Crossover
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Autore: Robotech90    12/06/2010    0 recensioni
Quante persone amano i libri fantasy? Quanti ragazzi passano intere giornate leggendo storie ambientate in mondi fantastici? E se questi ragazzi si trovassero un giorno ad affrontare le loro fantasie?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                    Uno contro l’altro

 

Mark aprì gli occhi e mise a fuoco il suo appartamento a Minas Tirith: Arnold dormiva ancora e sia Zarthan che Razar stavano imitando l’arciere. Mark si alzò lentamente dal suo letto e si stiracchiò, sbadigliando. Si diresse ad una ciotola piena d’acqua e si lavò il viso, per eliminare la sensazione di stanchezza che lo opprimeva. Il ragazzo aprì la porta e la stanza venne invasa dal sole del mattino. Lo spettacolo era magnifico: i raggi solari giungevano da dietro le montagne innevate e l’ombra dell’Albero Bianco copriva gran parte dello spiazzo al di fuori della Rocca.

“Buongiorno”- sentì Mark dietro di sé e notò che l’amico si era svegliato.

“Ben sveglio, Arnold. E’ un miracolo che mi sia riuscito a destare prima di te, non trovi?”

“Ah, ero veramente stanco, ieri. Del resto non abbiamo mai dormito quando abbiamo viaggiato con Eomer e ho dovuto recuperare qualche ora di sonno”- scherzò il Cavaliere, vestendosi.

I due uscirono dall’alloggio e si diressero ai loro draghi che riposavano accanto alla costruzione.

“Restate ancora un po’ qui, se volete- disse Mark- Noi dobbiamo sbrigare alcune faccende con Aragorn”

“Va bene”- sussurrò Zarthan senza aprire gli occhi.

Detto ciò, Mark si avvicinò al portone della Rocca e bussò due volte, un soldato aprì loro e gli chiese chi stessero cercando, ma prima che uno dei due giovani potesse rispondere, la voce autoritaria di Aragorn fece eco nel palazzo:

“Falli pure entrare, devono parlare con me”

L’uomo li fece accomodare e i due videro che il Re di Gondor era seduto sul suo trono e spiluccava un grappolo d’uva:

“Sire Aragorn”- disse Mark, inchinandosi.

Il Re scese dal trono e fece alzare il ragazzo, tirandolo su con dolcezza:

“Io non chiedo un’obbedienza così forte. Sinceramente, non amo la gente che si inchina, mi da l’impressione che io sia un despota - rise l’uomo dando una pacca sulla spalla di Mark, poi , però, la sua espressione tornò seria- Di cosa volete parlarmi?”

Mark prese un respiro:

“Oggi arriverà un altro esercito avversario, quello che siamo riusciti ad anticipare in tempo quando giungemmo a Osghiliat con i Rohirrim….come intendi guidare la difesa?”

Il Re di Gondor rifletté per alcuni istanti, camminando in circolo, il suo sguardo si posò sui due Cavalieri e disse:

“Sono quasi certo che Osghiliat non resisterà ad un altro assalto, saremo costretti a difenderci direttamente qui, a Minas Tirith. Comunque, sarà meglio se voi raggiungiate Baldir e Faramir….e portate anche Eomer con voi. Io, Legolas e Gimli prepareremo le difese della città… dovete darci il tempo necessario per portare a termine il compito. Quando avremo finito, invierò un messaggero ad avvisarvi, a quel punto, Mark, ordina la ritirata e torna qui”

“Mi pare una buona idea”- commentò Arnold giocherellando con la sua spada.

“Sì, sono d’accordo”- aggiunse Mark e strinse la mano di Aragorn, sorridendo.

Il Re li congedò dopo avergli mostrato gli ultimi dettagli del piano e i due ragazzi si misero in cerca di Eomer. La città brulicava di soldati, mercanti, artigiani, donne e bambini, ma tutti avevano visi preoccupati e inquieti. I loro occhi si posavano sui Cavalieri come se volessero sapere cosa aveva detto loro il Re, ma i due andarono avanti finché non videro Eomer nei pressi delle stalle. Il Capitano di Rohan stava ferrando il suo cavallo e , non appena li vide arrivare, li salutò con la mano.

“Salve, Cavalieri- esclamò alzando lo sguardo dal suo lavoro- Buon giorno per una battaglia, non trovate”- aggiunse poi osservando il cielo azzurro e limpido.

Mark si sedette su di uno sgabello e incrociò le mani sul petto:

“Vedo che non hai perso tempo a prepararti. Fai bene, dobbiamo andare a Osghiliat”

“Davvero?- chiese l’uomo continuando a colpire con il martello gli zoccoli del suo destriero- Porterò anche alcuni dei miei uomini, allora”

“Si, ritengo che ci sarà utile avere un po’ di cavalleria a disposizione”- mentre Arnold diceva queste parole, Razar e Zarthan atterrarono vicino alle stalle e alcuni cavalli si impennarono, terrorizzati.

“Quando si parte?”- chiese Zarthan richiudendo le ali.

“Tra qualche ora, il tempo di preparare le truppe e saremo ad Osghiliat”- lo informò Mark e si appoggiò al ventre del suo drago, chiudendo gli occhi.

 

                                                *

 

Kraghat stava conducendo le truppe di Mordor verso Osghiliat; il Re della Nuova Terra aveva inviato loro diecimila uomini più un altro espediente che sarebbe stato molto utile alla loro causa:

“Avanti feccia, muoversi- urlò Kraghat schioccando la frusta sopra le truppe in movimento- Dobbiamo raggiungere Osghiliat, entro oggi”

L’esercito di Sauron e Galbatorix marciava instancabilmente da circa tre giorni e provocava un lieve tremore del terreno ogni volta che passava. Di tanto in tanto, alcuni corni risuonavano tra le fila di Orchi e soldati Imperiali e i vessilli sventolavano velocemente, a causa di un vento abbastanza forte.

Kraghat si portò in testa alla formazione e parlò al Comandante:

“Tutte le truppe sono pronte alla battaglia, signore. Riusciremo a catturare Osghiliat in poco tempo”

“Lo spero- rispose Kovu voltandosi verso il Capitano Kraghat – Così potremo assediare la loro città principale, senza subire troppe perdite”

Sulla spalla del Comandante era seduto un piccolo essere blu, che lui chiamava Stitch. Alla vista sembrava gracile, ma Kraghat sapeva, avendolo visto in azione, che quella creatura valeva più di mille uomini.

“Quando intende usare i….”

“Non subito - sussurrò Kovu guardando in alto- Saranno una sorpresa per i Cavalieri”

Kraghat sogghignò e tornò al suo lavoro, incitando le forze di Mordor a muoversi con maggiore velocità.

Kovu continuò a cavalcare, finché Stitch non gli disse:

“Mi manca Angel”

“Lo so, Stitch, ma Galbatorix vuole che portiamo a termine questa missione, anche se significa che dovremo uccidere  Mark e gli altri”

Il cartone blu scosse la testa:

“Non esiste un’altra soluzione, magari per liberarsi dall’incantesimo del Re?”

Kovu si fece scuro in volto e sospirò con tristezza:

“Purtroppo, hai potuto constatare come anche il solo pensare di disobbedire al Re ci provochi del dolore. Non possiamo far altro che attenerci ai suoi ordini”

Stitch sospirò a sua volta e fece un singhiozzo: era da moltissimi giorni che il piccolo cartone blu non vedeva la sua compagna, il Re li aveva tenuti separati in celle diverse e non gli permetteva mai di incontrarsi quando erano ad Uru-Baen. Ora, la creatura blu sperava solo che Angel stesse bene e al sicuro.

Dopo alcune ore di viaggio, Kovu avvistò Osghiliat in lontananza e decise di accamparsi per riprendere fiato: le truppe dovevano giungere alla città nel pieno delle loro forze. Gli Orchi accesero un fuoco e iniziarono a divorare dei pezzi di carne cruda….Kovu non voleva neanche pensare che tipo di carne fosse e , probabilmente, neanche gli uomini di Galbatorix che sedevano poco distanti intorno ad un altro falò e si portavano le mani allo stomaco di fronte alla rozzezza delle forze di Mordor.

Kraghat si avvicinò al cartone e si sedette accanto a lui, l’Orchetto emanava un odore davvero nauseante e Kovu dovette fare di tutto per non tapparsi il naso.

“Quando attacchiamo eh? Quando attacchiamo?”- chiese insistentemente Kraghat, osservando Osghiliat.

Kovu fece un verso di disgusto ( Kraghat non era così intelligente da capire che era rivolto a lui) e rispose:

“Tra poco, prima riprendiamo le forze. Loro hanno alcuni Cavalieri dei Draghi dalla loro parte, non sarà facile sconfiggerli”

Kraghat si batté una mano sulla logora corazza e ribatté:

“Ma come? Il Re della Nuova Terra è finalmente riuscito ad evocare….”

“Lo so - lo interruppe il cartone- Ma siamo sicuri che saranno all’altezza? Non mi sembrano troppo potenti, ma devo ammettere che, alla vista, provocano un certo terrore”

L’Orchetto rise con voce rauca e dibatté le gambe per il divertimento:

“Puoi stare certo che saranno all’altezza. Li conosciamo bene…e sappiamo che non smetteranno di dare la caccia ai Cavalieri finché non li avranno eliminati”

Kovu deglutì e riportò lo sguardo su Osghiliat, poco lontano da questa era visibile la grande Capitale di quel regno, chiamata Minas Tirith. Forse Mark e gli altri erano lì? Ma che importanza aveva, pensò Kovu, ormai erano nemici e sarebbero stati costretti a lottare l’uno contro l’altro. La vittoria di uno degli schieramenti avrebbe portato , certamente, alla disfatta dell’altro: Kovu sperava solo che sarebbe vissuto abbastanza per rivedere Kiara e, magari, per far tornare Stitch dalla sua Angel.

  
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