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Autore: Dazel    09/06/2010    6 recensioni
La verità era che non avrebbe mai potuto sopportare di stare anche un solo giorno lontano da lui.
Usagi♥Misaki
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La verità era che non avrebbe mai potuto sopportare di stare anche un solo giorno lontano da lui. Era una realtà dura da accettare, molto, soprattutto perché per i due anni che aveva passato con Usagi non aveva fatto altro che dire fingere di non volerlo, di trovare fastidiosa la sua presenza nel letto la sera, di non desiderare i suoi abbracci, i suoi baci, il suo amore.
Non sapeva perché lo faceva, probabilmente era una maschera vetro quella che indossava, c'era, ma tutti potevano vederci attraverso. Usagi sapeva la realtà, sapeva che Misaki lo amava e aveva bisogno della sua presenza quanto lui.
Erano diventati dipendenti l'uno dall'altro in modo così lento e naturale da non essersene quasi accorti. Eppure, ora, erano sorti dei problemi.
Takahiro si sentiva costantemente in colpa. In colpa perché suo fratello non viveva con lui e sua moglie, trovandosi in un “dolce” concetto da “tenera famiglia”, in colpa perché Usagi, il suo amico, doveva ospitare il giovane a casa sua, in colpa perché temeva che Misaki si sentisse in un certo senso abbandonato.
Sapeva che presto il suo piccolo fratello si sarebbe laureato e che avrebbe avuto bisogno di indipendenza, così, a sua insaputa, gli aveva acquistato un piccolo bilocale in una città poco distante da Tokyo, a un ottimo, ottimo prezzo.
Quando Misaki si era visto consegnare le chiavi dell'appartamento era sbiancato. Cosa, cosa, cosa – aveva continuato a domandare la sua mente velocemente. Bene, era nella merda.
Rifiutare avrebbe stupito non poco il fratello, insomma, se io vivessi con un amico di mio fratello mi sentirei a disagio e se il mio amato fratellone mi regalasse una casa tutta mia farei i salti della gioia. Questo era molto logico.
Come avrebbe potuto rifiutare? Non poteva.
«Devo andarci per forza.» aveva detto Misaki stringendo forte le chiavi dell'appartamento.
«Non dire stronzate, no che non devi. Vendila.» Aveva detto Usagi accendendosi una sigaretta.
«E cosa dico a mio fratello? No, preferisco stare con Usagi? Sei pazzo?» Misaki parlava velocemente, aveva le orecchie rosse e si mordeva le labbra. Era nerovos, così nervoso da, da- beh, era molto nervoso, ma non era il tipo di persona capace da prendere a pugni il muro o gettare cose a terra. Si contenne, come sempre.
«Potresti vendere la casa e restituirgli i soldi da lui spesi, dicendogli...» Usagi prese una paura per pensare, oppure solo per aspirare un po' di tabacco «che non vuoi privarlo di una tale somma di denaro, che non hai bisogno e che non sono tanto male come coinquilino.»
«Tu, tu sei completamente pazzo.» Misaki era aveva preso a camminare velocemente per la stanza, senza una meta, senza un reale perché diverso dal bisogno urgente di doversi sfogare.
«Allora digli la verità.» Usagi lo fissò finché gli occhi di Misaki non si incatenarono ai suoi.
«Che verità?» Chiese il ragazzo.
«Che stiamo assieme.»
Tre.

Due.
Uno.
«... Cosa cazzo ti stai fumando? No, mai! Non stiamo nemmeno assieme noi- figurati. E poi, come credi che reagirebbe? Mi darebbe la benedizione e direbbe “oh, caro! Va pure a fare l'omosessuale con un uomo molto più grande di te! Divertiti, miraccomando!”. Sai cosa farebbe? Mi prenderebbe per la maglietta e mi tascirebbe nella casa che mi ha comprato, mi segregherebbe e mi lascerebbe morire di fame per aver-»
Usagi si alzò appena dal divano, quanto bastasse perché la sua mano gli tappasse la bocca.
«Sta' zitto. Takahiro non farebbe niente di simile, lo sai bene.»

Gli occhi di Misaki divennero improvvisamente acquosi. «Andrà male, andrà malissimo.»
«Smettila con questo pessimismo.» Usagi lo guardò serio.
«Oh, cazzo. Potrebbe addirittura- disconoscermi come fratello- e-» crisi di panico. Misaki stava avendo una crisi di panico e, Usagi, grazie al suo brillante acume se n'era accorto prima che degenerasse.

Lo tirò a sé. Facendolo precipitare sul divano dove stava seduto. Si abbracciarono; Usagi continuava ad accarezzargli i capelli, Misaki invece aveva deciso di profondare la testa contro la sua spalla.
Rimasero così, stretti in quella calda morsa.
«Però, forse, dovresti pensarci.» La voce calda di Usagi, così calma e piatta, per un attimo inquietarono Misaki. Pensare cosa? Pensare di andare a vivere in un'altra città? Lontano da lui?

Come poteva dire una cosa simile?
«Le cose sarebbe molto più semplici, sai?»
«Se vuoi liberarti di me dimmelo schiettamente, stronzo-» Misaki gli morse la spalla, accorgendosi di averlo fatto solo quando sentì l'odore di pesca dei vestiti di Usagi invadergli la bocca.
«Eh? Parlavo di dire tutto a tuo fratello, idiota.»
Misaki tacette per qualche istante. No, non poteva. Non era una cosa logica, non era una cosa fattibile. Takahiro non avrebbe mai capito, non avrebbe mai accettato una situazione simile. Misaki era il suo fratellino, l'eterno bambino dolce da proteggere a vita, quello da mettere sulla retta via, quello da curare e accudire come un neonato.
Takahiro non avrebbe mai accettato una relazione omosessuale, per di più con una persona più grande.
Usagi era un folle a pensarlo.
«E' fuori discussione.»
«Allora va' a vivere in quel maledetto monolocale, perché tuo fratello non ti farà restare qui ancora a lungo. Tra qualche mese di laurei, Misaki.»
«...Ma- come pensi reagirà, cosa credi-» Un bacio caldo interruppe le sue parole. Usagi era capace di prenderlo, era capace di attirare la sua attenzione.
«Cosa te ne importa? Lui ha fatto le sue scelte dopo tutto. Tu sei libero di fare le tue: ormai sei maggiorenne, tra poco sarai anche indipendente a livello lavorativo. Devi pensare a cosa farne della tua vita. Io so cosa voglio farne della mia, per questo ti dico di dire tutto a tuo fratello. È l'unico modo per liberarti da questo peso.»
Misaki tacette e lo fissò, prima di abbassare lentamente le palpebre fino a chiuderle. Quello che diceva era logico, quello che diceva aveva senso, ma era difficile da accettare o da fare davvero. Era complicato, un sacco.
«Se iniziasse a odiarmi? O a odiarti?» la sua voce era poco più di un sussurro. Usagi baciò ancora le sue labbra, con dolcezza.
«Gli passerà. Resta con me, Misaki.»
Misaki lo fissò e lo baciò, lentamente e profondamente. Era un ostacolo, uno dei tanti di quelli che avrebbe trovato sulla sua vita, un ostacolo da superare.
Forse, dire tutto a suo fratello era davvero la soluzione migliore. Dopo tutto, lui Usagi lo amava davvero.


Hi darling!
Ho scritto questa storia così, giusto per occupare un po' di tempo destinato a scrivere su msn, in ogni finestra aperta, un sonoro “che noia”.

Non penso sia un capolavoro, probabilmente è anche strapiena di errori, ma sono sicura che capirai e saprai per lo meno apprezzare il mio impegno!
Non so se ho mai scritto su Junjou Romantica, nonostante io conosca l'anime da tempi immemori.
In ogni caso ieri, girando speranzosa per il web alla ricerda di notizie di una possibile terza serie, mi sono ricordata di quanto amassi questi due e di quanto desideri vedere una puntata simile a questa descritta qua sopra, quindi ecco fatto XD.

Se mi lasci un commentino, anche solo per dire che fa schifo o che ti è piaciuta, sappi che mi farai molto piacere!
Un bacio,
Claire.

   
 
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