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Autore: Rogi    16/06/2010    3 recensioni
Nami guardava scioccata quel simbolo che le aveva appena sconvolto la vita. Gli occhi sgranati, le labbra leggermente dischiuse e le mani tremanti che sorreggevano a malapena quell’oggetto. Nel suo cervello girava solo una domanda. Come era potuto accadere?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guai

GUAI

 

 

Nami guardava scioccata quel simbolo che le aveva appena sconvolto la vita.

Gli occhi sgranati, le labbra leggermente dischiuse e le mani tremanti che sorreggevano a malapena quell’oggetto. Nel suo cervello girava solo una domanda.

Come era potuto accadere?

Ok, forse era la domanda sbagliata, dato che sapeva fin troppo bene come era successo, ma era sempre stata attenta. Ripassò mentalmente le varie volte e non trovò mai un errore in ciò che aveva, o meglio, che avevano fatto.

Ma allora? Come diamine era successo?

Un flashback confuso fece capolino nella sua mente, ripescato dal suo subconscio per dare una risposa alla sua domanda.

La festa.

Circa un mese prima avevano festeggiato la vittoria della ciurma contro la marina. Una festa come tante altre, ma la prima da quando…

“Merda” disse a denti stretti.

Il ricordo di quella sera diventò meno sfuocato e molto più gradevole…

Diamine! Possibile che non resisteva mai ai suoi sguardi desiderosi?!

Stupida mocciosa! Si, quel nomignolo le stava a pennello!

Come un adolescente al primo amore, quando lui la guardava in quel modo accattivante gli ormoni prendevano il sopravvento.

Sbuffò sonoramente rendendosi lentamente conto che era in un mare di guai. Cosa sarebbe successo alla ciurma? E a lui? Non avrebbe mai rinunciato al suo sogno per una dimenticanza, per una debolezza. Si perché per lui quello che c’era stato era solo una debolezza.

E adesso? Come avrebbe potuto dirglielo?

“Nami? Tutto bene?”

Sobbalzò spaventata e quel dannato test le cadde dalle mani.

“Si Robin” rispose alzandosi.

Riafferrò quel maledetto aggeggio che le aveva appena distrutto la vita e lo infilò nella tasca della minigonna.

Fece un respirò profondo ed aprì la porta del bagno.

Robin la guardava interrogativa “Stai bene?”

“Si” rispose sorridendo.

Non era pronta per dirlo a qualcuno, faticava già a rendersene conto da sola.

“Sicura?” chiese preoccupata.

“Si, vado a controllare la rotta” rispose correndo via per il corridoio.

Si guardò alle spalle controllando che non l’avesse seguita. Non la vide, ma sapeva che prima o poi le avrebbe fatto vuotare il sacco.

Andò a sbattere contro qualcosa di duro, il colpo le fece perdere il fiato.

Adesso Franky si metteva a costruire pareti di punto in bianco?!

“Mocciosa! Guarda dove vai!” avrebbe preferito un muro.

Alzò il viso e si ritrovò davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere. Sul suo viso era dipinto un sorriso bastardo.

Beh, lui era il re dei bastardi.

Perché? La risposta era molto semplice: sapeva che lei era stracotta di lui e ne approfittava quando voleva.

Diamine come era stupida!

Una vocina affiorò nella sua testa e le urlava una sola parola: “Scappa!”

“Scusa” mormorò.

Lo superò e corse sul ponte. Una fresca brezza la colpì sul viso e il calore del sole le riscaldò le membra. Sarebbe stata una bella giornata se non avesse fatto quella scoperta.

“A tavola!” l’urlo di Sanji si sentì per tutta la nave e attirò tutti i pirati verso la cucina.

Fece un sospirò e seguì gli altri.

Tutti i componenti della ciurma stavano divorando il pranzo, tranne uno. Nami si sedette al suo posto e guardò il suo piatto stracolmo. Sembrava tutto delizioso ma le era passato l’appetito.

La porta si aprì. Sulla soglia era apparso lo spadaccino. Nami corrugò le sopracciglia vedendo la sua faccia: era sbiancato, gli occhi assenti e la bocca leggermente aperta.

La navigatrice si chiese se stava bene.

Lo guardò meglio cercando di vedere se avesse qualche ferita, ma vide qualcosa di peggio.

Un vuoto le attanagliò lo stomaco e deglutì spaventata.

Si portò scioccamente una mano alla tasca e la sentì vuota. Doveva esserle caduto quando gli era andata addosso e ora lui lo stringeva in una mano.

Zoro si riprese e la guardò negli occhi. Formulò quella fatidica domanda a mezze labbra.

Il suo cuore accelerò veloce sentendo che l’attenzione della ciurma si stava lentamente puntando su di loro.

Nami annuì tremante e Zoro sgranò gli occhi.

“Nami vieni, ho bisogno di parlarti” disse con poca voce.

“Nami, amore, cosa succede?” cinguettò il cuoco.

“Non è il momento Sanji” disse Robin mentre beveva il suo succo.

L’archeologa sapeva della loro “relazione” e a quanto pare aveva fatto due più due.

Relazione! Era solo sesso!

Mai una parola dolce, mai una dichiarazione. Beh, dopotutto si parla di Zoro Roronoa, lo spadaccino di ghiaccio.

Nami si alzò ed uscì dalla cucina seguita dallo spadaccino e dagli occhi interrogativi dei compagni.

Si rifugiò nel suo agrumeto e lui la raggiunse subito.

“Da quanto tempo lo sai?” era la domanda più stupida e inutile che avesse mai fatto.

Ma ora che ci pensava magari voleva andare a livelli. Lo ringraziò mentalmente per non usare i suoi modi rudi anche in quel momento.

“Da un’ora, non volevo che lo sapessi così” rispose accarezzando un suo mandarino.

Sentiva la sua presenza alle spalle, ma non aveva il coraggio di voltarsi.

“Forse non te l’avrei proprio detto”

“Perché?” la sua voce era stupita.

“È stato solo un errore, tu hai il tuo sogno ed io ho il mio. Non c’è spazio per un bambino” fece fatica a dire quelle parole, perché in fondo una parte di lei, la parte senza logica e perdutamente innamorata di lui, aveva sempre sognato quello che stava succedendo.

Ma quella era la realtà, e nella realtà lui stava con lei solo per lussuria.

Ricacciò indietro le lacrime e continuò “Poi non ci amiamo e non potremmo mai essere dei buoni genitori”

“Quindi cosa vorresti fare?” quella domanda le fece male, era la prova che lui non provava niente per lei, affermava che il suo sogno era più importate del loro bambino.

“Credo che Chopper possa aiutarmi”

Ci fu qualche secondo di silenzio e Nami si sentì terribilmente sola.

Sobbalzò incredula sentendosi abbracciare da dietro.

“Non dire idiozie mocciosa, lo so che mi ami”

Si girò di scatto e lo guardò con rabbia “Smettila di prendermi in giro! Ti sei sempre approfittato di questa cosa! Non succederà mai più!”

Lui corrugò le sopracciglia “Approfittato?” chiese incredulo “Non mi sembrava che disprezzassi” aggiunse offeso.

“Quanto sei idiota!” esclamò sentendo il sangue ribollirle nelle vene “Se non fossi stata innamorata di te questa cosa non sarebbe mai successa!!” urlò.

Si girò e fece per andarsene, ma lui l’afferrò per un braccio e si ritrovò intrappolata tra le sua braccia.

“Dimentichi il fatto che anche io sono innamorato di te” le sussurrò all’orecchio.

Sgranò gli occhi non credendo alle proprie orecchie. Si girò verso di lui appoggiando le mani sul suo petto, quante volte aveva dormito comoda lì sopra.

“Cosa?”

Lui corrugò le sopracciglia iniziando a capire “Tu credevi che non ti amassi?”
“Non è così?” chiese spaesata.

“Certo che non è così!” esclamò tra l’offeso e l’arrabbiato “Io ti amo più della mia stessa vita”

Nami si sentì morire a quella frase “P-perché n-non m-me l-l’hai m-mai d-detto?” balbettò sentendo lacrime di sollievo bagnarle le guance.

Lui le asciugò “Perché sono un idiota orgoglioso”

Sorrise appoggiando la fronte alla sua “Sono d’accordo”

“Scusami” mormorò guardandola negli occhi.

Si strinse a lui, intrufolandosi nel suo abbraccio.

Le diede un bacio sulla fronte “Ti amo Nami”

Non resistette oltre. Alzò il viso e si attaccò alle sue labbra. Lo baciò con foga, aveva temuto che non l’avrebbe più potuto fare. La paura di perderlo rese quel bacio ancora più speciale. Era una promessa non scritta, la promessa che non si sarebbero più separati.

Quando si staccarono lei chiuse gli occhi e si accoccolò sul suo petto.

Era tutto perfetto.

“Voglio proprio vedere che faccia farà il cuoco” sogghignò lo spadaccino.

Nami aprì gli occhi di scatto sentendo una vampata di calore colpirle il viso. Si staccò bruscamente e gli lanciò un’occhiataccia assassina. Caricò il destro, che partì prima che Zoro lo vedesse. Lo colpì sul viso e il povero spadaccino si ritrovò con la faccia spiaccicata per terra.

“Un momento romantico come questo me lo rovini così???!!!” esclamò infuriata “Ma di tutti gli uomini di questa terra, proprio di un cavernicolo come te dovevo innamorarmi?!” urlò dirigendosi verso la sua cabina sbattendo frustata i piedi per terra.

Zoro rimase immobile, pensando che era più facile vincere un duello che capire le donne.

 

ANGOLO DI ROGI

Salve gente!!! Dopo lunghi giorni di assenza sono tornata con una piccola fic, siate clementi sono un po’ fuori allenamento ^^ Questi ultimi giorni di scuola sono stati folli e non ho avuto il tempo neanche di accedere il pc!! Ma ora mi rimetto al lavoro promesso, ho qualche ideuzza per qualche fic a più capitoli. Intanto vi lascio con questa, scritta di getto. Spero che vi abbia fatto sorridere.

Un abbraccio a tutti!!!

 

   
 
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