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Autore: ellephedre    14/06/2010    23 recensioni
Raccolta di episodi erotici legati alla mia saga di Sailor Moon.
1 - Rei/Yuichiro I, continuazione della scena nella parte 12 di 'Verso l'alba'
2 - Usagi/Mamoru I, tra Interludio scena 3 e prima di 'Verso l'alba'
3 - Ami/Alexander I, tra le parti 11 e 13 di 'Verso l'alba'.
4 - Rei/Yuichiro II, l'estate precedente a 'L'indole del fuoco'.
5 - Usagi/Mamoru II, all'interno del quarto capitolo di 'Oltre le stelle'.
6 - Rei/Yuichiro III, tra la parte 13 e 14 di 'Verso l'alba'
7 - Ami/Alexander II, prima della parte 13 di 'Verso l'alba'
8 - Usagi/Mamoru III, un anno dopo Oltre le Stelle
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ami/Amy, Mamoru/Marzio, Rei/Rea, Usagi/Bunny, Yuichiro/Yuri | Coppie: Mamoru/Usagi, Rei/Yuichiro
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Red Lemon

Red Lemon

 

Autore: ellephedre
Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

2 - Usagi/Mamoru I

Scena ambientata tra Interludio (episodio 3) e Verso l'alba

 

 

Era tutto il giorno che si sentiva... strana. Frustrata, troppo allegra, irritabile, facile alla risata. Un misto di contraddizioni che ricordava di aver provato una sola volta nella sua vita, un mese e mezzo prima, in un caldo e indimenticabile pomeriggio di piena estate.

Si era rifiutata di indugiare nei ricordi nell'esatto istante in cui aveva identificato il motivo dell'inquietudine che la seguiva sin dalla mattina. D'altronde, non poteva certo andare in autocombustione in classe. O durante la pausa pranzo. E nemmeno in autobus o davanti alla sua famiglia.

La consapevolezza di quanto sarebbe accaduto non l'aveva aiutata. Appena entrata in casa era dovuta salire in camera a cambiare gli slip. Ne aveva messi un paio nuovi, felice di sapere che molto presto li avrebbe tolti di nuovo. Il cotone bianco tra le sue gambe aveva rapidamente iniziato a non essere più tanto asciutto.

«Mamma!» Era corsa di sotto, saltellando sulle scale.

Impegnata tra i fornelli, sua madre le aveva lanciato un'occhiata distratta. «Sì, Usagi-chan?»

«Vado al cinema.»

«Così, all'improvviso?»

«No, l'avevamo programmato, mi ero dimenticata di dirtelo.» Bugia, non avrebbe potuto prevedere quello. «E ceno fuori.» Tempo, aveva bisogno di un mucchio di tempo.

«Allora esci con Mamoru-san?»

Solo sentire il suono di quel nome talmente carezzevole, languido, eccitan... Si era morsa il labbro superiore, forte. «Sì.»

«Hm. Anche se domani non hai scuola, non rincasare troppo tardi.»

«Va bene.» Rischiava di essere una menzogna anche quella, poiché non aveva alcun controllo sulla situazione, come aveva sperimentato in passato.

Prima di tradirsi, se n'era tornata di sopra.

Cinque minuti dopo era uscita dalla porta di casa.

 

Aveva buttato la chiave dell'appartamento di Mamoru sul divano. La giacca leggera pure, dopo averla raccolta da terra. La borsa l'aveva fatta cadere in corridoio, solo per tornare a prenderla non appena si era accorta che Mamoru non era ancora rincasato.

E ora se ne stava lì, appollaiata sul bracciolo del divano, a scrutare come un falco la porta d'ingresso.

Iniziò a battere ritmicamente la pianta del piede contro la pesante stoffa verde. Strofinò tra loro le labbra. Affondò disperata la faccia tra mani.

Oh, e se questa volta lui non si sentiva nello stesso modo?

Avrebbe fatto la figura della maniaca! Non avrebbe nemmeno potuto fermarsi perché si sentiva così- Così... Ma perché?! Perché si sentiva in quel modo all'improvviso, perché provava gli stessi incontrollabili impulsi dell'altra volta? Cosa le stava succedendo, come mai non riusciva a controllarsi?

Emise un sospiro incerto, tremulo.

Forse aveva sbagliato a non preoccuparsi prima: quelle sensazioni non erano normali. Forse non erano neanche sane: chi avrebbe potuto dire per quanto tempo avrebbe avuto voglia di andare avanti questa volta?

Il pensiero le bloccò il respiro, costringendola a rannicchiarsi su se stessa. Il languore che aveva pervaso il suo corpo sembrava essersi di nuovo concentrato in un unico punto, in mezzo alle sue gambe.

Espirò. Inspirò. Piano piano, controllandosi.

Era inquieta solo perché non aveva ancora avuto la possibilità di calmarsi. Presto Mamo-chan sarebbe arrivato e... e l'avrebbe presa tra le braccia, mentre lei si sarebbe modellata addosso a lui, alzando la testa per mordicchiargli la spalla, baciargli il petto, assaggiandogli la pelle salata. A mani aperte si sarebbe riempita del calore della sua schiena, percorrendola dal collo fino alla base, senza tralasciare un solo centimetro. Gli avrebbe torturato la bocca con la propria e alla fine avrebbe affondato le unghie nei suoi bicipiti, spingendolo a usare le braccia per prenderla - sollevarla o spostarla, quello che voleva lui.

Mamoru l'avrebbe stretta a sé come se volesse inglobarla, sistemandosi tra le sue gambe e insinuandosi in lei senza più aspettare. Non sarebbe stato attento, solo bisognoso, ardente e veloce in ogni movimento, i dolci colpi precisi nell'arrivare fino in fondo e lei...

A lei sembrava di sentirli già ora. Con un labbro tra i denti e le palpebre chiuse, permise ai propri muscoli interni di stringersi da soli sul nulla, prendendo piacere dallo stesso movimento.

... era impazzita.

Hentai, hentai, hentai!

Non era divertente, non si riconosceva in tanta smania. La disperazione e la mancanza di soddisfazione le facevano venire voglia di piangere.

La porta di casa produsse un rumore metallico di chiavi.

Usagi scattò a fissare l'ingresso.

Mentre la serratura girava a vuoto, saltò via dal divano. Era a quattro metri dall'uscio quando Mamoru entrò, quasi inciampando in avanti. Lui la scorse e inspirò rapidamente, sbattendo con forza la porta dietro di sé. Con un balzo Usagi gli finì addosso, aggrappandosi a lui. Mamoru serrò le braccia attorno alla sua schiena; non catturò la sua bocca solo perché fu lei a pensarci per prima. Più che un bacio, espressero insieme ordini e necessità. Prendimi, prendiamoci.

Usagi ringraziò ogni dio mai esistito: non era solo lei!

Gli sfilò violentemente la giacca aperta, buttandola a terra. L'orribile camicia di lui aveva quei dannati bottoncini che non si toglievano mai. Afferrò la stoffa tra le dita, tirandola fino a strattonarla via dai pantaloni. Gemette. Mamoru la sentì e non smise di lambire il suo seno ora esposto all'aria, di suggerlo. Abbassò una mano fino a infilarla sotto la sua gonna. Invece che toccare lei, trovò con le dita l'elastico delle sue mutandine. Le tirò giù confusamente, senza fermarsi.

Usagi si allontanò solo per aiutarlo, ma con le mani rimase sulla cintura dei pantaloni di lui: l'aveva slacciata a tempo di record. Via dall'asola l'unico bottone e giù anche la cerniera. Ormai inginocchiata, finì col sedersi a terra mentre lo liberava dai pantaloni. I suoi slip finirono oltre i suoi piedi e non ebbe più modo di spogliarlo di quello che mancava: Mamoru si mise sopra di lei, costringendola a piegare all'indietro la schiena. Lui le alzò la gonna e si svestì da solo dell'ultima barriera, i boxer. Esitò per il millesimo di secondo che impiegò ad accorgersi che lei era totalmente pronta ad accoglierlo. Poi, in due ebbero un unico corpo.

Il piacere fu tanto intenso da strapparle un grido. Oh, finalmente. Oh, sì, !

Per non essere spinta all'indietro sul pavimento e farselo mancare, si strinse a lui con tutta la forza che aveva. Aprì la bocca per ansimare, ma non riuscì. La voce le mancò, svanì.

Lo incitò con la schiena inarcata, il bacino inclinato e premuto insistentemente verso l'alto, verso di lui.

Era troppo, troppo, voleva tutto, fino alla fine.

Schiacciò il naso contro una sua guancia, gioiendo per la sensazione di infinite e minuscole punture contro la faccia. Si sarebbe dimenticata persino di chi era se non si fosse aggrappata alla realt- Se non si-

Il suo intero basso ventre divenne un'unica morsa stretta, pulsante e viva, smaniosa di sentire il prossimo affondo.

Ogni forza perduta, sbatté con la nuca a terra, le braccia prive di volontà. Alitò a bocca aperta contro la propria mano, la testa voltata di lato.

I suoi fianchi non avevano mai smesso di muoversi e prendere. Prendevano e catturavano, impossessandosi di tutto il piacere che poteva dare anche il più piccolo sfregamento, simile a una lingua di fuoco da cui voleva farsi bruciare.

Si tenne al pavimento, al nulla.

Ora.

Un battito di muscoli e la morsa restò lì, crebbe.

Ora, ora.

La pulsione continuò a esistere, a stringersi oltre l'impossibile.

Ora! pregò.

Ritrovò forza e voce. «Ahhhn-!» Gli afferrò il collo, travolta. Emise un ininterrotto e cadenzato mugolio, incapace di trattenersi, libera e preda allo stesso tempo. Voleva incatenarsi a quell'istante, proprio a quel momento, per l'eternità intera. Nonono, a quel momento, ora che Mamoru si era perso anche lui, intensamente quanto lei. Il lamento basso e roco di lui si interruppe a pochi centimenti dalla sua faccia, ma Usagi lo fece continuare nella propria bocca, assieme al suo.

Smisero di muoversi piano, senza fretta.

Assieme al torpore che mancava della giusta stanchezza, arrivò la coscienza. Si ricordò di tremare. Fece scivolare la mano su una spalla di lui, chiedendogli di esserci. La trovarono occhi blu scuro, frastornati ma più sicuri dei suoi. Accennarono un sorriso timido. «Ciao.»

Lei tornò in un pieno equilibrio di felicità e certezza. «Ciao.» Lo abbracciò, nascondendo il viso nella sua spalla. «Ciao» sussurrò di nuovo, in un soffio.

Mamoru le mise un braccio sotto la testa. «Il saluto doveva venire prima.» Si lasciò scuotere da una lieve risata.

Usagi non gli rispose, restò rintanata dov'era. L'attraversavano ancora languidi brividi, ma era nato tutto da qualcosa che non comprendeva e... non le piaceva più.

«Allora...» rimuginò lui. «Sta succedendo di nuovo, vero?»

Succedendo. Sì, non era affatto finita. «Che cos'è?»

Mamoru spostò la testa e la guardò. «Non lo so. Io ho iniziato a sentirmi...» esitò «così, da questo pomeriggio.»

Usagi trasalì. «Io dalla mattina.» Dipendeva da lei?

Mamoru giunse alla stessa conclusione. Iniziò a scostarsi, sollevandosi. «Credo...» Si mise in ginocchio e le riabbassò la gonna. «Credo che possiamo pensare agli indizi più tardi.»

Dopo? Usagi si tirò su. «Non... non ti dà fastidio?»

Lui si fece attento. «Che cosa?»

«Sapere che non lo stiamo controllando?»

L'osservazione lo sorprese. «Non eri tu quella che diceva che non c'era da preoccuparsi?» Tornò in piedi, riallacciando i pantaloni. «L'unico effetto collaterale sarà un po' di stanchezza.»

Era sola nel suo disagio.

«Cosa c'è?»

«Io...» Scosse la testa. «Hmm... vado a farmi una doccia rapida.» Aveva bisogno di qualche minuto per far pace completa con ciò che sarebbe avvenuto.

«Una doccia? Adesso?»

«Sì, ecco...» Spalancò gli occhi. «Non ne faccio una da quasi tre giorni!»

A lui scappò un sorriso incredulo. «Non importa.»

Usagi sentì le guance calde. «Importa a me.» Voleva essere pulita per la varietà di esperienze che avrebbero condiviso. Indietreggiò verso il salotto. «Ci metto poco, faccio subito.»

Mamoru fu sul punto di replicare - o suggerire qualcosa - ma lei lo fermò in tempo. «Non seguirmi.» Non era ancora salda nel camminare, figurarsi se era pronta a ripetere una cosa sotto la doccia come quella dell'altra volta. Indugiò nel ricordo per un secondo fatale. «Forse dopo.» Arrossì di colpo.

Sparì in corridoio prima di fare pazzie.

 

Mamoru roteò il manico della finestra, tirandola verso di sé e aprendola sulla parte alta. L'estate stava per finire e in giro si percepiva ancora una brezza calda, ideale da far entrare in casa.

Si voltò a guardare la porta della camera, pensieroso.

Usagi non la stava prendendo come l'altra volta. La metteva a disagio non potersi controllare.

E pensare che lui aveva passato le ultime ore a immaginare un entusiasmo simile a quello dello scorso luglio, ripetendosi da solo che non c'era alcuna ragione di chiedersi cosa gli fosse preso. In fondo, i risultati li conosceva. I risultati li voleva, tutti, dal primo all'ultimo. Ma se lei-

«Ecco.» Usagi entrò nella stanza. «Ho fatto.» Teneva l'accappatoio chiuso, con le braccia incrociate.

Lui sapeva che sotto la stoffa di spugna pesante c'era solo il corpo leggero e nudo di lei, reso fresco dalla doccia. Ne aveva sentito le forme sotto le mani, ne conosceva la morbidezza. Sapeva che bastavano due o tre tocchi di pollice per ritrovarsi a giocare con seni turgidi, che in verità gli era sufficiente avvicinarsi con quelle intenzioni per eccitarla. Sempre. Adesso poi lei sarebbe stata già umida e pronta a-

Serrò le palpebre e appoggiò i gomiti sul davanzale. Doveva darsi un contegno. «Perché non poterti controllare ti preoccupa tanto?» 

Lei si morse un labbro, turbata. «Non è che mi preoccupa...» Giocò con l'orlo dell'accappatoio bianco. «So che noi due faremo solo...» Accarezzò la spugna ed emise un lievissimo sospiro, insinuando le dita tra i lembi. Iniziò a separarli, solo per bloccarsi di colpo. «Vedi, non riesco neppure a parlare!»

Come la capiva. «Dillo in due parole.»

Frustrata e triste, lei aggrottò le sopracciglia. «È come se... non ci amassimo.»

Cosa? Quasi perse l'eccitazione.

Usagi scosse veloce la testa. «Non lo facciamo perché ci amiamo, ma perché...» Non trovò le parole. «Non si sa perché! E invece tutte le altre volte è bello perché voglio starti vicina e tu pure, non è solo una cosa... fisica.»

Mamoru fece scorrere la lingua contro i denti, riflettendo. «Non lo è neanche adesso. Sarebbe solamente fisico se non ci importasse con chi stiamo e...» L'ipotesi lo disturbò talmente tanto che bloccò il pensiero sul nascere. «Invece non è così. Io riesco a lasciarmi andare solo perché sei tu. È te che voglio.»

Lei si intenerì, rilassandosi. «Anche io.»

Mamoru avanzò fino a raggiungerla. «Allora...» Le prese la testa tra le mani. «Siamo sempre noi. Noi perché è solo noi che vogliamo. Più del normale, ma... solo noi.»

Usagi si sollevò e lo travolse con un bacio, un braccio attorno al suo collo. Lui infilò una mano aperta nell'accappatoio di lei e... tremò. Rabbrividì mentre si riempiva le dita di un suo seno, mentre le accarezzava tutto lo stomaco caldo e trepidante. L'attirò contro di sé per sentire ogni curva e rientranza del suo ventre. Sulla schiena, sul sedere, la percepì con le mani. Usagi si divincolò tra le sue braccia, tirandole indietro per togliergli la camicia.

Già.

Anche l'accappatoio di lei cadde a terra. Se la ritrovò, rosea e morbidamente bionda, di nuovo addosso. Ondeggiò contro il suo corpo mentre se la caricava sul bacino. Usagi si dimenò delicatamente, spingendosi contro di lui.

Mamoru si spostò di lato, sbattendo un ginocchio contro il letto. Vi si lasciò ricadere, sobbalzando assieme a lei. Usagi sorrise contro la sua bocca e si allungò su di lui, strofinando contro il suo corpo persino la punta dei piedi. Mamoru le tolse le mani dai fianchi solo per spogliarsi del tessuto elastico che gli fasciava le anche; provò il momentaneo impulso di fermarsi a metà coscia quando sentì Usagi che si riadagiava su di lui. Le sfuggì un gemito e lui mosse rapidamente le gambe, liberandosi di tutto. La spinse di lato, facendola scivolare verso l'alto sul materasso.

La sorpresa di lei si fece rapido desiderio, ma per il motivo sbagliato. Mamoru posò una mano sul suo collo; da lì, fece scorrere le dita in direzione del suo ventre, piano.

Lei chiuse gli occhi in un sospiro felice, inarcandosi verso il suo tocco. «Stai provando a frenare un po'?»

Poteva essere.

«Ma io ti amo.»

Mamoru si permise un sorriso. «Anche io.» Con l'indice, disegnò un piccolo cerchio sopra l'ombelico di lei. «E quindi?»

«Quindi sono d'accordo. Che siamo solo noi.» Lei gli accarezzò il polso con decisione, afferrandolo. «Non devi frenarti.»

«Non mi sto frenando.» Non veramente, almeno. Posò le labbra dov'era arrivato con le dita, sul lembo di pelle a qualche centimetro dal biondo; leccò a bocca aperta.

«Oh...» inspirò Usagi. Ansimò. «Hm, forse... Girati.»

Il suggerimento arrivò dritto al cuore del suo basso ventre. Respirò in abbondanza. «No.» Più che mai, questa volta non stava cercando di controllarsi per il gusto di farlo, ma come esperimento vero e proprio. Voleva verificare la forza di un impulso che non aveva ancora provato a contrastare.

«Ma io voglio fare qualcosa» si lamentò lei.

«Rimani sdraiata.» Scese con le dita. E fu naturalmente impaziente, perché invece di stuzzicare e massaggiare, affondò subito.

Usagi sollevò il bacino in un ansito lungo, divaricando le gambe.

Lui la afferrò per la vita, voltandola nella sua direzione e liberando il dito che aveva trovato rifugio in lei: lo aveva sentito come un'altra parte di sé, quella che ora protestava vivacemente.

Non era possibile che fosse incapace di trattenersi: non lo aveva pensato neanche nei momenti di perdizione più assoluti. Aveva fatto sempre e solo ciò che si era concesso, no?

Cercò di dimostrarselo. Abbassò la testa e posò le labbra umide sul bagnato di lei, indugiando.

Usagi artigliò il dorso della sua mano, gli occhi serrati, sofferenti. Parlò in mugolio di piacere. «Devo... devo fare qualcosa.»

Sì, sentiva di doverlo fare anche lui, ma... «Proviamo a controllarlo.»

«Così

Torturare lei era meglio che torturare se stesso. Tornò sulla sua carne e, piano, leccò verso l'alto, dall'inizio fino alla deliziosa fine.

Usagi sussultò con violenza. «No, vieni qui.» Sfiorò la sua fronte con la mano, muovendo le dita convulsamente.

«Sto facendo una prova.» Lui trovò il punto giusto e lambì tutto attorno con colpi agili, leggeri.

Lei abbandonò la testa all'indietro, facendo sbattere i denti. «Quale prova?!» Per metà gemito, la sua non fu una rabbia molto credibile.

«Voglio controllarmi.» Mamoru si limitò a un nuovo e delicato bacio, ma Usagi ne fu trafitta.

«Prima dicevi che-» Lei cercò di bloccargli la testa tra le gambe, ma lui tenne le sue cosce separate, continuando a baciare. «Controllare era inutile e ora-» Usagi emise un lunghissimo sospiro, tremulo. «Ora serve?!» Strinse i denti e iniziò a ondeggiare coi fianchi, involontariamente.

Mamoru staccò le labbra per un solo attimo. «Ti piace.» Come sempre.

Lei infilò le dita tra i suoi capelli, massaggiandogli disordinatamente la nuca. «Sto impazzendo, Mamo-chan.»

La protesta languida lo infiammò a tal punto che, per non alzarsi e accogliere l'offerta, fu costretto a raddoppiare gli sforzi - se sforzo si poteva chiamare dar fuoco a carni soffici che gli facevano conoscere grandi e infinite soddisfazioni.

Usagi sobbalzò sul posto, emettendo un misto indecifrabile di suoni prima di qualche parola a malapena comprensibile. «Non- Hmm- Non ce la...» Sussultò di nuovo. Singhiozzò.

Mamoru allontanò la bocca da lei. «Cosa c'è?»

«Fa quasi male» gli rispose Usagi in un brivido. «Non riesco così.»

Non-? Si sentì in colpa. «Faccio piano.» Non aveva mai sbagliato in quel modo, aveva creduto che-

«No, forte, ma devi essere tu.» A dimostrazione, Usagi scivolò verso il basso, circondandogli il torso con le gambe. «Tu per favore. Vieni qui.»

L'impulso prepotente di spingersi in avanti e prendere fu violento, inaspettato. Mamoru strinse le lenzuola tra i pugni. «Aspetta.» Lo disse anche a se stesso.

Controllo, controllo.

Non ne ebbe a sufficienza da spingerla dove si era trovata; le piegò invece le gambe all'indietro, verso il torso. Riabbassando la bocca aperta, affondò.

Usagi divenne un blocco unico di membra che si sciolse istantaneamente. «Oh!» Al grido successivo, spezzò un'altra vocale.

Mamoru trovò un sollievo minimo negli assaggi profondi e continui; dovette lottare strenuamente col suo stesso corpo per non sollevarsi e sostituirsi di forza alla propria lingua. Lo sforzo iniziò a generare in lui tremori violenti, ma la sua volontà di trattenersi aumentò di pari passo.

I sussulti bollenti contro le sue labbra acquisirono un ritmo inconfondibile, divennero improvvise convulsioni tenaci che coinvolsero ogni fibra del corpo di lei. Si espansero facendosi gemiti pulsanti di agognata follia, mani che gli tirarono i capelli, polpacci che gli strinsero le spalle in un abbraccio.

La gratificazione per l'esperimento riuscito fu sepolta dalla soddisfazione per i suoni che penetrarono nelle sue orecchie, mai tanto vicini al completo delirio.

Scattò verso l'alto senza nemmeno deciderlo, scivolandole sopra, scivolandole dentro. Il piacere fu insopportabile, una ferita d'intensità.

Sotto di lui la voce di Usagi divenne un'ansimante e bassa cantilena di una sola parola, concatenata a se stessa. . La intonò persino il pulsare del ventre di lei.

Lui prese forza dalle gambe piegate e premette ancora più in fondo, schiacciandola. . Inarcò la schiena, aprì la bocca alla ricerca d'aria, si ritrasse e rientrò. Sì. Divenne un'unica massa di nervi, nato solo per farsi bruciare da lei.

A nessuno dei due rimase più la forza per produrre suono. Nel silenzio che gridava, ogni energia fu spesa solo per spingere, ricevere, affondare, intrappolare. Allargare le gambe, incastrarsi tra loro, aprirsi, riempire. Sussultare, vibrare, dimenarsi, unirsi. E trovarsi, ricongiungersi nella maniera più perfetta.

Come una cosa sola, si tesero in un'unica curva di piacere.

Mamoru iniziò a infliggere colpi secchi coi fianchi, abbracciandola e perdendo il controllo della voce. Usagi sovrastò tutto quello che gli venne strappato dalla gola con un lunghissimo e sommesso grido di godimento, accompagnando con picchi più alti ciascuna delle loro ultime unioni.

Ricaddero sul materasso.

«Ooh.» Lei gli afferrò la faccia tra mani tremanti, rubandogli un bacio. «Oh, Mamo-chan...» Premette le gambe contro i suoi fianchi. «Oh.»

A lui sarebbe piaciuto rispondere, ma il suo cervello elaborò solo... Oh. O meglio, Oh sì.

Usagi strofinò una guancia contro la sua, abbracciandolo. Non parlò più, ma respirò felice. Forse stava soffocando lentamente con lui che le pesava sopra, ma per farlo spostare avrebbe prima dovuto chiedere aiuto. Perdonami.

Una risatina lo raggiunse all'orecchio.

Lui sorrise a occhi chiusi. «Come fai a...?»

Lei lo baciò su una guancia. «Non mi lamenterò più. Stupida, che stupida.» Liberò un'altra piccola risata. Iniziò a massaggiargli la schiena.

La carezza lo risvegliò dall'improvviso sonno mentale. «Non...?» Forse non era ancora del tutto sveglio.

«Non c'è stranezza in questo.» Usagi sfiorò il suo orecchio con le labbra. «Avevi ragione, siamo solo noi.» Abbandonò la testa all'indietro, appagata.

Solo loro? Be'... sì. Nella pazzia dei comportamenti e delle reazioni, sembravano veramente solo... loro. La sensazione era indefinita, ma profondamente reale.

Mamoru trovò la forza per girare la testa. Toccò la fronte di lei con le labbra. «Già.» Già cosa?

... Un po' tutto.

Aprì gli occhi e trovò l'espressione pacifica di Usagi, simile al sonno innocente di una felicissima bambina. Con una mano, le sollevò i capelli umidi e fini dalla fronte.

Gli occhi di lei erano aperti, vigili. «Non abbiamo finito.»

Lui si appoggiò sui gomiti, con un'energia tornata troppo in fretta. «No.»

Il sorriso di lei fu malizioso. «Più tranquilli dopo, va bene?» Usagi si morse un labbro. «Una seconda volta come questa mi farebbe svenire.»

Lui annuì, senza riuscire a nascondere una seconda reazione.

Usagi si sciolse in una risata, appoggiandogli le mani contro il petto. «Diventi una palla se ti gonfi di più. E poi tu sei quasi svenuto già adesso.»

«Riposavo dopo una grande fatica.»

Lei gli scostò i capelli dalla fronte. «Dopo faticherò io per entrambi, promesso.» Si inarcò verso l'alto, appena, e Mamoru capì che voleva spostarsi. Si scostò da lei, sdraiandosi di lato.

Usagi lo imitò nella posizione, posando la testa nell'incavo del gomito piegato. «Parliamo.»

Il suggerimento lo divertì. «Parliamo.»

«Oggi mi comportavo da pazza, come l'altra volta. Minako mi ha detto che ero intrattabile, ma anche che non mi aveva mai sentito tirare fuori battute tanto divertenti. Ami e Makoto si tenevano a debita distanza.» Ridacchiò. «E tu?»

Lui scosse la testa. «Ero da solo in quell'ufficio che mi hanno assegnato da poco.» Ricordò il pomeriggio appena passato. «Per fortuna. Non sarei stato a mio... agio, tra gli altri.»

Usagi colse al volo la situazione. «Povero Mamo-chan.»

«Sì, povero.» Ma aveva saputo che a casa avrebbe trovato la sa ricompensa.

«Ah!»

«Cosa c'è?»

«Mi ero dimenticata!» L'entusiasmo di lei si riempì d'orgoglio. «Ricordi cosa stavo provando a fare da un po', vero?»

«Dove?»

Lei lo picchiò su un braccio. «La spilla!»

Ah, sì. «Hai fatto dei progressi?»

Usagi annuì rapida. «Ti direi di chiudere gli occhi ma la sorpresa sta nel tenerli aperti.» Aprì un palmo tra loro. «Guarda bene.»

Mamoru concentrò lo sguardo sulle sue mani. Possibile che-?

La spilla Sailor si materializzò sotto i suoi occhi.

Scattò a sedere. «Ce l'hai fatta!»

Usagi balzò in ginocchio. «Ce l'ho fatta! Era tutta la settimana che sentivo di essere a tanto così dal farcela, perciò ieri sera mi ci sono messa d'impegno e... puf!» Rise. «Ora il mio potere è sempre con me!»

Lei lo aveva desiderato per talmente tanto tempo... Mamoru condivise la sua felicità e l'abbracciò. «Sei stata bravissima.»

Usagi strofinò la faccia contro la sua spalla. «Grazie.»

Lui udì un lievissimo clic e si ritrovò a osservare il cuore di potere aperto.

Usagi ne disegnò i contorni con le dita, dolcemente. «Sai come ci sono riuscita?»

«Come?»

«Era il mio cuore.» Se lo portò al petto, premendolo tra i seni. «Il cuore del mio potere, il cuore di me stessa.» Gli sorrise, pacifica e matura come la regina che un giorno sarebbe diventata. «Ho richiamato e dato forma al mio amore. Per la vita, per tutti coloro a cui voglio bene. Per te che rendi ancora più magnifico tutto quello che mi circonda...» Lo contemplò, abbandonando difese e riserve che già non aveva, quasi che le creasse solo per permettergli di vederle cadere. Gli prese una mano e vi posò la spilla. «Tu sei amore per me, Mamo-chan. Tieni il mio cuore.»

Lui lo accolse tra le mani, lo cullò tra i palmi. «Credo che queste» toccò le ali ai lati, «ti aiutino a volare.»

Lei navigò in un mare di tenerezza. «Tu le tocchi e io volo.»

«Allora non lo faccio. Devi restare a terra con me.»

Usagi si accoccolò contro di lui, su un fianco, cingendogli la schiena con un braccio. «Secondo me, insieme, voliamo in terra. È possibile, no?»

Lui le rese la spilla, indugiando nello sfiorare l'oro del coperchio. «No, è certo.»

Lei la chiuse nel palmo e, con una pausa, la fece svanire nel nulla. Sollevò la testa per guardarlo, la nuca contro la sua spalla. «Usagi ama il suo Mamo-chan.» Ridacchiò, preda di una piccola e preziosa gioia. «Sai che l'ho scritto in tanti quaderni?»

Una cosa così... da Usagi.

«Poi non ho mai il coraggio di cancellarlo, perciò ti ho dedicato una pagina in quasi ogni quaderno, altrimenti imbratto i compiti.»

Il pensiero gli causò un sorriso.

«Cosa ridi, è un problema. Mi vieni in mente quasi sempre quando mi distraggo e di questo passo finirò a scrivere la stessa cosa anche su qualche documento ufficiale tra un centinaio di anni.»

Mamoru lasciò scoppiare la risata.

Lei gli balzò addosso, atterrandolo sulla schiena. «Non ridere!»

Il rimprovero divertito gli fece serrare la bocca, ma non fermò i sussulti. Sopra di lui, Usagi era ancora più allegra. Lo picchiò sulla fronte con lo schiocco di un dito. «Così impari.»

Mamoru tornò giocosamente serio. «Imparato.»

Lei rimase in silenzio. Poi si sistemò meglio contro di lui, sedendosi nel punto giusto del suo bassoventre con un sospiro flebile. Sorrise e gli accarezzò il petto. «Usagi ama il suo Mamo-chan.»

Lui le trovò il collo con la mano. «E Mamoru Chiba ama una certa Usako Tsukino. Anche in momenti come questi, non lo dimentica mai.»

Lei brillò di passione felice. «È per questo che faremo l'amore.» Gli accarezzò il polso che la teneva, premendosi deliziosamente contro di lui. «Di nuovo.»

Mamoru si tirò su con uno scatto. «Mi piace cominciare così.» Trovò l'unione di un bacio.

In quel momento, all'inizio.

E, diverso tempo dopo, anche alla fine.

 

FINE

 

 


 

NdA - Alloora... lo sapevo io che dovevo aspettare il momento giusto per scrivere sta cosa :D La prima scena (d'amore intendo) era pronta da tempo, l'altra non mi veniva... ovvero, l'idea c'era, ma non riuscivo a buttarla giù in modo decente, quindi senza sentire di cadere nel meccanico.

Ora penso di avercela fatta, sono soddisfatta. Mi piace soprattutto la parte finale.

L'esperimento qui è stato descrivere un certo particolare atto di cui finora non avevo mai parlato (blush) :D E descriverlo dal punto di vista di un uomo, anche se c'è tanto Usagi lì dentro, a livello di sensazioni. Niente da fare, ho ancora bisogno di esercizio :D 

Comunque, vi regalo lo sforzo :)


Risposte alle recensioni

chichilina - so che Usagi e Mamoru sono i tuoi preferiti. Spero che ti sia rimasta della saliva dopo questo episodio, è indispensabile nella vita e non vorrei averti stroncata :D Hai ragionissima, figurati se Rei e Yuichiro si annoieranno da quel punto di vista. Ne inventeranno sempre di nuove :D Nella stesura di questo capitolo sono stata coraggiosa, non ho chiuso gli occhi :) È stato lucidissimo :D

Giuly23 - Oh, sono contenta che ti piaccia la coppia :) A me Rei e Yuichiro piacciono tantissimo insieme e per me è sempre un piacere scrivere su di loro (ehmm... senza doppi sensi :D:D:D:D:D) Rispondendo alla domanda, al momento non so con precisione, però parlerò sicuramente ancora di loro due e mi intriga poter descrivere le difficoltà di questi incontri col nonno di Rei in casa. Il vecchio Hino sta per tornare in 'Verso l'alba' perciò sarà difficile non menzionare la questione. Sì, già mi piace :D

Oh, grazie per i complimenti (blush=rossore). I miei non sono chissà che livelli, ma trasmettere è lo scopo di chiunque scriva, quindi il tuo è uno dei migliori complimenti possibili.

pingui79 - alè, anche questo capitolo probabilmente lo leggerai di mattina. Spero che allieti l'inizio settimana :D Oh, sì, fai bene a non preoccuparti per Yuichiro: vedi, sono già entrata nella testa di Rei e lei è una di quelle curiose, una ragazza che si documenta un po' su tutto, soprattutto su ciò che le piace. Per quanto riguarda Yuichiro in sé, è pieno di entusiasmo e quando non gli arriveranno suggerimenti, se li inventerà :D

bunny1987 - ecco Usagi e Mamoru, per la tua gioia e attesa. L'ora scoccò anche per questi due e ho scelto di far vedere apposta uno di quelle famose volte di cui poi parlano anche in Verso l'alba (e che avevo sommariamente descritto in Interludio 3).

Morea - che giornataccia fu la tua -_-. Spero che domani sia una giornata più bella e che questo capitolo ti faccia un effetto identico nonostante tutto :D

Grazie a te per la recensione. Quando so di avere questo effetto nella vita quotidiana di qualcun altro, mi illumino come Usagi.

Nicoranus83 - :) Forse devo augurarmi di aspettare di nuovo per la recensione, se ti ci vuole più tempo per elaborare a seconda di quanto ti ha colpito il testo :D:D Sai, credo che questo capitolo sia da beccare in faccia, potrebbe essere una sorta di caffè istantaneo. Spero non afrodisiaco, perché altrimenti in effetti è meglio starsene a casa e non da sole :D:D

A riguardo della pillola... il mio maledetto realismo ucciderà la povera Rei. La pillola è stata introdotta in Giappone solo nel 1999 e ancora adesso è utilizzata solo da una percentuale bassissima delle donne giapponesi. Sono andata a cercare queste informazioni per avere un'idea su quanto potesse essere comune o facile nel paese asiatico per una ragazza ricorrere a questi metodi contraccettivi. Ho scoperto quindi che non lo è affatto e addirittura al tempo dei nostri (cioè, di 'Verso l'alba') era proprio illegale. Rei dovrà soffrire purtroppo (ad avercele tutte queste sofferenze :D:D:D:D:D:D:D)

maryusa - Yu lo adoro anche io. Il misto di imbranataggine e istinto che è lui (secondo la mia visione) mi piace molto. Non escludo di descrivere altre scene tra lui e Rei (qui in questa raccolta intendo), mentre per ora c'è Usagi/Mamoru. E mi sa che la tua reazione sarà amplificata, ma dimmi pure se mi sbaglio ;)

ggsi -

'Voulez vous coucher avec moi? Ce soir?' dice Rei, ancheggiando e ballando.

'Je ne le sais pas. Ce soir?' risponde Yuichiro, allontanandosi ('Non lo so. Stasera?' Dal francese :D)

'Voulez vous, vou-lez avec moi, ce soir?' prosegue Rei, danzando minacciosa.

Yuichiro fa per prendere la porta, ma Rei gli balza addosso e lo atterra.

Da quel punto in poi, è tutto un coucher e basta coi 'voulez vous?' perché lì nessuno chiede più.

Fine della tormentata vicenda Rei-Yuichiro.

:D:D:D:D:D:D:D:D:D

Perdona la stupidaggine, mi è proprio venuta :D:D:D

Rei apprezza maggiormente il paragone con Eros che con Siffredi :D Ma certo che continuano a darci dentro (siamo pure hentai! :D) dopo gli eventi del capitolo precedente. Se facessi vedere i giorni seguenti mi sa che potrei vendere la sceneggiatura per i film del signor Siffredi ed è meglio di no :D

Muahahahahah! Hai ragione! Giustamente Yuichiro doveva imparare qualcosa dal pervertito del nonnino. Sesso!, povero ragazzo, non aveva applicato la lezione fondamentale!

Da un po' di tempo ho in mente di scrivere una scena di 'Ovviamente... impossibile?' che riguardi questa storia del sogno probito di Rei :) Naturalmente ce ne vorrà di tempo per arrivare fino a lì, ma alla fine era come diceva lei (anche in 'L'indole del fuoco'): lei era una ragazza a cui iniziavano ad andare in subbuglio gli ormoni e avere sempre intorno un certo qualcuno che avrebbe fatto di tutto per condividere un po' di quegli ormoni con lei era... beh, ormonale :D

Sigh, voglio scrivere quella scena.

Tornando a noi, uso spesso i trattini per i termini più audaci, è vero. Non è tanto un metodo per nasconderli (ma anche :) ) quanto perché è proprio in istanti come quelli che il cervello si sottomette alle sensazioni. Quindi cerco di rendere questo effetto, ma è tutta una questione di stile. Conosco altri stili che rendono ottimamente le scene erotiche, ma ognuno ha il suo.

Ohh, spero che tu senta prevalere il sentimento anche in questo capitolo Usagi/Mamoru. Perché qui di fisico c'è taaanto :D

lucy6 - *_* una nuova lettrice! Grazie per aver commentato, sono sempre felicissima quando sento qualcuno di nuovo.

La passionalità di Rei aiuta sempre un mondo in scene come queste, a lei posso far fare di tutto, è molto divertente. Certo poi ci sono gli stratagemmi per far fare di tutto ad altre coppie, tipo quello che ho usato in questo capitolo :) Come si sarà inteso, non è che fossero prime esperienze né per Usagi né per Mamoru. I due si conoscevano in maniera più che biblica da due anni oramai :D

Io adoro chi adora Yuichiro :D Perciò, un kiss di rimando e spero che l'aggiornamento ti sia piaciuto.

Alla prossima a tutti!

ellephedre

   
 
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