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Autore: Padme86    13/06/2010    8 recensioni
“Quando un fiocco di neve cade a terra diventa solo acqua.
Ma la sua essenza rimane per sempre.”

Kei, ragazzo ricco e solitario, che mai ha conosciuto la sincerità.
Kalisa, ragazza povera e amante della vita che gli dona tale sentimento.
Due anime che si incontrano per caso
E che inevitabilmente si uniscono
Una semplice storia d’amore, scritta per il puro piacere di scrivere^^
Attendo commenti, consigli, critiche, etc ^o^
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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* Fiocco di Neve*

* Fiocco di Neve*



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Una giornata fredda, nevica come sempre. E come ogni giorno sono nella mia lussuosa macchina, guidando svogliatamente, senza sapere dove andare.

E’ quasi sera, ormai… Forse è ora di tornare in quel posto vuoto che chiamo Casa.

La pioggia picchia con dolce violenza sul parabrezza della mia macchina, mentre le note di una canzone rock riecheggiano nella mia vettura.

 

She just walked away
Why didn't she tell me
And where do I
Go tonight
This isn't
Happening to me
This can't be happening to me
She didn't say a word
Just walked away

You where the first to say
That we where not okay
You where the
First to lie
When we where
Not alright this was my
First love
She was the first to go
And when she
Left me for you
I was the last to know

Ho sempre amato questo genere: né troppo rumoroso e né troppo melenso. Mi rilassa molto ascoltare musica quando guido, specialmente nei giorni di pioggia.

Mi piace, mi da una sensazione di calma e benessere, nonostante sia una cosa non molto allegra.

Le note della canzone continuano a riecheggiare nella mia macchina, cullandomi nell’atto di guida.

 

Why didn't she tell me
Where to go tonight
She didn't say word
She just walked away

You where the first to say
That we where not okay
You where the
First to lie
When we where
Not alright this was my
First love
She was the first to go
And when she
Left me for you
I was the last to know

I'll be the
First to say
That now Im okay
And for the first time
I've opend up my eyes
This was my worst love
You'll be the first to go
And when she leaves you for dead
You'll be the last to know [x2]*

 

La pioggia sta aumentando, è meglio prestare attenzione alla strada. Io sono un bravo guidatore, non per vantarmi, ma ogni tanto capita che qualche imbecille ti compaia davanti senza che tu abbia il tempo di reagire.

Sono immerso nei miei pensieri, quando ad un tratto vedo un motorino tagliarmi la strada! Riesco a malapena a sterzare, ma quest’ultimo perde l’equilibrio e cade a terra: cazzo, che bel modo di concludere la giornata!

Accosto e scendo dalla macchina, incurante della pioggia che mi sta inzuppando dalla testa ai piedi, e mi avvicino al tizio ancora a terra.

“Pazzo incosciente, ma no guardi dove vai?!”- me lo ritrovo davanti, quando vedo che in realtà è una ragazza…

Ha i capelli rossi come il fuoco e gli occhi verde smeraldo, dolci e intensi, molto di più rispetto ai miei ametista. Il fisico magro e tonico al punto giusto, viso dai lineamenti delicati e fini e labbra sottili e rosee. Ha un piccolo casco in testa ed è più bassa di me di parecchi centimetri, l’aria spaventata le da un non so che di dolce e angelico.
Non credo di aver mai visto una persona come lei.

“Mi dispiace, è che… Non mi sono accorta che stesse arrivando qualcuno, meno male che non è successo nulla di grave.”

“Ti sei fatta male?”- le domando, stavolta con tono più dolce. Lei mi sorride ingenua, è veramente carina, anche se mi ha quasi fatto ammazzare.

“No, tranquillo. E anche il mio motorino è miracolosamente sano! Meno male, non ho nemmeno l’assicurazione.”

“Brava.”

“Devo rinnovarla e mi servono i soldi per farlo. Comunque ti ringrazio per la gentilezza, ora devo andare.”

“Aspetta, voglio essere sicuro che stai bene. Ti va di bere qualcosa? È meglio in casi come questo, credimi.”- non so se sia vero, ma non voglio che se ne vada via subito. Non ne comprendo il motivo, ma voglio conoscerla. È raro fare un incontro, anzi uno scontro, come questo.

Lei mi sorride e accetta il mio invito, prendendo il suo motorino, spostandolo e parcheggiandolo davanti ad un piccolo bar proprio vicino a dove ci siamo scontrati.

Parcheggio meglio la macchina, dopo di che entriamo in questo locale, piccolo ma ben tenuto. Ci sono tavoli in legno, né troppo grandi né troppo piccoli, l’arredamento è moderno ma comunque abbastanza elegante.

Ci sediamo e aspettiamo che una cameriera venga a servirci.

“Come ti chiami?”- le domando, sicuro di me.

“Kalisa Petrova, ma puoi chiamarmi Kali, lo fanno tutti.”

“Non è praticamente la diminuzione del tuo nome?”

“E’ più originale così, ma se preferisci puoi chiamarmi Isa, non ho problemi.”- che tipo, si crea i soprannomi da sola! Fa un ridolino, quando la cameriera ci porta le nostre ordinazioni: una cioccolata con panna per lei e un cappuccino per me.

“E tu invece? Che nome ha il guidatore più veloce a sterzare della città?”

“Mi chiamo Kei Hiwatari.”

“Che nome strano, però è bello. Mi piacciono i nomi particolari, quelli troppo banali non stanno bene alla gente interessante.”

“E come sai che sono interessante?”

“Ho un sesto senso, un intuito particolare.”- dichiara fintamente civettuola, bevendo con gusto la sua cioccolata. La osservo, bevendo il mio cappuccino: ha un’espressione così dolce da sembrare una bambina, chissà quanti anni ha.

“Quanti anni hai, Kalisa?”

“Te lo dico se mi chiami Kali! Detesto il mio nome “vero”.”- mormora, facendo un espressione imbronciata che mi fa sorridere, il che per me è un miracolo.

“Ok, quanti anni hai, Kali?”

“Ventuno, e tu?”

“Ventiquattro.”

“Bhe, siamo più o meno coetanei. E dimmi Kei, che fai di bello nella vita?”

“Nulla, vivo nell’ozio più totale e non mi lamento. E tu?”

“Io lavoro, in un locale qui vicino. Non lavori?”

“Sono laureato in Economia, ma per adesso non faccio nulla.”

“Pigro?”- domanda, con un sopracciglio inarcato. Se sapesse la verità comincerebbe a fare come tutti gli altri: la ruffiana. E non voglio, questa ragazza mi sembra una persona onesta e per una volta voglio essere giudicato per quello che sono e non quello che rappresento.

“Può darsi. E tu? Cosa fai di preciso nel locale dove lavori?”

“Ecco io… Faccio la cameriera! Ora scusami, ma devo proprio andare, grazie per la cioccolata.”- si alza di fretta, mettendosi giubbotto e sciarpa e avviandosi verso l’uscita. Pago il conto, lasciando il resto alla cameriera, e la seguo, prendendola per un braccio e fermandola.

“Ehi, perché stai scappando?”

“Io non scappo, è solo che devo andare.”

“Va bene, ma almeno lasciami il tuo numero così ci sentiamo.”- sembra pensarci un po’, quando alla fine tira fuori dalla borsetta una piccola agenda azzurra. Ci scrive sopra qualcosa, strappa il foglietto e me lo porge. Fa per andare via, quando le prendo l’agendina e scrivo il mio numero: non voglio lasciarmela scappare, non so perché.

“Ci sentiamo allora, ci conto.”

“Certo, a presto Kei.”

“Ciao Kali e guarda dove vai!”- le dico allegro, mentre mi fa una finta linguaccia, si mette il casco e parte a bordo del suo motorino. Mi dirigo verso la mia macchina, salgo e metto in moto, dirigendomi verso casa mia.

Cavoli, ci ho passato insieme solo mezz’ora, eppure non mi sono mai sentito così bene.

Mi sembra una ragazza in gamba, dolce e anche timida, ma che sa il fatto suo. Spero tanto che mi chiami, anche se potrei farlo io… Potrei invitarla a cena, non sarebbe una cattiva idea.

Arrivo a casa mia, quando appena varcata la soglia il mio telefono comincia a squillare.  Mi tolgo sciarpa e cappotto e rispondo, riconoscendo subito la voce dall’altro capo.

“Pronto?”

Ehi bello, come va la vita?”- Boris Huznestov, uno dei pochi amici che posso ritenere sinceri e leali, che non mi giudica per il mio portafoglio ma per come sono.

“Come al solito, Boris. Devi dirmi qualcosa? Ti servono soldi?”

Ma che dici, cretino! Senti, questa sera io e Yurij volevamo andare in un locale, ma lui si è beccato l’influenza e preferisce restare a casa, coccolato dalla sua dolce metà, e sto cercando compagnia.”

“Insomma, devo fare il tappa buchi.”

Eddai, non ti fa male uscire un po’! E poi dicono che sia un locale da sballo, andiamo buttati!”- perché no? In fondo è parecchio tempo che non passo una bella serata. E poi, anche se non lo ammetterò mai a voce alta, la compagnia di Boris è una delle poche cose che mi mettono davvero di buon umore.

“Va bene, passami a prendere per le nove.”

Grande amico! E vestiti bene, magari si rimorchia! Ciao ciao!”- se non conclude con una delle sue stupidaggini non è contento. Lo sento riagganciare, senza darmi il tempo di replicare, chiudo la conversazione buttandomi a peso morto sul divano.

Mi metto a leggere un libro, un’altra cosa che riesce a rilassarmi, ma non riesco a togliermi dalla testa l’immagine di Kali.

Ho deciso: domani mattina le mando un messaggio e la invito a cena.

In fondo non c’è nulla di male nel voler conoscere a fondo una persona che ti ha fatto un bell’effetto, non trovate?

Mi alzo, dirigendomi in bagno e facendomi una doccia… L’acqua mi colpisce con dolce violenza, togliendomi la stanchezza e la tensione accumulata per via dell’incidente con Kali.

Mi passo la spugna insaponata sulle spalle, sarebbe bello se ci fosse qualcuno a lavarmi la schiena… Ma cosa mi salta in mente?! Non la conosco nemmeno! Si vede che è tanto che non mi faccio una sana scopata, stasera sarà il caso di rimediare.

Esco, mi asciugo e mi rivesto, preparandomi poi una cena veloce che consumo nel più totale silenzio nel mio bell’attico.

Sono abituato alla solitudine, è una cosa che mi accompagna da sempre. Tutte le persone che ho sempre avuto intorno erano false o ipocrite, oppure tutte e due le cose.

Gli unici amici sinceri che ho sono due: Boris Huznestov e Yurij Ivanov.

Uno è l’idiota di prima, ma dotato di una carica d’energia e amante della vita in una maniera quasi devastante.

L’altro invece è il più razionale e ponderato, l’unico che sia riuscito a trovare un equilibrio tra noi. Ha finito gli studi, come me, è laureato e sta avviando la sua carriera di avvocato. Ha da poco deciso di andare a vivere con la sua ragazza, Irina. Sono una bella coppia, equilibrata e stabile: lei allegra e sbarazzina, alle volte sbadata, lui invece calcolatore e razionale.

Insomma, insieme si completano.

Tante volte li ho visti abbracciarsi e baciarsi o semplicemente sorridersi in maniera genuina e piena d’amore… E li ho invidiati.

Ma prontamente arriva Boris che mi lancia nelle sue avventure notturne nei locali, e un giorno di questi so che arriverò per lasciarci la pelle.

Cerca di contagiarmi con il suo entusiasmo e il suo amore per la vita, ma purtroppo mi è difficile. Non lo faccio apposta, mi viene naturale essere così… Forse ho geneticamente ereditato qualcosa che mi impedisce di essere felice, chi lo sa.

Finisco la cena, metto a posto e mi preparo per uscire. Guardo nel mio armadio cosa può esserci di adatto per questa serata: optò per una camicia bianca e un paio di jeans neri, metto delle scarpe da tennis nere e un po’ di profumo.

Mi do un’occhiata allo specchio: so di essere un bel ragazzo. Capelli argentei, occhi viola ametista, un fisico scolpito dalle giornate in palestra e un viso dai lineamenti fini e delicati, qualcuno direbbe addirittura perfetti. O almeno lo dicono che le donne che sono state con me…

Alle nove e dieci sento suonare al mio campanello: è sempre in ritardo quel deficiente.

Che sia di dieci minuti o un’ora, non arriva mai puntuale.

Mi metto il mio giubbotto di pelle nera e scendo, trovandolo appoggiato alla mia macchina: come volevasi dimostrare è venuto a piedi per farsi un viaggio a sbaffo sulla mia bella e costosa vettura, comportamento tipico di Boris Huznestov.

“Ehi bello, sei uno splendore!”

“Niente ruffianerie, Huznestov: non guiderai la mia macchina.”

“Uffaaaa! Eddai, per una volta non ti costa nulla!”

“Ho già avuto un incidente oggi, vorrei tornare a casa intero se non ti dispiace.”- fa uno sbuffo scocciato, mentre apro la macchina. Saliamo e partiamo, mi da indicazioni su come raggiungere questo locale che secondo lui è una bomba.

Arriviamo dopo pochi minuti, parcheggio ed entriamo.

Adesso capisco perché ha detto che è una bomba: è un locale di striptease.

Maledetto carciofo dai capelli brizzolati, me la pagherai cara!

“Visto? Ti avevo detto che è una bomba!”- mentre osserva una ragazza bionda ballare in maniera sensuale, tenendosi da un tubo metallico. La musica assordante e le luci psichedeliche di questo posto mi stanno già facendo uscire di testa.

Ci sediamo al bancone del bar, ordinando qualcosa, mentre vediamo le ragazze ballare. Sono una bionda, una mora e una rossa, ma credo che portino delle parrucche. Mi soffermo sulla bionda, ha un’aria famigliare… Mi sembra di averla già vista da qualche parte.

“Hai puntato la bionda? Hai ancora buon gusto, Kei.”

“Pianatala cretino, lo sai che questi non sono posti che fanno per me.”

“Per una volta non muore nessuno, pensa a divertirti.”- mi da una pacca sulla spalla, sorseggiando il suo drink, mentre continuo ad osservare la ragazza ballare sensualmente… Muove i fianchi a ritmo della musica, indossa solo un mini bikini bianco, con dei lustrini, ma gli uomini sembrano rapiti, soprattutto quando si toglie il pezzo di sopra continuando a ballare. Partono fischi di ammirazione e anche commenti poco carini da fare ad una donna: non capisco come si possa cadere così in basso. Ma non posso negare che quella giovane è davvero bella…

Ha un corpo da favola, sembra urlare “sono qui per eccitarvi” e ci sta riuscendo, almeno con quei bavosi ubriaconi.

La musica finisce e le ragazze si ritirano dietro una tendina, mentre arrivano altre ragazze.

Mi volto, tornando a concentrarmi sul mio drink, quando sento una mano toccarmi una spalla. Mi giro e vedo che alle mie spalle c’è Kali! Ma allora era lei la ragazza che ballava prima, non l’avevo riconosciuta in mezzo a quel gioco di luci.

“Ciao Kei, come stai?”- mi saluta allegra, togliendosi la parrucca e liberando la sua chioma rosso fuoco. Cavoli, pensavo di tutto, ma non di rivederla in una circostanza simile…

“Tu la conosci?!”- esclama quel deficiente di Boris, squadrandola dalla testa ai piedi. Il solito maniaco, basta che veda un paio di tette e un bel culo e il suo attrezzo scatta subito sull’attenti. Nemmeno io sono un santo, ma per lo meno mantengo un po’ di contengo.

“Il tuo amico oggi mi ha quasi investita, diciamo. Non pensavo di vederti qui, sono sorpresa.”

“Lo sono anch’io, non avevi detto di fare la cameriera?”- la vedo abbassare lo sguardo, forse le dispiace avermi mentito.

Fa per aprire bocca, quando due vecchi ubriaconi le si avvicinano e la prendono per un braccio.

“Ehi bambolina bella, che ne dici di ballare per noi?”

“Sono in pausa, quindi mi lasci andare o chiamo la sicurezza.”

“Come ti permetti?! Mettiti a ballare subito per noi, altrimenti…”- non posso più sopportarlo, questo stronzo mi ha stancato. Mi alzo dallo sgabello e districo la sua presa dal braccio di Kali, che mi guarda stupita, mentre sento Boris ridacchiare.

“La signorina è già impegnata con me, quindi vedete di sloggiare, signori.”

“Ce l’hai il ‘dinero’, mocciosetto?”- biascica l’altro vecchio, volendosi atteggiare a uomo duro. Li potrei stendere in un secondo ma non voglio creare problemi alla ragazza che sta vicino a me. Prendo dal portafoglio una bella mazzetta di denaro e la sbatto in faccia ai due stronzi, che mi guardano sbigottiti.

Mi volto verso Kali, che ha la bocca talmente spalancata da poter toccare terra senza problemi.

“Questi bastano, signorina?”

“Bhe, mio generoso ospite, direi che mi ha prenotata per tutta la sera.”

“Sentito la signorina? Sloggiate o le prendete anche da me.”- anche Boris si mette in mezzo, mentre qui due se ne vanno borbottando qualcosa. Kali tira un sospiro di sollievo, ringraziandoci entrambi, quando all’improvviso mi prende per mano.

“Cosa fai?”

“Non hai sentito? Mi hai prenotato per tutta la sera, ora devo ballare per te.”

“Ma io non voglio e poi…”

“Non fare l’idiota, dai! Prendo in prestito il tuo amico, ma te lo riporto intero tra un’ora!”- esclama allegra rivolgendosi a Boris, che mi fa l’occhiolino e alza il pollice verso l’alto: maledetto Huznestov, me la pagherai cara!

Kali mi trascina verso una porta rossa, entriamo e vedo che è una saletta molto bella, luminosa, con delle poltrone e un tavolino al centro.

“Coraggio, siediti e rilassati.”

“Kali, non è necessario…”

“Perché no? Così possiamo parlare un po’, dai.”- sembra davvero sincera, vuole solo fare il suo lavoro.

La accontento, sedendomi, mentre mette un po’ di musica sensuale adatta a questo genere di cose. Comincia a muoversi sensualmente, davanti a me, muovendo i capelli con fare sensuale e i fianchi a tempo della musica.

“Perché non mi hai detto che lavoro fai?”

“Ti conoscevo da venti minuti, non me la sono sentita.”

“Ti vergogni?”

“No assolutamente, faccio un lavoro onesto: ballo e faccio felici tanti uomini.”- sussurra, mentre continua a muoversi davanti a me, accarezzandosi la sua pelle con fare voluttuoso e sensuale.

Mi sento un po’ a disagio, non sono abituato a queste situazioni, ma giuro che questa Boris me la paga cara!

“Da quanto fai questo lavoro?”

“Da circa due anni, si guadagna bene.”

“Non hai trovato di meglio?”

“Un diploma in informatica non ti apre le porte per un lavoro redditizio all’istante. In attesa di qualcosa di meglio mi dedico a questo.”- spiega, avvicinandosi a me e cominciando ad accarezzarmi il torace… Comincio a sentirmi agitato e non è un bene: quando succede sudo e mi tremano le mani e mi da un gran fastidio!

“E tu invece? Come mai hai le tasche piene di soldi? Sei un miliardario o qualcosa di simile?”

“Diciamo che sono un ereditiere.”- ammetto, continuando ad osservarla… Dio, è così bella, mi sta facendo girare la testa con questo suo ballo così erotico e sensuale.

“Cavoli, che fortuna! Allora devo sperare che tu venga più spesso qui!”- esclama ironica, continuando a ballare e strappandomi una risatina. Si alza e si mette proprio davanti a me, quando all’improvviso si toglie il reggiseno del suo bikini, rimanendo in topless.

Non è la prima donna che vedo in questo genere di situazione, io sono andato ben oltre e con molte donne, ma questa volta mi sento più… Eccitato del solito.

Ha un seno sodo e tonico, né troppo grande né troppo piccolo ma ciò che attira la mia attenzione è un piccolo tatuaggio appena sotto l’ombelico: è un fiocco di neve.

È veramente bella, mi fa quasi male guardarla ballare in maniera così eccitante e non poterla toccare… Ma d’altra parte sono anche un gentiluomo, non farei mai nulla contro la sua volontà.

Ricomincia a muoversi sensualmente, alzando di tanto in tanto le braccia e portandosele ai capelli, muovendoli in quel modo sensuale che mi sta facendo impazzire. Ad un tratto si avvicina a me, mettendosi a cavalcioni sulle mie gambe e cominciando a muoversi ancora più sensualmente, accarezzandomi il viso e le braccia.

Il suo petto si muove a ritmo della musica e ogni tanto si porta avanti e indietro, muovendo i capelli e la testa come una persona che… Insomma… Sta godendo.

La osservo: non so perché ma non riesco a vedere del marcio o del peccaminoso in lei. Solo desiderio e tanta voglia di stare e farmi stare bene… E ci sta riuscendo.

“Ti senti a disagio?”

“Un pochino, ma non importa.”

“Non sei abituato a queste cose, vero?”- mormora allegra, strappandomi un sorriso: mi sento come un ragazzino la prima volta che vede una donna nuda. Eppure sono andato ben oltre e con molte ragazze, perché lei mi fa questo effetto?

“Non molto, solitamente non frequento questi locali.”

“Sei gay per caso?”- la mia espressione passa dallo scioccato all’indispettito in meno di due secondi, strappandole una risatina.

“No, per niente. Perché? Sembro gay, forse?”

“No anzi, posso dire che tu sei davvero l’emblema del maschio perfetto.”

“Alludi al mio aspetto?”

“Chi può dirlo.”- mi fa l’occhiolino, continuando a muoversi sensualmente sopra di me. Dio, mi sento come in trance… Devo stare attento o qualcuno nei “paesi bassi” potrebbe sfuggirmi di controllo e non voglio fare questo tipo di figure con lei.

“Cavolo… Sei bella da morire, lo sai?”- mormoro con voce roca, strappandole un sorriso dolce ed ingenuo al medesimo tempo.

Non sto mentendo: lo penso davvero. Non sto facendo altro da quando ha iniziato a ballare, anzi da quando si è presentata davanti a me con quel sorriso così dolce.

“Davvero?”- sussurra dolcemente, continuando a muoversi a tempo di una musica che sembra non finire mai.

“Certo. Non sarò il primo che te lo dice.”

“Non in un modo così dolce e carino come te.”- dice allegra, mentre la musica finalmente finisce. Tiro un sospiro di sollievo, quando si alza da sopra di me, cercando il pezzo del bikini che si è tolta. È davvero buffa, sembra quasi una bambina, se non avesse quel micro costume che non le copre quasi nulla… Accidenti Hiwatari, controllati!

Mi guarda e ride allegra, rimettendosi il pezzo sopra del bikini e sedendosi accanto a me.

“Allora, cosa vogliamo fare adesso? Abbiamo ancora mezz’ora di tempo, caro.”

“Non lo so, facciamo quello che vuoi.”

“Sei tu il cliente, indi comandi tu.”- mormora maliziosa, mettendosi più vicina a me.

La guardo: cazzo, questa ragazza mi sta mandando fuori di testa del tutto.

La conosco appena, come può farmi un tale effetto?

“Non pensi mai ad una vita diversa? Ti piace fare questo mestiere?”

“E’ un lavoro, mi pagano bene. Non c’è nulla di male, non credi?”

“Certo che no, tuttavia io penso che tu valga di più.”

“Come fai a dirlo? Non mi conosci, dopo tutto.”

“Ho un sesto senso, un intuito particolare.”- la scimmiotto, usando le stesse parole che ha usato lei oggi con me, per dirmi che mi trova interessante. La vedo ridere e la seguo a ruota, quando i nostri visi si ritrovano sempre più vicini… In fondo che ho da perdere?

E poi un bacio è solo un tocco, un innocente piccolo incontro di labbra.

“Non posso, scusami.”

“Perché?”

“Mi è proibito fare queste cose con i clienti, e poi se la prenderebbero con te e ti caccerebbero via.”

“E come fanno a saperlo?”

“Ehm… Ci sono delle telecamere sul soffitto.”- istintivamente alzo lo sguardo e vedo due minuscoli obbiettivi puntati su di noi.

Credo proprio che mi convenga abbandonare l’idea, almeno per ora… Ad un tratto mi viene un’idea, sperando che accetti.

“Senti, a che ora stacchi?”

“Appena ho finito con te, perché?”

“Vediamoci fuori dal locale, facciamo due passi e parliamo un po’. Ti va?”

“La tua sembra tanto una tattica per baciarmi senza finire nei guai!”- esclama allegra, mentre le sorrido furbo, mi è sempre riuscito bene farlo.

“E chi può dirlo.”- mormoro malizioso, mentre lei mi rivolge un sorriso timido, abbassando il volto.

Per la mezzora restante parliamo e ridiamo, quando è arrivato il momento di uscire da questa stanza. Le lascio i soldi sul tavolino, dicendole che l’aspetto fuori dal locale, mi fa l’occhiolino e dice che arriverà entro dieci minuti.

Ritorno all’interno del locale, quando becco Boris intento a pomiciare con una bella mora in un angolo abbastanza nascosto del locale.

Scuoto la testa rassegnato, avvicinandomi a lui e dandogli una pacca sulla spalla. Lui si stacca dalla ragazza, chiedendomi cosa voglio, gli confesso le mie intenzioni e mi dice che non ci sono problemi. Ho già capito che la notte il caro Huznestov la passerà in dolce compagnia e non gli serve certo un passaggio a casa.

Esco dal locale e attendo i dieci minuti più lunghi che mi siano capitati, quando la vedo uscire.

È vestita normalmente adesso, i capelli sono legati in una coda bassa e il suo viso è più pulito. Mi sembra più bella adesso di quando l’ho vista ballare seminuda davanti a me.

“C’è un posto particolare dove vorresti andare?”

“Si, possiamo usare la tua macchina? Non è molto lontano, ma a piedi è una bella camminata e mi fanno male i piedi.”- ci credo, poverina. Costretta a portare quei tacchi alti per tutta la notte sarebbe una tortura per chiunque. Adesso invece si è messa un bel paio di scarpe da tennis blu e sembra stare decisamente più comoda.

Acconsento alla sua richiesta, facendola salire e mettendo in moto. Per tutto il viaggio non parliamo, lei poggia un gomito vicino sulla portiera e si appisola… Poveretta, dev’essere davvero stanca, eppure ha accettato il mio invito.

Dopo cinque minuti si sveglia e mi dice di svoltare a sinistra, arriviamo ad un piccolo parco, è una zona non va mai nessuno.

“Ecco, fermati qui.”- parcheggio e scende dalla macchina con quel dolce sorriso stampato sul viso. Mi sento inquieto all’improvviso: è come se avessi paura di uscire da questa macchina e andare da lei, non ne capisco il motivo.

La vedo voltarsi e aprire la sua portiera, fissandomi con un sorriso dolce e malizioso allo stesso tempo: ma perché diavolo mi fa questo effetto?!

“Cosa c’è? Perché non scendi?”

“Non lo so, io…”

“Hai paura di me? Andiamo vieni, ti assicuro che non mordo.”- mormora allegra, facendomi l’occhiolino e invitandomi a seguirla.

È una notte fredda, eppure nessuno dei due sembra sentirsi a disagio. Questo parco mette un po’ i brividi di notte, l’erba è alta e si sentono i fruscii provenire dal vento: sembra di stare in un posto infestato dagli spettri.

Eppure Kali sembra perfettamente tranquilla e a suo agio, forse viene qui spesso ed è per questo che ha voluto portarmi qui.

Arriviamo in un angolo isolato, ma davvero bello. C’è un piccolo laghetto e l’erba è un po’ più bassa, ci sono anche dei massi e qualche fiore che resiste al freddo persistente di questa città.

“Ti piace, qui?”

“E’ molto bello, ma come mai mi ci hai portato?”

“Questo è il mio posto segreto, ci vengo quando ho voglia di stare da sola.”

“E tu hai voluto condividerlo con me?”- domando confuso, mentre mi sorride dolcemente… La sento prendermi la mano e senza indugio la racchiudo nella mia, molto più grande della sua.

“Si, ti sembra così strano?”

“No ma, sono lusingato. Non mi conosci nemmeno.”

“Nemmeno tu, eppure stasera mi hai difesa.”- colpito e affondato. Credo che il discorso di conoscersi o meno sia ormai superato per noi: non ce ne importa un bel niente.

La sento avvicinarsi a me, poggiando il capo sulla mia spalla e chiudendo gli occhi, mentre osservo il cielo senza stelle. Piccoli fiocchi di neve cominciano a caderci sul viso, mentre i suoi occhi si illuminano di gioia.

“Che bello sta nevicando!”

“Sei un’amante della neve?”

“Si, mi piace tanto. Io penso che quando un fiocco di neve cade a terra diventa solo acqua, ma la sua essenza rimane per sempre.”- mormora allegra, sorridendomi e tornando ad appoggiarsi a me. Il mio cuore ha aumentato i battiti, ne sono sicuro… Credo che sia un miracolo se lei non lo sente, tanto batte forte. Non mi sono mai sentito così, è una sensazione bellissima e nuova per me.

“Mi piace stare qui con te…”- sussurra, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo… Dio, non mi sono mai sentito così, è una sensazione meravigliosa.

“Anche a me… Kali, io…”

“Shh…”- posa un dito sulle mie labbra, fissandomi con quei suoi occhi verdi così grandi e intensi. Non credo di aver mai visto occhi così belli in tutta la mia vita… Non ce la faccio più, credo che potrei scoppiare se non lo faccio.

Mi avvicino lentamente a lei, ormai le nostre labbra si sfiorano…

Ma ad un tratto abbassa il viso, sorridendo timida: è evidente che non vuole correre ed io come un perfetto idiota ho fatto la figura di quello che voleva baciarla e scoparsela.

Sono davvero un cretino!

“Mi dispiace, scusami.”

“No, non devi scusarti. È solo che… Tu sei la prima persona che non mi tratta come una bambolina in vendita, non deludermi, te ne prego.”- com’è dolce, ed io che stavo quasi per ferirla perché non mi so controllare. Mi sento una merda completa e vorrei tanto rimediare…

Mi alzo, aiutandola ad alzarsi a sua volta, torniamo alla macchina e la riporto al locale, dove ha lasciato il suo motorino.

Per tutto il viaggio non abbiamo parlato, non ho saputo cosa dirle per scusarmi del mio comportamento e vorrei tanto che non pensasse di me cose non vere.

Parcheggio e aspetto che esca, ma sembra non averne intenzione: che cosa avrà in mente?

“Volevi davvero baciarmi?”- ecco, questa era l’ultima domanda che volevo mi facesse. E adesso cosa le rispondo? Che sono attratto da lei? Che volevo baciarla perché mi piace un sacco anche se non la conosco bene?

“Ecco io…”

“Sii sincero per favore, io farò altrettanto.”- mormora decisa, ma anche dolce, sorridendomi sempre in quella maniera così genuina che mi sta piacendo sempre di più.

“Si, volevo baciarti.”

“E perché?”- mi gratto la nuca, mentre lei continua ad osservarmi decisa, volendo chiaramente una risposta sincera.

“Perché mi piaci.”- mi guarda sorpresa, per poi cominciare a ridere, ma non modo beffardo o ironico, ma quasi dolce e commovente.

“Kei, non devi farti problemi a dirmi le cose. Anche tu mi piaci e anche tanto, davvero, ma per il momento penso sia meglio andare piano.”- è veramente una persona saggia e si vede che tiene molto a quello che stiamo e che potremmo costruire insieme. La penso come lei, quindi non posso che approvare il suo pensiero e prometterle di andare con calma.

Mi sorride dolcemente, ma prima che esca dalla macchina faccio quello che avevo già pensato di fare oggi, sperando che non fraintenda.

“Ceni con me, domani sera?”

“Oh mi dispiace, lavoro. Ma possiamo fare a pranzo, se ti va! Conosco una pizzeria buonissima, l’idea ti alletta?”

“Certo, vada per la pizza a pranzo. Se mi dai il tuo indirizzo ti passo a prendere.”

“Ti mando un messaggio domani mattina, promesso. Ora devo andare, sono veramente stanca, a domani bel tenebroso.”- si allunga vicino a me e mi bacia sulla guancia, ridacchiando allegra e scendendo dalla mia macchina.

La vedo avviarsi verso il suo motorino, mettersi il casco e partire verso una direzione che mi è sconosciuta, mentre le mie dita percorrono impercettibile il punto in cui mi ha baciato…

Metto in moto e mi dirigo verso casa, mettendomi a letto e pensando a lei e all’effetto che mi sta facendo.

 

*

 

I giorni si susseguono, continuiamo a vederci spesso. Usciamo insieme, andiamo in quel punto del parco dove mi ha portato la nostra prima sera insieme e quando siamo lì parliamo e ridiamo.  Fino adesso non mi sono spinto oltre, non ci siamo dati neppure un bacio e non so cosa pensare… Lo sento che quello che c’è tra noi va oltre l’amicizia e sono sicuro che lo sa anche Kali. Vorrei affrontare l’argomento, ma ho paura di rovinare questo bel rapporto che abbiamo costruito… Lei è la prima che mi giudica, che mi apprezza per la persona che sono, pregi e difetti. Non voglio perderla… E se invece dovesse volerlo anche lei? Se mi stessi facendo un film tutto mio nella testa?

E poi non sopporto che faccia quel lavoro! Vado da lei quasi ogni sera e ammetto che lo faccio per impedire che qualche vecchio bavoso la tocchi o peggio, e ogni volta vedo rosso quando guardo quegli ubriaconi sbavare mentre la guardano.

Forse la mia è semplice gelosia maschile, ma non mi importa: oggi affronterò quest’argomento con lei. L’ho invitata a casa mia, penso che sia ora che le mostri dove vivo. Ormai ci frequentiamo da due settimane ed io sono stato a casa sua solo due volte… Ho scoperto che è orfana dall’età di quattrordici anni e che se l’è sempre cavata da sola, sbalzando dalle case famiglia a lavoretti manuali, cercando di diplomarsi. Ma quando ha avuto il diploma non ha trovato lavoro, così è finita col fare la spogliarellista in quel bar… Non ci trovo nulla di male, è un lavoro come gli altri, ma sono semplicemente troppo geloso di lei.

Sono le tre del pomeriggio, dovrebbe arrivare a momenti: sono piuttosto agitato, è la prima volta che mi ritrovo in una situazione come questa. Il cuore mi batte come un tamburo, mi sudano le mani e credo anche di stare tremando per il nervosismo. Io sono sempre stato una persona fredda e che sa controllarsi, perché adesso non ci riesco?

Sento il campanello suonare, prendo un lungo respiro e vado ad aprire la porta, trovandomela davanti: bellissima e sorridente come sempre. Ogni volta che la vedo mi sento sempre strano, il cuore si ferma anche se solo per un istante e mi sento felice ad averla vicino.

Che sia questo quello che chiamano Amore?

“Ciao Kei, sono contenta di vederti.”- come sempre mi da un bacio sulla guancia e una volta dentro casa mia la vedo osservarla incantata. Di sicuro non si immaginava un attico enorme e lussuoso, senza essere eccessivo.

“Tu… Tu vivi qui? È casa tua?”

“Sorpresa?”

“A dir poco! Non pensavo che avessi una casa così grande, il mio appartamento in confronto è un buco.”- non è affatto vero, è piccolo ma ben tenuto, accogliente e ordinato. C’è tutto quello che serve e un po’ la invidio: ha poco spazio ma lo utilizza bene.

“Non dire così, anche tu hai una bella casa. Vieni con me, devo parlarti un secondo…”- ecco, sono al momento cruciale. Lei mi guarda confusa, ma poi si siede accanto a me sul divano. Prendo un lungo respiro, mentre le cerco le parole giuste… La guardo: è bella da far male. Forse sono davvero innamorato, ma se per lei non fosse lo stesso?

O la va o la spacca, come mi dice sempre Boris.

“Kali, io vorrei chiederti una cosa molto importante.”

“Di che si tratta?”

“Ecco… Vorrei chiederti, cosa sono per te? Insomma, noi ormai ci frequentiamo da due settimane e come promesso sono andato piano. Abbiamo imparato a conoscerci, passiamo quasi tutti i giorni insieme, e andrebbe bene anche così. Solo che… Sento di volere di più.”- le mi guarda, abbassando il capo, come se se lo aspettasse. Prende la mia mano, intrecciandola con la sua… E’ così piccola e pallida, tante volte mi sono divertito a giocare con le sue piccole dita.

I suoi occhi viola incontrano i miei ametista e mi sento come se il tempo si fosse fermato in questo istante: si, sono innamorato.

Amo la sua essenza.

Amo il suo sorriso.

Amo averla al mio fianco.

Amo la sua allegria e il suo amore per la vita.

Amo semplicemente Lei.

“Anch’io Kei, davvero, è solo che… Non pensi di meritare di meglio?”

“Cosa? Che intendi dire?”

“Insomma, guardaci: io sono una spogliarellista e tu un ricco ereditiere. Meriti qualcuno di meglio di una come me, io cosa posso offrirti?”

“Cosa puoi offrirmi? In due settimane mi hai regalato una vita intera! Mi hai fatto assaporare cose semplici ma speciali, che mai avevo sperimentato! Ho sempre avuto intorno gente falsa e ipocrita, che non faceva altro che sbavare intorno al mio conto in banca! Cazzo, ora che ti ho trovata non ti lascio andare!”- mi rendo conto che sono stato un po’ brusco, ma con quella frase mi ha provocato tanta rabbia.

Qualcosa meglio di lei? Non credo nemmeno che possa esistere.

“Kei… Non so cosa dire.”

“Di solo che non mi respingi. Non mi importa che mestiere fai, che cosa hai fatto in passato… A me basti tu, voglio solo averti al mio fianco. E poi alla fine cosa fai di male? Balli e fai felici degli uomini. Ma io voglio fare felice te, piccola… Permettimelo.”- i suoi occhi diventano lucidi e la presa alla mia mano si rafforza. Penso che nessuno le abbia mai detto così apertamente di essere innamorato di lei… Perché è ciò che sono…

Io sono innamorato di questo fiocco di neve che ha scaldato il mio cuore.

“Si…”

“Come?”

“Si Kei… Voglio che tu mi stia vicino, che tu faccia parte della mia vita. Voglio essere amata da te e amarti a mia volta. Sei il primo che mi accetta per la donna che sono e che non mi ha usata come una bambola. Amami Kei, ti supplico…”- senza attendere oltre le nostre labbra si unisco in un bacio carico di passione. Ci abbracciamo, ti stringiamo fino a farci male…. Finalmente siamo una cosa sola e niente ci separerà.

La prendo in braccio e la conduco di sopra, dandole un attimo di respiro staccandomi da lei. Arriviamo alla mia camera, la adagio dolcemente sul letto, mi tolgo la maglia e mi metto sopra di lei, stando attendo a non farle male.

Per un tempo che mi sembra infinito non facciamo altro che baciarci, accarezzarci, sussurrarci quanto ci amiamo. Diventiamo un’unica entità, in un vortice di gemiti e sospiri, gridolini di gioia ma anche di dolore. Finalmente mi sento completo, con questa splendida creatura che ora è sotto di me, unita a me in un unico essere. Ha il volto arrossato dal piacere, nei suoi occhi riesco a leggere una felicità che avevo dimenticato, le sue labbra e la sua voce dolce sussurrano il mio nome, le sue mani lisce e morbide accarezzano la mia pelle. È una sensazione meravigliosa, che mai avevo provato e che proverò solo con lei, d’ora in poi.

Quando raggiungiamo in culmine ci ritroviamo abbracciati… Le accarezzo i capelli, la spalla, mentre lei mi bacia sul cuore e sfiora il mio torace con la sua piccola mano.

“Kei?”

“Mh? Dimmi piccola.”

“Guarda, sta nevicando… La neve è testimone del nostro legame, ormai.”- guardo fuori dalla mia finestra: ha ragione, sta nevicando… Mi è sempre piaciuta la neve, mi rilassa guardarla.

“Kalisa, io ti amo.”

“Ti amo anch’io Kei e non voglio essere amata da nessun’altro.”

Un altro bacio.

Un’altra carezza.

Un nuovo atto d’amore.

 

*

 

Da quel giorno stiamo insieme ufficialmente. Con le mie conoscenze sto cercando di trovarle un lavoro degno di lei, ma non è semplice. Kali però non si lamenta mai e continua a fare quel lavoro che ci ha fatto incontrare… Mi da un po’ fastidio l’idea che altri la guardino e si eccitino, ma tutte le volte che la vedo tornare a casa mi sorride e mi rassicura.

“Loro potranno anche eccitarsi, ma tu sei l’unico che riesce a eccitarmi come si deve…”- un modo tutto suo per dirmi che, in un modo o nell’altro, nessuno prenderà mai il mio posto e che mi ama davvero.

E anch’io l’amo, con tutto me stesso, e credo sarà sempre così.

L’amerò sempre, in un modo o nell’altro.

Lei è il mio sogno.

La mia speranza.

È  il mio fiocco di neve che ha alleviato il mio cuore con la sua dolcezza.

 

 

 

*Fine*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avete presente la sensazione di quando ti metti davanti al pc e scrivi una storia per il solo e unico piacere di mettere per iscritto un’immagine, o una situazione, che ti è passata per la testa? Questo è ciò che è successo a me quando ho cominciato a scrivere questa shot dalla lunghezza omerica ^o^

È una storia semplice, senza troppe pretese, un piccolo e semplice amore che si sviluppa in poco tempo. Può anche sembrare un pochetto banale, ma sono cose che capitano v.v

Lui, ragazzo bello e ricco, che mai ha conosciuto la sincerità.

Lei, ragazza povera ma vitale, che gli dona questo sentimento tanto bramato.

Si incontrano, si uniscono e alla fine si completano.

La metafora del fiocco di neve mi è venuta così, senza una ragione particolare, ma credo che si intoni bene con la personalità della cara Kalisa ^*^

Mi è piaciuto molto scriverla e spero che a voi piaccia leggerla, ovviamente ^O^

Attendo i vostri commenti, critiche, suggerimenti, tutto quello che volete ^*^

Non siate timidi ^_-

 

 

*La canzone che Kei ascolta in macchina è “Last to Know” dei Three Days Grace. Una bellissima canzone che vi consiglio di ascoltare^^

 

 

 

E qui abbiamo l’immagine della cara Kali^^  L’immagine è fatta sempre con il doll maker ma sui capelli, gli occhi e anche le scarpe c’è la mia manina xD



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Un bacio forte a tutti ^o^

 

 

                                   La cara Pad

  
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