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Autore: _Mary    15/06/2010    8 recensioni
Non era piacevole viaggiare in quel modo, si disse Andromeda, le braccia incrociate al petto. Prima di tutto, erano lentissimi – ma questo non l’avrebbe mai detto a Ted, dato che temeva che quel coso potesse andare più veloce e non si fidava molto delle capacità di conducente del marito. Poi, a causa di quell’affare trasparente che li separava dal cofano, non riusciva a sentire il vento sulla faccia, e questo non sarebbe successo se Ted avesse deciso di comprare un normalissimo manico di scopa invece di buttarsi su un inutile oggetto babbano come quello. Infine, che razza di trabiccolo era quello?
Fanfiction partecipante al 2010: a year together, indetta dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Gocce di pioggia'
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Fanfiction partecipante al 2010: a year together, indetto dal “ Collection of starlight ”, said Mr Fanfiction Contest, “ since 01.06.08 ” . Il prompt era ‘Un orrendo mezzo sgangherato’.

 

DISCLAIMER: pur amando con tutto il mio cuoricino striminzito questi due personaggi, non posso dire che mi appartengano. La Rowling ne detiene i diritti, anche se non ha sfruttato né Ted né Andromeda neanche la metà di quanto avrebbe potuto fare, e la fic non ha scopo di lucro.

 

 

 

 

 

 

 

 

A Silvia, aka whateverhappened, e alle sue Ted/Andromeda,

uniche ed inimitabili.

 

 

 “Un orrendo mezzo sgangherato” – 15 giugno

 

 

Nonostante fosse andata a vivere in un paese completamente non magico da più di un anno, Andromeda Tonks non si era ancora abituata alle ‘diavolerie babbane’ che la circondavano.

Ricordava perfettamente la prima volta che aveva visto una lavatrice in funzione, da sua suocera: era rimasta a guardare i colori dei panni che giravano e giravano a causa della centrifuga per tutto il pomeriggio, fino a quando Ted non aveva cominciato a temere che la neo-sposa potesse subire danni cerebrali permanenti in seguito all’ipnosi causata da tutto quel girare.

Andromeda era stata entusiasta di quella ‘tennologia’. Ma l’entusiasmo era passato quando, tutta contenta per l’acquisto di un frullatore, si era quasi tagliata un dito azionandolo per sbaglio.

Da quel giorno aveva deciso: aveva vissuto senza ‘tecnologia’ per quasi vent’anni, e avrebbe continuato a farlo. In fondo, la magia era una cosa decisamente migliore di quei trucchi da baraccone.

Così, quando Ted un giorno le disse di avere ‘una sorpresa’ e la portò ad occhi chiusi fino alla porta di casa, e quando Andromeda scoprì che la sorpresa altro non era che l’ennesimo macinino babbano, rispose all’entusiasmo del marito con un semplice, breve, lapidario ‘Oh.’ di disappunto.

Ted aggrottò le sopracciglia.

“‘Oh’? Dromeda, non essere così entusiasta, ti prego”.

Andromeda storse il naso e si avvicinò sospettosa all’ammasso di ferraglia, di uno strano color verde acqua.

“E questa cosa… come si chiama?” chiese, girandole intorno e guardandola in cagnesco, quasi temesse che potesse animarsi da un momento all’altro e sbranarla.

Ted incrociò le braccia al petto, orgoglioso.

Automobile. Ed è un gioiellino, te lo dico io”.

Andromeda lo guardò portandosi le mani sui fianchi.

“Non è quella cosa che serve per spostarsi? Mi spieghi a cosa ti serve quando puoi tranquillamente… Smaterializzarti?” chiese mimando l’ultima parola – non si poteva mai sapere, con quegli impiccioni dei suoi vicini.

Ted ghignò.

“Ora vedrai”.

 

*

 

“Ted… Ted…! Ted! Teeeeeeeeed!”.

Ted si voltò verso di lei con gli occhi sgranati.

“Si muove” strillò istericamente Andromeda, aggrappandosi al sedile fino a conficcare le unghie nel rivestimento.

Ted alzò gli occhi al cielo.

“È ovvio che si muova, Dromeda…”

“No che non è ovvio, fammi subito scendere da questo orrendo mezzo sgangherato! E rallenta!”

Andromeda lo sentì sbuffare.

“Non abbiamo fatto nemmeno cento iarde, Dromeda, e vorresti già scendere? Sto andando pianissimo” cercò di rassicurarla Ted, senza rallentare.

“Non credo proprio! Perché diavolo questo affare si muove, Ted?” chiese di nuovo Andromeda, notando con orrore come stessero passando davvero troppo vicini al marciapiede.

“Non ti sembra di esagerare? Mai salita sul Nottetempo?”

“No ad entrambe le domande, Ted! Non ho mai avuto il desiderio di finire spiaccicata contro ad un albero!”.

Ted si portò una mano alla faccia borbottando qualcosa. Andromeda si sentì rizzare i capelli.

“E tieni tutte e due le mani sul folante, Troll che non sei altro! Ma allora vuoi davvero farti ammazzare!”

“Ho tutto sotto controllo. Ora potresti gentilmente rilassarti e goderti il paesaggio? Questo con la Materializzazione non lo vedi” ghignò Ted staccando di proposito l’altra mano dal volante ed indicando la campagna circostante. Andromeda non voltò lo sguardo fino a quando non fu sicura che Ted avesse di nuovo entrambe le mani sull’aggeggio che, a quanto aveva capito, guidava l’automobile e poi, controvoglia, si decise a guardare fuori dal… minestrino? Com’era che si chiamava?

Non era piacevole viaggiare in quel modo, si disse Andromeda, le braccia incrociate al petto. Prima di tutto, erano lentissimi – ma questo non l’avrebbe mai detto a Ted, dato che temeva che quel coso potesse andare più veloce e non si fidava molto delle capacità di conducente del marito. Poi, a causa di quell’affare trasparente che li separava dal cofano, non riusciva a sentire il vento sulla faccia, e questo non sarebbe successo se Ted avesse deciso di comprare un normalissimo manico di scopa invece di buttarsi su un inutile oggetto babbano come quello – e Andromeda sapeva perché Ted avesse preferito quella baracca su quattro ruote ad una scopa: su un manico di scopa si sentiva come un Avvincino in mezzo al deserto, dato che, a quello che diceva lui, soffriva di vertigini. Infine, insomma, che razza di trabiccolo era quello? Sarebbero saltati in aria, Andromeda se lo sentiva. Il prossimo passo di Ted sarebbe stato quello di comprarsi un aereo, uno di quei cosi con le ali che non si muovevano e che ogni tanto precipitavano in mare. Andromeda l’aveva sempre saputo che non c’era da fidarsi dei babbani!

A giugno la campagna era completamente dorata; il grano era alto, pronto ad essere mietuto. Il cielo azzurro era puntellato da nuvole di un bianco accecante che sembravano essere rimasta indietro rispetto a quelle dell’inverno. Andromeda sapeva che una giornata così era davvero rara da quelle parti, con il vento che entrava attraverso il… finestrino – ecco come si chiamava – che Ted aveva aperto ed il sole che riscaldava piacevolmente la pelle.

Ciò che non le garbava era che dovesse morire proprio quel giorno, a causa di quello sconsiderato di suo marito.

Però, almeno su una cosa, Ted aveva ragione: con la Smaterializzazione non aveva mai visto il sole riflettersi sulla superficie del lago vicino al paese, né aveva potuto respirare il profumo di estate che sembravano emanare quei campi. Strano come la bella stagione fosse arrivata così improvvisamente: il giorno prima aveva fatto temere il diluvio, mentre quella era sicuramente la mattinata più soleggiata che Dromeda avesse mai vissuto.

Ted cominciò ad armeggiare con dei pulsanti. Andromeda gli scoccò un’occhiataccia, al che lui sbuffò, fermò l’auto e continuò tranquillamente a smuovere leve e premere bottoni. Andromeda per poco non saltò sul sedile, quando sentì delle voci provenire da  quella scatoletta marrone con cui Ted aveva trafficato pochi istanti prima.

“Questa cosa ha anche una radio?” chiese Andromeda con gli occhi sgranati.

Ted ghignò.

“Lo sapevo che almeno questo ti sarebbe piaciuto” rispose, rimettendo in moto.

Andromeda provò a rimanere impassibile, con le braccia incrociate e lo sguardo dritto davanti a sé.

Ma non ci riuscì per più di un minuto, quando si accorse di essersi rilassata sul sedile e di aver cominciato a canticchiare. Si zittì immediatamente.

“Non vale” mugugnò aggrottando le sopracciglia. “Se metti la musica è logico che questa cosa mi piaccia di più”.

“Andiamo, Dromeda, sei ancora dell’idea che questo sia un ‘orrido mezzo sgangherato’?” chiese Ted, sollevando le sopracciglia..

“Ho detto ‘orrendo’” puntualizzò lei. Ted la guardò in tralice.

Andromeda esitò qualche istante prima di parlare.

“Certo che sì”.

Ted sbuffò.

“Ovviamente”.

 

*

 

Faceva davvero caldo quando Ted entrò in casa, quel giorno. Il vento d’estate aveva invaso il paese, e il verso delle cicale arrivava alle sue orecchie più forte che mai.

Andromeda non era né in sala né in cucina. Probabilmente era nel giardino sul retro a cercare un po’ di frescura, pensò Ted. Ma quando passò davanti alla porta del garage, Ted si accorse che era aperta, e che dall’interno del locale provenivano dei rumori.

“Questa è la frizione… no, è il cambio! E questo… il freno a mano?”

Ted si appoggiò allo stipite della porta, osservando Andromeda che, di spalle, esaminava l’interno dell’abitacolo con un libro in mano.

“Il volante… il crusco… Ted!”

Andromeda sollevò la testa di scatto, sbattendola contro l’interno del tettuccio. “Ahio” esclamò massaggiandosi la parte lesa.

“Cosa ci fai all’interno del mio orrendo mezzo sgangherato?” chiese Ted inarcando un sopracciglio.

Andromeda gli rivolse un sorriso radioso.

“Oh no, non è affatto un orrendo mezzo sgangherato! Guarda, Ted, lo sapevi che con l’acceleratore e i freni puoi regolare la velocità dell’auto?” chiese indicandogli freneticamente il libro.

Ted la raggiunse: sulla copertina rossa spiccava il titolo ‘Il volante per tutti: 101 cose che non conoscevate della vostra auto’.

Ted si sforzò di rimanere serio alla vista di Andromeda che elencava tutte le parti della macchina, indicandole.

“E questo serve a…”

“Posso sapere cosa ti ha fatto cambiare idea sull’auto, Dromeda?”.

Andromeda gli lanciò un’occhiata di sbieco.

“La musica” rispose con un mezzo sorriso. “Tutto quello che fa questa cosa può essere fatto anche da un manico di scopa. Ma i maghi non hanno mezzi per portarsi dietro la musica”.

Ted scoppiò a ridere, causando lo stupore di Andromeda.

“Se l’autoradio è servita a farti salire spontaneamente sulla macchina…”

Andromeda sorrise.

“Sì, e poi… in fondo le cose che fanno i babbani non sono male. Pensa agli aerei. Come fanno a stare su?” chiese corrugando la fronte.

“Te lo spiego io. Ma prima, non vorresti imparare a guidare?” chiese Ted cingendole la vita con un braccio.

Andromeda gli lanciò un’occhiata. Ted fece appena in tempo a preoccuparsi per la luce nel suo sguardo, prima che lei cominciasse a parlare.

“Beh… io ho vinto la paura dell’auto” cominciò, soppesando per bene le parole. “Tu, però, adesso devi superare quella della scopa”.

Ted impallidì.

“No, non puoi chiedermi di…” balbettò, prima che Andromeda lo interrompesse, decisa. “Tu mi insegni a guidare, io ti insegno ad andare sulla scopa. È una vergogna che in sette anni a Hogwarts tu non ti sia sollevato a più di tre metri da terra!”.

Ted alzò gli occhi al cielo.

“Immagino che non ci sia niente che potrebbe distoglierti dal proposito di farmi salire su quell’orrendo mezzo sgangherato, vero?” chiese accennando con il capo alla scopa nell’angolo del garage.

Andromeda gli rivolse il più dolce dei suoi sorrisi.

“Ovviamente”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non chiedetemi da dove sia venuta fuori questa cosa perché, sinceramente, non ne ho idea XD

Il fatto è che il prompt era lì - ‘Un orrendo mezzo sgangherato’ - e non ho potuto non arraffarlo XD

Beh… come avrete notato, quella che avete appena letto è una fic senza impegno nata sicuramente a causa del caldo che ha definitivamente cotto qualunque cosa ci fosse nel mio cervello – no, non erano neuroni e non era nemmeno il criceto che fa girare la ruota, che mi ha recentemente lasciata sola in questa valle di lacrime. Povero Ambrogio.

 

Però il lato positivo di questa cavolat… di questa fanf… di questa cosa è che sono riuscita a buttarmi su qualcosa che non fosse traggggggggico e drammatico *-* *saltella* Ed ovviamente è tutta per Silvia, dato che è solo colpa sua se sto attraversando il mio periodo Ted/Andromeda u.ù

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto/inseriranno tra preferite/seguite/ricordate e, ovviamente, un abbraccio gigante a chi recensirà *-*

Perché una recensioncina piccina non fa male a nessuno, anzi: fa acquistare punti a voi e rende felice me *-*

 

Un abbraccio,

Ilaria

   
 
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