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Autore: Bibby    09/06/2010    11 recensioni
"Ad ogni modo, se gli occhi di suo fratello stanno sfavillando vuol dire che è emozionato ed è raro che lui si emozioni, specialmente seduto sulla panchina di un giardino in fiore a parlottare col suo amico Gianluca. Ah già, Gianluca, Lisa non l’aveva visto proprio. E’ facile dimenticarsi di lui, con quel corpicino smunto e il volto sciapito che si ritrova. E’ proprio bruttino, con l’incarnato pallido e i lineamenti da femminella; sembra un ranocchietto appena uscito dallo stagno, pensa Lisa - e i paragoni non fanno per lei, no."
Genere: Romantico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che stupidi, i maschi.

 

Lisa lo sa che non è bello spiare, perché “chi è un ladro o una spia, non è figlio di Maria”. Nonna Aurora lo dice sempre, già.

Tuttavia, la curiosità ha vinto le sue remore ed ora eccola là, una testolina rossa che sbuca dal cespuglio fiorito, gli occhi spalancati e le orecchie attente. Le mani posate sul cuore che batte troppo forte.

Quando Mimmo le ha intimato in di non seguirlo, lei ha domandato innocentemente perché; “cose da uomini, Lisuccia, cose da uomini” ha risposto suo fratello, per poi voltarsi e fuggire sul viale.

Mimmo è proprio bello: ha gli occhi verdi che luccicano sempre quando è emozionato e i capelli neri e riccioluti; per i suoi tredici anni, poi, è pure piuttosto alto.

Anche adesso, mentre vede il fratello seduto sulla panchina in giardino, semi-nascosto dalla buganvillea in fiore, maledetta buganvillea che nonno Eusebio non si decide mai a potare, i suoi occhi stanno luccicando. Se fosse un po’ più colta, Lisa direbbe che brillano come due smeraldi, ma ha solo dieci anni ed a scuola non va molto bene, così pensa che gli occhi di Mimmo sembrano due piccole foglie di menta bagnate dalla rugiada. Che odioso paragone.

Ad ogni modo, se gli occhi di suo fratello stanno sfavillando vuol dire che è emozionato ed è raro che lui si emozioni, specialmente seduto sulla panchina di un giardino in fiore a parlottare col suo amico Gianluca.

Ah già, Gianluca, Lisa non l’aveva visto proprio. E’ facile dimenticarsi di lui, con quel corpicino smunto e il volto sciapito che si ritrova. E’ proprio bruttino, con l’incarnato pallido e i lineamenti da femminella; sembra un ranocchietto appena uscito dallo stagno, pensa Lisa - e i paragoni non fanno per lei, no.

La bimba si inoltra ancora di più nella pianta, riempiendosi il vestito di foglie e petali violacei. Probabilmente si riempirà di formiche fin sopra ai capelli, ma in quel momento non le importa poi tanto: suo fratello e il rospetto si sono avvicinati e adesso si parlano sussurrando, i loro nasi si sfiorano appena.

“ Devi farlo, Gianluca, me l’hai promesso. Fallo e prometto che non dirò niente a Lisuccia della tua stupida cotta.” Sta mormorando Mimmo, la bambina ascolta bene le sue parole.

“Non è una cotta! Per favore, Mimmo, non dirle nulla. Non posso fare quello che dici, finirò all’inferno.” Risponde Gianluca, e Lisa si accosta ancora di più alla pianta, districandosi tra i rami.

Non capisce la reazione del rospo, che Gianluca tenesse del sentimento per lei non è mica un segreto. Che stupidi, i maschi.

“Per favore, Gianluca. Siamo amici, no? Tanto lo so che piace anche a te, come ti piace mia sorella perché mi assomiglia!” Fa suo fratello, scoppiando in una risata birbante.

Lisa spalanca gli occhi, adesso non capisce più nulla di quello che sta succedendo. Che cosa dovrebbe fare il ranocchio?

I suoi dubbi, però, sono chiariti molto presto.

Gianluca sussurra “va bene” oppure qualche cosa di simile, giacché l’ha detto tanto piano che Lisa non è sicura di aver inteso bene.

Poi, lentamente, il rospetto poggia le labbra su quelle di suo fratello e tutti e due incominciano a baciarsi veramente. Già, proprio veramente, nel senso che si baciano come fanno i grandi, come Mà e Pà quella sera che sentendo rumori strani lei è corsa nella loro camera e ha visto le loro bocche muoversi esattamente allo stesso modo. Ah, spiare le persone è proprio una brutta abitudine.

Gianluca caccia fuori un rantolo sordo che riesce a sentire pure lei: da lontano ha visto suo fratello mordergli le labbra. I bimbetti tengono gli occhi chiusi e mugolano e si stringono spasmodici; se Lisa non fosse sicura che suo fratello la ucciderebbe per questo, correrebbe a interromperli e chiamerebbe aiuto: quei due non hanno l’aria di sentirsi granché bene.

Qualche altro attimo di languore e le loro bocche si sono separate; Mimmo sorride vittorioso, tenendo il suo amico per la vita, l’altro invece abbassa gli occhi e Lisa può vedere le sue orecchie farsi tutte rosse.

Un po’ sbigottita, la bambina esce fuori dalla buganvillea e si ritira in casa senza far nessun rumore. Certo, quello che ha visto è proprio strano, ma è ancor più strano - pensa Lisa - che il rospetto, dopo il bacio di Mimmo, non sia diventato un bel principe valoroso.

A quel punto, forse, avrebbe potuto anche ricambiare il suo - ahimè, ormai incerto - amore.



Ed eccoci qua. Sì, sì mi rendo conto di quanto questa storia sia pateticamente idiota. Ma Lisa, Mimmo e Rospetto sono letteralmente venuti fuori dalla tastiera e, magari, se questo obbrobrio dovesse piacere, avrei anche una mezza idea per una storiella su questi due, ovviamente un po' cresciuti. Ma si vedrà. Le recensioni sono ben'accette, anche se immeritate XD

Bibby

   
 
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