Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: S u n n y    11/06/2010    4 recensioni
-Non sarete diventata troppo brava con gli armamenti mia signora? Presto comincerò a credere che mi tradiate con un paggio.- le sorrise, spavalda, mentre slacciava una delle tante cinghie, liberandolo della cinta che teneva il fodero della spada. -Imparare l'uso degli armamenti è ciò che ci si aspetta dalla sposa del cadetto dei Crownell. Vi amo troppo, mio signore, per desiderare qualcun altro oltre che voi.- Lui la strinse forte a sé, emozionato quanto lei da quella dichiarazione.-Tra due giorni partiamo per la guerra, Beth.- Lo disse così, nel silenzio tremante della stanza e con il cuore della moglie che gli batteva vicino.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


--Macabra Danza-




Il cavaliere si guardò indietro per l'ennesima volta. Il cavallo lanciato al galoppo schiumava e nitriva come a lamentarsi, quasi pregando di fermarsi. Si voltò verso la strada troppo tardi per vedere il profilo di un grande albero, la cui ombra s'imponeva decisa sul chiarore lunare. Il cavallo scartò: fu tutto troppo veloce perché lui, esausto, stringesse le ginocchia o si attaccasse al crine del suo destriero. Cadde sulla terra, umida delle piogge di novembre, ansante.

Strinse la spada che pendeva fiera al suo fianco. La cotta di maglia cominciava a pesare, la trapunta era sudata, l'anonima livrea nera gli avrebbe dato un vantaggio notevole nel buio della notte. Si nascose nel folto della vegetazione: il suo vantaggio era tale che i cavalieri al suo inseguimento non potevano sentire il galoppo del suo cavallo. Il loro galoppare faceva un rumore sinistro, il cozzare ripetuto della staffe e gli stivali, la spada e l'armatura, il nitrire dei cavalli, tutto sembrava amplificato lì, in quel bosco fitto e scuro.

La sua mente vagò per un attimo a casa, alla moglie e al fratello. Se lui fosse morto che ne sarebbe stato di loro? Trattenne il respiro mentre i cavalieri attraversarono l'albero, i cavalli ancora gettati al galoppo. Egli si appiattì a terra, voleva evitare ogni tipo di scontro, passare inosservato in quel buio. Il tempo per combattere sarebbe arrivato presto, migliaia di uomini sarebbero caduti in quel funereo ballo.

Aspettò che i cavalieri sparissero nel buio, chiamò piano il cavallo e rimontò in sella. Il cielo era fitto e scuro, prometteva piogge imminenti. Lanciò il cavallo al galoppo, doveva arrivare a casa prima che la notte finisse.


*

Il cavallo raggiunse il limitare del bosco. La pioggia cadeva fine e il cavaliere aveva fretta.

Il freddo pungente s'insinuava sotto la cotta, quasi lo spingeva ad aumentare il passo.

Di lontano il castello di Gloveland si stagliava fiero oltre la brughiera. Era una costruzione tozza e masdsiccia, le ampie mura esterne chiudevano il borgo in un protettivo abbraccio. Le torri portavano la croce bianca in campo nero dei Crownell, e da lontano sembrava così rassicurante, sebbene austero.

Il cavaliere si fermò un attimo ad osservare la struttura imponente, per poi spronare il suo destriero e partire al galoppo verso casa.

Il vento freddo gli sferzava il viso, la pioggia gli intorpidiva i muscoli.

Il ponte levatoio si abbassò al suo arrivo e ci mise qualche minuto per attraversare le mura esterne, giunse, però, presto alla seconda cerchia e dopo poco fu aiutato a smontare da uno scudiero.

I suoi passi rimbombavano nei corridoi bui del castello, la spada cinta al fianco, l'elmo sotto il braccio, il passo deciso.

Ci vollero pochi minuti perché raggiungesse lo studio del fratello ed entrasse senza indugi.

-Porto notizie dai baroni, Edwin. La situazione si sta facendo rischiosa, sono stato seguito nel fitto del bosco dai sicari del Re.-

L'uomo con cui parlava guardava pensoso fuori dalla finestra. Si accarezzava meditabondo la barba chiara ed aspettò un poco prima di rispondere.

-Allora sono pronti?- chiese, semplicemente, voltandosi verso il cavaliere.

-Sir Morrack ti manda una lettera, Fratello.- gli passò una pergamena spiegazzata, con una ceralacca rossa che brillava sotto la luce delle candele.

Edwin scrutò bene il fratello prima di prenderla. -Sei provato Edward, va da Beth, lei ti sta aspettando. Non lo ammetterebbe mai, ma ha una paura folle.-

Edward lo guardò, riconoscente. -Allora cosa aspetti? Và da lei!-

Augurò una buona notte al fratello prima di uscire e correre verso le sue stanze.



*

Aprì la massiccia porta mentre già si slacciava il mantello, buttandolo sul tavolo che si trovava nell'anticamera. Una donna dai lunghi capelli castani e mossi si muoveva letale con una spada smussata.

-Una donna che maneggia la lama è più pericolosa di una cavalleria intera.-

-Il vostro passo è scuro come la vostra voce signore.-

L'uomo la guardò un attimo prima di sorridere e appoggiarsi all'uscio. -A tagliare non sono sole le vostre lame, madonna.-

Lei si mosse fulminea in un affondo; le gonne lunghe le intralciavano i movimenti, ma si muoveva con grazie e precisione.

-Ho il dono delle parole, mio signore, come voi quello della guerra.-

Ripose la lama nel foderò e si avvicinò all'uomo. Ne guardò il volto provato, poggiando la piccola mano sulla guancia di Edward.

L'espressione dura di lei si contrapponeva con i lineamenti fini, e negli occhi brillava una luce preoccupata.

-Colori così funerei non si adattano ad un tratto tanto gentile.-

-Appartengono al mio casato da anni, miledi, è ormai troppo tardi per cambiarli.-

La ragazza annuì prima di accarezzare la barba di qualche giorno del giovane. Lo osservò bene, come se volesse imprigionarne l'immagine: i capelli biondi gli coprivano la fronte, gli occhi scuri brillavano alla luce tenue della stanza; aveva zigomi pronunciati, il mento appuntito, le labbra forse fin troppo carnose per un uomo. La sua altezza la sovrastava, le spalle larghe, da soldato, sembrano proteggerla.

-Ho temuto per voi, mio signore.- la voce le tremò un poco mentre sussurrava.

-Vi ho giurato fedeltà eterna davanti al Signore, madonna, non sarà un Re senza terra né onore a separarmi da voi.-

la ragazza sorrise flebile, ma la mano si strinse alla veste di lui.

Lui si chinò per cingerle la vita e le lasciò un dolce bacio sulla fronte.

Con mani tremanti lei cominciò a togliere l'armatura, un processo complesso e lungo, che solitamente spettava a paggi o scudieri.

-Non sarete diventata troppo brava con gli armamenti mia signora? Presto comincerò a credere che mi tradiate con un paggio.-

le sorrise, spavalda, mentre slacciava una delle tante cinghie, liberandolo della cinta che teneva il fodero della spada.

-Imparare l'uso degli armamenti è ciò che ci si aspetta dalla sposa del cadetto dei Crownell. Vi amo troppo, mio signore, per desiderare qualcun altro oltre che voi.- Lui la strinse forte a sé, emozionato quanto lei da quella dichiarazione.

-Tra due giorni partiamo per la guerra, Beth.-

Lo disse così, nel silenzio tremante della stanza e con il cuore della moglie che gli batteva vicino.

Gli occhi di lei si spalancarono e le sue mani strinsero forte le spalle di lui.

-Perciò, vi prego, non interrompetemi adesso. Vi amo, madonna. Forse le mie parole non sono state abbastanza convincenti, ma credetemi, erano sincere. Ve le ho dette tenendomi il cuore, e mi sia Dio testimone ora che, nuovamente, le ripeto. Vi amo, come non ho mai amato nessun altro, né come mai amerò. Mi avete rapito l'anima e il cuore sin dal primo istante in cui i vostri occhi hanno incontrato i miei, ancora scudiero. Tutto di me vi appartiene, mia signora, la mia vita, la mia anima, il mio cuore: fatene ciò che desiderate. Tornerò, ve lo prometto, tornerò da voi, in questa o in un'altra vita, perché senza di voi non posso vivere né morire.-

Lui la guardò prima di baciarla. -Non piangete, angelo mio, uccidetemi piuttosto, ma non piangete.-

Lei scosse la testa, prima di stringersi ancora a lui.

-Vi amo, mio signore. Ve ne prego, tornate da me. Ve ne prego.- la sua voce tremava come la luce tremula della stanza.

-Non pensateci, madama. Tutto andrà per il meglio.-

Le baciò ancora la fronte.

Edward era terrorizzato dalla guerra, non era pronto, e in parte non lo sarebbe mai stato. Morte, terrore, distruzione, erano le uniche parole che associava a quel funesto gioco.

Sentiva la moglie singhiozzare sul suo petto, e più che mai ebbe paura della morte, come mai ne aveva avuta.

Cosa ne sarebbe stato di lui?



*


Beth guardava i cavalieri sfilare nel cortile del castello. Le lacrime scivolavano copiose sulle sue guance, l'apprensione la faceva tremare.

Vide il volto di Edward cercare il suo. Indossava l'usbergo con lo stemma dei Crownell, l'elmo sotto braccio. Intravide il suo velo legato al collo di lui, era verde, colore della fedeltà. Sorrise tra le lacrime e lo guardò un ultima volta prima che girasse il cavallo e partisse per quella macabra danza chiamata guerra.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: S u n n y