Attenzione: se cercate una storia dolce e coccolosa GIRATE AL LARGO. Non fatevi ingannare dall'introduzione. Questa storia é tutt'altro che romantica...
Di quel giorno ricordo ancora la strana sensazione di avere una mano calda e l’altra, con il cellulare in mano, nel perenne gesto di controllare l’ora e la casella dei messaggi, gelida, perché lasciata scoperta al freddo di Dicembre, invece che al caldo nella tasca del cappotto rosso, come la sinistra compagna.
Le dita intorpidite scorrevano sui tasti per scrivere un messaggio. “Dove sei?” Un messaggio che non feci in tempo ad inviare perché me lo trovai davanti, Sasuke Uchiha. In tutto il suo splendore.
Genere: Dark, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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Ossession
Disclaimer:
i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al
mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo
prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi
sono tutti maggiorenni.
†0sSeSsi0NaTa†
Prologo
Il primo passo per la guarigione è ammettere che c’è qualcosa che non
va. Ma io NON HO MAI avuto qualcosa che non andava.
Io non volevo. Io li amavo entrambi. Io non potevo lasciarli andare.
Erano miei. MIEI.
Ma ora lo so, che forse miei non lo erano mai stati….
Conobbi il mio migliore amico, Naruto, in prima elementare. Non l’avevo
mai visto. Beh, potrete dire, normale, mica potevi conoscere tutti.
Ma vedete, il paese in cui abitavamo, Konoha, era veramente un paese
piccolo, e ancorato alle tradizioni. Le donne si conoscevano tutte,
soprattutto se madri. Si scambiavano consigli e facevano conoscere i
loro figli già da piccolissimi.
Quando andai all’asilo avevo già incontrato la metà dei bambini, e
quindi quando ci fu un nuovo piccolo batuffolo biondo ad occupare un
piccolo banchetto di fronte alla cattedra, proprio davanti al sensei
Iruka, tutti i bambini furono entusiasti, dato che avevano un nuovo
compagno di giochi.
La nostra amicizia iniziò col piede sbagliato. Il primo giorno che lo
conobbi lo feci piangere.
Avevo soltanto sei anni, non potevo farmene una colpa, ma soffrii molto
quel giorno, e quando mia madre mi venne a prendere, finito quel
fatidico primo giorno, e mi trovò in lacrime, andò a lamentarsi dal
maestro.
Ma la colpa era solo mia.
Di una mia stupida battuta cretina di una stupida ragazzina di sei
anni, dai capelli innaturali e dagli occhi verdi troppo grandi per quel
viso minuto.
-
Ino-chan guarda! Chi è quel bambino?
Una bimba con i capelli
castani con le trecce e gli occhi da piccola Bambi cercava di attirare
l’attenzione di un’altra bambina dai capelli corti e biondi, decorati
da quattro mollettine rosa, e due occhi azzurro chiaro, indicando un
bambino addormentato con la testa appoggiata sul banco.
-
Non lo so, ma mi sta antipatico!
-
Perché Ino-chan? – si intromise una bambina minuta e gracile,
dalla pelle chiara e dagli occhi dello stesso colore della luna piena.
Si avvicinò tributante movendo il dolce faccino facendo muovere una
ciocca corvina dei suoi corti capelli, risultando graziosissima.
-
Perché è biondo! Prima ero l’unica bambina bionda! Spero solo
che non abbia gli occhi azzurri!
-
Come sei cattiva, Ino! Vado a chiedergli come si chiama.
Mi avvicinai a quel tenero bambino addormentato, poggiando una manina
sulla chioma bionda accarezzando quei fili di grano, cosi lisci e
morbidi, naturali. Del tutto diversi dai miei capelli, corti e di un
colore innaturale. Lo stesso colore dei petali di ciliegio. È da questo
che deriva il mio nome, Sakura,
Si è mai vista una bambina dai capelli rosa? Odiavo i miei capelli.
Da sotto la chioma bionda uscii un mugolio, come se quello strano bimbo
non volesse svegliarsi, ma che, anzi, si abbandonava alle mie coccole.
Così, per farlo svegliare gli mollai un leggero pugno in testa,
facendogli alzare la testa di scatto.
I suoi occhi… altro che quelli di Ino… erano… un sogno.
-
Auch! Ehi! Mi hai fatto la bua! Chi sei tu? E perché mi hai
picchiato?
La bimba dai grandi
occhi verdi sorrise. – Io sono Sakura Haruno, bello vero? E io volevo
solo svegliarti. Ma… Tu come ti chiami?
Anche il biondo sorrise,
anche se con la piccola manina abbronzata, si teneva ancora la
testolina arruffata.
-
Io sono Naruto.
-
E il cognome?
-
Non ce l’ho. Sono solo Naruto.
-
Non ce l’hai uno tou-san?
-
Un p-papà? No.
Anche le altre bambine
si avvicinarono al piccolo Naruto.
-
Ehi, non è giusto hai gli occhi azzurri. Io ti odio.
-
Ino!
-
Scherzavo… hihi… però i tuoi occhi sono carinissimi, lo sai.
Non sono azzurri, ma nemmeno blu…
-
G-grazie…
-
Io sono Ino Yamanaka. – la piccola bambina bionda avvicinò il
suo viso a quello di Naruto. E tu sei un bambino tenerissimo.
-
Io tono Ten Ten Aruhi e lei è la ficcola Hinata Hyuuga. –
sorrise la bimba con le treccine, facendo notare lo spazio vuoto che
segnava la mancanza dei due denti davanti, facendo ridere le altre
bambine dato che per questo non parlava benissimo.
-
C-ciao Naruto-chan. – fece timidamente la piccola Hinata.
Il piccolo Naruto
sorrise, incantando le bambine, che contente di aver trovato un nuovo
amico sorrisero felici. – Naruto, cota tono quei coti buffi? – chiese
la piccola Aruhi pizzicando le guanciotte del nuovo arrivato.
I celestiali occhi si
scurirono un po’.
-
Ora smettetela l’ho visto prima io! – strillò Sakura cercando
di allontanare le amichette curiose.
Il maestro Iruka ti presentò come il piccolo Naruto Uzumaki, ma tu
avevi detto di non avere un cognome,
In effetti tu non sapevi chi fosse tuo padre all’epoca, quindi ti
diedero il cognome di tua madre. L’unica cosa di lei che ti era
rimasta. Perché non l’avevi mai vista in volto, se non in fotografia.
Ora che ci penso devo ringraziare molto la famiglia Uchiha per averci
dato la possibilità di farci incontrare…
-
Ehi! Non fate male al mio fratellino!
-
Ma Sasuke, che dici?
-
Lui è il mio nuovo fratellino. È stato addortaco!
-
Adottato, volevi dire…- puntualizzò Ino.
-
Cosa vuol dire adottato?
-
Ma Sakura, non lo sai? Vuol dire che la mamma e il papà di
Sasuke sono diventati gli stessi mamma e papà di Naru-chan.
-
Ma Naru-chan non ha mamma e papà e se non ce li ha non li
potrà mai avere!
-
Ma Sakura!
-
Anzi Naruto è fortunato a non avere una mamma e papà perché
può fare quello che gli va e può andare a dormire quando gli pare.
-
Sakura! Come ti sentiresti senza la tua mamma? Ecco guarda…
l’hai fatto piangere. – disse Ino.
Non seppi rispondere e capii di aver sbagliato. Ma quel bambino si era
accaparrato l’attenzione dal bambino più strano e carino che avessi mai
conosciuto. Sasuke Uchiha parlava pochissimo. Ma cavoli se aveva tirato
fuori la voce per allontanarci da Naruto perché gli stavamo facendo
male. Ma quando l’ho visto piangere mi sono arrabbiata ancora di più,
perché le candide piccole mani di Sasuke si posarono sulle sue minute
spalle. Due occhi di onice mi guardarono con quella rabbia che hanno
solo i bambini. Sincera senza finzioni che ferisce molto più di quella
di un adulto. Ma fragile che non sa durare, di quelle piccole
arrabbiature simili a piccoli dispetti, dove due minuti dopo con i due
mignoli intrecciati si fa la pace.
Mi misi a piangere perché mi dispiaceva. Perché la mia giovane mente
non aveva pensato quando parlava a ciò che diceva. Ma che aveva
immaginato solo un secondo la vita senza quegli abbracci, le favole e
le ninne nanne della mamma, la merendina al cioccolato preparata
apposta per la scuola.
Mia madre quando mi vide in lacrime correre verso di lei, pregandola di
non lasciarmi mai, si era spaventata e andò dal maestro Iruka per
sapere se era successo qualcosa. Una volta rassicurata che andava tutto
bene mi riportò a casa e tutto tornò come prima.
Naruto, quel bambino dai capelli color grano e quegli occhi che non
erano azzurri e non erano blu, ma erano solo gli occhi di Naruto, era
diventato il mio amichetto del cuore, e anche Sasuke, quel bambino che
a differenza di me e Naruto sapeva già scrivere e contare benissimo fin
dall’asilo, e che è sempre stato silenzioso e orgoglioso.
Tutti amici fino alle medie.
Ma tutto cambiò in terza media, quando il mio cuore, di punto in
bianco, decise che voleva Sasuke.
Di quel giorno ricordo ancora la strana sensazione di avere una mano
calda e l’altra, con il cellulare in mano, nel perenne gesto di
controllare l’ora e la casella dei messaggi, gelida, perché lasciata
scoperta al freddo di Dicembre, invece che al caldo nella tasca del
cappotto rosso, come la sinistra compagna.
Le dita intorpidite scorrevano sui tasti per scrivere un messaggio.
“Dove sei?” Un messaggio che non feci in tempo ad inviare perché me lo
trovai davanti, Sasuke Uchiha. In tutto il suo splendore.
I capelli avevano preso una strana piega crescendo. Sembravano andare
come il suo orgoglio. Sempre a sfidare una legge superiore. Quella
della gravità. Naruto sosteneva che ricordassero vagamente il di dietro
di un’anatra, e nonostante lo riempissi di pugni ogni volta che solo
osava dirlo, quel paragone era veramente azzeccato.
I suoi occhi d’onice si erano induriti, da quando i suoi si erano
separati e Fukaku, suo padre, aveva voluto portare con se Itachi, suo
fratello più grande. Lui e Naruto ne risentirono molto. Vivevano tutti
insieme e poi all’improvviso Fukaku era tornato a casa ubriaco e aveva
picchiato Mikoto, e anche Naruto che l’aveva difesa, lasciandolo mezzo
morto a terra. Quando Itachi e Sasuke tornarono ci fu un casino
tremendo.
Due mesi dopo Fukaku obbligò Itachi a venire con lui e sparirono dalle
loro vite.
La mancanza di Itachi influenzò molto il carattere di Sasuke e Naruto,
facendo diventare freddo il primo, e donando quella falsità nei sorrisi
tirati di Naruto.
Rimasi molto scioccata quando scoprii anche l’origine di quelle
cicatrici che fin da quando era bambino occupavano le guance di Naruto.
Ma questo lo scoprii più tardi, alle superiori.
Tornando a quel giorno di Dicembre…
- Sasuke, sei… sei arrivato.
Ok
ok, che ci faccio qui quando dovrei finire Ispiration? Tranquilli
questa l'avevo iniziata prima, ma non la trovavo ^^
Beh, che dire, spero che piaccia...
Dal prossimo capitolo il punto di vista sarà esterno.
Questo capitolo è un po' di corsa perchè è un prologo e Sakura
introduce soltanto le informazioni utili per comprendere a fondo il
resto della storia. Dal prossimo mi soffermerò di più, giuro!
XD
Nient'altro da aggiungere..,. se non...
Al prossimo capitolo!