Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |      
Autore: Sarhita    14/06/2010    11 recensioni
Attenzione: se cercate una storia dolce e coccolosa GIRATE AL LARGO. Non fatevi ingannare dall'introduzione. Questa storia é tutt'altro che romantica... Di quel giorno ricordo ancora la strana sensazione di avere una mano calda e l’altra, con il cellulare in mano, nel perenne gesto di controllare l’ora e la casella dei messaggi, gelida, perché lasciata scoperta al freddo di Dicembre, invece che al caldo nella tasca del cappotto rosso, come la sinistra compagna. Le dita intorpidite scorrevano sui tasti per scrivere un messaggio. “Dove sei?” Un messaggio che non feci in tempo ad inviare perché me lo trovai davanti, Sasuke Uchiha. In tutto il suo splendore.
Genere: Dark, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ossession Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi sono tutti maggiorenni.


†0sSeSsi0NaTa†



Prologo

Il primo passo per la guarigione è ammettere che c’è qualcosa che non va. Ma io NON HO MAI avuto qualcosa che non andava.
Io non volevo. Io li amavo entrambi. Io non potevo lasciarli andare. Erano miei. MIEI.

Ma ora lo so, che forse miei non lo erano mai stati….

Conobbi il mio migliore amico, Naruto, in prima elementare. Non l’avevo mai visto. Beh, potrete dire, normale, mica potevi conoscere tutti.
Ma vedete, il paese in cui abitavamo, Konoha, era veramente un paese piccolo, e ancorato alle tradizioni. Le donne si conoscevano tutte, soprattutto se madri. Si scambiavano consigli e facevano conoscere i loro figli già da piccolissimi.
Quando andai all’asilo avevo già incontrato la metà dei bambini, e quindi quando ci fu un nuovo piccolo batuffolo biondo ad occupare un piccolo banchetto di fronte alla cattedra, proprio davanti al sensei Iruka, tutti i bambini furono entusiasti, dato che avevano un nuovo compagno di giochi.

La nostra amicizia iniziò col piede sbagliato. Il primo giorno che lo conobbi lo feci piangere.
Avevo soltanto sei anni, non potevo farmene una colpa, ma soffrii molto quel giorno, e quando mia madre mi venne a prendere, finito quel fatidico primo giorno, e mi trovò in lacrime, andò a lamentarsi dal maestro.

Ma la colpa era solo mia.
Di una mia stupida battuta cretina di una stupida ragazzina di sei anni, dai capelli innaturali e dagli occhi verdi troppo grandi per quel viso minuto.



-    Ino-chan guarda! Chi è quel bambino?
Una bimba con i capelli castani con le trecce e gli occhi da piccola Bambi cercava di attirare l’attenzione di un’altra bambina dai capelli corti e biondi, decorati da quattro mollettine rosa, e due occhi azzurro chiaro, indicando un bambino addormentato con la testa appoggiata sul banco.
-    Non lo so, ma mi sta antipatico!
-    Perché Ino-chan? – si intromise una bambina minuta e gracile, dalla pelle chiara e dagli occhi dello stesso colore della luna piena. Si avvicinò tributante movendo il dolce faccino facendo muovere una ciocca corvina dei suoi corti capelli, risultando graziosissima.
-    Perché è biondo! Prima ero l’unica bambina bionda! Spero solo che non abbia gli occhi azzurri!
-    Come sei cattiva, Ino! Vado a chiedergli come si chiama.

Mi avvicinai a quel tenero bambino addormentato, poggiando una manina sulla chioma bionda accarezzando quei fili di grano, cosi lisci e morbidi, naturali. Del tutto diversi dai miei capelli, corti e di un colore innaturale. Lo stesso colore dei petali di ciliegio. È da questo che deriva il mio nome, Sakura,
Si è mai vista una bambina dai capelli rosa? Odiavo i miei capelli.
Da sotto la chioma bionda uscii un mugolio, come se quello strano bimbo non volesse svegliarsi, ma che, anzi, si abbandonava alle mie coccole.
Così, per farlo svegliare gli mollai un leggero pugno in testa, facendogli alzare la testa di scatto.
I suoi occhi… altro che quelli di Ino… erano… un sogno.

-    Auch! Ehi! Mi hai fatto la bua! Chi sei tu? E perché mi hai picchiato?
La bimba dai grandi occhi verdi sorrise. – Io sono Sakura Haruno, bello vero? E io volevo solo svegliarti. Ma… Tu come ti chiami?
Anche il biondo sorrise, anche se con la piccola manina abbronzata, si teneva ancora la testolina arruffata.
-    Io sono Naruto.
-    E il cognome?
-    Non ce l’ho. Sono solo Naruto.
-    Non ce l’hai uno tou-san?
-    Un p-papà? No.
Anche le altre bambine si avvicinarono al piccolo Naruto.
-    Ehi, non è giusto hai gli occhi azzurri. Io ti odio.
-    Ino!
-    Scherzavo… hihi… però i tuoi occhi sono carinissimi, lo sai. Non sono azzurri, ma nemmeno blu…
-    G-grazie…
-    Io sono Ino Yamanaka. – la piccola bambina bionda avvicinò il suo viso a quello di Naruto. E tu sei  un bambino tenerissimo.
-    Io tono Ten Ten Aruhi e lei è la ficcola Hinata Hyuuga. – sorrise la bimba con le treccine, facendo notare lo spazio vuoto che segnava la mancanza dei due denti davanti, facendo ridere le altre bambine dato che per questo non parlava benissimo.
-    C-ciao Naruto-chan. – fece timidamente la piccola Hinata.
Il piccolo Naruto sorrise, incantando le bambine, che contente di aver trovato un nuovo amico sorrisero felici. – Naruto, cota tono quei coti buffi? – chiese la piccola Aruhi pizzicando le guanciotte del nuovo arrivato.
I celestiali occhi si scurirono un po’.
-    Ora smettetela l’ho visto prima io! – strillò Sakura cercando di allontanare le amichette curiose.


Il maestro Iruka ti presentò come il piccolo Naruto Uzumaki, ma tu avevi detto di non avere un cognome,
In effetti tu non sapevi chi fosse tuo padre all’epoca, quindi ti diedero il cognome di tua madre. L’unica cosa di lei che ti era rimasta. Perché non l’avevi mai vista in volto, se non in fotografia.
Ora che ci penso devo ringraziare molto la famiglia Uchiha per averci dato la possibilità di farci incontrare…

-    Ehi! Non fate male al mio fratellino!
-    Ma Sasuke, che dici?
-    Lui è il mio nuovo fratellino. È stato addortaco!
-    Adottato, volevi dire…- puntualizzò Ino.
-    Cosa vuol dire adottato?
-    Ma Sakura, non lo sai? Vuol dire che la mamma e il papà di Sasuke sono diventati gli stessi mamma e papà di Naru-chan.
-    Ma Naru-chan non ha mamma e papà e se non ce li ha non li potrà mai avere!
-    Ma Sakura!
-    Anzi Naruto è fortunato a non avere una mamma e papà perché può fare quello che gli va e può andare a dormire quando gli pare.
-    Sakura! Come ti sentiresti senza la tua mamma? Ecco guarda… l’hai fatto piangere. – disse Ino.


Non seppi rispondere e capii di aver sbagliato. Ma quel bambino si era accaparrato l’attenzione dal bambino più strano e carino che avessi mai conosciuto. Sasuke Uchiha parlava pochissimo. Ma cavoli se aveva tirato fuori la voce per allontanarci da Naruto perché gli stavamo facendo male. Ma quando l’ho visto piangere mi sono arrabbiata ancora di più, perché le candide piccole mani di Sasuke si posarono sulle sue minute spalle. Due occhi di onice mi guardarono con quella rabbia che hanno solo i bambini. Sincera senza finzioni che ferisce molto più di quella di un adulto. Ma fragile che non sa durare, di quelle piccole arrabbiature simili a piccoli dispetti, dove due minuti dopo con i due mignoli intrecciati si fa la pace.
Mi misi a piangere perché mi dispiaceva. Perché la mia giovane mente non aveva pensato quando parlava a ciò che diceva. Ma che aveva immaginato solo un secondo la vita senza quegli abbracci, le favole e le ninne nanne della mamma, la merendina al cioccolato preparata apposta per la scuola.
Mia madre quando mi vide in lacrime correre verso di lei, pregandola di non lasciarmi mai, si era spaventata e andò dal maestro Iruka per sapere se era successo qualcosa. Una volta rassicurata che andava tutto bene mi riportò a casa e tutto tornò come prima.
Naruto, quel bambino dai capelli color grano e quegli occhi che non erano azzurri e non erano blu, ma erano solo gli occhi di Naruto, era diventato il mio amichetto del cuore, e anche Sasuke, quel bambino che a differenza di me e Naruto sapeva già scrivere e contare benissimo fin dall’asilo, e che è sempre stato silenzioso e orgoglioso.
Tutti amici fino alle medie.
Ma tutto cambiò in terza media, quando il mio cuore, di punto in bianco, decise che voleva Sasuke.

Di quel giorno ricordo ancora la strana sensazione di avere una mano calda e l’altra, con il cellulare in mano, nel perenne gesto di controllare l’ora e la casella dei messaggi, gelida, perché lasciata scoperta al freddo di Dicembre, invece che al caldo nella tasca del cappotto rosso, come la sinistra compagna.
Le dita intorpidite scorrevano sui tasti per scrivere un messaggio. “Dove sei?” Un messaggio che non feci in tempo ad inviare perché me lo trovai davanti, Sasuke Uchiha. In tutto il suo splendore.
I capelli avevano preso una strana piega crescendo. Sembravano andare come il suo orgoglio. Sempre a sfidare una legge superiore. Quella della gravità. Naruto sosteneva che ricordassero vagamente il di dietro di un’anatra, e nonostante lo riempissi di pugni ogni volta che solo osava dirlo, quel paragone era veramente azzeccato.
I suoi occhi d’onice si erano induriti, da quando i suoi si erano separati e Fukaku, suo padre, aveva voluto portare con se Itachi, suo fratello più grande. Lui e Naruto ne risentirono molto. Vivevano tutti insieme e poi all’improvviso Fukaku era tornato a casa ubriaco e aveva picchiato Mikoto, e anche Naruto che l’aveva difesa, lasciandolo mezzo morto a terra. Quando Itachi e Sasuke tornarono ci fu un casino tremendo.
Due mesi dopo Fukaku obbligò Itachi a venire con lui e sparirono dalle loro vite.
La mancanza di Itachi influenzò molto il carattere di Sasuke e Naruto, facendo diventare freddo il primo, e donando quella falsità nei sorrisi tirati di Naruto.
Rimasi molto scioccata quando scoprii anche l’origine di quelle cicatrici che fin da quando era bambino occupavano le guance di Naruto.
Ma questo lo scoprii più tardi, alle superiori.
Tornando a quel giorno di Dicembre…

-    Sasuke, sei… sei arrivato.






Ok ok, che ci faccio qui quando dovrei finire Ispiration? Tranquilli questa l'avevo iniziata prima, ma non la trovavo ^^
Beh, che dire, spero che piaccia...
Dal prossimo capitolo il punto di vista sarà esterno.
Questo capitolo è un po' di corsa perchè è un prologo e Sakura introduce soltanto le informazioni utili per comprendere a fondo il resto della storia.  Dal prossimo mi soffermerò di più, giuro! XD
Nient'altro da aggiungere..,. se non...

Al prossimo capitolo!

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Sarhita