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Autore: ballerinaclassica    14/06/2010    13 recensioni
Inghilterra fissa America e aggrotta le sopracciglia (evidentemente scongelate grazie al calore che ha trovato in quella giacca).
“America, vuoi...?”
“No, no! Non ho freddo! Ahahah! Gli eroi come me non hanno mai freddo! Ahahah!”
Genere: Romantico, Introspettivo, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pieces of a Journey contest Nick autore su EFP: ballerinaclassica
Titolo: A ben guardare, non c'era soltanto la luna.
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi / Pairing: America (Alfred F. Jones), Inghilterra (Arthur Kirkland).
Avvertimenti: One Shot, Shonen Ai.
Tipologia: Romantico, Fluff, Introspettivo.
Citazione scelta: A ben guardare, non c'era soltanto la luna.
Note dell'autore ( se ve ne sono ): I personaggi non mi appartengono, questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, America andrebbe preso e picchiato.
Quarta classificata al contest Pieces of a Journey e vincitrice del premio giuria.







Se Inghilterra fosse veramente una persona matura, allora la smetterebbe di fissare il cielo, di digrignare i denti una volta ogni tanto, di imbronciarsi nel momento in cui America compie una mossa falsa (che starnutisca o che sussulti perché ha sentito un rumore un po' sospetto o che gli urli in un orecchio che sì, quello lì è veramente un ufo!). Comincerebbe a voltarsi, a smetterla di ignorarlo, a sorridere – un po' ipocrita – come era abituato a fare fino a qualche secolo prima.
Ma è difficile, troppo difficile, affrontare con lo sguardo quello di quell'immaturo, enorme e grasso ragazzone.
Se Inghilterra fosse una persona con un briciolo di amor proprio in corpo, si renderebbe conto che oltre alla luna c'è qualcos'altro che merita la sua attenzione, che sta cercando di guadagnarsela con le unghie e con i denti, perché, perché, perché è un eroe, ecco perché!
Inghilterra finirebbe per accorgersi di lui, per capire che tutte le volte che America sbadiglia (ossia, dopo un calcolo della media, ogni quindici secondi) lo fa soltanto per cercare di avvicinare quella maledetta mano alla sua spalla sinistra e abbracciarlo. Ma Inghilterra, no, ma Inghilterra non reagisce, perché in fondo gli piace negare l'evidenza, gli piace ignorare quella specie di istinto controllato con un sacco di fatica, che gli scuote il petto e che sembra urlare ai quattro venti “abbracciami, maledetto idiota! Possibile che tu non sia capace nemmeno di questo?”

Se Inghilterra fosse veramente una persona coerente, allora la smetterebbe di muovere i muscoli del sedere (ormai quasi completamente atrofizzati) per spostarsi, millimetro dopo millimetro, verso il punto più lontano di quella panchina, che sembra accorciarsi, che sembra diventare sempre più piccola soltanto per il sadico gusto di farlo restare vicino ad America. E che cosa c'è di divertente se, come lui può ben notare con la coda dell'occhio, anche America vorrebbe arrossire fino alla punta dei capelli?
Ma alla fine Inghilterra si accorge che, nella stasi di quel momento, soltanto loro due sono congelati, il culo praticamente incollato sulle tavole di legno e le labbra serrate. Perché è veramente troppo difficile guardarsi negli occhi, seppur a secoli di distanza, e farlo in un modo diverso da come lo si è sempre fatto – diverso da quando erano un fratellino e un fratellone, diverso da quando erano una colonia e una Madrepatria, diverso da quando sono diventati America e Inghilterra.
Da una parte Inghilterra vorrebbe che lo capisse, che America capisse che non deve cambiare nulla e che lui lo vorrebbe di nuovo al suo fianco, lo stesso, comunque vada, qualunque cosa sia successa. Che può smetterla di stiracchiarsi e di dimenarsi come un'anguilla al suo fianco, perché America è fin troppo impacciato quando lo fa. Che lo abbracci, adesso.
Ma alla fine Inghilterra è pur sempre una persona immatura, incoerente e senza un briciolo di amor proprio. E quindi tace e guarda la luna.

Se Inghilterra guardasse la luna soltanto per il gusto di farlo, perché è bella, perché sembra dirgli “è tutto a posto, va tutto bene”, quando invece Inghilterra sa benissimo che non è così, allora avrebbe il coraggio di pronunciare qualcosa, di essere dolce e gentile con America, come sarebbe chiunque in una situazione del genere.
America accanto a lui è quasi fosforescente, si dice Inghilterra, perché, che lui lo voglia o no, sta facendo di tutto per farsi notare dal mondo, sta facendo di tutto per farsi notare da lui. Allunga le braccia attorno alle sue spalle, ritirandole di scatto non appena i le punte delle dita entrano in contatto con la stoffa della vestaglia di Inghilterra, quasi come se fosse incandescente. Ogni tanto trova il coraggio per guardarlo e nel momento in cui anche Inghilterra si volta e lo fa, America arrossisce e ridacchia, sputacchiandogli sulla faccia e borbottando tra un “ahahahah!” e l'altro qualcosa riguardo alle sue pantofole ridicole o alla sua vestaglia verde, coi quadrifogli.

“Regalo di Irlanda”, dice Inghilterra. E poi torna a concentrarsi sulla luna.

Se America fosse una persona intelligente, allora coglierebbe al volo l'occasione di instaurare un dialogo con lui.
E invece America annuisce, afferra la lattina di Coca Cola che c'è sul tavolino di fronte a loro (ma così facendo, si rende drammaticamente conto di aver abbandonato qualche centimetro più indietro Inghilterra) e poi beve nervosamente, con quel rumore assurdo che da sempre accompagna i loro meeting, di solito per disturbare Inghilterra, per interrompere Inghilterra, per fare innervosire Inghilterra, per mettere in imbarazzo Inghilterra o per attirare l'attenzione di Inghilterra.
Eppure, adesso Inghilterra sembra non farci caso. Non fa caso al fatto che America si sia allontanato e che si stia mentalmente dando dello stupido per averlo fatto senza nemmeno accorgersene, che tutto il suo minuscolo cervello sia concentrato su una soluzione che gli permetta di abbracciare di nuovo Inghilterra, che una volta trovata non abbia il coraggio di applicarla.
Perché Inghilterra sa bene che, se America fosse una persona intelligente, tornerebbe subito da lui (o magari lo avrebbe fatto già nel primo ottocento), accompagnandosi ad un “allora, dov'eravamo rimasti?” che farebbe molto Francia. Se America fosse una persona intelligente...
Ma in fondo, è pur sempre America.

“Regalo di Irlanda...”, ripete Inghilterra, guadandolo per un attimo. La luna è ancora là in cielo che lo aspetta.

Se America fosse preparato ad ogni evenienza, allora non sputerebbe mezzo litro di Coca Cola sul pavimento dopo aver sentito una frase tanto banale. E a questo punto Inghilterra, con le mani strette sulla stoffa del pigiama, capirebbe che non si America aspettava una mossa del genere. Che non si aspettava che sarebbe stato lui, poi, il primo a parlare.
Allora America, nota Inghilterra, annuisce ancora, mentre guarda la sua vestaglia. Inghilterra sa bene che quello è uno dei peggiori capi d'abbigliamento che c'è nel suo armadio, ma alle tre del mattino, quando ha sentito suonare al campanello e si è fatto di corsa le scale per andare ad aprire la porta, non aveva di certo pensato ad indossare giacca e cravatta. Nemmeno quando si era ritrovato davanti la faccia ansante di America, che diceva di essersi fatto di corsa il tragitto da Londra fino a lì, perché aveva paura di dormire da solo in una stanza d'albergo, perché era convinto che nel suo armadio ci fosse nascosto un fantasma, perché aveva voglia di parlare con lui.
Sì, certo, alle tre del mattino.

“Ultimamente io e lei siamo in ottimi rapporti.”
“Mi fa piacere.”
“Sì, anche a me.”

Se ad America interessasse veramente qualcosa del suo legame con Irlanda, allora gli farebbe qualche domanda e penderebbe dalle sue labbra. Ma Inghilterra sa bene che non è così, allora, visto che ormai gli è venuto in mente, comincia a chiedersi per quale motivo, alle tre del mattino, rimane seduto in veranda e sotto la luna con quel cretino. Potrebbe benissimo accompagnarlo nella stanza degli ospiti e dirgli di andare a dormire, assicurargli che in Cornovaglia non ci sono fantasmi o poltergeist o qualunque cosa tema America, soltanto fatine ed unicorni.
Oppure, potrebbe benissimo accompagnarlo nella sua, di stanza, e farlo dormire con lui e... No, decisamente non vuole America nel suo letto.
La stanza degli ospiti, sì, la stanza degli ospiti.

“America, io-”
“Inghilterra, posso farti una domanda?”, gli chiede di colpo, afferrandolo per le spalle e fissandolo.
Inghilterra a quel punto si blocca, boccheggia e cerca di nuovo la luna con gli occhi, perché sostenere lo sguardo di America – di un America cresciuto, di un America indipendente – è diventato troppo difficile, da qualche secolo a questa parte.
“Certo...”, mormora, “Dimmi pure.”
“Tu sei, insomma, tu sei ancora arrabbiato con me, vero?”
Ah, America è andato direttamente al punto, all'argomento che brucia tra loro due, che ha fatto nascere l'astio in un tempo un po' lontano e che ha fatto rimanere qualche risentimento. Inghilterra a quel punto non sa che dire, perché la risposta non la conosce nemmeno lui. Prova a supplicare alla luna – non sa – di chiedere a qualche meteorite di cadere sulla terra magari, proprio lì, nel bel mezzo del suo giardinetto in Cornovaglia (magari senza danneggiare i nani che prendono vita nei suoi periodi feriali) o direttamente sulle loro teste.
Sì, la luna è la soluzione ai suoi problemi, assieme al meteorite. Giusto?

“Io...”, comincia, “Non credo. Perché me lo chiedi?”
“A me sembra che tu lo sia. Insomma, per mandarmi quegli orribili scones ogni settimana, devi essere arrabbiato. E anche parecchio!”
Inghilterra sbatte le palpebre un paio di volte e cerca di capirci qualcosa.
“Cerchi di avvelenarmi o cosa?”
“Dannato...”, borbotta, quando finalmente si rende conto che America sta parlando sul serio, “Ed io che mi impegno pure, per un idiota come te.”

Se Inghilterra non fosse una persona terribilmente orgogliosa, testarda, irascibile e pignola, allora lui e America avrebbero fatto una gran bella risata sulle sue penose abilità culinarie e adesso starebbero parlando ancora.
Avrebbero detto che probabilmente Scozia vuole l'indipendenza soltanto per evitare di sedersi alla sua tavola e rischiare un'intossicazione alimentare ogni volta. Avrebbero detto che probabilmente perfino il fegato di America, che ha la pellaccia dura se riesce a sopravvivere ad anni di patatine fritte ed hamburger, avrebbe rischiato l'implosione con un solo assaggio.
Ma è pur sempre Inghilterra. E Inghilterra non ammetterebbe mai di essersi macchiato del crimine di “terrorismo alimentare”.

E a quel punto il silenzio cala e Inghilterra fissa di nuovo la luna, volutamente intenzionato ad ignorare America fino all'alba. America, invece, ha abbandonato la sua Coca Cola e sembra riflettere.
A parte il fatto che con una testa sgombera come quella non potrà mai risolvere il punto della questione da solo, si dice Inghilterra, ma comunque, a che diamine sta pensando? Le risposte sono molteplici e vanno dagli alieni al cibo, dai film horror a quell'ultimo videogioco che gli ha regalato Giappone. Eppure Inghilterra non è molto convinto che la soluzione sia tra queste, perché la faccia di America ha un'espressione diversa, da quel che lui può notare con la coda dell'occhio – perché la luna sembra avere più importanza, mentre li fissa e mentre magari vorrebbe ridere di loro e dell'infinita nube di stupidità che li avvolge.

Inghilterra si stringe nella vestaglia e America sussulta, probabilmente spaventato dal fatto che abbia interrotto l'immobilità che si è creata da una decina di minuti.

“Cosa c'è?”, chiede Inghilterra.
“Niente, niente.”

Allora lui torna a fissare la luna, perché se è vero che c'è “niente, niente”, allora è anche vero che America stava pensando a qualcosa di stupido, giusto? Ah, ma perché la sua mente è così ingarbugliata?
Inghilterra chiude gli occhi, sospira. Se fosse un eroe, come egli sostiene da anni, allora perché non fa niente per dimostrarsi tale?
La luna, tranquilla, se sta ferma lì in alto, senza nessun consiglio da dare, né una pacca sulla spalla per consolarlo.
Se la luna fosse davvero dalla sua parte, allora creerebbe l'atmosfera giusta per un possibile riavvicinamento, e non se ne starebbe lì impalata (come invece sta facendo tuttora) senza proporre una soluzione, né aiutarlo.
Li fissa, semplicemente, quasi come se si aspettasse qualcosa da loro.

“America, senti-”
“Inghilterra, io-”
“Cosa?”

Se il cuore di Inghilterra fosse un muscolo volontario (e Dio solo sa quanto Inghilterra abbia pregato – inutilmente – per renderlo tale) allora la smetterebbe adesso di battere, in questo preciso istante in cui davanti a lui altro non ci sono che gli occhi di America.
Se il cervello di America fosse davvero funzionante come dovrebbe (e Dio solo sa quanto Inghilterra abbia pregato – inutilmente - per renderlo tale) allora si concentrerebbe su qualcosa che non sia quel mix di pensieri intrecciati l'uno all'altro, nei quali, come costante, spicca solo e soltanto il nome di Inghilterra.
Ma sono pur sempre il cuore di Inghilterra ed il cervello di America, non due organi interni qualunque.
Il cuore di Inghilterra ed il cervello di America agiscono da sé, senza dare ascolto a tutto ciò che il resto del corpo dice loro di fare oppure, nella maggior parte dei casi, non agiscono affatto.
Se il cuore di Inghilterra ed il cervello di America fossero due organi interni responsabili ed altruisti, allora (forse) ci sarebbe stata qualche guerra in meno, qualche pace più duratura, qualche nave rimasta a galla e una Madrepatria un sacco felice. Ma poiché a loro non importa niente di Nazioni, alleanze e robe simili, finiscono sempre per combinare una miriade di irreparabili guai.
Se il cuore di Inghilterra ed il cervello di America la smettessero di battibeccare tra loro, allora sarebbe molto più facile abbracciarsi.

“No, sai, è che c'è una bella luna, da casa tua.”
“Mh, già...”, Inghilterra infatti non ha mai smesso di fissarla.
“Da me non sempre riesco a vederla... C'è sempre così tanto smog e così tanta luce, nelle mie città.”
“Anche a Londra. E c'è troppo caos, per questo vengo qui, è un posto che mi hanno consigliato le fatine.”
“Mh... Sì, se lo dicono loro...”
“Come, scusa?”
“Niente, niente...”

Se le fatine non fossero un argomento così delicato da trattare, allora America ed Inghilterra avrebbero continuato a parlare pacificamente. Ma, poiché le fatine non sempre sono viste di buon occhio dalle altre Nazioni (che screanzate!), allora il dialogo si interrompe e quell'imbarazzante silenzio ritorna.
Mentre America si stiracchia e, assieme a uno sbadiglio, tenta di nuovo di allungare un braccio verso la spalla opposta di Inghilterra, Inghilterra fissa la luna senza nemmeno sbattere le palpebre. Se soltanto non avessero parlato fino a qualche minuto prima, America potrebbe benissimo pensare che il suo ex fratello sia posseduto o qualcosa del genere.
A un certo punto, mentre lui ancora lo fissa, quello trema, stringendosi nella vestaglia a quadrifogli verdi e borbottando qualcosa sul fatto che sia Gennaio e che non rientra nelle sue abitudini starsene all'aperto nel cuore della notte, soprattutto in quel periodo dell'anno piuttosto gelido.

“Hai freddo?”, chiede America.
“Sì, un po'.”, risponde Inghilterra, gli occhi rivolti alla luna e nella sua testa mille domande che somigliano terribilmente a: “Ma come fanno, America e la luna, a non tremare con questo gelo?”
“Vuoi... Vuoi la mia giacca?”
America accenna al suo bomber marrone. Quell'orribile e di pessimo gusto bomber marrone. Inghilterra vorrebbe inarcare un sopracciglio, mostrandogli soltanto un'aria di sufficienza, ma evidentemente quello si è congelato, perché dopo un paio di tentativi non ci riesce.
“O-okay...”

Se la giacca marrone di America fosse di tre taglie più piccola, allora Inghilterra non si sentirebbe ridicolo, mentre la indossa e si rende conto che quelle maniche lo fanno sembrare Cina. Ma la giacca di America, purtroppo, è di tre taglia più grandi, quindi deve accontentarsi e tenersela addosso.
Inghilterra è sicuro che la luna si stia ancora prendendo gioco di lui, bloccando il tempo di questa notte e restando lì nel cielo, a fissarlo, senza accennare a volersene andare per lasciar posto al giorno.
Se la giacca marrone di America non avesse l'odore di America, allora Inghilterra ne sarebbe molto felice, perché non proverebbe l'istinto incontrollato di incassare la testa nel collo, cosicché il suo naso possa immergersi nel tessuto ed inspirare quel profumo fatto di hamburger, Coca Cola e di quella che sembra, uh, libertà?
Ma purtroppo la giacca di America è impregnata di quell'odore. E così Inghilterra non ne può fare più a meno, mentre la luna, irrisoria, continua a ricambiare il suo sguardo.

“Va, mh, meglio ora?”
“Sì... Sì, grazie, va meglio ora.”

Se non fosse Gennaio, allora Inghilterra potrebbe benissimo restituire ad America la sua orribile giacca marrone e farlo smettere di tremare. Ma (fortunatamente) è davvero Gennaio, quindi altro non può fare che distogliere gli occhi dalla luna e concentrarli su America.
Se i denti di America non avessero cominciato a produrre quel ticchettio costante, allora Inghilterra non si sarebbe mai accorto del fatto che, incredibilmente, adesso stia morendo di freddo. Ma in fondo, restano i denti di America, che, come tutto il resto del suo corpo, esistono solo ed esclusivamente per attirare l'attenzione.
Se la mano di America non avesse abbandonato la ricerca disperata della sua spalla, pur di strofinarsi sul braccio e di produrre almeno un po' di calore, allora Inghilterra non avrebbe sentito quel senso di vuoto dietro la schiena, che lo ha spinto a chiedersi che cosa sia successo.
A quel punto, Inghilterra si rende conto che America preferisce stare al freddo, piuttosto che lasciare che sia Inghilterra a tremare. E si rende anche conto che tutto questo, da parte della sua ex colonia, è veramente molto eroico.
Che vada al diavolo, la luna, che non ha capito niente e non ha fatto altro che ridere di loro.
Inghilterra fissa America e aggrotta le sopracciglia (evidentemente scongelate grazie al calore che ha trovato in quella giacca).

“America, vuoi...?”
“No, no! Non ho freddo! Ahahah! Gli eroi come me non hanno mai freddo! Ahahah!”

Se fosse vero il fatto che gli eroi non abbiano mai freddo, allora sarebbe anche vero che America non è affatto un eroe, perché è evidente che ha freddo: sta tremando. Oppure – e questo è ancora più probabile – ha imparato da Inghilterra qualcosa di veramente stupido: negare l'evidenza e mentire perfino a se stesso.
Allora Inghilterra è concentrato sulla luna soltanto apparentemente, perché qualcuno merita le sue attenzioni più di lei, adesso.
Lentamente, avvolge un braccio attorno ai fianchi di America e si avvicina a lui. Sempre lentamente, e senza distogliere lo sguardo dal cielo, poggia la testa sulla sua spalla e sospira.
Se America ci avesse capito qualcosa, di quanto appena successo, allora non lo starebbe fissando a bocca aperta, come se nella sua testolina vuota martellasse la domanda: “Dio, ma è veramente Inghilterra, quello che mi sta abbracciando?”.
Se la domanda “Dio, ma è veramente Inghilterra, quello che mi sta abbracciando?” fosse semplice da risolvere, allora America la smetterebbe subito di chiederselo.
Ma è troppo difficile decifrare i comportamenti di Inghilterra, quindi America rimane senza una risposta. E poi il suo cervello nemmeno funziona tanto bene...
Probabilmente, non sa nemmeno la luna che diamine stia facendo quello svampito.

“Inghilterra...?”
“Taci, una buona volta.”, gli borbotta, “Che sei sempre lì, a urlare al mondo che sei un eroe, che è tutto merito tuo, che tu di qua e tu lì là, tu e le tue invenzioni, tu e tutte quelle dannatissime-”

Se le labbra di America non aderissero perfettamente alle sue, allora Inghilterra sarebbe ben lieto di continuare con tutta la sua serie di critiche e di rincarare la dose, magari condendole con qualche colorito insulto in lingua madre, sarebbe ben lieto di sputargli in faccia tanto di quel veleno – che, ovviamente, non può tenersi dentro e ignorare – fino a sentire la gola bruciare, fino a sentire le corde vocali chiedergli pietà e supplicarlo di smetterla di urlare – assieme alle orecchie di America, ovviamente.
Ma poiché, al contrario di tutto, le labbra di America hanno aderito perfettamente alle sue, Inghilterra si ritrova costretto a smettere. E costretto da una mano che - oh, romantica – gli accarezza la guancia, fino a farlo voltare. A quel punto Inghilterra si dimentica del suo cuore non funzionante e del cervello di America (altrettanto non funzionante), delle fatine, della sua giacca, di Gennaio, dei suoi denti, delle sue mani, degli eroi e, in ultimo, della luna.
Perché, se le labbra di America non aderissero perfettamente alle sue, allora Inghilterra si impegnerebbe a trovare un altro buon pretesto per ignorarlo.
E quando le sente muoversi, la consistenza umida della lingua che piano piano si intrufola nella sua bocca, e vede gli occhi di America chiudersi, si chiede per quale arcano motivo non gli abbia ancora dato un ceffone. E allora una fata sussurra qualcosa al suo orecchio, riguardo al fatto che la luna dice di essere un ottimo sfondo per gli innamorati.
Mah, pensa Inghilterra, se lo dice lei.

“Taci anche tu, una buona volta.”, dice America in un sussurro, direttamente sulla sua bocca umida.

Se Inghilterra non lo trovasse estremamente indisponente, allora potrebbe anche cercare di ignorarlo. Ma siccome America lo è in ogni centimetro del suo corpo, in ogni azione e in ogni parola pronunciata, altro non può fare che zittirlo di nuovo, tanto per dargli una lezione.
E lo bacia. E in quel momento la fatina viene schiacciata sotto una mano, la giacca marrone viene stretta da due braccia e la luna fa soltanto da sfondo.







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E infine, un grande ringraziamento alla giudicessa, velocissima con le valutazioni. ♥

   
 
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