Ti
voglio bene
Il
vento si era calmato. Tutto intorno a lui era piatto.
Lacrime
invisibili scorrevano lungo le sue guancie. Non poteva neanche piangere
veramente.
La
persona che più aveva amato in tutta la sua vita era scomparsa.
Non
esisteva più nulla di lei, solo un
cumulo di cenere.
Un
cumulo di cenere che presto si sarebbe disperso.
“Andiamo
via”
Si
sentii tirare per la manica della giacca.
Si
alzò di malavoglia e seguì la voce che lo chiamava.
Era
la voce di sua sorella, la voce che esprimeva tristezza quanto la sua.
“Andiamo”
Lo
ripeté ancora una volta, come se fosse certa che lui non aveva capito.
Sentiva
sulle sue spalle gli occhi di tutti.
Gli
occhi di tutti i suoi famigliari, che lo guardavano afflitti.
Aveva
cercato di salvarla.
Aveva
corso più in fretta che aveva potuto, ma non era servito a nulla.
Lei
non c’era più. La sua scintilla di vita era morta, portandosi dietro il suo
cuore, lasciandoli solo dolore.
Avrebbe
voluto urlare, piangere, dimenarsi, uccidere tutti.
Avrebbe
voluto morire lui per primo. Per poterla raggiungere. Per poterla stringere di
nuovo al suo petto, senza lasciarla andare mai più.
Sentì
qualcuno dargli una pacca sulla spalla.
Sentì
i singhiozzi di sua madre, che piangeva per la perdita della figlia.
Sentì
i singhiozzi delle sorelle, e della sua Nessie.
Sentì
il dolore di tutti. E non riusciva a placarlo, perché anche lui stava male.
Male
come non era mai stato in vita sua.
“Jazz
… andiamo a caccia”
Emmett
lo tirò per il braccio, seguito da Carlisle e Edward.
Volevano
tirarlo su di morale.
Lo
portarono in casa, presero tutto l’occorrente, e lo trascinarono fuori.
Tutte
le donne Cullen, tranne la sua erano abbracciate.
Si
consolavano a vicenda.
Bella
era la più distrutta.
Con
sua moglie aveva avuto un’amicizia
che aveva oltrepassato mari e monti.
Un’amicizia
che non era morta, neanche quando si erano dovute separare.
Si
sentiva sballottato qua e la come un pezzo di legno.
“Noi
andiamo a caccia”
Bella
si staccò dal gruppo e corse ad abbracciare il suo Edward.
Ora,
tutti avevano paura.
Si
poteva morire da un momento all’altro, anche se erano vampiri.
Uno
sbaglio, una trasformazione da parte di un lupo inferocito, e tutto finiva.
Jasper
si girò, pronto ad iniziare a correre.
“Zio!”
La
vocina della sua piccola Nessie lo fermò.
La
bambina gli si avvicinò, tirandogli la gamba, per farsi prendere in braccio.
Lui
si piegò, sollevandola senza sforzo.
“Zio
Jazz … io ti vorrò bene per sempre, quindi non andare in Italia a farti
uccidere. Ci sono io qui con te”
La
piccola Renesmeè gli lasciò un bacio sulla guancia, facendogli vedere tutto il
suo affetto.
L’aveva
fermato.
Era
vero, Jazz lo aveva pensato.
Aveva
pensato di andare in Italia, per poter raggiungere il suo amore perduto, ma
quella piccola vampirella, l’aveva fermato.
Un
semplice ti voglio bene, e il meccanismo era scattato in lui.
Si, sarebbe rimasto, e anche lui, avrebbe protetto
il suo piccolo raggio di sole.
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M Y S P A C
E
L’ho detto che pubblico qualcosa tutti i giorni ormai.
Va bene, picchiatemi, uccidetemi, fate quello che volete.
Ritornerò a postare, soprattutto visto che le partite non mi interessano
più di tanto.
Credo che per questa shot sia d’obbligo una spiegazione.
A me Jasper e Nessie insieme piacciono molto, ma sia chiaro, come zio e
nipote.
Li vedo bene, mentre giocano, si torturano a vicenda. E poi, ve lo
immaginate Jasper con questa piccoletta in braccio???
Che amori!!
Ok, ora la smetto.
Baci a tutte.
E piove…scappa~