Spoiler
capitolo 498!
She
sings the revolution
Poteva mai essere
una ragazza quella che, a qualche metro da lui, le stava dando di santa
ragione
ad un gruppetto di malcapitati che avevano osato rivolgerle la parola?
No, non poteva. Non
poteva se non avesse avuto capelli lunghi, rossi e nome di Kushina.
Allora poteva
essere eccome!
Quando gli urli dei
ragazzini cominciarono a farsi più acuti, Minato prese ad avvicinarsi
silenziosamente.
Kushina, i
pantaloni arrotolati malamente all’altezza della ginocchia e i capelli
scarmigliati, ce la stava mettendo tutta per far assaggiare le sue
unghie e la
sua violenza in quella strana rivoluzione senza scopi a chiunque le si
avvicinasse più di un metro. Parecchi ragazzini perdevano già sangue da
graffi
sulle guance o dalle labbra, ma non si tiravano indietro per nessun
motivo,
anzi si buttavano nella mischia con ancora più rabbia e determinazione.
Il
primo comandamento da rispettare era proprio quello, difendere l’onore
ad ogni
costo!
“Ti farò a pezzi!”
urlò all’improvviso una voce energica, e il suo proprietario si tuffò
letteralmente addosso a Kushina, afferrando una ciocca di capelli rossi
e
cominciando a tirarla forte. La ragazzina ululò selvaggiamente per il
dolore e
qualche lacrima le sfuggì dagli occhi.
Soltanto Minato se
ne accorse; gli altri erano troppo impegnati a spalleggiare quel vile
di Yoshi.
Prendersela con una ragazza, che vergogna! Anche se Kushina era la
prima a
tuffarsi con le unghie e con i denti nelle mischie e spesso aveva la
meglio era
comunque una ragazza!
Il respiro pesante,
Minato allargò le braccia, puntellando i piedi saldamente sul terreno
per
acquistare sicurezza, ed esclamò, irritato: “Smettetela, codardi!
Prendervela
così con Kushina! Da sola, poi!
Vergognatevi!”
Immediatamente il
crocchio tacque, intimidito. Minato guardò con severità prima Yoshi,
poi tutti
gli altri, scuotendo la testa con disapprovazione. Quando arrivarono a
Kushina,
i suoi occhi divennero d’un tratto limpidi, ed egli le si avvicinò
porgendole
una mano per aiutarla.
“Non-t’immi-schiare!”
sibilò lei abbassando
al terreno gli occhi truci e offesi. Una chiazza di sangue le colava
sul
terreno dal naso: la ragazzina lo tenne schiacciato con la mani,
sporcandosi
tutta. Furibonda, sbatté un piede per terra. Minato, per nulla offeso
dal suo
temperamento, la fissò impensierito.
“Hai visto così
accade a fare le rivoluzioni da soli? Hai bisogno di un ninja medico al
più
presto.” suggerì, preoccupato “Andiamo a cercalo.”
“Non ho bisogno di
niente!” esclamò la ragazzina alzandosi in piedi di scatto. I suoi
occhi
scintillavano di sdegno. “La rivoluzione è la mia e la faccio da sola!
Stupido
moccioso, non osare mai più chiamarmi in quel
modo!”
Inaspettato, un
pugno preciso e potente si schiantò contro la mandibola di Yoshi,
ancora a
mezzo metro da lei, che stramazzò a terra con un lamento flebile.
Soddisfatta,
Kushina lo oltrepassò come se nulla fosse accaduto, sempre stringendosi
il naso
sanguinante. I suoi capelli rossi ondeggiavano, preda del vento,
facendola
apparire ancora più alta e potente. Minato la guardò, sconvolto, mentre
tutti
si affollavano, spaventati, intorno a Yoshi, pallido come un cencio.
“Perché l’hai
fatto?” le domandò, incredulo. La ragazzina strinse forte i pugni e i
denti,
furiosa ed esplose.
“Cosa te ne frega?!
Vuoi forse prenderti gioco di me? Bastano già questi mocciosi! Mi
prendono in
giro da quando sono arrivata qui!” Tirò su con il naso e ridusse gli
occhi a
fessure. “Non ne posso più di sentirmi dire che i miei capelli fanno
schifo; solo io posso dire che i miei capelli
fanno schifo! Vi odio!”
Scappò via
velocemente, non dando a Minato neppure il tempo di parlare. Il
ragazzino la
vide allontanarsi a grandi falcate, la mano ancora protesa verso di lei
per
confortarla. Sospirò, sconsolato: c’era un solo modo per raggiungerla.
“A me i tuoi
capelli piacciono molto!” gridò al suo indirizzo con grande convinzione
“Io
appoggio volentieri la tua rivoluzione!”
Tra gli alberi, a
qualche metro da quella voce limpida, una testa rosso fuoco che
gridava:
“Rivoluzione!” si fermò a sorridere, compiaciuta.
She's
the symbol
of resistance
and she's holding on my
heart like a hand grenade
She’s a rebel – Green Day
***
L’ultimo capitolo
ha alzato ancora di più in me la febbre del Minato/Kushina. Scrivere su
di loro
è divertentissimo, sia perché sono due splendidi personaggi, sia perché
sono certa che siano stati insieme. Anche se
poi hanno fatto quella brutta fine. XD
Questa shot è nata
in un pomeriggio più felice degli altri, ispirata agli avvenimenti
spoiler dell’ultimo
capitolo. L’ambientazione è quella della “vendetta del pomodoro”,
pagina 12,
ultima vignetta. Un momento assolutamente spassoso. Sono morta dalle
risate! XD
Poi ho anche scoperto che Kishimoto è un altro a cui piace romanzare,
quindi,
cosa volere di più dalla vita? XD Il titolo è un verso della
canzone che ho citato alla fine, She's a rebel dei Green Day, che vi
consiglio di ascoltare perché è davvero molto bella.
Spero che questa
storiella possa divertirvi un po’ nel leggerla, come è accaduto per me
nello scriverla.
Alla prossima.
Ayumi