Anime & Manga > Gundam > Gundam SEED/SEED Destiny
Ricorda la storia  |      
Autore: Tynuccia    10/06/2010    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Sfortunatamente per lui, però, il suo cosiddetto migliore amico aveva incrociato le braccia sul petto e gli aveva sibilato la frase più crudele per un ventenne in piena crisi ormonale.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mare

 

*

 

Yzak aveva aperto quella dannata mail almeno una trentina di volte, durante la giornata lavorativa, ed aveva maledetto il nome di Athrun Zala con altrettanta frequenza, digrignando i denti con ferocia alla vista del suo nome, in fondo alla lettera. Se solo il computer non gli fosse stato vitale per lavorare, allora, si sarebbe sicuramente munito di mazza e l’avrebbe spaccato senza alcuna pietà. Come quando il Bastardo si era permesso di regalargli uno dei suoi diabolici marchingegni parlanti, meno carini degli Haro che seguivano Lacus come dei cagnetti fedeli e molto più petulanti.

 “Avrò avuto anche quattro anni, ma già sapevo il fatto mio,” pensò con inutile orgoglio mentre digitava le ultime parole del suo lavoro. Udì in lontananza la sirena che avvisava gli infaticabili soldati di ZAFT che erano le nove di sera, mischiata ad uno sbadiglio più vicino e gradevole da ascoltare. Alzò gli occhi dal monitor e li posò su Shiho Hahnenfuss, impegnata con una mano a coprirsi la bocca spalancata e con l’altra a cliccare quasi istericamente il tasto del mouse, ma con uno sguardo calmo e tranquillo. Come facesse a mantenere tutta quella compostezza dopo dieci ore di lavoro, lui, proprio non riusciva a capirlo.

Di nuovo, mentre la fissava di sottecchi, gli venne in mente l’invito di Athrun e, automaticamente, andò sulla sua casella di posta per leggerlo nuovamente ed imprecare ancora un po’. Solo le prime parole erano veleno puro per la sua mente stanca.

 Caro Yzak,

 Cagalli ed io avremmo pensato di invitare te e Dearka su Orb per qualche settimana di vacanza. Non provare ad inventare storie perché, dopo l’ultima volta, ci siamo documentati sulle nuove festività di PLANT. Potreste partire la prossima domenica e tornare alla fine del mese, che ne dici? Miri non ce la fa più e vorrebbe vedere davvero tanto il suo fidanzato, cerca di capire.

E, fino qua, più o meno tutto tranquillo, dopotutto il semplice fatto che Athrun lo avesse contattato lo faceva inferocire. Poi la parte peggiore, che gli faceva attorcigliare lo stomaco e ribollire il sangue nelle vene; a causa della quale si era arrovellato il cervello per l’intera giornata.

 Tra l’altro, perché non inviti il Maggiore Hahnenfuss? Dearka ci ha rivelato che avete iniziato ad uscire insieme da un paio di mesi, magari sarebbe anche il momento giusto per formare una coppia a tutti gli effetti. Non trovi? Beh, facci sapere al più presto.

 In fede,

 Athrun Zala.

Ora. Che il Bastardo si permettesse di dispensare consigli o impersonare un improvvisato dottor Stranamore era davvero un oltraggio che mai avrebbe voluto sperimentare; un qualcosa che gli faceva quasi desiderare di andare sul serio su Orb per poter strangolare l’Ammiraglio di persona. La sua traballante storia con Shiho era agli inizi e lui non voleva assolutamente forzarla a fare quel genere di cose, tipiche di una coppia praticamente sposata.

 Chiudendo la finestra sul computer, Yzak si morse l’interno della bocca e fissò nuovamente il viso della sua sottoposta. Gli piaceva, gli era sempre piaciuta quell’infaticabile ragazza dai meravigliosi occhi violacei, che era bellissima, ma non in maniera canonica; non come una top-model o quella Natural che il Comandante La Kleuze si era portato sulla Vesalius, ma che, eppure, era molto meglio. Era qualcosa di strano, che lui proprio non capiva, ma ogni volta che vedeva le sue sopracciglia castane aggrottarsi davanti a un qualche rapporto scritto male, sentiva una curiosa sensazione di calore invadergli l’intero petto.

 “Comandante?” lo chiamò con delicatezza Shiho, inclinando un poco la testa dopo averlo colto in fragrante mentre la stava ammirando in tutta la sua distratta ed esausta bellezza. “Sta bene? Mi dispiace farglielo notare, ma è tutto il giorno che mi sembra distratto.”

 “Non è niente,” tagliò corto Yzak, schiacciando tasti a caso e guardando come lettere svariate formavano parole senza senso davanti a lui. Farsi scoprire così… avrebbe voluto sprofondare per la vergogna. “Torni a lavorare, Maggiore.”

La ragazza sospirò mestamente e si portò una mano davanti alla fronte per eseguire il suo adorato saluto militare, ma anche per togliersi qualche ciuffo della frangia, un po’ troppo lunga, dagli occhi. Era stanca, praticamente a pezzi, ma in qualche modo ogni volta che il suo superiore le abbaiava qualche ordine riusciva a ritrovare un briciolo di forza per continuare. “Ho quasi finito, però.”

 “Ottimo. Io pure,” borbottò l’albino, chiudendo spazientito il documento. Era deciso a non guardarla neppure per sbaglio. “Anzi, inizi pure a spegnere tutto, tra poco andiamo.”

Shiho annuì in fretta, sollevata, ed obbedì in silenzio mentre lui si alzava dalla poltrona e decideva che Athrun avrebbe potuto aspettare ancora un po’ per la risposta. Si sarebbe tormentato abbastanza per il resto della serata e tutta la colpa era di Dearka. Stranamente. Subito dopo aver letto la mail non si era fatto scrupoli nel mandare verbalmente a quel paese l’Ammiraglio, intenzionato a scrivergli il medesimo insulto. Sfortunatamente per lui, però, il suo cosiddetto migliore amico aveva incrociato le braccia sul petto e gli aveva sibilato la frase più crudele per un ventenne in piena crisi ormonale.

 “E non ti piacerebbe vedere Shiho in bikini?”

Dopo una meschinità tale l’algido soldato aveva iniziato a considerare l’opportunità di andare veramente con lei su Orb per una vacanza e la sua testa aveva lavorato incessantemente per l’intera giornata e serata, non lasciandogli neanche il tempo di respirare, in pratica.

 “Yzak, davvero, mi fai preoccupare,” disse improvvisamente Shiho, seduta nella sua auto con le mani in grembo. “Grazie per avermi accompagnata a casa, ma forse avresti dovuto farmi prendere un taxi. Non sembri stare così bene come dici.”

L’albino rimase immobile per un po’, per poi togliere le chiavi dalla toppa ed appoggiarsi completamente contro il sedile. “Stavo semplicemente pensando ad una cosa. Niente di che.”

 “E si potrebbe sapere che cosa?” insistette Shiho, divertita dall’espressione impacciata sul volto del suo compagno. “Magari potrei aiutarti.”

 “Sicuramente,” ammise Yzak, grattandosi la testa e voltandola alla sua destra. Fissò il riflesso della giovane alle sue spalle e sospirò stancamente. Era tempo di lasciar perdere l’orgoglio e le antiche rivalità per concentrarsi finalmente su quello che voleva lui. “Hai impegni per le vacanze?”

 “Ovvio,” rispose lei, imbronciandosi. “Sono certa che mi darai tanto di quel lavoro da fare che non avrò neppure il tempo di uscire di casa.”

Lui si voltò con la rapidità di un uragano e spalancò gli occhi, incredulo. “Non dire cazzate, insomma! Credi forse che adesso che usciamo insieme potrei rinchiuderti tra quattro mura a sgobbare?”

 “Questi sono favoritismi,” ragionò ad alta voce il Maggiore Hahnenfuss, sorridendo lievemente. “Perché me l’hai chiesto, comunque?”

Yzak scrollò le spalle, cercando di apparire il più tranquillo possibile. “Mah, così… tanto per sapere.”

 “Yzak…” iniziò Shiho, lanciandogli un’occhiata quasi esasperata e al limite del divertimento umano.

 “Okay! Il Bastardo mi ha invitato su Orb e vorrei che venissi anche tu, va bene?!” urlò l’albino, perdendo la pazienza. “Cazzo, non dovrebbe essere difficile domandare una stronzissima cosa del genere!”

 “Sei tu che ci hai messo quasi dodici ore,” notò Shiho, ridendo di gusto. “Dearka me l’ha detto questa mattina, ma mi ha fatto promettere di far finta di niente. Certo che verrei, anche io ho bisogno di una meritata pausa, non trovi?”

Yzak aprì la bocca per ribattere, furibondo come poche volte nella sua vita, ma non uscì nessun suono, anche perché la sua innamorata gli scoccò un nuovo sorriso a trentadue denti. “Dire che ti odio è dire poco! Pochissimo! Tu e Dearka dovreste parlare di meno!”

Shiho si morse il labbro per non continuare a sghignazzare e si sporse per dargli un rapido bacio sulla guancia, prima di aprire la portiera. “Sarò onorata di farle compagnia ad Onogoro, Comandante Joule.”

Lui roteò gli occhi e sventolò la mano, accendendo la macchina ed abbassando il finestrino per poterci appoggiare il braccio, inconsapevole di assomigliare al più arrabbiato dei camionisti. “Le converrà rendermi fottutamente felice in vacanza, Maggiore Hahnenfuss,” borbottò, guardandola di sbieco. Partì in fretta e furia, lasciando alle spalle una Shiho piegata in due dal ridere.

Un problema, almeno, era stato risolto.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gundam > Gundam SEED/SEED Destiny / Vai alla pagina dell'autore: Tynuccia