Film > Dieci cose che odio di te
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Autore: DazedAndConfused    16/06/2010    7 recensioni
1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
2. Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.
~ Ten Things I Hate About You.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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10 Songs Challenge~ Ten Things I Hate About You.

 

1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
2. Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.

 

Kiss~ Prince

 

Non devi essere splendida per accendermi.

Mi basta vedere il tuo esile collo bianco contrastare con il viola della canotta che hai messo stasera.

Non devi essere ricca per essere la mia ragazza, non devi essere fica per dominare il mio mondo.

Sospiro: finché lo dice Prince tutto ok, ma il problema è che queste parole devono uscire dalla mia di bocca, la bocca di quel teppista di Patrick Verona.

Perso come sono nei miei pensieri, mi dimentico di averti persa di vista e ricomincio a cercarti, avvicinandomi ad una delle numerose stanze di questa gigantesca villa, attirato dalle grida e dai fischi entusiasti che provengono da lì.

Lo spettacolo che si presenta davanti ai miei occhi non è dei più piacevoli, anzi: stai ballando sul tavolo in una maniera decisamente volgare, mentre gli occhi di tutti non si staccano dal tuo corpo.

Già, scusa: io ti ritengo volgare, mentre per tutti i depravati che bazzicano in questa festa sei semplicemente sexy.

Non essere volgare, baby, se vuoi impressionarmi.

Il rumore del lampadario rotto e il vederti piombarmi addosso mi fa reagire d’istinto: ti prendo in braccio e ti porto fuori, a prendere una boccata d’aria fresca.

Erano troppo impegnati a guardarti il culo per rendersi conto che eri ubriaca fradicia.

Che gente di merda.

Dopo averti caricata in macchina, ti riporto a casa: chi l’avrebbe mai detto che Katharina “l’irascibile” Stratford si sarebbe guadagnata un passaggio da mr. Verona?

-Beh, senza offesa, davvero, so che tutti quanti vanno pazzi per tua sorella, ma… è insignificante.- Mi mordo la lingua. Cazzo, ma che sto dicendo?!

-Sai, non sei detestabile come credevo.- mi rispondi tu, piacevolmente sorpresa, per poi avvicinarti sempre più, gli occhi chiusi e quelle labbra sensuali che ti ritrovi schiuse, pronte ad accogliermi.

È un attimo. Mi scanso, farfuglio qualcosa tipo -Forse è meglio farlo un’altra volta.- e tu non te lo fai ripetere due volte: sbatti la portiera e percorri il tuo vialetto a grandi falcate.

C’è ancora tempo per il nostro primo bacio, Kat.

 

 

 

Easily~ Red Hot Chili Peppers

 

Sarebbe facile prendere la macchina ed andarsene.

Sarebbe altrettanto facile virare verso Las Vegas, riempirsi di alcool fino a sboccare e lasciarsi andare ad improbabili azioni, facilmente rimpiangibili il mattino seguente.

Ma tu sei tu, e il solo trascorrere del tempo con te mi fa pensare che, in un modo o nell’altro, è come se noi due fossimo già sposati.

Stiamo già combattendo per quello a cui teniamo: tu per l’università e l’indipendenza da tuo padre, io per un’esistenza che si avvicini il più possibile alla normalità.

L’acqua che mi schizzi mi fa strabuzzare gli occhi e abbandonare le mie riflessioni, per perdermi nel tuo sorriso perfetto.

Sorriso che se ne va, per lasciare spazio ad una linguaccia buffissima, che ti fa ritornare bambina per una manciata di secondi.

D’istinto mi alzo e incomincio a rincorrerti, le nostre risa che riempiono il silenzio di quella piccola baia sconosciuta ai più.

Non appena riesco ad acciuffarti, i tuoi occhi color miele sembrano dirmi: gettami al cielo.

Non me lo faccio ripetere due volte.

Ti getto in acqua e me ne vado, fischiettando un motivetto dei Red Hot Chili Peppers, un leggero sorrisetto soddisfatto che m’increspa le labbra.

 

 

 

Dyer Maker~ Led Zeppelin

 

-A me non interessavano i soldi! A me interessavi… A me interessavi solo tu.-

-Sei così diverso da come credevo che fossi.-

Ti volta le spalle, tu non capisci più niente, la prendi per le spalle, la trattieni con un bacio, sperando che lei capisca che il tuo era vero amore, seppur nato da uno schifoso patto stipulato con un apprendista modello totalmente privo di materia grigia.

Ma lei ti scansa, negli occhi una scintilla che conosci bene, la delusione, e corre, si precipita giù per le scale, rischiando d’inciampare nel tulle simile alla schiuma del mare.

E tu rimani lì, appoggiato al parapetto in marmo, incapace di aprire bocca.

Tutte le volte che respiro,
tutte le volte che mi muovo;
baby, per favore, non andartene.

-La prima donna che mi ha stregato… Peccato che non verrà mai a saperlo.-

Lasci quelle parole lì, a mezz’aria, il sapore incompleto del bacio che ti ha rifiutato poco fa.

Ti volti, la sensazione di essere osservato; la tua teoria viene confermata, l’altra Stratford è lì, muta, che ti sta fissando.

Si avvicina lentamente, quasi in punta di piedi, quasi con la paura che tu possa avere una delle tue consuete reazioni non proprio “tranquille”.

Ma tu la guardi, e aspetti. Aspetti che faccia quel qualcosa che vorresti facesse la sorella in questo preciso momento.

E lei ti sfiora la mano, te la prende tra le sue, come se avesse sentito il piccolo desiderio che hai espresso dentro te stesso.

Ed è un attimo.

La prima lacrima scende, cade sul parapetto bianchissimo, andando in un qualche modo ad intaccare la sua perfezione.

Tu mi ferisci l'anima;
cara, per favore, non andartene.

Bianca ti stringe più forte la mano, mentre tu, mentalmente, t’imponi di ringraziarla, non appena quest’orribile serata volgerà al termine.

Mordendoti il labbro inferiore continui a piangere, senza alcun rumore.

Eppure, quanto ce n’è dentro di te.

 

 

 

Killer Queen ~ Queen

 

Caviale e sigarette? Molto meglio un trancio di pizza e una Beck’s appena uscita dal frigo.

Esperta nel cerimoniale Ceeeeerto, come no.

Straordinariamente gentile? Andatelo a chiedere a Bobbie Ridgeway, che si è ritrovato le palle a fare salotto con le tonsille.

I capelli biondi ondeggiano, trasportati dalla brezza che l’oceano ci sta donando.

Kat non è di certo una regina assassina, ma comunque sa come farti saltare la testa per aria.

E causa un appetito assolutamente insaziabile.

La osservo mentre è tutta concentrata nel pedalare e, allo stesso tempo, guardarsi intorno.

La distesa d’acqua che ci circonda si staglia per miglia e miglia.

Incredibile come la sola vista dell’oceano, quand’ero piccolo, fosse capace d’infondermi quella calma e quella tranquillità che era tanto agognata dai miei genitori.

-“Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice”, diceva Jean-Claude Izzo...-

Nelle conversazioni, parlava proprio come una baronessa, mi canticchia nella mente Mercury.

Ridacchio, mentre lei inizia a fissarmi sconcertata, per poi iniziare a seppellirmi d’insulti perché non l’ascolto e mi prendo gioco di lei.

Polvere da sparo, nitroglicerina, dinamite con un raggio laser?

Ok, forse questo per Kat può andare.

 

 

 

Lover, You Should’ve Come Over~ Jeff Buckley

 

Il ticchettio delle gocce sul vetro mi fa sussultare.

Dio mio, quanto sono stato coglione, quanto?

Tutto per trecento miseri verdoni.

Dove sei stanotte?

Mi tornano in mente i tuoi occhi, grandissimi occhi, spalancarsi alla spiacevole scoperta del mio “contratto” con quel viscido di Joey.

Il mio sguardo cade sulla tastiera del telefono, mentre il desiderio di chiamarti si fa strada in me.

Troppo giovane per resistere.

Ma che figura ci farei? Ormai ho la fama dell’uomo che non deve chiedere mai, manderei all’aria tutto quanto.

Oh, al diavolo quello che pensano gli altri!

Frugo nel centrotavola, in cerca delle chiavi della macchina; verrò a casa tua e suonerò dieci, venti, cento volte il campanello, fin quando ti deciderai ad aprirmi e ad ascoltare tutto quello che ho da dirti.

Troppo vecchio per evadere e scappare.

Sospiro e lascio perdere anche questa tentazione, mentre mi abbandono nuovamente ai ricordi: avrei potuto bloccarti, prendendoti per lo scialle blu, ma non l’ho fatto.

Ritorno alla finestra.

Kat, saresti dovuta tornare, perché non è mai troppo tardi.

 

 

 

Che Rumore Fa La Felicità~ Negrita

 

Siamo opposti che si attraggono, penso tra me e me, guardandoti di sottecchi.

Dormi con la testa appoggiata sulle mie ginocchia, quando un ricciolo ribelle ti cade sull’occhio.

Te lo scosto delicatamente, facendo bene attenzione a non svegliarti.

Sei così bello, quando dormi.

Sembri un’altra persona.

Chi direbbe che questo ragazzo dalla faccia d’angelo altri non è che il temibile Patrick Verona?

A dir la verità, tu stesso sei fatto di opposti che si attraggono.

Aggrotto la fronte, ma un tuo improvviso starnuto mi fa ridere sottovoce.

Hai arricciato il naso come un bambino, infastidito dal polline di questo pomeriggio d’aprile.

Le risate però mi muoiono in gola, nel preciso istante in cui appoggi la tua guancia leggermente irta di una barbetta di un paio di giorni sul mio braccio, sfiorandomi teneramente.

La pelle d’oca mi percorre ogni centimetro del corpo; non ci sono ancora abituata.

È un brivido, è una cura.

I nostri scontri perenni, le parole amare che molto spesso ci sfuggono dalla bocca, gli sguardi carichi di rancore…

Fanno di noi due molecole che sbattono, come mosche in un barattolo?

Alzo le spalle con noncuranza, mentre tu continui a rigirarti, incapace di trovare una posizione comoda, dato anche l’accanimento che una mosca sta dimostrando nei tuoi confronti.

Che rumore fa la felicità?

Me lo chiedo spesso.

E forse ora potrei avere anche la risposta.

Rumore di stivali anfibi, rumore di capelli sui miei jeans…

Rumore di occhi verdi che finalmente si aprono, rumore del tuo sorriso luminoso…

Rumore di te.

 

 

 

Don’t Cry~ Guns’n’Roses

 

La testa sotto al cuscino, il corpo raggomitolato in una posizione fetale, una canzone di quelle che sanno far salire alle stelle i livelli di glicemia…

Se qualcuno ti vedesse non ti riconoscerebbe, sai Katharina Stratford?

Ti stropicci a fatica gli occhi rossi, gonfi di lacrime, dopo esserti tolta la federa di dosso.

-Benissimo, ora ho anche dialoghi con la mia coscienza, fantastico.- mormori, la bocca impastata che però non nasconde quel classico velo d’ironia che ti contraddistingue.

So come ti senti dentro, ci sono passato prima.

Una smorfia si dipinge sulle tue labbra: -Eccerto, pure mister Rose l’ha provato. Ma perché cavolo ho ‘sto cd dei Guns’n’Roses?-

Già, come mai? Non eri forse tu la ragazza fissata con le band emergenti di sole ragazze?

 

-Ecco, lo so che non sono il tuo genere, però… Però credo che forse potrebbero piacerti.- disse, scostandosi una ciocca castana dall’occhio, e porgendole un cd che aveva tutta l’aria di essere quell’orrore di “Use Your Illusion I”.

Tuttavia lei, pur detestando quell’album, gradì il pensiero davvero gentile e glielo prese dalle mani, contraccambiando con un sorriso veloce.

 

Il ricordo ti sorprende, ti graffia, mentre quella faccia da sberle di Axl sembra ti stia sfidando:

non farla così difficile adesso e, per favore, non prenderla così male.

Solo ora noti l’incredibile somiglianza tra la rockstar dai capelli d’irlandese e Patrick: entrambi scapestrati, entrambi incoscienti, entrambi belli da morire

Scuoti la testa.

-Entrambi teste di cazzo.- affermi, con un bagliore del tuo solito vigore.

Starà ancora pensando a te?

-Ma ti decidi a lasciarmi in pace?!- urli, rasentando i limiti dell’esaurimento nervoso, mentre dal salotto proviene un –Katharina, va tutto bene?-, gridato da tuo padre in una maniera sorprendentemente zuccherosa.

E, per favore, ricorda che non ho mai mentito
e, per favore, ricorda
come mi sono sentito dentro.

Dai un’occhiata alla tua scrivania, stracolma di quadernetti.

Ne scegli uno e, dopo aver preso anche una penna che scrive, ti siedi a gambe incrociate sul letto, le lettere d’inchiostro sulla carta.

Dieci Cose Che Odio Di Te, recita il titolo.

 

 

 

I Don’t Wanna Miss A Thing~ Aerosmith

 

Potrei trascorrere la mia vita in questa dolce resa.

Già, chi lo sa; potrei anche farlo.

Virgin Radio va a palla, mentre sfreccio a tutta birra per la strada.

Finalmente arrivo a destinazione: un colpo di clacson e tu sei già lì, fuori dalla porta, raggiante, con quel vestitino arancione che ti dona tanto.

Sali in macchina e mi stampi veloce un bacio a fior di labbra, per poi allacciarti la cintura e accomodarti meglio sul sedile.

Alzo un attimo i Ray-Ban per guardarti meglio.

Ogni attimo trascorso con te,
è un attimo che serbo caro.

Abbozzo un sorrisetto e rimetto in moto, aumentando il volume dell’autoradio.

So che questa canzone è una di quelle che t’infastidiscono, ma appunto per quello inizio a cantarla.

-Don't wanna close my eyeeeees, don't wanna fall asleeeeeep…-

-Sarà meglio che non ti addormenti, Pat.- ribatti, con un tono che è un misto tra l’acido e il divertito.

Faccio finta di non sentirti e continuo nella mia esibizione, ora urlandola a squarciagola:

-'Cause I'd miss you, baby, and I don't wanna miss a thiiiiiiing…-

Tu, ormai rassegnata, sbuffi e ti giri a guardare le case che sfrecciano come fulmini ai lati, non accorgendoti, però, che ho notato il sorriso che mi stai nascondendo a stento.

 

 

 

These Streets~ Paolo Nutini

 

Due di notte.

Hai bevuto qualche birretta di troppo, e hai pensato che fare quattro passi t’avrebbe fatto bene.

Non hai preso però in considerazione il fatto che a novembre fa sempre un freddo cane.

Ti stringi meglio nel tuo giubbetto in pelle e frughi convulsamente nelle tasche, trovando quel dannatissimo mezzo pacchetto di Marlboro, per fortuna non ancora finito.

Le nocche rosse, tremando come una foglia te ne accendi una con l’accendino che hai rubato in mensa, aspirando un po’ di fumo e tossendo.

Avevi smesso. L’avevi fatto per lei.

 

-Non sei avvolto dalla tua solita nube di fumo.-
-Lo so, ho smesso. A quanto pare è nocivo per te.-

 

Ti butti sulla prima panca che incontri, la testa che continua a girarti in modo insopportabile, rivolta al cielo.

Rimani a bocca aperta nel vedere la bellezza di quel manto scuro, tempestato di minuscoli puntini luminosi.

Ma quello che ti fa incazzare è che la gente si accorge delle stelle solamente quando ha alzato il gomito.

Toh, l’hai appena fatto anche tu.

Riprendi a guardare la volta celeste, fonte di leggende per popoli antichi e d’ispirazione per artisti.

A te ispira solo una gran dormita, per smaltire ‘sta sbronza colossale.

Beh, buonanotte.

E vago con mezzo pacco di sigarette, cercando il cambiamento che ho perso in qualche modo.

 

 

 

Heroes~ David Bowie

 

Apro la porta e ti trovo qui, davanti a me, il tuo sguardo di sfida.

-Si può sapere cosa ci fai qui? Ti ho già detto che non ho assolutamente voglia di parl…- non faccio in tempo a finire la frase che mi prendi per mano e mi trascini fuori di casa, quasi correndo furiosamente.

-Io, io sarò re e tu, tu sarai la regina…-

Rimango a fissarti: non sono ancora abituata a sentirti cantare: sei un coglione, ma quanto amo la tua splendida voce!

-Sebbene niente li porterà via, li possiamo battere, solo per un giorno…-

Chi è che dovremmo battere?

-Chi è che dovremmo battere, scusa?- ti chiedo, scrollandoti il braccio con forza.

-Loro.- mi rispondi secco.

-Ma loro chi?-

-Quelli che non ci vogliono vedere insieme: tuo padre, quello stronzo di Joey… la gente.-

Silenzio.

Non ti capisco.

-Sebbene niente ci terrà uniti, potremmo rubare un po' di tempo, per un solo giorno...- continui a cantare, e mi dai sui nervi.

-Io e te non stiamo insieme, che questo ti entri bene in testa, stupido.- mormoro.

-Ma abbiamo rischiato di farlo, e sono convinto che entrambi vogliamo riprovarci.-

-Io avrei anche voluto, ma sei tu quello che non ne vuole sapere niente… Non te ne importa niente di me, di come sto… Non t’importa niente.-

Silenzio, di nuovo.

So che stai per riaprire bocca e cantare di nuovo e, nel preciso istante in cui stai per farlo, te la tappo con la mia mano.

Sorpreso, te la stacchi in fretta e continui: -Siamo un nulla, e nulla ci aiuterà:
forse stiamo mentendo, allora è meglio che tu non rimanga…-

Questi ultimi versi mi colpiscono: è una mia impressione, o i tuoi occhi si sono velati di un qualcosa di strano, non appena li hai pronunciati?

Silenzio.

-Ma potremmo essere più al sicuro, solo per un giorno.-

Mi fissi, lo stupore nei tuoi occhi, dove c’è un po’ di verde.

-Sì, conosco anch’io questa canzone… e sì, voglio riprovarci. Piacere, mi chiamo Katharina Stratford, per gli amici Kat.- e ti tendo la mano.

Tu con fare incerto me la prendi e poi, con più sicurezza, me la stringi, aggiungendo: -Il piacere è tutto mio, Kat: io sono Patrick, Patrick Verona.-

 

 

 

 

Oh, io c’ho provato (:

Le Drabble per la sottoscritta non sono accessibili, quindi ho optato per le Flash-fic (:

Amo questo film e amo Patrick Verona: avrei dovuto farne cinque dal suo POV e altre cinque dal punto di vista di Kat, ma non ce l’ho fatta :D

Spero che apprezziate lo sforzo e che partecipiate a quest’iniziativa, che personalmente ritengo splendida.

 

Bacioni, alla prossima

 

Dazed;

   
 
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