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Autore: nuria    11/06/2010    0 recensioni
I sentieri di due coppie si incrociano in tristi circostanze e delle riflessioni nascono spontanee. Flashfics.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Owen e Beru Lars, Padmè Amidala
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II.                   Stoffa

La signorina Padmé – si chiama così, giusto? Suona così esotico, così misterioso! – sembra essere uscita da una delle favole che le raccontava la nonna prima che diventasse muta da un giorno all’altro.

Quando la vede, a Beru non serve scambiarci un paio di parole per sapere che la donna davanti a lei non è una di quelle che rivedrà nella sua vita.

Glielo dicono due cose, quelle che la nonna le diceva di guardare: le mani e i vestiti.

Le mani della signorina Padmé sono morbide e senza calli, belle e affusolate e con le unghie perfette. Probabilmente ha qualche ancella che si dedica soltanto alle sue mani. Se la immagina sdraiata mollemente su un divanetto di velluto mentre affida le sue candide falangi ad un’ancella vestita di bianco, mentre un’altra suona musica raffinata in un angolo del salone circolare.

Almeno, è così che si comportano le principesse delle favole della nonna; e quando la conosce meglio – Beru Whitesun che conversa con una regina! (o ex-regina, come tiene a precisare Padmé) – s’accorge d’aver volato troppo di fantasia.

I vestiti sono un altro discorso. Sono fatti di stoffa che Beru nemmeno conosce. Ad esempio, che stoffa è quella del mantello con cui è arrivata? Quando l’accompagna a prendere gli altri vestiti alla nave – e, o dolcissimi numi, che nave! – ne vede altri in una piccola valigia, messi tutta alla rinfusa. Ci vede stoffe che sembrano veli, lane pregiate, cappelli esotici, blu e bianchi e fermagli e cammei preziosi. Padmé dice: scusa il disordine, ne ho messi in valigia giusto un paio, andavamo di fretta. Le parla come se Beru fosse una sua pari, una donna abituata a viaggiare e indossare abiti di lusso; e quando Beru cerca di dimostrarle di essere solo una contadina di Tatooine – orgogliosa, ma sempre contadina – Padmé non si scoraggia.

In realtà, si deve ricordare Beru, sua nonna non aveva parlato della qualità degli abiti quando raccomandava alle nipoti di stare attente ai vestiti della gente; sua nonna era figlia di un mercante che veniva da un mondo del Nucleo, che le aveva raccontato di mondi e genti strane, e lei le sapeva queste cose: diceva alle nipoti di badare al portamento, alla maniera in cui indossavano gli abiti e come li trattavano.

Chiunque può comprare un bel mantello, ma solo pochi possono portarlo convincendoti di averne il diritto. Lo diceva con una specie di tenero orgoglio, come se le sue nipotine, se si fossero trovate in quella situazione, avrebbero passato quell’esame misterioso.

Ad ogni modo, Padmé avrebbe superato l’esame: quel mantello di stoffa ignota lo appende all’attaccapanni come se fosse una robetta da niente. Lo sa: se Beru avesse un mantello del genere nemmeno lo farebbe uscire dall’armadio, altroché!

(E oh, quando vede il contenuto della valigia, quando si schiude lo scrigno, Beru darebbe così tanto per avere uno di quei vestiti, tutti belli e disordinati!)

  
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