o addirittura un prequel, ma per il momento preferisco terminare così questa storia. Spero che vi siate divertiti a leggerla come io a scriverla. Che altro dire? Attendo di sapere cosa ne pensate, per il resto, buona giornata a tutti quanti voi.

Claudia

  
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