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Autore: yelle    05/09/2005    10 recensioni
[Bright/Hannah]
Galeotto fu il gelato. Un Missing Moment della puntata 3x15, Sorprese. Hannah, dopo aver fatto il tanto temuto test, comunica a Bright il risultato: non è malata. Il ragazzo, dal canto suo, ne è felicissimo e abbraccia con trasporto la ragazza. Quest’ultima non riesce però a ricambiare l’euforia per colpa del cosiddetto complesso del sopravvissuto: si sente in colpa nei confronti del padre malato. La puntata termina con la figura fragile di Hannah appoggiata allo stipite del portico di casa Abbott, intenta a piangere.
A me piace pensare che non sia finita lì, e così eccomi qua. Questa fic è dedicata esclusivamente ai sinceri amanti di questa romantica coppia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright Abbott, Hannah Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dove il fiume è più profondo




La ragazza non esternò alcun sentimento di sorpresa quando Bright le arrivò alle spalle con sorrisone stampato sul suo viso gioviale. Era certa che dopotutto lo avrebbe rivisto prima di quanto avesse potuto pensare, nonostante la sua richiesta per lasciarla sola.

‘Ciao’ la salutò sommessamente con tono cerimonioso, come se non la vedesse da anni.

‘Che ci fai qui?’

‘Niente. Sono venuto a respirare aria pulita. Dentro si muore dal caldo, e tra l’altro non riuscivo a sopportare per un minuto di più il pensiero che stavo festeggiando il successo di qualcuno che non sono io. Non fa bene al mio ego… ‘

Hannah non poté reprimere un sorrisetto a fior di labbra. ‘Vuol dire che non sei contento per Ephram?’

‘ Oh, no, assolutamente, non fraintendermi. E’ che… sono invidioso…’

Lei lo squadrò con uno sguardo sorpreso ‘Cosa?’

Lui ricambiò con divertita malizia. ‘Sembra incredibile, eh? Io che sono geloso…’

‘No, è incredibile che tu l’abbia ammesso!’ gli rispose ridendo.

‘Dubiteresti del fatto che sono un tipo sincero?’

‘Assolutamente!’

Il sorriso sui loro volti, rinfrescati dalla brezza serale di quella giornata ordinaria, tardò a spegnersi mentre il silenzio tornava ad avvolgerli come ovatta, allentando la tensione accumulata e la stanchezza che li irrigidiva. Quasi come fossero lontani, si potevano udire solo gli allegri ed attenuati schiamazzi provenienti dall’interno della casa e il rumore delle foglie accarezzate dal vento. Hannah avrebbe volentieri goduto per sempre di quel momento di infinita pace, dove la pesante crudeltà dei suoi pensieri veniva smorzata dalla calma e dalla pace che la circondavano, come a proteggerla dalla parte più dura di sé stessa. Anche Bright, con la sua naturale e prorompente euforia con cui travolgeva tutti, sembrava accorgersi di quell’istante di tregua e fuga dalla rumorosa quotidianità come qualcosa di sacro e intoccabile. Dentro di sé, però, sentiva anche il bisogno di parlare, di dire qualcosa a quella creatura che stava lì, in piedi accanto a lui. Percepiva la guerra interiore che le attanagliava l’animo e voleva, con ogni fibra di sé stesso, fare qualcosa per rassicurarla, dirle che non si meritava quel dolore che si stava procurando da sola.

‘Festa piatta, eh?’ disse invece stupidamente.

Lei lo guardò, ma non rispose. Capiva meglio di lui che non era quella la domanda che avrebbe dovuto farle.

Dio, quanto adorava quella ragazza! Ogni più piccola fibra del suo essere lo capiva come nessun’altro poteva fare meglio. E a lui non rimaneva altro da fare che abbandonarsi in balìa di quel bisogno che gli penetrava nelle ossa e lo scherniva per la sua riscoperta debolezza. Allungare il braccio ed accarezza la sua pelle era l’unica cosa che avrebbe voluto fare e che avrebbe reso quel momento ancora più indimenticabile. Non con malizia, non con intenzioni nascoste. Semplicemente toccarla. Forse dopo sarebbe stato tutto diverso, ma era pronto a correre il rischio. Per un solo semplice ricordo perfetto lo avrebbe fatto. Ma così l’avrebbe calpestata, ed era l’ultima cosa che voleva. Era questo pensiero che lo faceva desistere. Lei.

‘Che ne dici se andiamo a prenderci un gelato?’ chiese improvvisamente lo stesso oggetto dei suoi desideri.

Lui la guardò con un sorrisone che si aprì piano, ma convinto. Decisamente, l’idea gli andava.

Si incamminarono per la strada, il passo lento e soppesato, nessuna pretesa di arrivare in chissà quale luogo. Solo loro due si godevano quella serata magnifica, soli.

‘Come ti senti?’

Hannah alzò lo sguardo da terra, dove lo teneva fisso da qualche istante, ma non lo rivolse al ragazzo. Un sorriso puro e dolce le illuminò il viso prima che rispondesse: ‘Come se fossero passati solo pochi minuti dall’ultima volta che me l’hai chiesto.’

Bright non fece una piega, ma recepì il messaggio.

‘Non ti devi preoccupare per me. Io sto bene. E’ mio padre che ha la malattia, non io ’ concluse con aria mesta.

‘Se me lo dici con quel tono, come potrei crederti?’

‘Ma non sono malat…’

‘Non sto parlando della malattia!’ sbottò il ragazzo fermandosi in mezzo al marciapiede. ‘Mi riferisco a quello che stai provando in questo istante! Perché ti fai tutto questo, Hannah? Non te lo meriti! Ora sai che puoi vivere la tua vita come una persona normalissima, puoi ridere e scherzare senza che ombre ti offuschino la mente. Puoi amare! Questo per te non significa nulla?’

‘Certo che sì, ma…’

‘E allora qual è il problema, eh? Va bene, tuo padre è malato mentre tu sei sana come un pesce, ma non è certo per colpa tua! La vita è così, succede… ma non per questo bisogna rassegnarsi a sopravvivere. Limitarsi ad esistere non è la soluzione.’

‘Io non mi sto limitando ad esistere! Io vivo…’

‘Ma non capisci? E’…’

‘No!’ lo bloccò lei, con foga. ‘No, Bright, sei tu che non capisci! Non sai quello che ho passato negli ultimi mesi, non potrai mai saperlo. Ho distrutto me stessa per seguire i miei pensieri, e non è servito a niente… non ho cavato un ragno dal buco in giorni e giorni di sofferenze…’ la ragazza era sull’orlo delle lacrime mentre cercava di donare ancora una parte di sé stessa al ragazzo che sapeva di amare. ‘Quello che ho provato… oh, è inutile! Non riuscirò mai a spiegarti!’ concluse con decisa rassegnazione la ragazza, proseguendo a camminare.

‘No!’ Bright la prese per un braccio e la costrinse a fermarsi e voltarsi verso di lui. ‘No Hannah, non rinunciare. Provaci almeno…’

Il ragazzo la implorò con lo sguardo.

‘Ti supplico…’

Lei lo fissò per qualche istante, poi riprese a camminare. Il ragazzo capì che ci avrebbe provato.

‘Queste ultime settimane sono state fantastiche per me. Dico davvero. E’ una cattiveria il solo pensarlo e mi odio per questo, ma stare lontano da mio padre è stato un toccasana. Da quando ho saputo della sua malattia… è stato come immergermi nelle acque gelide e turbinose di un grande fiume, come se la corrente insistesse a portarmi via e non avessi altro che me stessa a cui aggrapparmi e resistere a quella forza che voleva portarmi via. Io ho tentato per tutto questo tempo di rimanere attaccata alla riva, ma sapevo già in partenza che non ero abbastanza forte per resistere da sola. E infatti quando sono arrivata qui a Everwood pensavo di essere già perduta. Ero in balia di quelle acque scure che si agitavano e vorticavano. Non l’ho mai neanche ammesso a me stessa, ma sono arrivata ad un punto in cui mi sentivo davvero perduta, senza via di scampo. Avevo raggiunto il punto più profondo del fiume, capisci Bright? Da quel punto non puoi uscirne, non io e non da sola!’

‘Ma ce l’hai fatta… ci sei riuscita…’ sussurrò lui cercando di incoraggiarla.

‘Sì, ce l’ho fatta… ma non da sola… Quando ti ho incontrato ero esattamente nel punto più profondo. Sotto di me il fiume era pronto ad inghiottirmi… ma poi ho visto due mani, pronte ad accogliermi: erano la tua e quella di Amy ’ Sospirò, fermandosi. Alzò il viso verso Bright, che ricambialo sguardo profondo che gli stava donando. ‘Siete voi che mi avete salvato, tirandomi fuori da quel fiume. Voi, ma soprattutto tu. E’ quello che io provo per te che mi ha spinto a fare quel test nonostante tutto mi fosse contro. Sei tu che mi hai permesso di risalire la corrente e tornare a riva. Sei tu, Bright… tu che mi hai salvato dalla profondità del dolore che mi stava affogando.’

Il ragazzo la guardò con dolcezza come se stesse scoprendo per l’ennesima volta quanto potesse essere pura quella donna che aveva davanti. Superava ogni sua aspettativa. Con infinita dolcezza si avvicinò a lei, allargò le braccia e la strinse in un abbraccio disperato con l’intenzione di trasmetterle tutto il suo affetto. Anche lei, stretta fra quelle braccia così forti e rassicuranti, rispose con affetto che nulla avrebbe potuto misurare.

‘Provaci di nuovo…’ sussurrò d’improvviso il ragazzo, cercando di non spezzare l’atmosfera che li circondava.

‘A fare cosa?’

‘A baciarmi. Magari stavolta ce la fai ’ concluse con un cenno che voleva essere sbarazzino, ma che non riusciva a dissimulare la sua stessa agitazione.

Era vero il sentimento che l’aveva spinto a dire una cosa del genere, ma non impedì alla ragazza di sentirsi a disagio. Ciò nonostante, si alzò sulle punte dei piedi protendendosi verso il viso del ragazzo. Un attimo dopo le labbra di entrambi si sfiorarono, muovendosi in una danza di giovane amore appena nato. Il buio li avvolse, nascondendoli a quella serata di triste gioia.

Forse finalmente Hannah era davvero riuscita a risalire l’argine di quel fiume.
   
 
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