Stavo
frugando tra le mille cartelle di fanfiction che ho disperse nel pc, alla disperata
ricerca di qualche idea da buttar giù, quando mi sono imbattuta in questa one shot incompiuta che avevo
scritto tre anni fa e che non aveva mai visto la parola fine. E mi son detta:
perché non rivederla e concluderla oggi?
Così
eccola qui!
E'
ispirata all'incontro-scontro tra Hanamichi e Rukawa la sera dopo la sconfitta
contro il Kainan - parte dei dialoghi, infatti, son ripresi
dal manga. Adoro questi due personaggi, credo che siano
l'emblema dell'amicizia, sebbene entrambi lo negherebbero finché morte non li
separi. :D
Spero
vi piaccia. :)
It's my fault!
Ti senti un idiota. Un emerito idiota.
Hai sbagliato, e anche alla grande.
E’ colpa tua se avete perso contro il Kainan. Solo colpa tua.
Hai bruciato ogni speranza che la squadra aveva
riposto in te.
Hai deluso le aspettative
di tutti.
E hai infranto il sogno di Akagi. La sua unica possibilità di giocare contro il Kainan e di batterlo.
Mancavano solo pochi punti. E tu hai sbagliato.
Non sai più neanche da quanto tempo stai
piangendo, rinchiuso negli spogliatoi a stringerti contro un pallone da basket
che, di tanto in tanto, colpisci con la fronte.
Accidenti
a me, accidenti!
Alzi distrattamente lo sguardo quando senti che
non sei solo in quello stanzone. E infatti ecco una
sagoma nera, poggiata allo stipite della porta.
E’ lui… L’ultima persona al mondo che ti saresti
aspettato di vedere, ora.
Accende la luce, illuminando lo stanzino.
«Che stai facendo?
Do’aho!»
Lo guardi, senza dire ancora nulla. E’ sudato,
completamente. Allenamenti supplementari, eh?
Tu, invece, sei completamente fradicio come un
pulcino. Ti sei preso in pieno un bell'acquazzone. Meglio così, però. Almeno
non devi nascondere le lacrime che hai versato. Non vuoi piangere davanti a
lui.
Davanti al tuo miglior nemico - o peggior amico,
come preferisci.
«Rukawa!»
Stringi convulsamente il pallone tra le mani,
stizzito. Ti urta e ti tranquillizza la sua presenza. Quella volpe perennemente
assonnata è l’unica che riesce a farti sfogare per bene. Beh, si… a modo suo. Ma
non sia mai che lo ammetta a voce alta, o dovresti uccidere qualunque testimone
che potrebbe sentirti.
Ma come odi quella sensazione
di deferenza che provi ogni volta che lo guardi giocare, o che vedi le tante
ragazzette innamorate svenire al suo passaggio. Tu lo sai, non sei inferiore a
nessuno, tanto meno a lui!
Kaede si avvicina al suo armadietto per prendere
un asciugamano e passarselo in viso. Quel viso sempre serio, sempre
impassibile. Non lo hai mai visto sorridere… Forse solo Hicchan ne ha avuto
l'onore - sempre che lui sappia cosa sia un sorriso. A volte sorge spontanea la
domanda sul fatto che sappia o meno che la bocca sia
mobile!
Si nasconde dietro l’asciugamano, cercando di
asciugarsi un po’. Deve essersi allenato fino allo sfinimento, come sempre.
Altrimenti come potrà giocare in NBA, come dice sempre?
Un giocatore come lui non può fare errori puerili
come il tuo. Lui nemmeno immaginerebbe di passare per sbaglio il pallone ad un avversario.
E allora perché non te lo dice? Perché non te lo
rimprovera?
Avanti,
insultami! Insultami, accidenti! Dì qualcosa!
Ma non dice proprio un
bel niente. Anzi, se ne sta andando, come se neanche ci fossi.
«Ehi! Aspetta!»
Si ferma d'improvviso, proprio quando sta
allungando la mano verso la maniglia della porta. «Hn?»
Almeno
tu, dimmi qualcosa! Non dispiacerti come tutta la squadra, non dirmi come loro
che non fa nulla, se proprio i loro sguardi dicono esattamente
il contrario!
«Non mi dici niente?»
Si volta leggermente, lanciandoti un’occhiataccia.
«Uhn?»
Accidenti
a te, non fare finta di non capire per una volta!
«Non prendermi per il culo,
Rukawa! E’ impossibile che proprio tu non mi dia la colpa
per la sconfitta di ieri!», gli sputi in faccia, arrabbiato, deluso, frustrato.
«Ma se la tua è pietà, beh allora… Tienitela, grazie!»
Kaede alza un sopracciglio, perplesso. «Pietà?» Ti
osserva un altro poco, poi fa' spallucce, mesto, e se ne va. Sicuramente starà
pensando che stai impazzendo, più del solito.
«Aspetta, bastardo!
Rukawa!»
Gli gridi dietro di fermarsi, seguendolo verso la
palestra. Eppure dovrebbe averlo capito, ormai, che stai solo cercando il suo
aiuto. Il suo, accidenti! Vuole che glielo chieda in ginocchio,
maledetta volpe?
«Umpf.
Idiota.», mormora, guardando il canestro davanti a
lui.
La palestra è vuota, silenziosa. Solo il rumore
della pioggia battente contro il tetto fa da sottofondo musicale a questa serata.
E lui è lì, al centro del campo. L’immancabile pallone in mano. Ritto e fiero.
Non ha niente da rimproverarti,
lui.
Non ha passato l’unico pallone per la vittoria al
suo avversario, lui.
No, lui ha giocato alla perfezione, come sempre. E
ti fa andare su tutte le furie, se ci pensi.
«Credi davvero che abbiamo perso per causa tua?»
«Che?». Lo guardi, senza capire - anche un po'
stupito del fatto che ti abbia rivolto una domanda, una delle sue rarissime domande.
Certo
che lo penso! E’ solo ed esclusivamente colpa mia! Avanti, dimmelo!
«Stupido egocentrico arrogante.», sibila,
guardandoti finalmente dritto nei tuoi occhi castani, solitamente ridenti.
«Ieri hai mostrato abilità superiori ai normali giocatori.», dice serio,
continuando a fissarti. «Il tuo talento ha superato ogni aspettativa.»
Non
elogiarmi anche tu, baka kitsune! E poi, da quand’è che sai riconoscere che
sono un genio, eh? Da quando riesci a lasciarmi senza parole? Ti meriteresti un
bel gancio in viso, altro che!
L'unica cosa che però riesci a dire è un Checcosa?! sbalordito.
«L’allenatore e il capitano.» prosegue, senza
innervosirsi. «Si aspettano da te che raccolga quello che hai seminato in
questi mesi.»
Quanto
stai parlando, Kit?
«Quindi sarei il
salvatore dello Shohoku?», gli chiedo, indicandoti, riacquistando un po' della
tua sfacciataggine.
Ti mostra la sua mano affusolata, con il pollice e
l’indice l’uno sull’altro, separati solo da qualche
millimetro. «Appena, appena così.»
«Cosa?!», ti inalbero
subito, incurvando le spalle.
«Probabilmente questo è il massimo.»,
continua, distanziando impercettibilmente le dita. «Il tuo sbaglio era calcolato e aspettato dall’inizio. Non è
niente di sorprendente.»
Stringi i pugni in un moto di stizza, non
riuscendo a dire niente.
«Per quanto tu possa continuare a crederlo, il tuo
sbaglio non ha determinato né la nostra vittoria né la nostra sconfitta.»
Agisci d’istinto, come sempre del resto. Ti
prepari a tirargli un bel manrovescio sul suo viso perfetto, longilineo, sempre
serioso. La tua miglior valvola di sfogo, effettivamente.
Ma deve averti letto nel
pensiero, perché scansa il colpo e te lo restituisce con gli interessi, dritto
in faccia. Proprio un bel destro!
«Brutto bastardo, vediamo chi è il
migliore ora!»
Dieci minuti dopo siete entrambi sdraiati sul
parquet del campo, a braccia distese, esausti per l'intenso scambio di effusioni, come li chiamerebbe Hicchan. E chi
se ne frega se avete lividi e labbra spaccate, ci siete così abituati da essere
diventati insensibili al dolore.
Tra un pugno e l'altro siete anche riusciti a
battibeccare su chi fosse la colpa, tua o sua.
Beh, almeno tu, Hanamichi, hai scaricato un po’ di
tensione. Proprio quello che ci voleva. E forse anche lui si è scaricato un
po'.
«Ehi, Kit.»
«Che vuoi ancora?»
Sospiri, sorridendo impercettibilmente. «Grazie.»
Kaede si passa una mano sulla fronte, scostandosi
la frangetta corvina. «Sempre disponibile a spaccarti il muso, Do'aho.»
Scatti a sedere quando senti la porta scorrevole
della palestra aprirsi, temendo che sia l'allenatore Anzai o, peggio ancora, il
Gorilla arrivato a punire entrambi per aver sporcato il pavimento di sangue.
Ma la persona che compare, con il fiatone e più
bagnata di te - l'acquazzone si era trasformato in un
temporale, nel frattempo - ti fa sorridere, per la prima volta in quella
giornata.
«Hi-Hicchan!»
Kaede solleva solo un poco la testa, per vedere l'ultima arrivata, ma non ci perde su troppo tempo, tornando
a rilassarsi.
«Tu, fratello
disgraziato! Sai quanto mi son preoccupata nel vedere che non tornavi a casa!
Sei fuori da questa mattina!», sbraita la tua gemellina adorata, saltandoti
addosso e abbracciandoti forte forte.
«Scusami, Hicchan... Non
volevo farti preoccupare.», sussurri, veramente dispiaciuto.
Quando Hime si accorge delle vostre ammaccature un brivido ti scorre lungo la schiena - e
probabilmente anche Kaede trema a quello sguardo assassino che le compare in
viso.
«Che diavolo avete combinato voi due?!»
Kaede si solleva, poggiandosi sugli avambracci e
guardandola con un'espressione che rasenta l'innocenza. «Ha iniziato lui.»
«E ti pareva!», borbotti, roteando gli occhi.
«Seriamente, ragazzi, a volte mi stupisco del vostro modo brutale di scambiarvi affetto.»
«E che dovrei fare, limonarmelo?! Lo odio!»
Inutile dire che Kaede trattiene un conato di
vomito per il rotto della cuffia, tra la risata cristallina della Sakuragi.
Hime si siede tra di voi, a gambe incrociate.
Guarda prima l'uno poi l'altro, scuotendo la testa. «Siete incredibili.»
«Sì, io incredibilmente geniale, lui
incredibilmente addormentato.», commenti, lanciando un'occhiataccia alla volpe
già bella che addormentata.
La ragazza prende per
mano l'amico, che nemmeno si muove, e il fratello, stringendosele al petto.
E tu sorridi, finalmente un po' più sollevato.
Sei con due delle persone più importanti della tua
vita e, anche se in modo diverso, entrambe capacissime di sollevarti il morale
come nessun altro.
Ora sai come puoi rimediare al tuo errore.
Sudando ancora di più, allenandoti fino
allo sfinimento come Rukawa, vincendo i
Campionati Nazionali.
Quale altro modo migliore per farsi perdonare?
Prima però devi dare un taglio al passato.
Letteralmente.
«Sai, Hicchan, come torniamo a casa
devi farmi un favore.»
«Del tipo?»
«Dovresti dare una spuntatina a questi capelli...», mormori, accarezzandoti la tua chioma rossa fuoco, di
cui sei sempre andato fiero, nonostante le prese in giro degli altri studenti e
teppisti.
Il sorriso di tua sorella ti fa capire che, come
sempre, ha letto nella tua mente. E ti appoggerà sempre, qualsiasi sia la tua
scelta.
Note
dell'autrice:
Vorrei fare un piccolo appunto e rispondere alla
probabile domanda di chi non ha mai letto Wild Boys e il sequel Bar America:
Hime, o Hicchan come la chiama
affettuosamente Hanamichi, è la sorella gemella del rossino, nonché la migliore
amica di Kaede.
Spero vi sia piaciuta!
A presto con gli aggiornamenti di Bar America!
Saluti,
Marta.
Edit: ho
corretto gli errori di battitura che c'erano, grazie a Gojyina
per avermeli fatti notare! Alcuni errori sono i rimasugli della fanfic iniziale
(che avevo iniziato a scrivere in prima persona), evidentemente quando l'ho
corretta qualcosa mi è scappata! Però per quanto
riguarda l'appunto numero quattro lascio il
"fosse" e non correggo con "sia", perché mi riferisco a
qualcosa passata (Hanamichi e Rukawa, infatti, sono stesi in terra, non si
stanno più picchiando. Il "sia" sarebbe corretto se la frase fosse
stata: Tra un pugno e l'altro
state riuscendo anche a battibeccare su chi sia la colpa, tua o sua.
Comunque! Grazie mille per i complimenti! E scusa
per gli errori di battitura, ma anche se rileggo millemila
volte qualcosa scappa sempre... :)