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Autore: Ananke_ildestino    11/06/2010    5 recensioni
RoyAi Day 2010 Special Fic. Anime-based. Roy viene richiamato a Central City per l'annuale verifica degli alchimisti di stato, e fare un bel viaggetto insieme alla sua amata Riza gli pare proprio una buona idea... ma non andrà tutto come previsto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Love in Trouble

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa e degli sceneggiatori dello studio Bones, io mi limito a distruggere XD
Note: One-shot speciale per il RoyAi Day 10. Sembra che io sia ispirata al "nuovo personaggio" in caso di RoyAi Day. Ma questa volta niente gelosia. Spero possa celebrare come si deve il giorno del mio pairing preferito. Come solito è Anime-based. Visto che la mia adorata Editor è senza pc, ho assunto una nuova beta-reader, Glori, che ringrazio infinitamente per essersi letta tutto ste malloppo e aver tagliato frasi lunghissime e vigole impazzite.


LOVE IN TROUBLE

Il cielo era grigio e minaccioso, l'autunno non risparmiava nemmeno East City, eppure nel suo ufficio Roy Mustang non sembrava particolarmente di malumore. La sua espressione tradiva la soddisfazione per un piano geniale che stava organizzando nella sua mente. Quella mattina gli era arrivata la convocazione da Central City per l'annuale verifica della licenza da Alchimista di Stato. Inizialmente aveva fissato la carta contrariato, già si era svegliato con la luna storta per via del tempo, l'idea del viaggio che l'aspettava per arrivare sino alla capitale proprio non lo invogliava. Poi qualche ingranaggio aveva iniziato a muoversi nella sua testa e un progetto tutt'altro che negativo aveva iniziato a formarsi.
Riza era appena entrata nella stanza ed immediatamente aveva notato lo sguardo troppo concentrato del Colonnello su quella carta intestata del quartier generale centrale. Non era per nulla rassicurante quando faceva così.
-Colonnello, è una carta importante quella?- domandò mentre poggiava una pila di fogli sulla sua scrivania, alludendo al lavoro che averebbe potuto svolgere invece che fissare una stupida lettera.
Lui si riscosse d'improvviso e alzò gli occhi su di lei, poi sorrise allegramente. La preoccupazione di Hawkeye aumentò ancora di più.
-Ben più che importante Tenente.- disse richiudendola e sventolandola davanti a lei.
-Questo è il nostro lasciapassare per un romantico fine settimana a Central City, le va?-
-Colonnello!- ribatté quasi impaurita lei -Non dovrebbe parlare di certe cose in ufficio!-
Lui si guardò platealmente attorno, prima a destra e a sinistra, poi mettendo addirittura la testa sotto la scrivania, quindi riemergendo le rispose: -Non vedo nessuno che possa ascoltare qui.-
La donna non poté che alzare gli occhi al cielo, quando si comportava così non sapeva se lo odiava o lo amava. Già, il loro amore, nato dove non sarebbe mai nemmeno dovuto essere ipotizzato. La sottoposta e il comandante, militari che condividevano non solo la stessa base ma anche lo stesso ufficio. Eppure, pur sapendo quanto fosse sbagliato e inaccettabile per le alte sfere, non avevano potuto trattenersi. Ora vivevano una relazione clandestina fatta di messaggi in codice, stratagemmi e incontri segreti. Inizialmente era stata dura per entrambi, ma pian piano avevano iniziato ad abituarsi e Roy ci aveva anche preso gusto ad inventare modi sempre nuovi per non farsi scoprire. Indubbiamente però ad entrambi mancavano quei momenti in cui avrebbero potuto vivere una storia quasi normale; questa pareva una occasione d'oro anche per la dubbiosa Riza.
-E... cosa penserebbe di fare in questo fine settimana Colonnello?- domandò titubante e imbarazzata, mentre sistemava le carte già perfettamente in ordine: si vergognava di sé stessa per quella che lei considerava troppa intraprendenza.
Il Colonnello s'illuminò notando che a quanto pare era riuscito a fare breccia.
-Beh potremmo farci un bel viaggetto in treno fino a Central, teneramente abbracciati...- iniziò sognante.
-In questo caso è meglio prendere un treno notturno, non vorrei che qualcuno ci notasse.- si intromise lei.
-Giusto! Ottima idea! Così tu potrai addormentarti dolcemente tra le mie braccia...-
-Colonnello, ho capito, andiamo oltre.- lo incalzò la ragazza. Quando iniziava con le sue fantasticherie, specialmente quelle romantiche, diventava esasperante. L'alchimista accennò solo ad un'espressione infastidita, ma poi riprese come se nulla fosse.
-Beh poi potremmo prendere un albergo, conosco alcuni hotel non molto cari ma molto riservati.-
-Quanto riservati?- la paura d'essere scoperta la metteva in ansia: avrebbe rinunciato volentieri ad una notte con Roy piuttosto che rinunciare a lui per il resto della vita.
-Quante amanti crede che abbiano i generali del Central HQ, Tenente?- domandò con un sorriso furbo in tutta risposta.
Lei distolse lo sguardo e mormorò: -Allora farò di tutto per non farla diventare generale.-
Lui sorrise, ma finse di non aver sentito. Lo sapevano entrambi che per nessun motivo avrebbe pensato di tradirla, non era un amore tanto volubile il loro.
-Dicevo,- riprese -una sera dovrà concedermela per la cena con Hughes, se vado a Central e non mi fermo una sera a casa sua c'è il rischio che mi venga a sequestrare durante l'esame.-
-Io cenerò con i miei genitori allora, ma l'avverto, mia madre vorrà certamente offrirle almeno un pasto.-
-In quel caso potremmo pranzare a casa tua nel nostro sabato d'amore e libertà.- Una smorfia della donna accompagnò le ultime parole.
-Facendo quindi un breve calcolo,- riprese quindi lei mentre prendeva la convocazione dalle mani del suo superiore -se giovedì pomeriggio deve presentarsi al Central HQ e nella giornata di venerdì ha la prova di verifica, incastrando il tutto con il suo programma, direi che dobbiamo prendere il treno notturno che parte nella serata di mercoledì, e prenotare la stanza per le notti tra giovedì e sabato, oltre al viaggio di ritorno della domenica mattina.-
Il Flame Alchemist si era già perso a metà discorso. Lui era bravissimo ad inventare, ma questo tipo di organizzazione pratica così schematica gli dava parecchi problemi. La classificava come “roba da ufficio” e automaticamente non se la faceva piacere. L'unica cosa che aveva afferrato di tutto il programma era l'ultima frase.
-Come domenica mattina? E la nostra lunga domenica di passione?!- domandò con un espressione teatralmente delusa.
Lei non si scompose: -Lunedì mattina dovrà lavorare, e molto se dovremo recuperare due giorni di lavoro, perciò la preferisco ben sveglio e senza scuse pronte.-
Mustang borbottò una serie di lamenti tra sé, mentre Hawkeye del tutto indifferente già preparava il primo foglio da far controllare e firmare al suo comandante. Notatolo Roy decise di non perdere l'occasione per evitare ancora per un po' il lavoro.
-Allora Tenente,- disse alzandosi -vado dal generale Grumman ad informarlo della nostra assenza per questo fine settimana.-
Gli occhi castani della compagna si fissarono su di lui, pensierosi. Poteva sentirli sulla nuca mentre s'avviava alla porta, doveva uscire prima che iniziasse a parlare.
-Colonnello,- lo richiamò invece lei ancora in tempo. -ha per caso il nome di qualcuno di quegli alberghi che diceva, così io procedo alla prenotazione nel frattempo.-
L'alchimista si rilassò, per un attimo aveva temuto che Riza avesse trovato un modo per metterlo al lavoro immediatamente. Le passò un paio di nomi e poi s'avviò con la carta del quartier generale centrale verso l'ufficio del generale responsabile dell'East HQ.

La porta della stanza di Grumman, solitamente accostata, era stranamente chiusa. Incuriosito il Flame Alchemist si guardò attorno. Che il generale non fosse lì? Con una strana ed istintiva cautela bussò.
Dall'altra parte sentì il vecchio soldato invitarlo ad entrare. Chissà come mai aveva cambiato le sue abitudini proprio quel giorno si domandò Roy inquieto. Mettendo da parte tutti suoi dubbi entrò convinto, dopotutto doveva solo completare l'ultima formalità in previsione del suo viaggetto romantico con Riza.
Il Generale non era solo, con lui vi era anche un altro soldato, un armadio a quattro ante che si sarebbe intimidito solo difronte ad Armstrong. Gli bastò un'occhiata per capire dai gradi chi fosse: Brigadiere Generale Sergej Nagant, il nuovo arrivato da South City per ordine diretto del Fuhrer. Mentre s'avvicinava Mustang dovette ammettere che lo Strong Arm Alchemist era decisamente più imponente di quest'uomo dai corti capelli castani, ma l'inaspettata presenza restava comunque un colosso confrontato con la maggior parte degli esseri umani, Flame Alchemist compreso.
-Generali.- salutò composto appena fu di fronte alla scrivania a cui sedeva l'uomo più anziano, mentre l'altro restava in piedi a fianco del tavolo.
-Colonnello Mustang buongiorno.- gli rispose Grumman prima di girarsi verso il nuovo sottoposto.
-Brigadiere Generale Nagant, le presento il Colonnello Mustang, immagino avrà già sentito parlare del nostro Flame Alchemist per le sue azioni in guerra. Ebbene deve sapere che è anche un ottimo lavoratore, uno dei migliori uomini della nostra base.-
Nagant lo fissò con evidente curiosità e ammirazione, ma Roy non sapeva se tutti quei complimenti non richiesti non nascondessero qualcosa.
-La ringrazio Generale, ma non merito tali complimenti.-
-Oh, ma sì che li merita Colonnello. Ma non voglio farle perdere tempo, per cosa è venuto?-
L'alchimista gli porse la lettera di convocazione, mentre spiegava dei suoi programmi pubblici, ossia la sua visita a Central City per la verifica accompagnato dal suo ufficiale di più alto grado.
-...il Tenente Hawkeye si sta già occupando delle prenotazioni, credo che il budget minimo che mi è stato concesso l'anno scorso sarà sufficiente.- concluse.
-Oh, la verifica degli alchimisti di stato! Non ho mai assistito ad un esame d'alchimia!- esclamò improvvisamente il nuovo arrivato. Gli altri due uomini si girarono sorpresi, ma lui non parve accorgersene.
-Generale Grumman,- continuò -pensa che potrei accompagnare il Colonnello a Central? Sarebbe un'occasione per fare l'esperienza che sicuramente mi manca. Inoltre avrei modo di stare con un uomo che lei stima molto.-
Gli occhi di Roy divennero dei pozzi neri. Sperava di riuscire a nascondere lo shock sul suo volto ma non riuscì nemmeno a pronunciare una parola, cosa che invece fece Grumman.
-Ma certo Brigadiere Generale, ha ragione. Sfrutti al meglio questo fine settimana, le do il permesso di seguire il Colonnello a Central City.- disse con un evidente sorriso soddisfatto, poi guardando Mustang ancora pietrificato nel mezzo della stanza mimò un gesto di scuse non troppo convinto. Era contento, glielo si leggeva in faccia, e che fosse il Flame Alchemist a togliergli di mezzo per alcuni giorni quel tipo poco importava a Grumman.
-Bene colonnello Mustang, allora dopo verrò nel suo ufficio per definire il programma del viaggio.- disse gioviale Nagant. La testa di Mustang era però persa altrove. Ci mise svariati secondi a capire che stava parlando con lui, girò la testa lentamente, lo sguardo vuoto mentre rispondeva meccanicamente.
-Certo Generale. Se volete scusarmi, ora devo tornare al mio lavoro. Buona giornata.- irrigidito si voltò su sé stesso e s'avviò alla porta.

Tornato in ufficio sbatté la porta nell'entrare. Riza non era lì, e forse era meglio così: in quel momento per reprimere la collera che si accumulava dentro di lui l'avrebbe abbracciata senza lasciarla più andare, ma non era una cosa che doveva o poteva fare nel bel mezzo della base. Quel maledetto Generale! Gli aveva totalmente distrutto il piano d'amore che si era già immaginato secondo per secondo. Sapevano tutti che era un incapace, arrivato a quel grado non si sapeva come e poi inviato a East City per mettere i bastoni tra le ruote di Grumman, e probabilmente anche nelle sue. E in questo secondo caso ci stava riuscendo benissimo. Anche troppo. Era un'occasione fantastica andata in fumo.
Stava ancora ribollendo di rabbia quando Riza rientrò nella stanza. Portava ulteriori fogli, e lo guardò scontenta appena notò che non aveva ancora toccato nemmeno una delle carte già sul tavolo. Le bastò una seconda occhiata per notare che l'umore del suo superiore era completamente cambiato.
-Colonnello, ho già chiamato e prenotato l'albergo.- provò a dirgli cercando di risollevargli un poco il morale, i documenti non avrebbero atteso oltre.
Mustang non ebbe nemmeno il tempo d'aprir bocca che bussarono alla porta.
-Avanti- disse secco, ancora furioso.
-Colonnello Mustang!- quasi urlò mentre entrava il soggetto di tanta rabbia da parte dell'alchimista.
Hawkeye rimase sbigottita mentre guardava l'omone avvicinarsi alla scrivania del suo superiore e quest'ultimo indossare la maschera del perfetto e sottomesso militare.
-Generale, l'attendevo. Prego sieda.- gli disse Mustang indicando uno dei divanetti di fronte alla sua scrivania mentre tornava a sedersi. -Lasci che le presenti il mio ufficiale: il Tenente Hawkeye.-
-Molto onorata, Generale.- rispose semplicemente lei facendo un ennesimo saluto militare.
-Vedo che ha proprio una bella ragazza nel suo staff, Colonnello.- rise scomposto. Negli occhi dell'amante la bionda ragazza già poteva leggere la voglia di incenerire quell'uomo.
-Ma non ero certo venuto per questo, dobbiamo parlare del programma per la visita a Central City.- continuò mentre s'accomodava placido.
Il Tenente sgranò gli occhi. Era la prima volta che sentiva questa storia. Cosa ne era stato della loro romantica gita a Central? In un attimo capì il perché del repentino cambio d'umore di Roy.
-Come pensava d'organizzarsi Colonnello?- Nagant sembrava essere del tutto incurante delle espressioni e delle occhiate che gli altri due si scambiavano.
-Il tenente ha già prenotato l'albergo, credo che con una chiamata potrà facilmente aggiungere una stanza anche per lei...- iniziò a dire, prima d'essere interrotto dalla voce possente dell'altro.
-Albergo? Pensavo avesse parlato di un viaggio a budget minimo.-
-Beh sì, ma vede...- ancora una volta non poté finire di rispondere.
-In questo caso allora credo che le stanze offerte dal Central HQ per i militari in visita ufficiale siano sufficienti. Tra l'altro sono molto comode, sa?!- sorrise e Mustang increspò le labbra con lui, ma evidentemente solo per nascondere la collera che montava di secondo in secondo.
-Allora dopo andrò a cancellare la prenotazione della stanza e a chiamare il Central HQ.- disse meccanicamente Riza mentre appuntava le informazioni sulla sua personale cartelletta dell'esercito.
-Stanza? Singolare?- domandò sorpreso il Generale, lasciando completamente spiazzata Riza che rimase con le labbra socchiuse a fissarlo.
Prontamente intervenne il Colonnello: -Sì Generale, il Tenente dormirà dai suoi genitori, li vede così poco che pensavo di concederle senza problemi di poter restare con loro nelle ore di libertà.-
-Ah giusto giusto.- concordò l'omone mentre iniziava a guardarsi attorno studiando l'ufficio. Roy colse l'attimo per rassicurare con un'occhiata la ragazza, era tutto sistemato.
-Quindi Tenente, se non ho capito male, è lei che si occupa della parte pratica del viaggio.- ricominciò il più alto graduato. -Potrebbe quindi farmi una sintesi di come pensavate di organizzarvi?-
-Partenza mercoledì notte, giovedì e venerdì dedicati alla verifica, sabato libera uscita e rientro domenica mattina.- riassunse velocemente lei.
-Bene bene. Però mi pareva d'aver letto che il Colonnello deve presentarsi solo giovedì pomeriggio al quartier generale, perché anticipare così tanto la partenza? I viaggi notturni sono stancanti, soprattutto per me che in treno fatico a dormire, non pensa che riusciremmo comunque ad arrivare in tempo partendo il giovedì mattina?- quel ghigno sul suo volto iniziava a diventare eccessivamente fastidioso per Roy, soprattutto quando era rivolto alla sua donna.
Hawkeye rimase per un attimo dubbiosa, lanciò un'occhiata al suo diretto superiore sperando che potesse intervenire, ma in quel caso nemmeno lui sapeva come sistemare le cose.
-Se preferisce partire la mattina Generale, non c'è problema. Prenderò tre biglietti del treno della mattina allora.- mormorò con un tono di voce appena udibile mentre tornava a scrivere.
-Ottimo!- esclamò quindi Nagant alzandosi in piedi -Allora vi lascio al vostro lavoro, attendo un riassunto degli orari per più tardi, Tenente, se possibile.-
-Certo.- rispose lei asciutta.
-La saluto Colonnello.- fece un veloce quanto allegro saluto e s'avviò alla porta, mentre Roy si sforzava di non far trapelare la stizza nella sua risposta.
Quando la porta si chiuse alle spalle del brigadiere generale Sergej Nagant, per un minuto interminabile nell'ufficio ci fu un lungo silenzio tombale. Roy era poggiato con il mento sulle mani intrecciate e fissava la maniglia che si era da poco rialzata e Riza guardava pensosa il foglio su cui aveva appuntato tutti i cambiamenti. Fu lei a rompere il mutismo.
-Romantico fine settimana a Central City, eh?-
-Non ricordarmelo.- piagnucolò lui tappandosi le orecchie con le mani. Lei si voltò con la solita espressione di rimprovero e allora lui si ricompose, poggiandosi pesantemente allo schienale della sedia.
-In ogni caso devo capire come ha fatto ad avere quel grado, è tonto! Perché uno così può essere generale e io no?- iniziò a lamentarsi Mustang, fermandosi però di colpo appena la ragazza batté con il dito sul plico da controllare che ancora giaceva sulla scrivania. Lo fissò torvo, come a comandargli di sparire, ma ovviamente il pezzo di carta non si mosse di un millimetro. Con uno sbuffo l'alchimista s'armò di stilografica e iniziò a lavorare come la sua sottoposta, assurdamente, comandava.
Riza, appurato che quanto meno s'era messo all'opera, s'avviò nell'altro ufficio per sbrigare tutte le pratiche per il viaggio, ma poggiata la mano sulla maniglia si voltò ancora una volta.
-Colonnello, sarà solo un po' più difficile, non disperi. Lei nelle difficoltà dà sempre il meglio di sé.-
Sorrise dolcemente al suo uomo che aveva alzato la testa sorpreso e prima ancora che si riprendesse uscì dalla stanza.

Il giovedì mattina era arrivato in fretta tra un preparativo e l'altro ed alla fine i programmi decisi quel giorno non erano variati.
Ancora il sole non era ancora sorto, ma Mustang e la sua sottoposta già si trovavano in stazione, sul binario al fianco del treno che già attendeva di partire. Le luci della stazione erano ancora tutte accese, e un vento freddo soffiava ad intermittenza nella volta che copriva i binari.
-Certo che questa stazione è deserta a quest'ora.- commentò il Colonnello guardandosi attorno e cercando di rompere il silenzio che si era creato dopo i primi usuali saluti. Riza si limitò ad un cenno d'assenso mentre alzava il bavero del cappotto nero dell'esercito per coprirsi il collo. Un altro momento di pausa, poi Roy riprese.
-Ma dov'è questo maledetto generale! Non vorrà farci stare qui in piedi ad aspettare ancora per molto!-
-In realtà siamo noi ad essere in anticipo.- rispose piatta lei stringendo le braccia attorno al corpo, cercando di scaldarsi.
Lui la fissò e poi intenerito le chiese: -Riza, hai freddo?-
La ragazza cercò di rispondere negativamente, ma prima che potesse aprire bocca lui l'aveva già abbracciata, chiudendo il cappotto che indossava sulle spalle di lei. Con un leggero tocco la fece girare verso di sé.
-Roy...- iniziò, non troppo convinta.
-Non preoccuparti, non ci vedrà. Non prima che io veda lui in ogni caso. Questa colonna.- disse indicando con la testa il pilone che sosteneva la volta a pochi passi da loro -impedisce la visuale a chi arriva sul piano binari, ma consente a me di vedere chiunque s'avvicini.-
Riza rassicurata si strinse allora più forte al suo uomo, appoggiandosi con il volto al suo petto. Per un poco assaporò il calore e il profumo di Roy. Avrebbe voluto restare in eterno in quella posizione.
-Ma come fai ad essere sempre così caldo?- mormorò, solo per sentire il suono della sua voce ed essere sicura di non essere ancora addormentata.
-Sono il Flame Alchemist, dopo tutto.- rispose lui mentre le accarezzava dolcemente la schiena. -E poi quando sono con te il mio cuore arde sempre più per l'amore che provo per te, tesoro mio.-
Lei alzò il volto con una smorfia di disgusto.
-Ti prego Roy, queste tue frasi sdolcinate sono veramente pessime.-
-Si dice romantiche, non sdolcinate.- precisò l'uomo -e non sono pessime. Mi pare che ieri notte non ti dispiacessero, anzi.-
-Non ti ascoltavo.- replicò atona, mentre tornava ad appoggiarsi.
-Come?!- gli uscì un suono quasi strozzato.
-Diciamo che ero concentrata su “altro”.- un sorriso leggero le increspò le labbra. Lui non resistette: le alzò la testa verso di sé con due dita poggiate sotto il suo mento. Con dolcezza le sfiorò le labbra in un breve bacio che significava più di mille parole. Avrebbe voluto baciarla con passione, ma non poteva permettersi di perdere d'occhio gli arrivi sul piano binari nemmeno per un secondo.
Hawkeye lo sapeva e non pretese altro, il suono leggero del suo respiro e il battito controllato del suo cuore le bastavano.
-Roy, ma quanto ci metti per diventare finalmente fuhrer...- tornò a dire.
-Ci tieni così tanto alla divisa con la minigonna?- domandò ironico mentre lei tornava a fissarlo contrariata.
-No.- rispose secca, poi sospirò -pensavo solo che quando sarai fuhrer finalmente potremo passeggiare assieme per le strade senza paura, andare a teatro insieme, a cena e a prenderci un gelato. E magari pure vivere nella stessa casa senza destare scandalo.-
Fece una pausa, mentre lui la guardava ammirato.
-Poi mi potrebbe venire la voglia di sposarmi e avere dei figli... e in quel caso dovrei trovarmi un altro uomo.- concluse rapida.
-Come?! Perché non io?!- domandò infastidito.
-Perché saresti un pessimo padre.- dichiarò senza ombra di dubbio la ragazza, restando comunque ben stretta tra le braccia del suo ragazzo.
-Come puoi dirlo?!-
-Non ne ho dubbio. Saresti un cattivo esempio, distruggeresti tutti i miei tentativi di insegnare ai nostri figli un minimo di disciplina, saresti sempre dalla loro parte e, infine, sono certa che litigheresti con loro per i giocattoli.- sorrise alzando una mano ad accarezzare la guancia del suo superiore.
-Non è ver...- stava iniziando a protestare nuovamente, ma si bloccò di colpo. Cambiando completamente tono annunciò: -Sta arrivando.-
Con un movimento rapido ma leggerò si staccò a malincuore dalla donna e si sporse oltre il pilastro che sino a quel momento aveva garantito loro l'invisibilità. Appena il Generale lo notò fece un plateale ed eccessivo gesto con le braccia e poi s'avvicinò.
-Perché si è portato un sottoposto?- domandò bisbigliando la donna che si era a sua volta spostata.
-Non lo so.- rispose asciutto lui, mentre l'altro copriva gli ultimi metri che li separavano.
-Buongiorno Colonnello! 'Giorno Tenente.- salutò appena arrivato, mentre i due si mettevano prontamente sull'attenti.
-Se posso permettermi, Generale, non era previsto che il Maresciallo venisse con noi.- disse l'alchimista guardando l'uomo ossuto e alto che aveva seguito il militare proveniente da South City.
-Oh non si preoccupi Colonnello, il Maresciallo mi ha solo aiutato a portare la valigia.- poi si girò e rivolto al sottoposto disse: -puoi andare ora, ci penserà il Tenente alla mia borsa da qui in avanti.-
L'uomo non ci pensò due volte, abbandonò il bagaglio e con un veloce saluto se ne andò senza nemmeno proferire una parola.
Roy fissò incredulo prima il suo superiore e poi la valigia che si era portato. Era grande quasi quanto la sua e quella di Hawkeye messe assieme, e lui si aspettava anche che la portasse Riza! Ma cosa gli frullava per la testa? Non aveva notato che era una donna forse?
-Oh ma questo è il nostro treno? È già qui?- domandò Nagant del tutto ignaro come al solito.
-Sì signore, questa è la stazione di inizio corsa del treno.- rispose prontamente la ragazza, che come il suo compagno stava fissando dubbiosa la grande valigia.
-In questo caso penso che potremmo già salire.- e senza attendere la risposta dei due compagni di viaggio s'avviò verso la vicina scaletta.
Riza immediatamente lo seguì, trascinando la pesante valigia. Il peso non era eccessivo, per lo meno riusciva a sollevarla, ma non era certo leggerissima e per di più era anche molto ingombrante. Rischiò anche di perdere l'equilibrio mentre saliva.
Il Brigadiere Generale invece sembrava non accorgersi di nulla, arrivato nello scomparto scelse un posto vicino al finestrino e lì si sedette. La donna, appena poggiata la terra borsa del superiore, si girò di fretta per tornare a prendere la sua. Ma all'imbocco della carrozza si fermò. Roy era appena salito e portava entrambi i bagagli. Alzò il suo e glielo passò, prima di superarla.
-Grazie.- disse lei in quel momento sussurrando.
-Un po' di cavalleria non fa mai male.- rispose lui prima di varcare la soglia del vagone ed andare a sedersi di fronte al suo sgradito collega.

Il treno non fece in tempo a partire che già Nagant dormiva beatamente con la testa all'indietro e l'enorme valigia al fianco. Roy lo guardò infastidito, ma subito uno sbadiglio gli ricordò che anche a lui un sonnellino non avrebbe fatto male. Si girò verso Riza che gli sedeva accanto e le fece un gesto per indicare che avrebbe dormito un poco anche lui. S'appoggiò al finestrino mentre la ragazza prendeva un libro dalla sua borsa prima di metterla nel portabagagli sopra le loro teste, e lì s'addormentò.
Si risvegliò un'ora dopo, colpito in pieno volto dalla luce del sole che sbucava ora dalle colline dei dintorni. Stiracchiandosi si guardò attorno: il generale era ancora lì, dormiente sul suo sedile, capo gettato all'indietro e bocca aperta; accanto a sé Riza invece aveva appena alzato gli occhi dal romanzo che stava leggendo e con il labiale gli diede nuovamente il buongiorno. Gli apparve così bella in quel momento, chissà perché. Si sporse per ricevere il bacio del risveglio ma lei fece un malinconico segno di diniego con la testa indicando l'altro militare che ancora dormiva davanti a loro.
-Se si svegliasse...- sussurrò appena appena.
Mustang tornò a sedere appoggiandosi al finestrino, ma mentre si ritirava mimò lentamente il gesto di uno schiocco di dita. Lei sorrise, a volte pensava che l'avrebbe fatto seriamente in caso estremo.
Lui restò per un lungo attimo poggiato al vetro, intento a rimirare la sua sottoposta che nel frattempo era tornata alla sua occupazione. Nonostante la sveglia di primo mattino sembrava fresca come una rosa.
Pensò un attimo, poi lentamente fece scorrere la mano verso di lei, le sfiorò leggermente la coscia per richiamare la sua attenzione poi le mostrò il palmo. Inizialmente lei fissò dubbiosa la mano del suo superiore, poi lo guardò negli occhi e con un sospirò esasperato abbassò la sua mano su quella di lui. Lei continuò a leggere, anche se parve parecchio distratta dalle carezze dell'alchimista, che stava assaporando ancora una volta la pelle vellutata della sua donna. Ma la soddisfazione durò ben poco, passarono poco più di dieci minuti e solo sfiorarle la pelle con le dita non era più sufficiente, per nulla.
-Devo sgranchirmi un po' le gambe- disse a bassa voce, ma con un tono comunque facilmente udibile anche dal generale se fosse stato sveglio.
S'alzò prima di chiederle: -Tenente, le va di farmi compagnia?-
-Sì signore.- lei si sforzò d'usare il tono più formale che conosceva, anche se la situazione le suggeriva tutt'altro.
In silenzio uscirono dal vagone. La donna come sempre seguiva il Colonnello. Appena un passo nella carrozza adiacente e Roy iniziò a parlare a voce bassa, per non disturbare e farsi sentire dagli altri rari passeggeri.
-E voleva partire di mattina perché in treno fatica a dormire.-
-Beh si vede che ha avuto una nottata particolarmente stancante.- rispose neutra.
-Stancante? Oh sì ce lo vedo circondato da dieci donne tutte per lui!- disse ironico Roy.
-Colonnello...-
In tutta risposta lui sollevò solo le spalle.
Camminarono sino a raggiungere l'ultimo vagone e uscirono sulla piccola balaustra dell'ultima carrozza. Sotto i loro piedi i binari correvano veloci mentre il treno procedeva verso Central City. Hawkeye chiuse con cura la porticina alle loro spalle. I cappotti che Roy le aveva indicato di prendere con sé in quel momento erano diventati veramente utili. L'aria autunnale anche in quella giornata di sole non riscaldava molto, specie su di un treno in corsa.
La bionda ragazza s'appoggiò alla piccola ringhiera ad ammirare il panorama delle colline che già risplendevano dei colori caldi della stagione: giallo, arancione e rosso si mescolavano armoniosamente.
Mustang concesse al paesaggio solo un breve attimo d'attenzione, poi tornò ad osservare la persona che riempiva ogni angolo della sua mente sin dal primo mattino. Quando vedeva quell'espressione serena e quello sguardo attento restava sempre incantato a contemplarla.
Appena lei si voltò verso di lui però non riuscì a trattenersi, con un passo colmò il breve spazio che li separava e la prese tra le braccia.
-Roy, guarda che questa porta ha un finestrino.- gli disse lei sorridendo tutt'altro che preoccupata.
-L'ho visto, ma siamo abbastanza a lato perché nessuno ci veda da dentro. E da fuori... chi se ne frega!- proclamò prima di trascinarla in un bacio passionale che aveva trattenuto sin dal primo momento in cui si erano rivisti in stazione.
Rimasero un poco così, abbracciati stretti e silenziosi, con la donna che pettinava dolcemente i corti capelli di lui.
-Riza.-
-Sì- rispose distesa.
-Prima eri seria quando dicevi che mi sposeresti?- domandò pensoso.
-A dire il vero ho detto tutto il contrario.- commentò sorridendo invece che rispondere.
-Certo, come se non ti conoscessi.- fu la risposta altrettanto allegra di lui.
A quel punto fu lei a trascinarlo verso di sé per un nuovo bacio.
Appena si staccarono a fior di labbra gli sussurrò: -Sì, ero seria.-
Lui la strinse più forte a sé, cullandola teneramente. Non c'era bisogno di altre parole. D'improvviso però, con la coda dell'occhio, notò il controllore che veniva proprio nella loro direzione.
Quando il capo treno aprì la porta della balaustra li trovò ai due lati opposti, intenti a guardare il paesaggio.
Riza che conservava i biglietti di tutti e tre li fece obliterare e l'uomo tornò sui suoi passi.
Attesero ancora qualche minuto, poi si scambiarono un ultimo bacio e tornarono come se nulla fosse successo ai loro posti.
Nagant si era da poco svegliato, comandò quasi a Mustang d'accompagnarlo sino alla carrozza ristorante per la colazione e poi lo torturò per il resto del viaggio con inutili chiacchiere a cui non poté sottrarsi in nessuna maniera. Riza, intenta a leggere il suo libro, ogni tanto si faceva scappare un lieve sorriso divertito per le espressioni sempre più annoiate e spazientite del suo superiore che miracolosamente cambiavano all'istante quando lo sguardo del Generale tornava a posarsi su di lui.

Il treno arrivò a Central City in perfetto orario. Era quasi mezzogiorno quando scesero dalla loro carrozza nel bel mezzo della grande stazione della capitale. Attorno a loro centinaia di persone si muovevano, chi affettandosi verso il treno in partenza, chi salutando calorosamente una persona cara appena arrivata in città. Erano mesi che Mustang e Hawkeye non rivedevano la loro città ed istintivamente si fermarono a guardare la grande copertura in acciaio e vetro che ricopriva i binari. Riza portava ancora la grande valigia del più alto graduato del trio e nell'altra mano teneva la sua che era stata portata a terra dal Colonnello, il quale però non poteva farsi vedere a trasportare il bagaglio della sua sottoposta.
Mentre loro ancora si guardavano attorno come incantati Nagant si sbracciò per farsi notare da un paio di militari che attendevano all'inizio della loro banchina. Appena lo notarono i due s'avvicinarono al terzetto.
-Generale. Colonnello.- salutarono appena arrivati, notando appena Riza.
-Il Central HQ ci ha inviato per scortarvi sino alla base ed alle vostre stanze.-
-Oh bene bene.- rispose gioviale il Generale, mentre Roy non nascondeva un certo fastidio per la mancanza di rispetto nei confronti del suo Tenente, che restava comunque un superiore per quei due marescialli.
Già i soldati di Central si stavano girando per accompagnarli sino all'auto, quando Mustang li richiamò.
-Signori, credo che uno di voi possa occuparsi della valigia del Generale.- disse indicando la grossa borsa che la donna teneva a malapena sollevata dal terreno. Con uno sguardo irritato lanciato all'alchimista uno dei due tornò sui suoi passi per farsi consegnare il bagaglio dalla ragazza.
Fecero il viaggio in auto in silenzio, mentre Nagant cianciava allegramente con il militare della capitale che non stava guidando. Chiese stupide informazioni e fece altrettanto banali battute, Mustang smise ben presto d'ascoltarlo per concentrarsi piuttosto sul paesaggio che gli tornava alla mente sempre più ogni metro che percorrevano verso il quartier generale. Riza invece si sforzò di restare con lo sguardo abbassato, cercando di captare tra le chiacchiere assurde del Generale qualche informazione utile in futuro.

In pochi minuti raggiunsero la base e i due uomini li accompagnarono alle stanze nel refettorio per i militari in visita alla capitale. Le due camere erano l'una accanto all'altra, l'interno molto spartano ma in un certo modo accogliente.
Oltre al letto singolo e all'armadio vi era un comodino con una lampada, una scrivania, una sedia ed una poltrona sotto cui era steso un tappeto che arrivava sino ai piedi del letto.
-Tenente, se vuole appoggiare la sua valigia per il momento può lasciarla nella mia stanza.- le disse appena la notò alle loro spalle con il bagaglio ancora tra le mani.
-Ma Colonnello, all'ingresso sono sicuro che ci sia un deposito bagagli.- s'intromise Nagant.
-Lo so Generale,- disse cercando di sottolineare il fatto che quella era stata la sua base sino a pochi anni prima -ma è a pagamento, inoltre è molto meno dispersivo lasciarlo qui, non trova?- trattenne a fatica la collera che gli provocava.
-Sì, forse ha ragione.- s'arrese Nagant, che pareva non rendersi mai conto di nulla.
Hawkeye attese un secondo prima di fare un passo all'interno della stanza dell'alchimista di fronte a cui s'erano fermati.
-La ringrazio Colonnello.- disse mentre poggiava la sua valigia dietro la porta, accanto a quella di Roy. Era sicura che la posizione che aveva scelto non fosse affatto casuale, fidarsi di lui era naturale come respirare per Riza, anche in quelle piccole cose.
Dopo aver preso possesso delle stanze e aver poggiato le borse i tre furono nuovamente lasciati soli dai due marescialli che li avevano accolti in stazione.
Vista l'ora Mustang propose d'uscire a pranzo.
-Perché non restare alla mensa della base?- domandò il Generale mentre già s'avviavano fuori dal dormitorio.
I due amanti in incognito si fissarono prima che l'uomo interpellato rispondesse.
-Mangiare fuori ci consentirà d'avere ancora un po' di relax, per mangiare alla mensa del Central HQ ci sarà tempo anche questa sera e domani.-
Al solo pensiero a Roy venivano i brividi. C'erano molte cose che rimpiangeva di Central e stava facendo di tutto per tornare a lavorare nella capitale sin dal primo giorno a East, ma se c'era qualcosa che non gli mancava affatto del quartier generale centrale era la pessima cucina della mensa militare.
Riza sorrise mentre guardava il suo uomo esibirsi nella parte del miglior affabulatore e a quanto pare funzionò a meraviglia. Non che Nagant sembrasse essere un osso particolarmente duro, non per un leader nato come Mustang per lo meno.
Scelsero un locale non troppo distante dalla base e allo stesso tempo non troppo caro. Il Flame Alchemist pareva conoscere tutti i locali e gli hotel di Central City meglio di una guida turistica e li accompagnò direttamente nel ristorante che, a suo parere, faceva al caso loro. Certo, nella mente di Roy quello doveva essere un pranzo a due ed invece dovette sopportare la voce fastidiosa e incessante del neo-acquisto dell'East HQ parlare di cose stupide, frivole e nel migliore dei casi banali. Iniziava veramente a non poterne più di lui e della sua ignoranza. Ogni tanto inconsapevolmente si ritrovava a fissare i gradi di brigadiere generale che portava domandandosi nuovamente perché quell'uomo potesse esibirli e lui ancora doveva restare un colonnello esiliato in provincia. Il Tenente, che pur fingendo scarsa attenzione a tutto se non al suo piatto continuava a tenerlo d'occhio, se ne accorse immediatamente. All'ennesimo sguardo corrucciato lanciato verso le spalline dell'altro uomo, diede un leggero calcio a Roy, riportandolo alla realtà. Non era tempo di lasciarsi prendere da rabbie inopportune, doveva sopportare. Allo stesso tempo poteva però capire che il suo comandante avesse ormai quasi raggiunto la soglia di sopportazione, Nagant era veramente una piaga. Era felice di non essere degna delle sue attenzioni, almeno per ora.
Appena ebbero tutti finito di mangiare lasciò giusto qualche minuto all'alto graduato per finire uno dei suoi ennesimi discorsi, quindi cercò di salvare il suo ragazzo da quella situazione.
-Colonnello, mi spiace interrompervi, ma penso che sia tempo di tornare al quartier generale per la presentazione.- disse guardandolo direttamente. Era piacevole vedere i suoi occhi blu notte farsi pian piano più rilassati.
Nagant fu il primo ad allontanarsi dal tavolo dopo aver lasciato il saldo del conto e una mancia per il cameriere. Loro due lo seguirono, ma nell'alzarsi Roy non riuscì a trattenersi dallo sporgersi un poco verso di lei, carezzarle il dorso della mano e sussurrarle un -Grazie amore mio.- che la colse di sorpresa imporporandole leggermente le gote.

Mustang pensava di cavarsela in poco meno di un'ora per le pratiche di convocazione, invece i nuovi protocolli lo tennero inchiodato all'interno dell'ufficio deputato per quasi tre ore. Vi erano decine di carte inutili da firmare e controfirmare, che venivano rigirate a soldati che quindi preparavano altri documenti che dovevano successivamente essere nuovamente vidimati. Per qualunque assurdità c'era una firma da mettere: solo per dichiarare di essere Roy Mustang il Flame Alchemist servirono quattro fogli! E mentre l'alchimista malediva la burocrazia e la inseriva tra le cose che non aveva affatto rimpianto della capitale, Riza restava in piedi ad attenderlo fuori dalla porta della stanza, assolutamente concentrata sulla maniglia. Si concesse un'unica distrazione quando il Generale Nagant, che inizialmente era rimasto con lei, le aveva detto che sarebbe andato a fare un giro per la base. Notizia che non dispiacque affatto alla ragazza. Averlo accanto per quei pochi trenta minuti era stato seccante. Quell'uomo non sapeva fare un discorso anche solo vagamente interessante o sensato e lei non aveva certo né le capacità di Roy né il grado per poterlo raggirare con altri argomenti. Perciò la conversazione languiva tra domande scontate del superiore e risposte monosillabe del Tenente. Solo dopo mezz'ora Nagant si era deciso a lasciarla alla sua guardia, inutile a suo avviso, e andarsene a fare un giro turistico del Central HQ per conto suo. Dopo che ebbe svoltato l'angolo del lungo corridoio Hawkeye non riuscì a trattenere un sospiro sollevato.
Quando finalmente Roy concluse tutte le pratiche riuscì a congedarsi e con evidente fretta d'andarsene lasciò l'ufficio. Rimase un po' spaesato quando fuori trovò solo la sua sottoposta ad attenderlo, ma poi s'aprì in un sorriso gioioso. Inaspettata e fortunosa occasione di restare per un po' assieme senza quell'ottuso di Nagant. Lei fece un veloce saluto militare, quindi gli si affiancò.
-Colonnello ha ancora qualcosa da fare?-
-Per oggi null'altro Tenente. E lo spero, mi hanno fatto firmare centinai di fogli.- iniziò a lamentarsi.
Lo sguardo di Riza divenne ancora una volta d'ammonimento.
-Non esageri Colonnello. Con i suoi ritmi, anche con la pistola puntata alla tempia, in un intero pomeriggio non sarebbe mai riuscito a firmare cento documenti.-
Lui non rispose, la guardò semplicemente con la coda dell'occhio, nascondendo un altro sorriso. Si conoscevano entrambi così bene che questo era diventato il modo più divertente per dirselo.
-Cosa facciamo ora?- domandò dopo un attimo lei, notando che si stavano dirigendo verso l'uscita del quartier generale.
-Eh?!- domandò sovrappensiero -Dice che dobbiamo cercare Nagant?-
-Purtroppo credo di sì, Colonnello.- rispose con dispiacere evidente.
-Purtroppo eh?- ripeté lui facendole eco prima di cambiare rapidamente direzione.
Iniziarono a cercarlo nelle zone più vicine all'ufficio in cui Mustang aveva passato buona parte del pomeriggio, poi s'allargarono alle zone comuni ed infine iniziarono a visitare ogni punto della base.
Solo un paio d'ore più tardi riuscirono a trovare il Generale mentre stava stordendo un povero capitano con le sue chiacchiere.
-Generale Nagant.- richiamò la sua attenzione il Flame Alchemist, mettendosi sull'attenti assieme alla donna che era con lui.
-Oh Colonnello Mustang! Ha finito finalmente?!-
Roy si morse la lingua per non rispondere, il silenzio era assai più adatto alla situazione.
L'alto graduato liberò il capitano, che tornò immediatamente al suo lavoro dopo aver lanciato uno sguardo carico di gratitudine ai due uomini di East City.
Passarono altre due ore all'interno del Central HQ, perché il Generale sembrava estremamente ansioso di sentire il commento personale del Colonnello su ogni angolo e ogni corridoio.
A fine giornata, agli occhi di Riza, Mustang era un uomo distrutto, pur mantenendo quella sua facciata d'uomo sereno e rilassato.
Fu all'ennesima richiesta assurda di spiegazioni da parte di Nagant che la donna, esasperata e preoccupata per il suo uomo, era intervenuta mostrando chiaramente l'orologio.
-Generale, mi scusi, ma per me è quasi ora d'andare e dovrei prendere le mie valige.- il tono dimesso era l'unica finzione che le riusciva perfettamente.
-Oh ma certo! Sarà anche tempo di cenare per noi in tal caso, giusto Colonnello?-
-Certo Generale.- rispose prontamente Mustang ansioso di lasciare i corridoi ormai semi deserti.
Immediatamente fece strada verso gli appartamenti dove erano ospitati, a passo anche particolarmente sostenuto. In quel modo forse quel tizio avrebbe tenuto la bocca chiusa per un po', aveva bisogno di respirare.
Arrivarono velocemente alle stanze da letto, come previsto Nagant faticò a stargli dietro e non riusci di conseguenza ad assillarlo con le sue domande, ma sapeva benissimo che l'appuntamento era solo rinviato.
Appena di fronte alle porte improvvisamente fu il Flame Alchemist a rivolgersi al suo superiore.
-Generale, perché non va a prepararsi? Così potremo andare immediatamente a cena.-
-Oh sì Colonnello, ha ragione. A domani Tenente.- salutò attendendo che lei si mettesse sull'attenti, poi si ritirò nella sua camera.
Lei guardò sospettosa il superiore ma entrò quando lui le fece cavallerescamente segno di precederlo. Entrando dopo di lei Mustang accostò appena la porta alle sue spalle.
Erano nel bel mezzo del Central HQ, Nagant era nella stanza accanto e di lì a poco sarebbe venuto a chiamarlo: Roy non poteva avere strane idee, pensò Riza mentre s'avvicinava alla sua valigia.
-Riza.- la chiamò appena prima che poggiasse le mani sul bagaglio, con quella sua voce profonda e sensuale.
Sì rialzò e girò automaticamente, ma non riuscì a fare altro perché con uno scatto lui l'abbracciò di slancio. La tenne stretta a sé per alcuni secondi, poi si staccò quanto bastava per coinvolgerla in un lungo bacio appassionato.
Quindi si fissarono per un po', i visi a pochissimi centimetri.
-Questa gita romantica fa proprio schifo, eh?- domandò lei sorridendo.
-Già. Mi spiace.- sussurrò prima di sfiorarle ancora una volta le labbra.
-Non è colpa tua Roy.- liberò una mano per carezzargli dolcemente una guancia.
-Roy,- gli disse nuovamente -dì a Nagant che hai bisogno di studiare e riposare prima dell'esame di domani o non ti lascerà in pace nemmeno questa sera.-
-Ottima idea amore mio.- la ringraziò, baciandole il palmo della mano.
Lei tornò a sorridergli, ma lentamente si liberò dalla stretta del suo superiore.
-Ora è tempo che vada, ci vediamo domani.- disse mentre si chinava a raccogliere la borsa.
Rialzandosi si fermò un attimo.
-Mi dica una cosa, Colonnello, perché le ha poggiate dietro alla porta?-
-Perché anche nel caso fosse entrato qualcuno avremmo avuto quel secondo di vantaggio per non farci scoprire.- rispose con naturalezza, mentre lei gli passava a fianco poggiando una mano sul suo braccio.
-A domani Roy.- gli sussurrò poco prima d'uscire.
Non c'era bisogno d'altro, in quel tocco era racchiuso tutto quello che dovevano dirsi. Lui la guardò per un attimo ancora allontanarsi con la valigia tra le mani, poi rientrò malinconico nella stanza.
Non c'era nulla da fare, ormai il loro weekend da sogno era stato distrutto. A questo punto dovevano accontentarsi dei pochi attimi ritagliati di nascosto durante il giorno, le allusioni nascoste nelle frasi che come perfetti soldati si scambiavano e i tocchi sfuggenti. Almeno il giorno dopo avrebbe potuto vedere Maes e sfogarsi con lui. Ma prima c'era la verifica da passare. Non che avesse particolare paura, anzi, era certo di non avere problemi come gli anni precedenti, ma era comunque più impegnativa che firmare quattro carte che Hawkeye si era impegnata a far giungere a lui già perfette e solo da vidimare.
Velocemente si sistemò e si diede una pettinata rapida. Assurdamente fu pronto ancor prima del Generale che dovette attendere fuori nel corridoio. Chissà cosa aveva dovuto fare per metterci così tanto? E pensare che aveva anche avuto il terrore che lo sorprendesse assieme a Riza.
Quando anche il superiore fu pronto si diressero in mensa. Come aveva consigliato la sottoposta disse a Nagant che aveva bisogno di ripassare e riposare perciò riuscì a tornare nella sua stanza da solo piuttosto presto quella sera, risparmiandosi un po' delle fastidiose chiacchiere che però avevano accompagnato tutto il pessimo pasto. Era andato a letto molto presto rispetto alle sue abitudini, ma quella giornata lo aveva fiaccato molto, anche la sveglia prima dell'alba ora si stava facendo sentire. L'ultimo pensiero prima d'addormentarsi fu dedicato alla sua donna: gli sembrava di poter ancora sentire il profumo di lei accanto, ma fu solo per un momento, poi la stanchezza ebbe il sopravvento.
Riza era arrivata a casa sua accompagnata dal padre. Lungo la strada si erano scambiati solo banali convenevoli. I suoi genitori erano a conoscenza della sua relazione con il suo superiore, ma ben sapevano anche che non doveva arrivare alle orecchie di nessuno, nemmeno come voce. Solo quando fu a casa con sua madre che la riempiva di domande riguardo Roy e quella strana situazione aveva spiegato tutto ciò che era avvenuto. E mentre si rilassava con i genitori pian piano tutta la fatica di quella lunga giornata venne a galla. Dopo ripetuti sbadigli le fu comandato d'andare a letto dalla madre che nel frattempo sembrava intenta a studiare un piano diabolico. In fondo forse quel particolare vizio di Mustang non le dava così fastidio proprio perché le era famigliare. Chissà se era riuscito a scrollarsi di dosso Nagant o era ancora alle prese con il suo supplizio, pensò poco prima d'addormentarsi.

L'indomani fu svegliata dalla vecchia sveglia che non usava più dai tempi dell'accademia. L'aveva puntata sua madre la sera prima, dopo che lei già s'era addormentata. L'orario era perfetto, avrebbe potuto sistemarsi ed arrivare alla base prima che Mustang e Nagant uscissero per raggiungere il quartier generale vero e proprio. Con perizia si preparò, avrebbe passato la giornata ad attendere Roy. Sapeva che sarebbe andato tutto bene, per quanto sembrasse svogliato non dimenticava mai nulla riguardo l'alchimia. Era il suo primo amore, o forse il secondo, si disse mentre arrossiva davanti allo specchio. Erano passati mesi eppure le faceva ancora quell'effetto sapere che il suo superiore che lei tanto amava la ricambiava allo stesso modo. Quando gli sussurrava confessioni in quei rari momenti d'intimità le pareva di sciogliersi. Già, era difficile vivere quella relazione, ma nessun'altra sarebbe stata così bella.
Scese le scale di casa in silenzio. Tutto era muto, i suoi genitori ancora dormivano. S'avvicinò alla cucina e sul tavolo trovò la colazione preparata dalla madre con un biglietto.
“Invita il Colonnello a pranzo sabato, mi raccomando.”
Poggiata sotto un'altra nota parlava di un piano infallibile che avrebbe dovuto mettere a punto con Mustang. La ragazza sorrise mentre prendeva i due pezzetti di carta e li infilava nel soprabito nero, poi mormorò un -Grazie.- ed uscì verso il Central HQ.

La prima tromba era suonata da pochi secondi e Roy stava ancora fissando il soffitto cercando la voglia d'alzarsi. Sapeva che tra poche ore avrebbe avuto l'esame: il mattino scritto e il pomeriggio pratico, come quest'anno avevano deciso di svolgere la verifica. Quella cosa di modificare quasi ogni volta le metodologie d'esame lo infastidiva. Se uno era diventato Alchimista di Stato una volta era pressoché impossibile che poi fallisse un banale accertamento. Sì rigirò nel letto intenzionato a dormire ancora un poco prima del secondo richiamo, ma nel farlo vide il libro d'alchimia che aveva sfogliato la sera prima appoggiato sul comodino. La copertina era protetta da una guaina in pelle con stampata la sua salamandra in rilievo. Era stato un regalo di Riza, per il suo compleanno. Allungò la mano a toccare il tomo. Quel volume ora gli ricordava lei. E lei, si disse, non l'avrebbe certo lasciato a poltrire a letto.
Ancora assonnato si tirò a sedere, fissò il libro e sospirò: quanto avrebbe voluto averla lì al suo fianco ora. Con lentezza ma attenzione si lavò e si rivestì. Il Flame Alchemist sarebbe stato perfetto quel giorno, in tutto e per tutto.
Quando fu pronto uscì dalla stanza e andò a bussare alla porta del suo accompagnatore. La seconda chiamata era stata suonata da qualche minuto, s'aspettava quindi di trovarlo già sveglio e quanto meno intento a vestirsi. Invece gli giunse solo una risposta rauca dall'altro lato della porta. Cautamente entrò nella stanza ancora buia. Il Generale era ancora a letto, seduto ma semi-addormentato.
-Generale?- domandò Roy guardandolo con disapprovazione, con il favore del buio poteva permetterselo.
-Colonnello, lei è già pronto? Che ore sono?- biascicò l'altro.
-Le 7:00 in punto Generale. Io tra meno di un'ora dovrò essere a disposizione per la verifica.- sottolineò.
-Mmm... va bene, vada pure. Io la raggiungerò.- farfugliò mentre tornava a infilarsi sotto le coperte.
Mustang rimase allibito. Si vedeva che non aveva mai avuto una sottoposta come Riza e nemmeno qualcuno che la disciplina gliela imponesse dall'alto.
Con un blando saluto militare e un ironico -Buona continuazione- tornò ai suoi affari lasciando il superiore a dormire beatamente.
Andò in mensa, tutt'altro che ansioso di provare cosa avessero preparato. Non era mai stato alla base per la colazione, ma considerato il livello degli altri pasti non poteva aspettarsi certo nulla di buono. Bevve solo un caffè, troppo annacquato per i suoi gusti, e si fece dare una brioche quanto meno mangiabile.
Stava ancora mangiucchiando seduto ad uno dei tavoloni, mentre rileggeva alcune pagine del libro d'alchimia quando l'istinto gli impose d'alzare il capo. All'ingresso della mensa era comparsa Riza, con la sua solita cartelletta tra le mani. Sorrise verso di lei, che immediatamente lo riconobbe all'interno dell'enorme sala. Con passo svelto ma non frettoloso si diresse verso di lui.
-Buongiorno Colonnello.- lo salutò mentre si sedeva di fronte a lui.
-Buongiorno Tenente.- rispose fingendo di non darle troppa importanza, ma gli fu sufficiente un'occhiata penetrante per farle capire quanto fosse felice della sua presenza.
Lei attese un attimo prima di parlare di nuovo, non voleva dare l'impressione a qualcuno nella capitale di essere troppo in confidenza con il suo superiore.
Solo quando lui ebbe finito di leggere e chiuse il libro tornò a domandargli: -Il Generale Nagant non fa colazione?-
-La farà quando s'alzerà, per ora non pareva avere intenzione d'alzarsi dal letto.- rispose atono mentre finiva il poco caffè rimasto.
Lei fece uno sguardo corrucciato, un generale che non si alzava all'orario previsto? Che disonore.
In tutta risposta lui alzò semplicemente le spalle, prima di rimettersi in piedi.
-Tenente le va di fare due passi in giardino, in attesa dell'inizio della verifica?- comandò più che chiedere.
-Certo Colonnello.- rispose prontamente seguendolo.
A East qualcuno aveva osato definirla un cagnolino ben addomesticato per quella sua abitudine di seguire Roy ovunque restando sempre un passo indietro e per la sua prontezza nel rispondere ai suoi comandi. Quel qualcuno aveva poi avuto uno spiacevole incontro con Havoc e Breda in un angolo della base. Loro due sostenevano di non aver torto un capello al malcapitato, ma da come abbassava lo sguardo quando i due passavano, Riza non ne era certa.
Uscirono in giardino, chiunque avrebbe detto che Mustang era agitato in previsione della verifica e per questo aveva bisogno di passeggiare per scaricare la tensione, ma Hawkeye sapeva bene che non era così. Lui non aveva mai sentito il peso di quegli esami annuali, nemmeno una volta, ed in ogni caso non era il tipo da mostrare così evidentemente il proprio nervosismo. No, aveva solo voglia di stare un po' all'aria aperta e forse di chiacchierare in santa pace prima di doversi dividere di nuovo.
Il Colonnello conosceva piuttosto bene il Central HQ, quei pochi anni che avevano passato entrambi lì erano stati sufficienti perché imparasse a conoscere ogni angolo nascosto della base. Camminando senza fretta e senza dare troppo nell'occhio si diresse fino ad una panchina isolata all'interno del grande parco alberato che attorniava il corpo centrale dell'enorme edificio.
Non era particolarmente nascosto, ma in quell'orario era sicuramente l'ultimo luogo dove sarebbe passato qualcuno.
-Allora, a cosa pensi prima della verifica?- domandò Riza avvicinandosi molto a lui, che subito colse l'occasione per cingerle le spalle.
-Mmm... a nulla in particolare, credo...- rispose lui guardando in alto verso il cielo screziato di bianco che s'intravedeva tra i rami che si stavano spogliando delle foglie ormai secche.
-Sei sempre così sicuro di te...- mormorò lei.
-È un problema?- domandò incuriosito tornando a guardarla.
-No, assolutamente, anzi...- ma si fermò, il viso di lui troppo vicino richiamava un bacio leggero.
-Vedrai che andrà tutto bene, almeno per la verifica. Il nostro fine settimana invece... lasciamo stare.-
-Ah, a tal proposito ricordami che poi devo darti un biglietto da parte di mia madre.-
Lui la guardò stupito.
-Perché “ricordami”? Non puoi darmelo ora?-
-No, voglio che ti concentri esclusivamente sull'esame. So come sei fatto e preferisco che tu dia la precedenza alle cose realmente importanti.- concluse fissandolo intensamente.
-Tu sei ben più che importante, tesoro mio.- le disse mentre cercava nuovamente di baciarla, ma questa volta con la mano lei lo spinse via.
-Piantala con 'ste sviolinate Roy, sono moleste.-
-Come moleste!?- protestò lui -è la verità! Tu sei ben più importante per me di qualunque grado o qualifica militare.-
Lei arrossì visibilmente, un po' per la vergogna d'averlo costretto a dire ciò che bramava sentirsi dire, un po' per la dichiarazione in sé. Lui lo notò e sorrise, poi dolcemente le pose un piccolo bacio sulla guancia.
-Darò il massimo all'esame e ti chiederò del biglietto solo questo pomeriggio, ok?- le disse dolcemente.
-Ok.- mormorò in risposta lei, ancora intimidita.
-Ah, questa sera penso che andrò a cena da Maes, vuoi unirti anche tu?- le domandò tornando a fissare avanti a sé.
-No, non posso Roy, come faremmo a spiegarlo a Nagant? Non è sicuro. Sarà per un'altra volta.- la malinconia per quella situazione fece capolino tra le sue parole. Avrebbe veramente voluto accompagnare Mustang dal suo migliore amico.
-Va bene,- rispose mesto -sarà per la prossima volta.-
Passarono un altro attimo assieme, in silenzio, poi il Flame Alchemist estrasse il suo orologio d'argento.
-È ora.- disse alzandosi e rimettendo a posto il simbolo degli alchimisti di stato.
Porse una mano alla donna per aiutarla ad alzarsi, ma appena fu in piedi difronte a lui le schioccò un veloce bacio sulle labbra.
-Un bacio d'auguri mi ci voleva.- disse ridendo.
-In questo caso avrei dovuto dartelo io, non vale se lo rubi.- ribatté accigliata.
-Allora attendo...- e si sporse in avanti, ma in tutta risposta lei s'avviò lungo il sentiero.
-Ma... Riza...- si lamentò seguendola.
-Niente da fare, Colonnello, non accontento un ladro io.- continuò con aria altera.
-Tenente, lei è un demonio.- piagnucolò mentre tornava nella parte del superiore che passeggia con la sua sottoposta per sciogliere la tensione.

L'esame durò svariate ore, anche perché la nuova moda burocratica della capitale sembrava essere quella delle consegne dei fogli solo dopo il completamento totale dei precedenti. Di conseguenza a Roy toccò attendere che tutti gli altri alchimisti, che con lui confermavano il titolo ricevuto direttamente dal Fuhrer, consegnassero le proprie schede per avere le domande del quiz successivo. Ogni volta era più il tempo in cui attendeva la fine di tutti i compagni rispetto a quello impiegato effettivamente per svolgere il test.
Riza nel frattempo attendeva fuori dalla stanza d'esame, in piedi. Nulla l'avrebbe distratta dalla sua attesa se non un ordine diretto. Verso metà mattina era arrivato anche il neo-acquisto dell'East City, ma intuendo miracolosamente che la situazione non sarebbe cambiata a breve aveva costretto un povero sottufficiale di stanza nella capitale ad accompagnarlo nella visita a quei pochissimi luoghi della base che ancora non aveva visitato. L'aveva avvisata però che a pranzo sarebbe tornato a farle compagnia, sgradita, pensò Riza mentre lo guardava allontanarsi lungo il corridoio.
Mustang uscì dalla stanza dove aveva svolto l'esame scritto poco prima della pausa pranzo, esausto più per la tediosa burocrazia che per la difficoltà delle domande.
-Colonnello com'è andata?- domandò il Tenente mentre s'avviavano lentamente verso la sala mensa.
-Avrei potuto farlo in venti minuti, anziché dover spendere ore intere ad attendere un secondo maledetto foglio con tre domande in croce.-
Lei lo guardò in tralice: non era a East, il numero di persone che non lo vedevano di buon occhio a Central era decisamente più alto e dar loro un appiglio era quanto meno stupido. Lui lo capì immediatamente, trasse un profondo respiro e riprese:
-Bene credo. Non dovrei avere problemi.-
-Ma dovranno correggerli tutti ora?- domandò curiosa.
-Ne hanno avuto tutto il tempo mentre eravamo ancora dentro.- non riusciva proprio a mitigare il fastidio quando parlava con lei.
-A che ora avrà la pratica Colonnello?- provò a cambiare discorso.
-Alle tre dobbiamo essere nel cortile centrale, poi si vedrà quando mi chiameranno.- rispose atono.
Lei fece solo un segno d'assenso con il capo, mentre segnava l'orario sulla sua cartelletta.
Arrivarono nel salone quando ormai era già stato preso d'assalto da tutti gli uomini del quartier generale. Il Colonnello si soffermò un attimo a guardare la lunga coda e sconsolato si diresse poi verso il fondo della sala, all'estremità di un tavolo ancora completamente vuoto. Riza lo seguì senza fiatare.
-Spero che lei non abbia fame Tenente, perché io non ho intenzione di mettermi in coda assieme a quella marmaglia.- le disse appena si sedette.
-No, nessun problema Colonnello.- rispose seduta composta con la schiena ben dritta. Lui al contrario si era quasi buttato sulla sedia e guardava ancora corrucciato verso la fila di persone che andavano a prendere il cibo. Non era realmente quello il problema, lo sapeva, negli occhi del suo amato vedeva ben altro. E infatti Mustang non stava affatto pensando al pranzo. Era stato fiaccato dal test, troppo lungo e da nevrosi, e a complicare il tutto c'era quella sua voglia pazza di restare solo con lei, almeno per un po'. Forse aveva sbagliato lui dall'inizio, sarebbe dovuto venire a Central da solo, come l'anno precedente, fare le sue pratiche, una cena da Maes e poi il veloce ritorno a East. Ma il miraggio di un fine settimana in semi libertà con la sua donna l'aveva ammaliato al punto da non pensare che sarebbe potuto sfumare tutto in un battibaleno, come poi era stato. E adesso si trovavano a pochi centimetri l'uno dall'altra, eppure non potevano quasi parlarsi, non in libertà come avrebbe voluto per lo meno. Inoltre da un momento all'altro sarebbe comparso anche Nagant. Stava iniziando ad odiarlo per il suo essere costantemente nel posto sbagliato al momento sbagliato.
E come se l'avesse chiamato il Generale comparve sulla soglia dell'enorme stanza. Il Flame Alchemist sospirò attirando la curiosità della sua sottoposta.
-Colonnello?- domandò lei.
-Niente Tenente. Credo che dovremo chiamarlo. Vuole andare lei per favore?- disse mentre cercava di risistemarsi la divisa che sentiva in disordine.
Lei s'alzò immediatamente e con passo veloce raggiunse l'uomo che ancora sulla soglia si guardava attorno spaesato. Lo salutò con tutti gli onori e lo portò al tavolo dove ora Mustang sedeva composto.
-Colonnello! Come è andato l'esame? Spero bene!- lo salutò baldanzoso l'uomo corpulento.
-Sì, penso sia andato piuttosto bene.- rispose di tutt'altro umore Roy.
-Ma perché non ha preso da mangiare? Attendevate me? Vi ringrazio.-
Sì dava le risposte da solo, meglio così. Nessuno dei due aveva voglia di spiegare il perché di quell'attesa.
Mentre il più alto graduato si sedeva, il Colonnello fece l'inverso.
-Stia comodo Generale,- disse all'uomo che da parte sua non aveva espresso la minima intenzione di rialzarsi. -Le porteremo noi il pranzo.-
Fece un segno inequivocabile a Riza di seguirlo. Non aveva nessuna voglia d'ascoltare le noiose chiacchiere di Nagant.
Ci volle quasi un quarto d'ora prima che riuscissero a riportare i vassoi al tavolo. Nel frattempo il malumore di Mustang si era un po' placato, ma non del tutto.
Sedettero in silenzio. Il Generale aveva preso il posto a capotavola che era stato di Mustang, ora lui e Hawkeye sedevano uno di fronte all'altra. Alle continue e per nulla piacevoli domande del superiore rispondevano entrambi con dei semplici monosillabi, forse prima o poi si sarebbe stancato, almeno così speravano.
Ad un certo punto ci fu come un uragano.
-Roy! Posso sedermi qui accanto a te!- la voce fin troppo squillante di Maes lo colse alla sorpresa. Sapeva che sarebbe arrivato, si erano già accordati sul come incontrarsi. Quello che aveva scelto era il loro tavolo sin dal primo giorno di lavoro alla base per entrambi. Ma era troppo perso nei suoi pensieri per accorgersi dell'arrivo dell'amico.
-Maes...- lo salutò insicuro.
-Beh che hai? Non è andato bene l'esame? Ti degradano?- cianciò allegro il nuovo arrivato.
-Ma figurati se mi faccio fregare da delle domande così stupide.- lo rimbeccò immediatamente Roy ritrovando la solita baldanza. Per quanto diversi fossero Hughes era come un balsamo per l'animo di Mustang, in ogni occasione.
-Colonnello?- si intromise come al solito inopportunamente il brigadiere generale Nagant. Per un attimo l'alchimista si era completamente scordato della sua fastidiosa presenza.
-Mi scusi Generale. Le presento il maggiore Hughes. Mio amico fraterno.- tanto valeva specificarlo prima che intervenisse domandando perché si dessero del tu.
-È un onore Generale.- concluse Maes facendo il saluto militare. Poi si girò verso Riza che ancora mangiava tranquilla, fingendo scarsa attenzione a tutto ciò che la circondava.
-Bentornata a Central anche a lei Tenente.-
Le regalò uno di quei caldi sorrisi tipici di Maes, lei si sentì un poco a disagio e riuscì a mormorare appena uno stentato -Grazie-.
-Allora Roy, questa sera sei ospite a casa mia, te lo ricordi?- domandò a bruciapelo Hughes tornando all'amico.
-Sìsì me lo ricordo.- rispose mentre cercava di riprendere il pranzo.
In quel momento di pausa Nagant s'intromise e iniziò a fare mille domande al malcapitato Maggiore. Roy e Riza si scambiarono un'occhiata esterrefatti dall'impudenza di quel tipo. Non poteva lasciare in pace la gente almeno quando si rincontravano due amici dopo tanto tempo?
L'uomo non parve accorgersi della violenza morale e rinfrancato dalle risposte mai troppo striminzite di Hughes andò avanti un bel po' ad interrogarlo, mentre i due soldati dell'East HQ finivano tranquillamente il loro pasto.
Quindi Mustang rimase un poco ad osservare i due che parlavano, il Generale sempre più entusiasta e Hughes sempre più in difficoltà. Decise d'intervenire alla prima brevissima pausa.
-Mi scusi Generale, ma devo portarle via il Maggiore, dobbiamo accordarci per questa sera e non ha molto tempo prima di tornare al lavoro.-
Bastava mescolare un po' di tranquillità al suo solito tono deciso e poteva avere tutto da Nagant.
In modo altrettanto risoluto trascinò letteralmente via Maes e lo portò in un angolo deserto della sala, da lì poteva vedere comodamente il tavolo dove erano seduti i suoi accompagnatori e allo stesso tempo non farsi sentire da nessuno.
-Ehi Roy dove lo hai trovato quel tipo?- domandò subito l'amico appena si fermarono.
-Non me ne parlare Maes, è da ieri mattina che lo sopporto.- rispose mentre incrociava le braccia e continuava a fissare la sua sottoposta che ora era diventata la nuova vittima del logorroico ufficiale.
-Chissà come ha fatto a prendere i gradi di generale mentre tu sei ancora un colonnello...- borbottò guadagnandosi un'occhiataccia dall'altro militare.
-Non parliamo nemmeno di gradi Maes.- lo avvertì.
-Sì Signore!- rispose ironico.
-Allora come va con la nostra fidanzatina?- gli sussurrò mentre gli batteva una mano sulla spalla. Prima Roy lo guardò corrucciato, poi sospirò. Non c'era nulla da fare con lui, era sempre il solito per fortuna.
-Tutto bene, potrebbe andare meglio se non ci fosse un terzo incomodo ovviamente.- mestamente tornò a guardare la bionda ragazza.
-Immagino...- fu l'unica cosa che riuscì a dire Maes. -Beh, per questa sera quindi, ore 19 in punto a casa mia, vedrai com'è diventata bella Elycia!-
Roy lo squadrò per un istante, poi nell'attimo esatto in cui l'altro stava per estrarre l'ennesima foto della figlia da esaltare, lo fermò gettandogli un braccio attorno alle spalle.
-Ascoltami Maes, farò di tutto per diventare al più presto Fuhrer e poi tu mi farai da testimone di nozze.-
Gli occhi verdi dell'amico guizzarono verso di lui.
-Non vorrei smontarti Roy, ma sei solo colonnello per ora.-
-Tu non ti preoccupare. Metterò tutto me stesso per fare il prima possibile.- il tono convinto impressionò Maes.
-Sei proprio innamorato eh?! Ne sono felice.- sorrise allegro -non ti preoccupare aspetterò tutto il tempo che ci vorrà, non mi perderei l'occasione di farti da testimone per nulla al mondo.-
Per Mustang quel sorriso era sempre stato contagioso, in un attimo si ritrovò anche lui a sorridere rilassato.
-Non la trovi bellissima?- gli chiese poi mentre tornava ad ammirare la sua amata.
-Beh bella lo è di sicuro, ma è altrettanto in difficoltà credo.- ribatté con sincerità il Maggiore.
-Già, meglio che vada ad aiutarla. Tu fuggi al lavoro invece, che a quello ci penso io.- parlò mentre già s'avvicinava nuovamente al tavolo.
Un sussurrò d'assenso gli giunse all'orecchio poco prima di raggiungere il suo posto.

Come concordato Hughes si congedò immediatamente e Mustang riprese il controllo della situazione sollevando Hawkeye da un compito che stava divenendo eccessivamente gravoso di minuto in minuto.
Riuscì addirittura a proporre una pausa post pranzo al superiore che pareva essere particolarmente sensibile alla parola “riposo” perché accettò immediatamente, senza nemmeno pensare che Riza avrebbe passato quell'ora d'attesa nella stessa stanza con Roy.
Si congedarono da Nagant davanti alla sua stanza, l'uomo salutò e dopo essersi fatto ricordare per una terza volta l'orario d'incontro era entrato in camera senza dubbio alcuno. Per sicurezza i due amanti in incognito attesero ancora un minuto in piedi fuori dalla stanza, in silenzio. Nel caso qualche ingranaggio di quel cervello evidentemente arrugginito si fosse mosso avrebbero potuto porvi rimedio in qualche modo.
Ma nulla accadde.
Il Colonnello fece accomodare la sottoposta nella sua stanza, e mentre si toglieva stivali e giacchetta della divisa la invitò a sedersi. Lei come solito molto diligentemente prese la sedia della scrivania e vi si posizionò in perfetto ordine.
-Non lì Riza.- la richiamò a bassa voce.
Lei lo fissò interdetta, e lui le indicò il letto o la poltrona da lettura.
-Credo che lei debba seriamente riposare Colonnello, non la vedo molto in forma.- rispose lei educatamente.
Roy le si avvicinò e si chinò verso di lei per un leggero bacio mentre si slacciava il primo bottone della camicia.
-Hai ragione, ma riposerò sicuramente meglio tra le tue braccia.- un sorriso furbo gli curvò le labbra.
-Su forza, togliti almeno quegli stivaletti.- le disse mentre si chinava a slacciarle gli anfibi.
-Roy!- esclamò sforzandosi di non alzare però la voce -faccio da sola, vai a letto.-
Lui si rialzò e alzando le mani al cielo come a dimostrare la sua innocenza si avviò a letto, dove si buttò con un sospiro sollevato.
Come le era stato comandato si tolse i pesanti stivali, poi s'avvicinò all'uomo che giaceva supino e la guardava interessato. Gli si sedette al fianco e dolcemente gli carezzò il viso.
-Tesoro, è veramente meglio se dormi qualche minuto. Devi ricaricarti, tutto quel nervosismo ti ha sfiancato.-
-Adoro quando mi chiami tesoro.- mormorò lui accoccolandosi vicino a lei. Hawkeye non poté che sorridere, era veramente un bambino carino quando faceva così. Lo cullò anche dopo che si fu addormentato. Il suo respiro leggero era un suono dolce in quel primo pomeriggio autunnale. Forse nulla era andato come si erano immaginati, Nagant aveva scombussolato tutti i loro piani, ma quel momento era comunque perfetto. Sapeva però per certo che per Roy quegli espedienti non erano affatto sufficienti. Si era immaginato ben altro ed era difficile per lui rinunciarvi. Lo spettinò teneramente. L'ambizioso e fantasioso Roy Mustang non poteva sopportare di dover ridimensionare i suoi piani sino a questo punto.

L'ora passò più in fretta di quanto la donna avrebbe voluto ed a malincuore dovette risvegliare il ragazzo che dormiva beato tra le sue braccia.
Si ricomposero e dopo un lieve bacio uscirono, uno alla volta, per non destare sospetti in chi potesse passare casualmente per quel corridoio. Attesero Nagant per quasi venti minuti, ma l'uomo non si fece vivo. A quel punto Roy se ne andò, aveva un appuntamento con una verifica e non poteva permettersi ritardi, anche se a causarli era stato un generale. Rimase, insoddisfatta, la ragazza, che dovette attendere un'altra mezz'ora prima che il superiore uscisse assonnato dalla sua camera.
L'esame pratico durò alcune ore. La donna ed il Generale assistettero da delle piccole tribune improvvisate ai lati del cortile. Non vi erano molti spettatori oltre a loro, la maggior parte dei militari presenti alla base avevano ben altro da fare. Il Fuhrer si fece vedere solo per qualche minuto, salutando gli alchimisti velocemente ed assistendo all'esibizione delle capacità di uno solo di loro, poi tornò nel suo ufficio. I pretendenti alla riconferma venivano chiamati uno ad uno e testati in base alla loro specialità ed ai risultati del test scritto. A coordinare il tutto vi era il brigadiere generale Basque Grand. Riza sapeva che al Flame Alchemist quell'uomo non piaceva affatto, inoltre il loro rapporto anche professionale era piuttosto teso. Indubbiamente l'Iron Blood Alchemist era una delle pedine più fastidiose e pericolose sul percorso di Mustang verso la promozione alla massima carica dell'esercito. In ogni caso lei era in qualche modo affascinata dallo scuro alchimista. Aveva l'autorità del generale, lo si sentiva anche semplicemente in sua presenza, riusciva a mettere in soggezione solo con lo sguardo. Amareggiata sbirciò un paio di volte verso Nagant che le sedeva affianco con una espressione meravigliata in volto; era decisamente inadatto paragonare i due pari grado, era una vittoria per manifesta superiorità per l'altro uomo che stava chiamando ad uno ad uno con voce potente gli esaminati a mostrare i loro poteri.
Roy fu chiamato solo dopo un paio d'ore. Nel frattempo la ragazza dovette spiegare a Nagant nome e capacità di ogni militare che veniva esaminato.
Anche da quella distanza Hawkeye poteva vedere i fulmini che si erano scatenati tra i due al primo sguardo. Il Flame Alchemist rispettava i gradi, ma solo quelli, non aveva la minima intenzione di dimostrarsi impaurito e sottomesso come Grand avrebbe voluto vederlo. Per la prima volta in quel pomeriggio fu proprio il generale a condurre tutta la prova, senza lasciare ai suoi sottoposti nessun compito.
Era una sfida intellettuale: l'Iron Blood Alchemist voleva vedere il collega crollare e il Flame Alchemist non voleva sembrare nemmeno per un secondo una marionetta inanimata nelle mani dell'esercito.
Alla fine vinse Roy, che con un sorriso soddisfatto lasciò il campo di prova dopo aver dimostrato di saper ancora incenerire in pochi istanti un manichino più grande dello stesso Grand. Poco prima aveva dimostrato di avere sufficienti abilità anche con altri tipi d'alchimia, ma era la parte sul fuoco quella in cui il Brigadiere Generale voleva metterlo in crisi. Ogni anno la quantità di materiale da distruggere diveniva sempre più enorme, e in tutta risposta Roy completava il lavoro sempre in meno tempo. La sua capacità nel gestire le fiamme era maggiore di quanto mai avesse realmente dimostrato ai militari. Sapeva sin da quando era divenuto alchimista di stato che nascondere il limite massimo delle sue capacità non sarebbe stato un male.
Basque Grand strinse i denti mentre firmava seduta stante il foglio di conferma del titolo di Alchimista di Stato e lo consegnava ad un sempre più soddisfatto Roy Mustang.

Da quando Grand aveva preso improvvisamente in mano l'esame Riza era rimasta in tensione, sapeva che tra i due non correva buon sangue. L'uomo accanto a lei invece non parve accorgersi di nulla, come sempre, né della sua agitazione né del cambiamento di programma inaspettato. Solo quando Roy s'era girato verso di lei con la carta firmata tra le mani e un sorriso furbo in volto si era rilassata. Mustang li aveva poi raggiunti sui gradoni e aveva ricevuto i complimenti esagerati del brigadiere generale Nagant.
-Tenente, questa me la tiene lei?- le domandò passandole l'attestato.
-Sì certo.- rispose prendendo tra le mani la carta, che però Mustang rilasciò solo quando lei alzò gli occhi su di lui. Aveva un'espressione vittoriosa e gioiosa stampata in volto.
-È stato pericoloso.- mormorò a voce bassissima mentre tornava a fissare la cartelletta dove inserì l'importante foglio del suo superiore. Lui fece un leggerissimo gesto con le spalle e tornò a dedicare tutta l'attenzione a Nagant, o almeno così pareva.
Restarono a guardare le prove degli altri alchimisti con il Generale che non smetteva un attimo di chiedere spiegazioni. Finita la verifica Roy era sufficientemente rilassato per poterlo sopportare ancora per un po'.
Mancavano solo un paio di alchimisti alla fine quando Hawkeye decise di giocare le sue carte per il giorno successivo. Non era una grande attrice ma con Nagant tutto preso dalle esibizioni poteva funzionare.
Estrasse i due biglietti che la madre le aveva lasciato quella mattina, prese il primo e sistemò attentamente l'altro appena prima dell'atto che certificava lo status d'alchimista del Colonnello.
-Ah, Colonnello. Mia madre questa mattina mi ha lasciato questo biglietto.- disse mentre glielo porgeva. Roy l'aveva notata spostare e controllare i pezzi di carta, perciò finse solamente stupore, mentre i suoi occhi sembravano carichi di curiosità.
-Un invito a pranzo per domani?- domandò con teatralità, in modo da attirare l'attenzione dell'alto graduato che ancora osservava eccitato le trasmutazioni in corso.
-Sì, penso che mia madre non abbia pensato che c'era anche il Generale, perciò mi permetto di invitarlo al suo posto.- continuò lei un po' insicura appena Nagant si girò ad ascoltarli.
-Oh- fece estasiato -un invito a pranzo! Ma volentieri Tenente!-
-Perfetto allora questa sera comunicherò a mia madre la sua presenza.- disse chinando appena il capo per nascondere un sorriso soddisfatto. Prima parte della missione: compiuta.
-E lei Colonnello?- domandò, notando che lui era rimasto allibito dalla sua proposta.
-Sì certo, come potrei mancare.- rispose prontamente ritrovando l'autocontrollo. -Mi dovrà fare una cartina per raggiungere casa sua Tenente.- le disse poi per rendere la finzione ancora più realistica. In realtà sapeva perfettamente dove fosse la casa dei genitori della sua donna, vi era pure già stato, ma Nagant questo non doveva nemmeno immaginarlo.
Immediatamente lei iniziò a disegnare e a scrivere su di un pezzo di carta, mentre il Generale tornava ad osservare stupito come un bambino il campo di prova. Dopo un attimo Riza frugò nella cartelletta, estrasse l'altra nota e la allegò di nascosto al foglio con le indicazioni stradali. Mustang controllò con la coda dell'occhio che l'altro uomo fosse ben concentrato sull'esame e prese entrambi i fogli, leggendo con attenzione solo quello celato dalla cartina. Lesse velocemente ma immediatamente s'illuminò. Diede un'occhiata d'assenso alla ragazza e lo infilò velocemente nella tasca, poi facendo cadere l'indirizzo si chinò per raccoglierlo e, rimettendosi a sedere, le sussurrò:
-Questa sera lo metto a punto.-
La ragazza non ne aveva dubbio, un piano da completare era proprio quello che ci voleva per il morale del suo amato.

Quando anche l'ultimo alchimista ebbe ricevuto la conferma del titolo, Mustang s'alzò proponendo una breve passeggiata nei dintorni della base a cui ovviamente il generale acconsentì elettrizzato. Il quartier generale ormai l'aveva visitato tutto in ogni possibile angolo, tanto valeva uscire e vedere qualcosa di nuovo.
Il pomeriggio del venerdì era inoltrato, molte persone già avevano finito di lavorare e si erano riversate per le strade della capitale. Il grande viale alberato che s'apriva proprio davanti all'ingresso del Cental HQ era particolarmente animato. Camminare tra tanta gente impediva anche a Nagant di fermarsi ogni cinque secondi per commentare ogni singola cosa. Il Flame Alchemist avanzava tranquillo, quasi fischiettando, con la sua donna al fianco. Si sentiva veramente libero da un peso che prima non sapeva nemmeno d'avere. Forse aver avuto la meglio su Grand gli aveva restituito almeno un po' di quello che gli era stato tolto da Nagant quando aveva deciso di seguirli a Central, o forse era stato l'astuto piano che la madre di Riza gli aveva suggerito che gli aveva ricordato che il fine settimana non era ancora finito, men che meno perso.
Tutto d'un tratto si fermò, stupendo anche il Generale che sino a quel momento aveva quasi fatto fatica a stare al passo, non abituato alla folla della capitale.
-Cosa c'è Colonnello?- domandò incuriosita la sua sottoposta.
-Niente, è che oggi devo andare a cena da Maes, è giusto che porti dei fiori alla padrona di casa.- rispose poco prima di dirigersi a passo svelto dentro il negozio del fiorista davanti a cui s'erano fermati.
Immediatamente la donna lo seguì, mentre stranamente disinteressato l'altro uomo restava fuori ad attenderli.
Riza l'osservò mentre dava indicazioni alla signora al bancone su come preparagli il mazzo per Glacier; lei non capiva nulla di fiori, perciò iniziò a guardarsi attorno incuriosita. Decine di specie diverse erano sparse per la stanza in vari vasi; nonostante l'autunno quel posto brulicava di colori e profumi. Rimase particolarmente affascinata da un fiore di dalia violetto intenso screziato di bianco. Era un colore talmente vivido per quel periodo dell'anno che non pensava di poter vedere qualcosa di quel genere. Roy se ne accorse e mentre attendeva che la commessa completasse il bouquet le si accostò.
-Le piace Tenente?- domandò suadente.
-Uh, nono, stavo solo guardando.- si affrettò a negare colta alla sprovvista.
-Sicura?- continuò carezzandone lentamente i petali screziati.
-Sì certo, Colonnello.- rispose secca mentre si girava nuovamente verso il banco. In tutta risposta lui sorrise divertito.
-Ah,- esclamò poi in direzione della donna che stava finendo la composizione floreale -mi faccia anche un mazzettino più piccolo con alcuni fiori simili, devo portarlo ad una bambina.-
-Certo Signore.- rispose la donna mentre sistemava il fiocco che teneva stretto il bel mazzo per Glacier.
La bionda soldatessa guardò curiosa il suo superiore, ma attese che la signora s'allontanasse per andare a prendere altri fiori prima di parlare, abbassando gli occhi.
-Mah, chissà... forse non saresti così un pessimo padre.- mormorò piano.
-L'ho sempre detto.- rispose altrettanto sottovoce lui, sfiorandole appena una mano simulando un tocco casuale.
Acquistato il regalo per la padrona di casa e la piccola Elycia l'alchimista sfruttò la scusa della deperibilità dei fiori per tornare presto nella sua stanza. Aveva ancora più di un'ora per prepararsi e raggiungere casa Hughes, ma preferiva fare tutto con calma anziché reggere ancora il neo-generale. Salutarono il Tenente poco prima di rientrare alla base e si liberò in un attimo del suo insopportabile superiore. Dopo una rilassante doccia, si vestì e sistemò prima d'uscire e dirigersi verso l'abitazione del suo migliore amico. Cosa facesse quella sera Nagant poco gli importava, avrebbe sicuramente trovato qualcun altro da assillare. Lui in quel momento era solo per Maes e la sua famiglia ed il giorno dopo si sarebbe concentrato per far filare liscio il piano che aveva studiato a distanza con la madre di Riza.

Da Maes finalmente Roy poté rilassarsi completamente, senza più superiori o sconosciuti con cui trattare poteva tranquillamente parlare di tutto e tutti come preferiva. Glacier fu grata per i fiori, ma la più felice di tutti fu ovviamente la piccola Elycia, che dall'alto del suo anno e mezzo s'era seduta a studiare con attenzione il piccolo bouquet che lo zio acquisito le aveva portato. Era proprio una bella bambina, assomigliava alla madre, ma aveva quel sorriso sempre pronto tipico di Hughes. Si divertì parecchio a farla giocare e ridere di gusto mentre attendeva che la cena fosse pronta.
-È proprio bravo con i bambini Colonnello!- gli disse la padrona di casa appena sedettero a tavola.
-Chiamami Roy, Glacier.- la pregò. -Riza comunque dice che sarei un disastro come padre.-
-Ah sì?- domandò incuriosito l'amico mentre imboccava un'affamata Elycia.
-Sì. Però non so quanto fosse seria.- commentò il moro iniziando a mangiare.
-Glacier sei sempre una cuoca fantastica.- esclamò dopo il primo boccone.
-La ringrazio.- rispose prima d'andare a prendere altre pietanze che aveva lasciato in cucina.
Maes tornò immediatamente sul discorso iniziale.
-Da quando avete iniziato a parlare di figli? Non siete nemmeno sposati. E se volete continuare entrambi a fare i militari questo non succederà ancora per moooolto tempo.-
-Lo so' Maes, ma non posso pretendere da lei che lasci il lavoro che ha sempre sognato fare, così come lei non lo pretende da me. Finché riusciremo a continuare così andremo avanti.- concluse Mustang.
-Ok, ma questo discorso dei bambini quando è uscito? Non me ne avevi mai parlato prima. Così come del matrimonio.- continuò l'uomo mentre la sua bimba iniziava a lamentarsi per la lentezza del padre nel darle la sua pappa.
-L'altra mattina, mentre attendevamo quel tizio con un grado di troppo alla stazione. Non so che le sia preso, ma posso immaginarlo.- pensarci lo amareggiava un po'. Quella situazione in fondo era tutt'altro che piacevole. L'amava tanto che l'avrebbe sposata anche subito ed invece dovevano nascondersi a tutti, come se quel sentimento che li univa fosse qualcosa di cui vergognarsi!
-È un vero peccato che non sia venuta anche la signorina Riza.- riprese la donna mentre sistemava la bavaglia della piccina e finiva di darle il suo pasto al posto del marito.
-Non era il caso, non avremmo avuto scuse nel caso fossimo stati scoperti.-
Hughes notò immediatamente che l'umore del suo miglior amico stava calando.
-È vero, è un peccato. Mi sarebbe tanto piaciuto vederti tutto sbaciucchino e coccoloso.- scherzò l'uomo occhialuto.
-Non sono ossessivo come te Maes.- lo riprese immediatamente Roy, ritrovando velocemente il sorriso. Era lì per distrarsi e divertirsi col suo migliore amico dopotutto, non per deprimerlo con i suoi problemi.
Da quel momento in poi parlare divenne più facile, dette un calcio alla malinconia e si divertì a bisticciare con Maes o a ricordare le avventure dell'accademia. Misero Elycia a letto presto, ma Mustang lasciò la casa dell'amico solo a notte fonda.
Il coprifuoco per gli ospiti del Central HQ il venerdì era prolungato sino alle due del mattino ed il Flame Alchemist riuscì a rispettare i tempi per un solo minuto. Sarebbe volentieri crollato sul letto senza nemmeno cambiarsi d'abito, ma prima doveva completare il piano della, sperava, futura suocera. Andò nel piccolo bagno della sua stanza e si sciacquò abbondantemente il viso per tenersi sveglio quei pochi minuti che gli servivano per completare il tutto. Durante le ore passate nel mezzo della folla di Central City aveva velocemente rielaborato il piano, doveva solo mettere per iscritto la sua idea. Alla luce fioca della lampada poggiata sulla scrivania trascrisse, il più chiaramente possibile per l'ora, la sua strategia, poi infilò il biglietto nella tasca dei pantaloni della divisa che avrebbe riutilizzato il giorno seguente. Quindi spogliandosi si gettò nel letto e s'addormentò immediatamente.

Il mattino seguente aprì gli occhi che ormai il sole era sorto da tempo. Guardò l'orologio d'argento prima d'alzarsi: segnava le 9:43. Era tempo d'alzarsi, dovevano essere da Riza a mezzogiorno in punto ed ancora doveva fare alcune cose. Con flemma si destò e si risistemò, non aveva bisogno di fare le cose di fretta. Ricontrollò cosa aveva scritto la notte precedente, ma non trovò nulla da correggere, perciò rimise nella tasca il foglietto e dopo un veloce accertamento davanti alla specchiera dell'armadio uscì per chiamare il superiore. Non erano ancora le undici, quell'uomo poteva essere ancora nel mondo dei sogni.
Bussò un paio di volte prima che il Generale rispondesse. Entrando nella stanza illuminata solo parzialmente dalla luce che filtrava attraverso le tapparella leggermente alzata, lo trovò ancora in camicia da notte che sceglieva gli abiti da mettere.
-Buongiorno Generale.- salutò facendo una smorfia all'uomo che gli dava la schiena.
-'Giorno Colonnello!- rispose più sveglio di quanto Roy si sarebbe aspettato.
L'alchimista rimase ancora un attimo in attesa, mentre l'alto graduato continuava a fissare i vestiti anziché degnarlo di uno sguardo. Tutto d'un tratto si voltò dicendo:
-Colonnello, secondo lei cosa dovrei...- ma si bloccò appena lo vide.
-In divisa?- domandò scettico.
-Sì Signore, penso che sia più giusto mantenere le debite distanze, sia tra me e lei che tra superiori e sottoposti.-. Quanto erano false quelle parole. Anche se avevano sempre indossato le divise queste non avevano impedito a lui e Riza d'innamorarsi. Forse avevano rallentato un po' l'avvicinamento tra i due, ma degli abiti non avrebbero mai potuto cambiare nulla. Questo però il Generale non doveva saperlo, né pensarlo.
-Forse ha ragione.- mormorò girandosi nuovamente verso gli indumenti buttati sul letto.
-Generale, se mi vuole scusare, dovrei andare a prendere delle cose prima di recarci insieme dalla famiglia Hawkeye.- disse quindi, aveva appurato che era sveglio e si stava preparando e questo gli era più che sufficiente, fargli da consulente di bellezza non rientrava per nulla nel piano.
-Sì certo Colonnello, può andare. Mi passi a chiamare quando è pronto.- rispose senza nemmeno girarsi e facendogli segno d'uscire con la mano. Come se fosse un servo, si disse Mustang non nascondendo una smorfia di rabbia.
Mentre usciva dalla base l'irritazione svanì. Il fatto che Nagant fosse così assurdamente inconsapevole sia di quel che gli capitava attorno sia dei quel che lui faceva lo favoriva, il piano era decisamente di più facile attuazione. Con un uomo più attento sarebbe stato impossibile metterlo in pratica, doveva quasi ringraziare che gli fosse capitato il brigadiere generale Nagant e non qualcuno di più sveglio.
Certo lui aveva un grado in più, ma era anche certo che qualcuno a Central City lo stava tenendo legato come un salame e l'aveva fatto inviare a East City solo per infastidire Grumman e non certo per le sue capacità. Era praticamente una marionetta, e le bambole, qualunque grado abbiano, non hanno nessun potere. No, se doveva invidiare il titolo di brigadiere generale non era quello di Nagant che lo interessava, quanto più quello di Grand.
Pensieroso ma rilassato arrivò al negozio di fiori del giorno prima.
-Salve Signore!- lo salutò calorosamente la commessa. Probabilmente si ricordava di lui: il suo fascino non passava inosservato nemmeno nella capitale, si pavoneggiò.
-Salve, vorrei un mazzo di quelle dalie violette screziate di bianco, le avete ancora?- domandò senza quasi mettere piede all'interno.
-Certo signore, vuole un bel mazzo romantico?- chiese la donna senza peli sulla lingua. Mustang alzò gli occhi sorpreso. Come aveva fatto quella signora a capirlo in meno di due minuti che erano rimasti nel negozio il giorno prima, pur non avendo fatto quasi nulla per farsi scoprire? Aprì la bocca per dire qualcosa, preoccupato, ma non riuscì a fiatare.
La signora rise di gusto, mentre andava a prendere le dalie e le portava sul bancone. Lui entrò e andò a posizionarsi esattamente di fronte a lei, ancora cercando qualcosa da dire, ma la sua mente era in completo blackout.
-È così evidente?- disse involontariamente, esprimendo un pensiero ad alta voce.
La negoziante s'addolcì.
-No, per nulla, ho solo un udito particolarmente fine, una certa esperienza in fatto d'amanti e tanti anni sulle spalle.-
Lui non sembrava affatto tranquillizzato.
-Se devo essere sincera se non avessi sentito quelle due mezze frasi che vi siete scambiati non l'avrei mai capito.- continuò mentre tagliava i nastri per il fiocco.
-Niente più frasi sussurrate.- mormorò tra sé e sé il militare.
La signora tornò a ridere mentre completava il mazzo. Quando glielo porse, dopo aver ricevuto il pagamento, gli bisbigliò: -Vada tranquillo, Signore. Nessuno che possa dividervi s'accorgerà mai di voi. In genere i soldati più alto è il loro grado, più sono ciechi di fronte ai sentimenti veri.-
-La ringrazio.- rispose rincuorato il Flame Alchemist prima di tornare alla base continuando a meditare sulle parole della fiorista.

Le undici e trenta erano passate quando arrivò davanti alla stanza del Generale Nagant. Sospirando bussò, aveva sperato di trovarlo in corridoio ad attenderlo. Quando il superiore lo fece entrare lo trovò ancora intento ad infilarsi gli anfibi. Avrebbe sbuffato di nuovo se avesse potuto. Come poteva essere ancora intento a vestirsi con tutto il tempo che lui aveva passato fuori! La sua presenza ebbe comunque il vantaggio di velocizzare le ultime operazioni ed in pochi minuti anche l'altro uomo fu pronto. Quando uscirono dal quartier generale Mustang nemmeno si preoccupò di guardare la cartina per più di una volta, erano in ritardo per colpa di quell'incapace. Affrettando lievemente il passo, per quanto Nagant glielo consentisse, arrivarono a casa di Riza con soli due minuti di ritardo. Invitò il superiore a suonare il campanello e presentarsi per primo, mentre toglieva il biglietto con il piano dalla tasca e lo poggiava tra i fiori di dalia che aveva comprato.
Ad aprire venne direttamente Riza.
-Benvenuto Generale!- Salutò invitandolo diligentemente ad entrare ed aggiungendo un -Colonnello- corredato da una smorfia alla vista dei fiori che aveva adocchiato il giorno prima. In risposta lui le sorrise furbamente, andando poi immediatamente a salutare la madre che con il grembiule ancora addosso li attendeva nel piccolo ingresso.
-Buongiorno signora Hawkeye. Dei fiori per la padrona di casa.- le disse mentre le porgeva con un piccolo inchino il bouquet. Lei lì accettò arrossendo un poco. A differenza della figlia era molto più facile alle emozioni, ma in fatto di uomini avevano gli stessi gusti. Sembrò non accorgersi del biglietto infilato al centro in un primo momento, ma quando tornò in cucina e li mise in un vaso le balzò all'occhio la carta bianca. Con perizia la estrasse e la lesse attentamente. Roy aveva proprio una bella scrittura, elegante come lui. Attese che anche la ragazza la raggiungesse per prendere i primi piatti da portare in tavola per farle vedere come alla fine il progetto era stato completato; quindi prese il piccolo pezzo di carta e lo strappò in tanti quadratini che finirono tra le fiamme del caminetto acceso. Nessuna prova doveva rimanere, nemmeno per errore. I sentimenti che i due ragazzi nutrivano l'una per l'altro erano sinceri, sia lei che il marito lo sapevano bene ed avrebbero fatto qualunque cosa pur di difenderli. Ed anche per aiutarli in situazioni come quella che si era creata.
Mentre le due donne iniziavano a servire il padre di Riza si era impegnato ad accogliere i due militari al meglio, fingendo di non conoscere per nulla Mustang. Non era un grande attore, esattamente come la figlia, ma concentrando quasi tutta la sua attenzione solo sul più alto graduato aveva limitato il problema. In fondo non era così strano che in presenza di un generale il colonnello fosse beatamente ignorato. Nagant era quanto meno estasiato, finalmente trovava qualcuno che sembrava ansioso di chiacchierare con lui e non si fece sfuggire l'occasione. Mentalmente Mustang ringraziò infinitamente il signor Hawkeye per essersi accollato tale disgrazia.
La signora aveva pensato attentamente anche alla disposizione a tavola. Se infatti a capotavola sedeva il marito, ai suoi due lati si trovavano la figlia e dall'altro il generale, lei sedeva accanto alla bambina e di fronte a sé aveva Mustang. Nulla lasciava supporre che sapesse della loro relazione, anzi.
Mangiarono svariate pietanze, la madre di Riza era una brava cuoca e soprattutto aveva la tendenza ad esagerare con le portate quando aveva ospiti. Se le volte precedenti per il quasi genero era stato un problema, questa volta il rapace Nagant aveva fatto volatilizzare ogni cosa. Almeno in questo l'aveva soddisfatta.
A condurre la conversazione erano soprattutto i due padroni di casa, la ragazza restò quasi tutto il pasto in silenzio, Nagant ovviamente era il mattatore della situazione e l'alchimista si concesse solo qualche intervento. Perché rubare gloria e gioia al povero Brigadiere Generale?
Tutto stava andando a meraviglia, ma solo quando il pranzo finì iniziò il vero capolavoro.
-Generale, ma lei ancora non l'ha visitata Central City?- domandò la signora.
-No, signora, o meglio non nel modo migliore. L'ho solo vista di sfuggita.- rispose rammaricato l'interpellato.
Magnifico, pensò Roy, un'attrice di prima categoria!
-Caro! Ma perché non fai fare un bel giro della città ai signori. Tu la conosci così bene!- esclamò la donna in direzione di suo marito che sapeva del piano solo parzialmente, perciò rimase naturalmente stupito dalla richiesta.
-Certo potrei... ma non so se il Generale ed il Colonnello...- iniziò a balbettare prima che un giulivo Nagant lo interrompesse per acconsentire con calore alla proposta.
Ora toccava a Roy interpretare al meglio la sua parte. Riza lo fissò di sottecchi, mentre preparava la recita.
-Allora possiamo andare anche subito, se per i signori non è un problema.- continuò insicuro il padre della ragazza.
-Mi scusi signor Hawkeye, Generale, ma penso che io tornerò alla base.- disse Mustang con tono rimesso -credo che la verifica di ieri ed il ritorno a notte fonda mi abbiano stancato parecchio. Ho bisogno di riposare un poco.-
-Oh capisco,- rispose Nagant guardandolo impietosito -sarà un vero peccato non avere la sua compagnia. Ma capirà che un'occasione simile non mi capiterà un'altra volta.-
-Ma certo Generale, lei vada pure!- continuò l'alchimista mantenendo sempre un'espressione assonnata in volto.
-Ma no Colonnello!- irruppe improvvisamente la madre di Riza sorprendendo anche Roy, o almeno così diede a vedere. -non sarei una buona padrona di casa se la lasciassi andare così! La prego resti. Al piano di sopra c'è la camera di Riza, potrà riposare là. Così quando tornerà il Generale sarà qui ad aspettarlo.- Una preghiera in piena regola, non poteva proprio permettersi di dire di no.
-Se ci tiene proprio signora farò così.- un sorriso tirato concluse la frase. Un attore consumato non avrebbe saputo fare di meglio. Il Tenente tentò di nascondere un sorriso che le nasceva spontaneo. Non doveva preoccuparsi troppo di venire scoperta, se anche fossero stati entrambi cacciati dall'esercito non avrebbero mai avuto problemi di lavoro: nessuna compagnia teatrale avrebbe rifiutato un interprete del valore di Roy.
-Mi farebbe realmente contenta Colonnello.- tornò a dire speranzosa la donna.
-Certo colonnello, resti qui. Così quando tornerò andremo alla base insieme.- lo invitò direttamente Nagant che non vide gli occhi della donna brillare di soddisfazione. Cosa che invece fu notata dal signor Hawkeye che capì che quello era il momento giusto per portare il Generale fuori da quella casa.
-Bene allora Generale vogliamo andare? Central nelle prime ore del pomeriggio è poco affollata, sarà più facile visitare quanto di più importante c'è da vedere.- disse alzandosi da tavola e andando a recuperare il proprio soprabito e quello dell'altro uomo.
-Colonnello, se vuole seguirmi le mostro la stanza.- fece invece la signora all'altro soldato, indicandogli le scale che salivano e seguendolo poi al piano superiore. Per un attimo Riza rimase sola nella sala da pranzo con Nagant e, rendendosi conto che a differenza del suo amante non avrebbe saputo nascondere la felicità per quel primo successo nel piano, iniziò velocemente a sparecchiare la tavola.
Prima tornò il padre che aiutò l'omone a rivestirsi, quindi anche la madre che rispose alla domanda inespressa che il Generale aveva sulle labbra.
-Generale, spero che la scuserà, ma avrei bisogno di mia figlia in cucina.- sapeva essere una donna affabilissima se voleva, e Nagant non poté che acconsentire.

La ragazza aveva appena finito di portare tutte le stoviglie in cucina, mentre già la madre iniziava a lavare i primi piatti. Stava per andare a prendere anche tovaglia e tovaglioli quando la madre la bloccò chiamandola.
-Aspetta Riza.- le disse prima di lanciare uno sguardo all'orologio.
-Bene puoi andare.- concluse poi.
-Vado a prendere la tovaglia prima...- ma non riuscì a finire la frase.
-No, vai immediatamente al piano di sopra! Ma pensa te questa ragazza! Le offro l'occasione d'oro sul piatto d'argento e nemmeno la sfrutta.- iniziò a brontolare, ma Riza non la sentì fino in fondo: con un sorriso grato uscì dalla stanza e s'avviò al piano superiore.

Roy, rimasto solo nella stanza, s'era messo a rimirarla. Non era mai stato nella camera di Riza, nemmeno le altre volte che assieme erano venuti a trovare i suoi genitori.
-In confronto le stanze del Central HQ sono lusso estremo.- commentò tra sé guardandosi attorno.
Il mobilio era composto esclusivamente dal letto poggiato alla parete, una scrivania con una sedia spartana esattamente difronte, un armadio e due librerie. Nient'altro, nemmeno un comodino notò con disappunto. Il tutto era ovviamente in perfetto e asettico ordine. Non una fotografia appesa, un soprammobile o altro, sembrava nuova quasi. Curioso cercò qualcosa di personale almeno tra i libri. A parte un po' di romanzi, sugli scaffali spiccavano i libri dell'accademia e altri sulle armi. Provò a sfogliare alcuni dei libri di testo, ricordava i suoi pieni di disegni annoiati e stupidaggini appuntate da lui o da Maes. Invece il primo che ebbe tra le mani era incredibilmente intonso, come fosse appena stato acquistato. Stava ancora scorrendo il secondo quando la porta si aprì lentamente per far entrare la sua sottoposta.
-Dimmi un po' ma tu li usavi questi?- domandò immediatamente mostrando il tomo che aveva in mano.
Lei lo guardò confusa, poi avvicinandosi lo prese per controllarlo.
-Certo che l'ho usato. Altrimenti non sarei il tuo tenente ora.- rispose mentre lo rimetteva perfettamente a posto.
-Hai una camera un po' anonima sai?- continuò lui mentre s'appoggiava al tavolo e continuava a guardarsi attorno. Stranamente si sentiva a disagio ed impacciato. Finalmente era arrivato il loro momento che tanto aveva atteso e voluto, ma non sapeva come iniziare.
-Ero un po' anonima anche io, prima.-
La sua risposta lo spiazzò, era talmente agitato d'aver detto una cosa tanto scortese! Alla sua adorata Riza per di più.
-Scusa.- mormorò con sentito rammarico.
-Di cosa? Di avermi cambiata?- sorrise avvicinandosi e accarezzandolo sulla guancia. Era veramente cambiata da quando aveva incontrato Roy. Prima era una donna solitaria, introversa, rigida, in poche parole noiosa. Non che ora fosse migliorata poi tanto, ma lui le aveva dato quella scossa, quel desiderio di vivere e di libertà che prima non sapeva nemmeno d'avere. Ora era disposta a tutto, anche a fingere e infrangere gli status quo pur di amarlo. Amarlo in senso pieno, senza vergognarsi di volerlo sia spiritualmente che fisicamente. Era il suo amore, il suo uomo, il suo tutto.
-Di averti criticata senza motivo.- le rispose baciandole la mano. La strinse forte a sé e rimase incantato dai suoi occhi d'ambra. Così bella e così pura. La sua sobrietà e la sua intransigenza si trasformavano in purezza agli occhi di un donnaiolo furbo e irresponsabile come lui era stato, e forse sarebbe stato ancora se non fosse stato rapito nel profondo del cuore da quella bionda ragazza.
-Ce l'hai fatta alla fine a restare solo e tranquillo con me, pare.- rise la donna mentre gli spettinava i capelli corvini.
-Tutto merito del buon incipit di tua madre.- ribatté prima di assaporare velocemente le sue labbra. Non vedeva l'ora di farla sua, ma si vergognava dei suoi desideri così banalmente carnali.
-Già. Alla fine i piani studiati in pieno campo di battaglia sono sempre i migliori, giusto Colonnello?- Lui era il migliore, in assoluto. Riza non ne aveva dubbio, lo stimava aldilà dell'amore che provava per lui. Quell'amore che stava incendiando il suo petto.
-Sì, indubbiamente.- rispose trasognato, mentre tornava a baciarla dolcemente, se le loro bocche si fossero toccate un attimo di più sapeva che non sarebbe stato in grado di trattenersi.
Rimasero un poco accoccolati l'una nelle braccia dell'altro, poi lei si staccò lasciandolo stupito.
-Riza?- Non riusciva a capire cosa significasse quell'allontanamento.
-Colonnello,- rispose a quel punto lei con un'intonazione perfetta che mal nascondeva la giocosità di fondo -si suppone che lei debba riposare.-
Lui ancora la guardava allibito.
-Non ho mai visto nessuno dormire con la divisa perfettamente in ordine.- continuò sempre più sorridente.
Roy si guardò un attimo poi, ancora attonito, iniziò istintivamente a slacciarsi la giacchetta, ma fu fermato dalla mano di lei.
-Non si scomodi Colonnello, l'aiuto io a spogliarsi, o non le va?- chiese maliziosa, mentre già aveva sbottonato i primi due bottoni.
-Sì figuri Tenente.- suadente come solo lui sapeva essere -ma mi conceda di fare lo stesso con lei poi.- sussurrò poco prima di coinvolgerla in un passionale bacio che sembrò non finire mai, mentre i vestiti cadevano uno ad uno al suolo. I due corpi finalmente uniti a suggello del loro amore. Senza più timori o lacci ad impedire che i loro sentimenti si realizzassero.


FINE          



Avrei una mezza idea di un extra, verdò se farlo nei prossimi giorni, ma in caso solo sul RoyAi Forum o sul mio blog.

   
 
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