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Autore: Chanellina94    08/06/2010    12 recensioni
Come al solito partiamo da dopo l'abbandono di NM... Bella ha tutte le intenzioni di buttarsi dallo scoglio e farla finita, quando qualcosa la blocca e le mostra alcune verità sconvolgenti... Adozioni? Streghe? Poteri Speciali? Scuola di magia? Portali dimensionali? Bella si troverà immersa fino al collo in una realtà completamente diversa da quella in cui ha vissuto fino ad allora... E intanto, i Cullen?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Salve a tutti!!! Allora!!! Prima di tutto, nello scorso capitolo ho dato il mio contatto di facebook, ma mi avete detto che ci sono più persone e che non sapevate chi aggiungere... allora! Io sono quella con i capelli rossi tagliati a caschetto... non vi do altri dettagli semplicemente perché non mi ricordo quale foto ho come profilo! x) Su msn invece il contatto è sissi_chanel94@hotmail.it ... mi avevate detto che non si vedeva il trattino basso! Direi che ho detto tutto...
I'm so sorry, ma non ho il tempo di rispondere alle recensioni... la prossima volta, ok??
Coomunque... gustatevi questo bel capitoletto triste triste da parte di Alice!!! Un baciooooo

Ci manchi...
ALICE (5 anni prima)

Mi alzai il cappuccio della felpa ed entrai nel cimitero di Forks.
Ero sola, tutti gli altri erano rimasti a casa... Ed e Jazz sarebbero voluti venire con me, ma li avevo convinti a non farlo... Per Edward sarebbe stata la goccia che faceva traboccare il vaso, la vista della tomba di Bells lo avrebbe annientato... E Jasper... non volevo alimentare ulteriormente i suoi sensi di colpa. Per quanto tutti gli ripetessimo che non era così, si ostinava a pensare che, se fosse riuscito a mantenere il controllo, forse non ce ne saremmo andati e Bella sarebbe ancora viva... vampira, forse, ma viva.
Io invece volevo andarci. Volevo la conferma della mia visione. Volevo vedere la sua tomba e accertarmi che il mio incubo fosse davvero diventato realtà.
Camminai lentamente fra le lapidi più vecchie... quelle più recenti erano dalla parte opposta del cimitero.
Il guardiano era lì vicino e, per sicurezza, decisi di chiedere informazioni a lui.
“Mi scusi, la tomba di Isabella Swan?”
Lui sospirò.
“Quella povera ragazza... Venga, Signorina, da questa parte. Lei è una parente?”
Cosa rispondere? Sì, no? In un certo senso?
“Cugina di secondo grado. Ho saputo che era morta e, dato che ero nella zona ho voluto venire.” mentii.
“Capisco” disse solamente lui
“Com’è successo?”
L’uomo sospirò e iniziò a raccontare.
“Come forse saprà, Isabella si è trasferita qui dopo il secondo matrimonio della madre, venendo a vivere dal padre. Qui, ha incontrato una famiglia un po’ particolare, i Cullen... era innamoratissima di uno di loro e, quando lasciarono la città, cadde in un acuto stato di depressione. Dopo un mese passato a vivere come un automa, decise di uccidersi, buttandosi dalla scogliera di La Push.”
Volevo piangere, sfogare tutto il mio dolore con amare lacrime di disperazione.
Come avevamo davvero potuto credere che la nostra partenza sarebbe stata un bene per lei?
No, onestamente, ma quanto eravamo stati ciechi?
Non dissi nulla, perché intanto avevamo raggiunto la lapide che tanto avevo cercato e che ora non avrei mai voluto vedere.
Era in marmo bianco, molto curata. La foto era quella scattata il giorno del ballo di primavera, avrei riconosciuto quel sorriso fra mille. Anche i fiori erano numerosi e si vedeva che qualcuno veniva lì tutti i giorni a prendersene cura.
“La ringrazio” sussurrai al guardiano, che annuì e si allontanò.
Mi inginocchiai di fronte alla tomba e sfiorai la foto con un dito.
“Ehi, sorellina!” mormorai “non credo che tu possa sentirmi ma... sono qui, visto? Oh, Bellina, mi dispiace così tanto! Non so se tu abbia mai trovato la lettera che ti ho lasciato prima di andarmene, ma visto ciò che è successo, temo di no. Bella, mi manchi così tanto... Se quando ce ne siamo andati mi mancavi terribilmente, adesso è ancora peggio... Allora mi consolavo dicendo che, forse, almeno tu eri felice, che avresti avuto una vita piena di soddisfazioni... Sorellina, perché lo hai fatto? Perché ti sei uccisa gettandoti da quella stupida scogliera? Non hai pensato a Charlie? E a tua madre? E a noi? Bella, quando ce ne siamo andati... davvero, non avremmo mai pensato che sarebbe finita così! Eravamo davvero... convinti che andandocene avremmo potuto regalarti una vita normale. Siamo stati malissimo, tutti, anche Rose ci credi? Ma... Oddio, sorellina!!! E io come faccio senza di te???"
Iniziai a singhiozzare sommessamente, senza vergogna. E, in fondo... di cosa avrei dovuto vergognarmi, poi? La mia migliore amica, la mia sorellina era morta, ed era successo per colpa nostra.
Un odore di cane bagnato mi riscosse. Era una puzza strana... non avevo mai sentito nulla di simile...
Non feci nemmeno in tempo a girarmi che qualcosa di grosso, duro e incredibilmente caldo mi gettò a terra.
Quando riuscii a vedere cos'era, spalancai gli occhi dallo stupore: un enorme lupo rossiccio che mi ringhiava contro.
Ma... com'era stato possibile che fosse stato così forte da riuscire a scagliarmi a terra? E, poi, per quale diavolo di motivo il suo odore era così ripugnante? E perché non avevo visto nulla???
Mi fissava con uno sguardo intelligente, ma pieno di odio... Ringhiava ed era accucciato in posizione di attacco. Una lampadina si accese nella mia mente: i nemici giurati dei vampiri. I licantropi.
"Jacob!" una voce pacata arrivò da dietro le spalle del lupo rossiccio "Smettila. E' una Cullen"
Il lupo ringhiò un'altra volta, anche se mi sembrò che più che di rabbia fosse un ringhio di frustrazione
"Vai a ritrasformarti, Jacob" aggiunse la voce mentre il lupo spariva fra i cespugli poco lontani.
Mi rialzai in piedi, ancora sconvolta. Ci era mancato tanto così e poi sarei andata a fare compagnia a Bells.
Per la prima volta, vidi colui che aveva parlato prima, che in un certo senso mi aveva salvata.
Era un ragazzo enorme, i capelli neri tagliati corti, la pelle bronzea e gli occhi scuri. Indossava solo un paio di pantaloncini sbrindellati che mettevano in risalto i muscoli enormi delle braccia e del petto. Dietro di lui, altri tre ragazzi che sembravano i suoi gemelli: anche loro enormi, ultra palestrati, pelle e capelli scuri.
Tutti e quattro, avevano lo stesso odore del lupo di poco prima.
“Tu sei una dei Cullen, non è vero?” domandò il ragazzo che sembrava il capo.
Annuii. “Alice Cullen”
“Io sono Sam Uley, e loro sono Embry, Jared e Paul. Il lupo di prima era Jacob. Cosa ci fai qui? Credevamo che il tuo clan se ne fosse andato.”
Loro sapevano!!!
Grazie tante, Alice! Ovvio che sanno cosa sei! Sono licantropi!!!
“Ce ne eravamo andati.” ribattei cercando di non dare a vedere che ero piuttosto spaventata “Ma abbiamo saputo di ciò che è successo a Bella e...”
“Non. Osare. Dire. Il. Suo. Nome!” ruggì una voce. Apparteneva a un ragazzo anche più alto di Sam Uley (e, diciamo le cose come stanno, anche più bello). Ci misi qualche secondo a riconoscerlo come Jacob Black, l’amico indiano di Bella...
“Jacob...” l’ammonì Sam.
“E’ stata colpa loro, Sam, non negarlo! E’ stata colpa loro se Bella si è uccisa!” esclamò lui.
“Non è vero!” strillai “noi ce ne siamo andati per permetterle di vivere una vita normale!”
“Ah!” esclamò Jacob con sarcasmo nero “Sai che vita! Un mese come un automa e un tuffo dalla scogliera!”
Le sue parole furono una stilettata in pieno petto. Sapevo che aveva ragione, era davvero stata tutta colpa nostra.
“Com’è successo?” mormorai, dopo un attimo di silenzio, la voce soffocata.
Lo sguardo duro di Black si velò appena, e fu Sam a rispondere.
“Non lo sappiamo con certezza. Dopo che siete partiti, Bella ha vissuto per un mese circa come un automa: non mangiava, non dormiva, non parlava... a meno che non fosse indispensabile. Poi, un giorno, Charlie ha chiamato per dirci che era scomparsa, lasciando solo una lettera dove gli diceva addio. Sia gli uomini di Forks che il branco di La Push si è immediatamente messo alla sua ricerca. Siamo stati io e Jared a trovare per primi le tracce del suo odore. Aveva parcheggiato il pick up ai margini della riserva, poi si era inoltrata a piedi nella foresta. Arrivati sulla scogliera, abbiamo trovato solo la sua giacca a vento abbandonata ai piedi di un albero. La traccia del suo odore scendeva lungo la parete di roccia.”
Tacque, e io chinai la testa sul petto, lasciandomi sfuggire un singhiozzo.
“Charlie ha detto che Bella aveva scritto anche delle lettere per voi vampiri” aggiunse il lupo che mi sembrava si chiamasse Embry.
“Cosa?”
“Le abbiamo conservate noi alla riserva. Charlie è in crisi, non credo che ce l’avrebbe fatta a consegnarvele di persona. Paul, va a prenderle!” spiegò Sam.
Bella aveva lasciato delle lettere per noi... nonostante tutto quello che le avevamo fatto!
Il ragazzo tornò una decina di minuti dopo e mi consegnò un pacco di lettere, ancora sigillate. Le guardai. Ce n’era una per ciascuno di noi.
Bella aveva pensato proprio a tutti.
“Grazie!” mormorai
“Di nulla” rispose Sam “Sappiamo che in fondo le volevate bene, come tutti noi. E poi, quelle lettere sono per voi, è giusto che le leggiate.”
Sorrisi amaramente e scattai di corsa verso casa. Volevo leggere la lettera della mia sorellina il prima possibile.



“Ehi!!!” urlai, spalancando la porta “Tutti qui, immediatamente!”
Mi raggiunsero tutti, lo sguardo pieno di speranza: magari mi ero sbagliata, avevo visto qualcosa di diverso da ciò che era realmente accaduto...
Ma quando mi videro, lo sguardo triste e un pacco di lettere strette al petto, tutta quella luce nei loro sguardi svanì di colpo.
Abbassarono la testa, mentre Esme e Rosalie si lasciavano sfuggire qualche singhiozzo.
“Allora è vero” mormorò Carlisle
Annuii. “E’ morta circa un mese fa. Si è gettata dalla scogliera di La Push.”
La mia voce era diventata atona mentre pronunciavo quelle parole.
“Ha lasciato queste per noi.” dissi, distribuendo le lettere.
Me ne rimasero in mano due.
“Ehi ma... dov’è Ed???” esclamai preoccupata.
Oddio, quell’idiota!!! Signore, fa che non abbia fatto qualche pazzia!!!
“E’ alla radura. Non ce la faceva a restare a casa” spiegò Carlisle tristemente.
“Vado là. C’è una lettera anche per lui” decisi e uscii dalla porta.


Lo trovai seduto in mezzo al prato, la testa fra le mani.
“Ed...” mormorai, appoggiandogli la mano sulla spalla e sedendomi al suo fianco.
“E’ stata tutta colpa mia” sussurrò in risposta
“Non è vero. E’ stata anche colpa nostra. Non prenderti tutte le responsabilità” ribattei.
Tacemmo entrambi per qualche secondo, poi mi guardò negli occhi.
Non avevo mai visto mio fratello così. Il suo sguardo era vuoto, privo di quell’abituale scintillio che lo distingueva.
Era spento, ecco.
“Com’è successo?” sussurrò
Gli raccontai velocemente la storia, così come l’avevano raccontata a me i licantropi. A ogni parola, il suo sguardo si faceva più vuoto.
“Ti... ti ha scritto una lettera” riuscii a mormorare dopo aver finito la storia. “Ne ha scritta una per ciascuno di noi. Tieni”
Gli porsi il foglio che afferrò come per un riflesso involontario, lo aprii e iniziò a leggere.
Di riflesso, anche io iniziai a leggere la mia.

Cara sorellina...
Mi manchi, lo sai?
Mi mancano le tue pazzie, la tua mania per lo shopping e per i vestiti, il tuo saltellare eccitata in giro per casa, il tuo esagerare in qualsiasi cosa...
Sei stata la mia prima, vera migliore amica. La prima con cui potessi aprirmi completamente ed essere davvero me stessa.
Strano no? Nono sono mai riuscita a legare granché con gli esseri umani, mentre ero pappa e ciccia con i vampiri.
Non credo che ci rivedremo. Ormai mi sono rassegnata. Il periodo che ho trascorso con voi è stato sì breve, ma magnifico.
Del resto, come disse uno scrittore di cui ora non ricordo il nome, quando un sogno supera qualsiasi tua aspettativa, non puoi lamentarti quando finisce.
Il mio sogno è finito la sera in cui ve ne siete andati.
Ma vi capisco. Semplicemente, si vede che non era destino.
Ogni tanto mi chiedo cosa sarebbe successo se voi non foste partiti, oppure se foste tornati.
In questi pensieri, mi vedo vampira, vedo tu che mi organizzi il matrimonio con tuo fratello, ci vedo tutti insieme, felici e contenti, proprio come nelle favole. Peccato che questa non sia una favola, ma la vita reale. E nella vita reale, non sempre c’è il lieto fine.
Ora vado. Devo ancora scrivere la lettera per tuo fratello e per Charlie.
E’ giusto che saluti per l’ultima volta anche loro.
Alice, tesoro, ti voglio un bene immenso. Non ti dimenticherò mai.
Un bacio sorellina
Bella.

Mi strinsi il foglio al petto e iniziai a singhiozzare. La mia sorellina.
Anche Edward stava “piangendo”. Ci abbracciamo, singhiozzanti come due bambini.
“Mi manca, Ed...” mormorai, il viso nascosto nella sua spalla.
Non rispose.
Non c’era nulla da rispondere.
   
 
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