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Autore: Piccolo Fiore del Deserto    14/06/2010    2 recensioni
Si tratta di una serie di Drabble atte a formare un'unica One-Shot, sull'argomento amore. Viene descritta una storia d'amore suddivisa secondo le 26 lettere dell'alfabeto. [Partecipante alla Alphabet!Challenge di PucchykoGirl]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alfabeto D’amore





Amore. Un sentimento a lungo cercato, ma mai veramente raggiunto. Più e più volte ci aveva provato, ritrovandosi molto più spesso a soffrire che a gioire. Tradita, ingannata, offesa, umiliata. Aveva dato tutto il suo cuore e in cambio l’avevano trafitto, sbriciolandolo tra le dita, come semplice argilla. Aveva sofferto così tanto, fino a quando nella sua vita non era entrato lui, Tobias, un uomo alto e moro, dagli occhi di un limpido azzurro cielo, una leggera barba, e una simpatia più unica che rara da trovare. A lungo aveva cercato l’amore e con lui era riuscita finalmente a trovarlo.



Baci soffusi, baci delicati, baci che divengono appassionati. Baci a lungo cercati, baci impossibili da dimenticare, baci che emanavano una miriade di emozioni. Baci casti, baci languidi, baci avidi, baci sensuali. Dal giorno esatto in cui si erano scambiati il loro primo bacio sul ponte che divideva la città della luce da quella del buio, non smisero di scambiarsi simili e più ardenti effusioni. Baci sinceri, baci che sapevano di sogni, di amore e di speranze. Baci che stuzzicavano i sensi, e sfioravano le corde dell’anima, come una mano esperta sapeva sfiorare quelle di un’arpa, producendo i suoni più sublimi.



« Come riesci a farmi toccare il cielo con un dito solo con la tua presenza? » la voce di Lutienne apparve limpida e sincera, la voce di una donna completamente innamorata del suo uomo. Lo guardò negli occhi, sprofondando in quel tocco d’azzurro con il quale anche i propri occhi son pennellati. Scese a stringere le sue mani. I ricordi sembrarono riaffiorare nella mente, e si ritrovò a sorridere divertita al pensiero che un tempo il loro rapporto non era affatto così.  Quasi si odiavano in passato, molte volte si erano scontrati, ed ora l’amore li aveva uniti, indissolubilmente.



« Demonio! » Così lo aveva chiamato, quel giorno che lui le aveva porto la mano sinistra – quella del diavolo – per prendere un oggetto, ma lui cosa poteva farci se era mancino? Lei era notevolmente superstiziosa e di fronte a un tale gesto era andata in incandescenza, incapace di ragionare realmente prima di parlare. Il suo atteggiamento però turbò decisamente quello che al tempo era un caro amico, nonché futuro sposo di colei che riteneva una sorella, che la trattò male, riversandole parole che la ferirono incredibilmente. Passarono giorni senza parlarsi, fino a quando Tobias non decise di sistemare tutto.



Estelle non aveva mai detto alla sua più cara amica che il suo compagno, Tobias, fosse mancino. Lutienne era profondamente mortificata per la sua reazione eccessiva, ma quando lui osò scriverle una missiva di chiarimenti, lei si scusò in ogni modo, non volendo perdere un’amicizia tanto importante, soprattutto per la sua sorellina. Voleva vederla felice e non poteva permettersi di non parlare più con il suo futuro sposo, solo per una semplice superstizione. Estelle era fortunata ad avere Tobias e il frutto del loro amore concesse loro due splendidi bambini: un maschietto e una femminuccia. La loro felicità crebbe ulteriormente.



Fabrice e Lutienne si amavano. Lui era arrivato un semplice pomeriggio di primavera, mentre lei si trovava a passeggiare lungo la spiaggia. Sin dal primo momento la riempì di candide e romantiche parole, di complimenti, fino a conquistare pian piano il suo cuore. In un angolo di un labirinto tutto fu preparato per loro: petali di rose le indicavano la strada da seguire, la musica di violini incantò i loro cuori. Lei in abito bianco, lui in nero. Eleganti e imbarazzati, si scambiarono le loro promesse d’amore, e da una serata di fuoco, nacque il loro frutto: la dolce Rosalie.



Giorni di strani pensieri, alimentati da sogni si susseguirono. Le gravidanze delle due sorelle proseguivano all’unisono, ma il cuore di Lutienne si alimentò di dubbi. I nove mesi passarono e vennero alla luce tre adorabili pargoli, che dovevano aumentare se possibile la felicità delle coppie. Lutienne, tuttavia, si sentiva agitata. Sogni l’avevano portata sempre più vicina a un frutto proibito: Tobias, un uomo che non poteva proprio pensare di avere. Fabrice, pian piano nel suo cuore svanì e, dopo averlo lasciato nel medesimo luogo dell’inizio della loro storia, si ritrovò da sola, con l’unico suo vero amore: la sua Rosalie.



« Ho bisogno del tuo aiuto con i miei figli, Lutienne. Estelle è scomparsa e non ha lasciato neanche un messaggio. » disse Tobias, presentandosi con i due piccoli neonati tra le braccia, proprio alla porta della magione nella quale dimorava. Lei spalancò gli occhi a una simile frase. Dov’era finita la sorellina? Perché non aveva avvertito neanche lei? Dopo un attimo di perplessità e sgomento, infine, rispose « Farò tutto il possibile per aiutarti, amico mio. Lascia pure i tuoi figli qui con me, mi prenderò cura io di loro, fino a quando la loro madre non tornerà. »



I sogni sono desideri che presto possono diventare realtà. Una frase che spesso cantava nei momenti in cui riusciva ad avere qualche attimo di totale solitudine. Estelle non tornava e neanche dava alcun segno. A lungo tentarono di capire, dove fosse finita, ma senza un buon esito. Pian piano Lutienne e Tobias finirono per avvicinarsi sempre di più, fino a quando non fu ben tangibile il fatto che lei si fosse realmente innamorata di lui. E lui? Lui era stato lasciato solo da tutti, l’unica persona che gli restava sempre accanto era proprio lei: la bella sartina dai boccoli d’oro.



Jules, Giselle e Rosalie erano le gioie delle loro vite. In poco tempo i loro rispettivi genitori si erano uniti, fino a formare una vera e propria famiglia. Mancava solo un matrimonio a sancire perfettamente quel legame. I piccoli riflettevano le caratteristiche dei loro genitori: Jules era totalmente simile al padre, moro e dagli occhioni azzurri, medesimo colore che si rifletteva negli occhi delle sorelle. Rosalie era la perfetta copia di sua madre, così come Giselle lo era di Estelle, madre che non era mai tornata da loro, che ormai difficilmente potevano riconoscere, crescendo sotto le cure amorevoli di Lutienne.



« Kevin lo zoppo? Ma che nome assurdo vuoi mettere alla tua futura taverna? » disse Lutienne, guardando stranita e perplessa Tobias, sdraiati sul lettone a pensare al loro futuro. « Io proporrei ad esempio un “Taverna Splendente” » le s’illuminarono gli occhi a quel suo dire, come certa di aver proposto un nome magnifico. Tobias, invece, osservandosi intorno, disse: « Kevin lo Zoppo, ritrovo per lupi di mare e mercanti di pellicce provenienti dalla terre ad est ». E di fronte allo sguardo sempre più stranito e perplesso di Lutienne, aggiunse « con quante “p” si scrive zoppo? »



Le notti d’amore si susseguivano ai giorni di lavoro. Il loro amore cresceva facendosi più forte, ogni ora di più. Estelle non era tornata, così come Fabrice era scomparso; nessuno ormai poteva opporsi al loro amore, rimasto nascosto anche fin troppo a lungo. I loro piccoli crescevano, imparando a dire le prime paroline e a muovere i primi passi. Lutienne aveva trovato in Tobias l’amore sognato fin da bambina, e voleva suggellare tutto in un rito di unione sacra. A lungo aveva sopportato le maldicenze sulla sua condizione da madre non sposata, e ora voleva porre fine a quelle chiacchiere.



Matrimonio. Il giorno infine giunse.
Tutti i preparativi furono svolti da due care amiche dei due sposini, le quali volevano fare un regalo immenso per la loro adorata Lutienne, aumentando, se possibile, la sua già immensa felicità. Il luogo dove si sarebbe celebrato il rito fu così decorato completamente di rosa, suo colore prediletto, musica deliziava gli animi, e fiori emanavano il loro intenso profumo. Vestita con uno splendido abito rosa e bianco, e accompagnata all’altare da suo fratello e da due delle sue più care amiche, finalmente Lutienne si trovò dinanzi al suo sposo, per suggellare il loro amore.



« Nessuno potrà mai separarci, noi due siamo una cosa sola. Una sola anima. Un sol corpo. Un solo unico e immenso amore. » disse Lutienne, manifestando dinanzi alla folla di invitati tutto il suo romanticismo e il suo amore immenso per quell’uomo al quale si stava concedendo come sposa. Il rito fu breve ma intenso. Gli invitati erano commossi e felici di vedere finalmente un sorriso perfetto sul volto di Lutienne. Una volta marito e moglie, conclusero il rito con un passionale bacio, capace di esprimere da solo una miriade di parole ed emozioni, difficili da descrivere, ma sentite.



« Oh Lutienne così dopo il buffet partirete subito? » fu una domanda che le chiesero in molti. Alcune delle sue più care amiche avevano le lacrime agli occhi al pensiero di non vederla più, per molto tempo. « Sì, ci abbiamo pensato molto e, anche se mi mancherà molto questo posto, e tutte voi, voglio iniziare una nuova vita altrove, con il mio uomo e la nostra famiglia. » replicò la sartina dai boccoli d’oro, con gli occhi umidi. Oh, sarebbe stato sicuramente difficile abbandonare quei luoghi, molto spesso ne avrebbe provato nostalgia, ma la decisione era ormai presa.



Partenza. Non volevano più rimanere in quel luogo che aveva dato loro esperienze negative e positive, che avrebbero comunque serbato sempre nel cuore, e che li aveva fatti incontrare. Ora che si erano uniti anche in matrimonio, sancendo così la loro unione, volevano iniziare una nuova vita, lontano da tutto e da tutti. Lasciarono la Francia diretti nel nuovo mondo, così sconosciuto agli occhi di Lutienne, che si ritrovò ad avere paura e curiosità insieme, ma al fianco del suo Tobias, e con i loro figli adorati, sarebbe andata fin in capo al mondo. Lui l’avrebbe protetta e amata sempre.



« Questa sarà la tua nuova unica boutique, dove potrai formare un’ottima corporazione di eccellenti artigiani, capaci di incantare tutta la popolazione del luogo, con le vostre splendide opere. » disse Tobias, non appena giunsero finalmente nella nuova patria. Erano partiti all’alba e dopo un mese intero di navigazione, finalmente la nave fu ormeggiata al porto americano. L’aveva condotta dinanzi a quell’edificio, con un nastro a coprirle gli occhi. Di fronte a tale visione Lutienne scoppiò a piangere, commossa. Avrebbe continuato il lavoro che più amava, creando la boutique più famosa del luogo! Tutto grazie a quell’uomo splendido che aveva sposato!



Rosalie, Giselle e Jules crescevano a vista d’occhio: la prima era ormai una bella bimbetta di due anni, dai lunghi capelli boccolosi, ancor più biondi della madre, e due immensi e limpidi occhi azzurri, con le sfumature del mare più profondo. Amava passare gran parte del suo tempo con la mamma, e la cosa che più la incantava erano le stoffe. Giselle, invece, era moretta, e prediligeva i gioielli luccicanti e preziosi; mentre il piccolo Jules, unico ometto di casa, amava di gran lunga compiere danni presso la taverna del padre, cui assomigliava peraltro ogni giorno un po’ di più.



Sfilata. L’aveva organizzata per mesi, in ogni minima parte. Era la prima volta che si esponeva così al pubblico americano, che nei primi tempi l’aveva tanto disprezzata per il suo accento ancora francese, che probabilmente non l’avrebbe mai abbandonata. Ora era arrivato il momento della sua rivincita. Una sera d’estate, nello spiazzo davanti alla sua boutique, ebbe così luogo: diversi modelli accompagnavano altre modelle, indossando tutti i suoi splendidi abiti dalle forme e colori più diversi, completi di gioielli e ogni genere di accessorio: fu un vero e proprio successo, tanto che il suo nome girò di bocca in bocca!



Tobias, il taverniere. Era così che in terra americana era ormai conosciuto il suo amato. Aveva, infatti, comprato una taverna malconcia, affianco alla sua boutique, e l’aveva notevolmente trasformata in un luogo di tutto rispetto. Certo, Lutienne avrebbe voluto accenderla di un tocco di rosa qui e lì, ma lui glielo impedì, dicendole che aveva già la sua boutique completamente rosa, e non poteva dettar ordini anche nel suo locale e nel suo lavoro. Lutienne si finse offesa, ma poi lo lasciò fare; non immaginando neanche delle attività illecite che si svolgevano, quando lei era troppo occupata per fargli visita!



Una famiglia che cresce.
Di fronte a tale felicità, mancava qualcosa per rafforzare ancor di più il loro legame: un figlio loro, un figlio che li univa realmente. La buona Dea ascoltò le preghiere dalla sua boccolosa figlia, e decise di accontentarla. Nel giro di pochi mesi Lutienne si ritrovò incinta e, passato il periodo necessario, diede alla luce il primo vero frutto del loro immenso e romantico amore: Jack, un maschietto pallido, dai grandi occhi color del cielo, come gli altri membri della famiglia, e capelli che sembravano essere di un biondo scuro, semplice riflesso dell’unione dei suoi genitori.



Veliero dalle bianche vele spiegate. Lo vide giungere al porto, dove spesso si recava per trovare un po’ di solitudine e tranquillità. Focalizzò la sua attenzione su quel colore puro e i ricordi risalivano a galla, senza che lei lo volesse realmente. Ripensò al suo viaggio, faticoso e lungo che l’aveva condotta fin lì, e alla sua patria natia che aveva abbandonato. Un senso di vuoto interiore la colpì con violenza. La nostalgia si fece sentire, e calde lacrime, impertinenti, iniziarono a scorrere sul viso. Il suo passato le mancava. Le mancavano diverse persone e quei luoghi tanto amati. Immensamente.



Walter. Sì, lui poteva essere il maggiordomo perfetto per gestire la magione e la boutique di Lutienne, aiutandola per ogni minima esigenza. Eccezion fatta per la sua pelle nera come il carbone, assomigliava molto per i modi, gli atteggiamenti e la voce un poco stridula, al caro Pancrazio, lasciato in terra francese: era alto e sottile, i suoi movimenti avevano un non so che di effeminato e aveva una particolare predilezione per gli uomini; come arrivava un maschio nei paraggi, subito i suoi occhi si accendevano di una strana luce. Era attento, efficiente, e preparava dei biscotti deliziosi. Assolutamente perfetto!



XX cromosoma femminile. Lutienne non poteva sapere, probabilmente, le lettere per stabilire se suo figlio era maschio o femmina, e non poteva neanche conoscerlo prima del tempo; ma dalla nuova unione tra lei e il suo amato Tobias, dopo pochi mesi, nacque la loro seconda figlia, altro adorabile frutto: Eve. I suoi occhi erano di un blu intenso, simili a quelli di Rose, la nonna strega di Lutienne, e i suoi capelli, ancora pochi ciuffi delicati sulla testolina pallida, erano completamente neri. Una futura streghetta? Chissà! Di certo era un nuovo amore che andava ad alimentare ulteriormente la loro felicità.



Yu.
Lutienne aveva sempre amato immensamente i gatti, ma prima di partire aveva dovuto lasciare la sua Lune a una cara amica e spesso ne sentiva la nostalgia. Un giorno, entrando in taverna, vide Tobias parlare con dei loschi individui, a cui diede anche dei soldi. Incuriosita ed impaurita, cercò di capirne qualcosa, ma lui rimase misterioso, facendola notevolmente arrabbiare.
Quella stessa sera, un dolce trillare di sonagli, interruppe il silenzio creatosi: una micina bianca, dagli immensi occhi azzurri, e un delizioso nastro rosa sul collo, le venne fatta in dono dal suo amore verso il quale era tanto adirata!



Zitta. Se ne stava nel silenzio più assoluto, osservando il suo amore addormentato. Gli sfiorò piano il viso, in una docile carezza, per poi soffermare le sue labbra su quelle di lui, in un dolce bacio. Si alzò, poi, osservando ciò che avevano creato. I suoi piccoli dormivano, come teneri angioletti, la sua micina era adagiata su una cesta di vimini, e tutto era così perfetto. Si avvicinò alla finestra, osservando i fiocchi di neve cadere, e per un attimo pensò al suo passato. La Francia le mancava ma lì aveva trovato l’amore e raggiunto quella felicità che tanto cercava.



L’amore vero genera la felicità



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Questa Oneshot è ispirata al [Fanfiction - multifandom] Alphabet!Challenge - 26 lettere per dire ti amo di §PucchykoGirl§

L'avevo, in realtà, visto già da un pò, ma soltanto stasera ho trovato l'ispirazione giusta per buttarla giù, e devo dire di esserne davvero soddisfatta.
Questa Challenge si basa sul scrivere delle Drabble di 100 parole precise, che devono iniziare con ogni lettera dell'alfabeto. E, infine, bisognava tentare di scrivere una frase di 26 lettere che racchiudesse in un semplice concetto tutta la storia scritta!
Una storia d'amore!

Ecco qui la mia. Spero che possa piacervi.
Ma prima di concludere, è meglio spiegare bene chi sono i protagonisti:
Lutienne e Tobias appartengono a me e al mio ragazzo. Sono i personaggi che avevamo in un gdr (anche se il nome reale della mia pg era Luthien, ma ho voluto cambiarlo, per non copiare troppo il Sacro Tolkien!). I loro figli anche ci appartengono. Una parte della storia è davvero successa nel gioco, dalla partenza in poi è solo frutto della nostra immaginazione.
Sono nostri e non si toccano!
I personaggi secondari che appaiono, sono di altre persone, ma alla fine non ho scritto quasi nulla, e ho modificato i nomi. Quindi non credo che se la possano prendere.

Ora credo che sia davvero tutto! Buona lettura :)


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StarsiIre Ciao! La storia è ripresa da delle giocate che ho fatto con il mio pg, in un gdr on line. Il mio pg è Lutienne, e Tobias è il pg del mio ragazzo, che mi ha permesso di usarlo. Quindi, si, si può dire che è molto immaginata da me, soprattutto dalla lettera P in poi (in quanto da quel giorno abbiamo lasciato entrambi il gioco in questione). Sono contenta che ti sia piaciuta, ma al momento non penso di aggiungere un seguito. E' come se fosse il riassunto della loro storia d'amore. Ma, quando avrò tempo e voglia, chissà! un bacio. E grazie ancora per i complimenti!


   
 
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