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Autore: coccodrillo pelandrone    10/06/2010    5 recensioni
Buongiorno, questa è la mia prima ff su Harry Potter(saite clementi please) e per questo ho scelto i due personaggi di cui più amo leggere, Tom Riddle/Voldemort e Bellatrix Black. E' una cosetta stupida-stupida, ma spero che vi piaccia^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-   Colloqui di Lavoro  -

Era un freddo mattino di febbraio; la gelida brezza che giungeva dalle montagne si infilava sotto il mantello dell’uomo intento ad arrampicarsi sulla ripida collina che portava al castello, condensandosi in dense nuvolette di vapore davanti alla sua bocca. Il giovane si guardò attorno, attento a non cadere nelle infide buche coperte di neve disseminate per tutto il pendio. Sbuffò, e un’altra nuvoletta di vapore caldo si librò dalle sue labbra. Poi un gufo spiccò il volo verso il cielo livido, che prometteva altra neve,  emettendo un fischio prolungato. L’uomo lo guardò scomparire verso le montagne, desiderando di poter anche lui aprire le braccia e volare via, incurante di tutto ciò che  non fosse la sua lettera da consegnare. E invece era là, con i piedi ben fissi per terra, ad elemosinare un lavoro dalla persona che più disprezzava e ad auto-condannarsi ad un’esistenza circondata da ragazzini. La cosa più irritante al mondo. Se li ricordava, all’orfanotrofio…  piangevano quando non ricevevano quello che desideravano,ti perseguitavano affinchè tu giocassi con loro, sempre pronti a dare la colpa agli altri e a fare gli sbruffoni. Ha! Lui non era mai stato un bimbo irritante. Inquietante, questo sì, esserlo faceva parte della sua esistenza. Non riusciva neanche ad immaginarsi una vita in pace con gli altri. E intanto era arrivato davanti ai cancelli del castello. Afferrò con una mano una sbarra e fissò il castello, mentre veniva invaso da un vortice di ricordi. Quanti… spostò lo sguardo sui cinghiali alati, sugli altissimi pini, sugli anelli del campo da Quidditch. Quel castello, lo stesso castello che adesso aveva davanti agli occhi, era stato la sua casa per sette anni, fino a più di vent’ anni prima. La sua unica casa. L’unico luogo in cui fosse riuscito a provare affetto e un qualcosa di simile all’amicizia verso altre persone…  si riscosse dai suoi pensieri, e suonò il pesante campanello di ottone accanto al cancello.

L’uomo percepì ancora quell’ondata folle e incontrollabile di ricordi e di gioia quando mise piede nella Sala d’Ingresso. Si guardò intorno, contento che nulla fosse cambiato durante la sua assenza. Quasi non sentì il vecchio custode parlare.-Signore, mi sta ascoltando? Allora, ha preso appuntamento con il Preside o no? No, eh? Bè, allora temo proprio che dovrà aspettare fino a quando il Preside non avrà nulla di meglio da fare che starla ad ascoltare. Signore, come ha detto che si chiama….?- l’ uomo lo fissò, pronto a rispondere, ma il custode emise un urlo da far gelare il sangue nelle vene e corse verso l’ala Sud.

-PIIIX! LASCIA CADERE ANCHE SOLO UN’ALTRA CACCABOMBA E GIURO CHE TE LA FARO’ PAGARE! NON HAI SCAMPO! INUTILE CORRERE… NOOOO! VANDALO! QUELLA E’ UNA STATUA ANTICA, PICCOLO AVANZO DI GALERA… -  e il custode sparì dietro l’angolo,  trascinandosi dietro la gamba zoppa. Quello era nuovo, pensò il giovane. Ai suoi tempi ce n’era un altro. Ma perché non usa la magia…? Merlino, dimmi che quello NON E’ un Magonò. Neanche Silente può essere caduto così in basso, un Magonò a Hogwarts, ha! Impossibile. Ecco, e ora che si fa? Pensò l’uomo, guardandosi in torno. Silente aveva preso il posto di Dippett, nel suo vecchio ufficio, o usava ancora quello di Trasfigurazione? Di norma quell’uomo non chiedeva mai indicazioni. Ma non aveva tempo da perdere in stupidi ragionamenti, quindi cercò qualcuno a cui chiedere aiuto. C’erano molti gruppetti di studenti, davanti alle varie classi: uno di Tassorosso, uno misto e…orrore! Uno nutritissimo di Grifondoro. Bleah. Sicuramente non avrebbe chiesto indicazioni ad un schifosissimo e gasatissimo giovincello ricco di orgoglio e povero di cervello. Si guardò intorno con più attenzione e finalmente vide quello che cercava: divise di Serpeverde. Si diresse a passo spedito verso quella direzione. Non era un  miraggio! Erano davvero rappresentanti della Sua Nobile Casata! Ringalluzzito, li raggiunse, diede un colpetto sulla spalla di una ragazza con una lunga treccia nera e tossicchiò, per schiarirsi la voce.

-Allora io gli ho detto che se non mi lascerà in pace gli ficcherò la cattedra di Incantesimi (la più massiccia) su per il… Chi cazzo sei? Se sei ancora Smithers niente mi impedirà di cruciar… Ah.- fece la ragazza, girandosi di scatto e trovandosi faccia a faccia con un perfetto sconosciuto. Però, pensò la fanciulla, lanciando uno sguardo di apprezzamento al nuovo arrivato. Niente male. – Scusa, pensavo tu fossi una sottospecie di Grifondoro che trova estremamente interessante pedinarmi. Comunque la domanda resta. Chi cazzo sei? Non ti ho mai visto prima. Sei un professore nuovo?- chiese la ragazza, sorridendo spigliata all’uomo. –Forse- rispose quello, ricambiando il sorriso. –Devo parlare con il Preside, ma non so dov’è l’ufficio-spiegò al gruppetto, che lo fissava incuriosito. –Vieni con me- disse la ragazza in tono autoritario- ti mostro la strada. Tanto alla prima ho Pozioni, il vecchio Lumacorno mi ama praticamente- fece la ragazzina, trascinando via l’uomo. –ah, c’è ancora lui?- chiese quello, guardando incuriosito la ragazza. –Certo- rispose -perché, non è qui dalla fondazione della scuola? Da questa parte.- fece quella sovrappensiero, invertendo improvvisamente senso di marcia. –Comunque, io sono Bellatrix Black. Hai detto che sei qui per un posto di lavoro? Che materia? Difesa contro le Arti Oscure? Spero che ti prendano, il prof che abbiamo ora è un  deficiente di prima classe, siamo al settimo anno e ancora ci rompe i coglioni con ‘sti cazzi di Avvincini. Ha! Difesa dalle Arti Oscure, che gran cazzata. Come hai detto che ti chiami?- non l’ho detto- rispose l’uomo, spiazzato dal linguaggio scurrile della ragazza che sembrava così dolce e gentile, con gli occhioni neri da cerbiatta e le morbide onde scure dei capelli. La suddetta alzò gli occhi al cielo e l’uomo si abbassò a rispondere. –Tom Riddle-si presentò, disgustato dal suono del proprio nome. –Splendido- riprese la ragazza- siamo arrivati, Tom. Ecco qui l’ufficio. Buona fortuna, Tommy- concluse Bellatrix sorridendo smagliante, ma il suo sorriso tremò quando notò la nota assassina e decisamente rossa apparsa nei begl’occhi di Riddle. –Tommy non ti piace, eh? Vabbè dai, anch’io non sopporto i coglioni che mi chiamano Bex, che ci vuoi fare? Comunque posso chiamarti Tom? Almeno finchè non dovrò chiamarti Signore o qualcosa del genere- propose Bella, fissandolo seria. Tom la guardò, pensando che il suo Marchio sarebbe stato magnificamente al braccio di quella ragazza spigliata e volitiva. –Affare fatto- sussurrò bussando alla porta, e quando quella si richiuse alle sue spalle la ragazza stava ancora fissando la porta di pietra.

  
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