Ave popolo di Efp! Dopo un
po’ di silenzio (causa
esami e un contest a cui sto partecipando proprio con una Col/Jar)
riecchime
tornata con una nuova ff dalle tinte dolci-amare. Ebbene sì,
nulla di
strappalacrime stavolta (strano!!). L’unico problema
è che è un po’ meno
verosimile delle altre, perdonatemelo:)
Disclaimer: Come sempre Colin Farrell e Jared Leto
non mi appartengono (e neppure Shannon e Tomo ahimè), la
storia non si basa su
fatti reali e non vuole assolutamente insinuare nulla sulle loro
preferenze
sessuali. Non scrivo per soldi ma per puro diletto.
Enjoy!!!
On a train
Let’s
cruise together like this forever.
I won’t
let you go home tonight.
Ore
18.30. Treno ad alta velocità. Vagone prenotato. Prima
classe.
-Guarda
Colin! Un cavallo!
Jared
Leto, sì quel tipo con la cresta gialla-fucsia e triadi e
glyphics in ogni
dove, se ne sta affacciato al finestrino ad ammirare il paesaggio che
gli
scorre davanti e gioisce come un bambino ogni volta che qualcosa
cattura la sua
attenzione.
-Mm-mm,
bello Jay.
Di
fianco a lui, stravaccato sul seggiolino, il Bad boy irlandese per
eccellenza
(ormai poco “bad”) legge un giornale totalmente
assorto, ignorando la gamba che
continua a picchiettargli il ginocchio ogni tre minuti circa.
Jared
piega leggermente la testa a guardarlo e, automaticamente, le
sopracciglia si
aggrottano su quegli occhioni da cerbiatto mostrando sdegno.
-Tu
non mi stai minimamente ascoltando. Guarda che bella vista che
c’è!
Colin
alza gli occhi dalle pagine e osserva il sedere
dell’americano, avvolto in
stretti pantaloni neri e decisamente troppo vicino al suo volto.
Sogghigna e si
morde il labbro inferiore.
-Già
è proprio spettacolare! Voltati un po’ verso
sinistra che vedo meglio…
-Idiota!
Uno
scapaccione lo colpisce dritto in fronte facendolo gemere e provocando
le
risate degli altri due passeggeri. Shannon dà un colpetto di
gomito
all’irlandese ridacchiando.
-Ma
lo sai che sei simpatico Farrell? Devi venire più spesso con
noi. Fare i viaggi
con Jared è una tortura veramente!
Il
fratello, risentito, si siede incrociando lo braccia e accavallando
sensualmente le gambe (sì, lo so, è un gesto
estremamente risentito).
-Sei
veramente un ingrato. Senza di me non noteresti mai le bellezze che il
Mondo ci
offre, gli squarci di natura che si aprono di fronte ai nostri occhi,
gli
animali che…
-Jay,
Jay, frena sembri Piero Angela!
Tre
teste si voltano interrogativamente verso Colin che, alzando le spalle,
lancia
un sorrisetto imbarazzato alla band e si appresta a dare spiegazioni.
-È
un tipo che fa documentari in Italia.
-E
tu perché guardi documentari italiani? Non dirmi che capisci
quello che dicono…
-Beh…
insomma… un pochino. Giusto qualche parola.
Jared
alza un sopracciglio sarcastico e l’irlandese sbuffa.
-Va
bene va bene, lo ammetto. Non ci capisco un cazzo! Però ha
delle belle
immagini!
Il
vagone si riempie di nuovo di risate che saltellano allegre da un
sedile
all’altro e, nell’ilarità del momento,
gli occhi di Colin incontrano due pozzi
blu che si spalancano dolcemente in un sorriso, solo per lui.
Ore
20.00. Stesso luogo.
Il
sole è calato e il cielo si tinteggia di colori scuri,
mentre l’arietta fresca
della sera inizia a svegliarsi sui campi addormentati.
Jared
è sempre affacciato al finestrino, il mento appoggiato alle
sue braccia
incrociate e gli occhi chiusi, per permettersi di assaporare ogni odore
della
natura che sfreccia sotto al suo naso. Nelle cabine accanto Shannon,
Tomo e
Colin hanno chiuso le tende e spento le luci, segno evidente che stanno
dormendo. Un soffio di vento birichino gli scompiglia i capelli e,
automaticamente, un sorriso si dipinge sulle sue labbra: il primo
viaggio che
riesce a godersi, finalmente.
-Sempre
sveglio rockstar?
Una
voce ormai familiare gli giunge alle orecchie tra lo sferragliare delle
rotaie.
Jared non apre neppure gli occhi, sorride soltanto.
-Potrei
chiederti la stessa cosa.
La
porta della cabina, alle sue spalle, viene chiusa con delicatezza, poi
un
rumore di passi, due braccia che gli cingono la vita e, finalmente, il
mento di
Colin si appoggia alla sua spalla. L’americano si piega un
po’ verso destra,
quanto basta per far strusciare le loro guance in una muta carezza,
mentre il
vento si spinge di nuovo a salutarli.
-Ancora
non ho capito perché hai voluto prendere questo treno per
spostarti Jay, non
era più comodo l’aereo?
Jared
accenna una risata, sbuffando piano dal naso.
-Per
tutta la durata del tour ci siamo spostati, e ci sposteremo, con aerei.
Certo,
sono comodissimi, non dico il contrario, però vedi il Mondo
sempre dall’alto,
sempre lontano. A me piace essere immerso nella natura, passare tra le
case e i
campi, tra le strade e i boschi… mi fa sentire parte di un
tutto e non solo una
rockstar posta su un palco e distaccata dal resto della gente.
Fa
una piccola pausa e la mano di Colin si stringe possessivamente sul suo
stomaco; Jared la raggiunge e lascia che le loro dita si intreccino,
prima di
continuare.
-E
poi, avevo l’opportunità di fare un viaggio con
te… volevo che durasse il più
possibile.
Un
soffio di vento, uno sferragliare un po’ più forte
e la luna, liberatasi da una
nuvola, s’infiltra nella cabina semibuia tinteggiando i
sedili scuri di luce.
L’irlandese
gli poggia un bacio sulla guancia.
-Chi
lo direbbe che sotto questi capelli color melograno si nasconde un uomo
tanto
dolce?
-Sono
maschere che dobbiamo portare, tu lo sai bene.
-Ma
tra noi possiamo toglierle…
Si
stringono più forte, lasciando che i loro corpi aderiscano
l’un l’altro
perfettamente, come due incastri di un puzzle da tremila pezzi che si
sono
trovati solo per fortuna.
Dopo
qualche minuto Jared sospira, posando gli occhi sulla luna.
-Colin?
-Mmm…
-Vorrei
che questo viaggio durasse per sempre.
L’irlandese
sorride, facendo scorrere la punta del naso sulla sua giugulare. Attimi
di
silenzio, scanditi soltanto dal rumore di un treno in corsa che ogni
secondo è
sempre, sempre più vicino all’arrivo, al momento
in cui tutto questo sogno ad
occhi aperti finirà.
-Scappiamo
insieme. Io e te, come adesso.
Jared
si volta tra le sue braccia e lo osserva penetrandolo con quegli occhi
blu, mentre
i loro respiri s’intrecciano nel breve spazio che separa le
loro labbra.
-Sai
benissimo che non possiamo.
-Sì
invece. Ogni volta che vogliamo.
L’espressione
dell’americano si fa interrogativa. Colin gli accarezza la
schiena, poi
continua.
-Ci
basterà chiudere gli occhi e potremo tornare su questo
treno. E scapperemo Jay.
-Per
sempre?
-Per
sempre.
Un
secondo, un respiro, un battito di ciglia e le loro labbra si
incontrano,
suggellando sotto la luce della luna una promessa che si disperde nel
vento.
Jared
affonda il volto nell’incavo del suo collo, abbandonandosi a
quell’abbraccio
forte e caldo che profuma di casa ovunque si trovi. Sospira e sorride
piano.
-Non
voglio lasciarti tornare a casa stanotte.
Eeeeeeeee
fine! Grazie a tutti coloro
che hanno letto e che avranno la pazienza di recensire. Ci tengo a
precisare
che la frase all’inizio della storia non è di mia
invenzione ma tratta da un
dialogo tra Haruka e Michiru in “Sailor Moon”.
Floriana333,
Adamic,
Miss_Fefy, Ginny_Potter, Euterpe, Candidalametta
e Michiru83.
Un foglio
intero non basta per esprimervi tutta la mia gratitudine e gioia!!
Scusatemi se
non vi rispondo una per una ma questo è tutto ciò
che il mio mal di testa mi
permette stasera.
GRAZIE!
Un’autrice
felice**