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Autore: PhoenixOfLight    17/06/2010    4 recensioni
"Fred era morto. Lo spettro dell’ultima risata ancora impresso sul volto… Ed era morta anche lei. Il riflesso della sua risata brillava flebile nel suo cuore…" Ispirata alle canzoni "Return to the grave" e "Believe in angels" di Graeme Revell (dal film "Il Corvo"). Non è una storia d'amore, ma di un'amicizia molto profonda. (Fred/Hermione) *** STORIA CLASSIFICATASI SECONDA AL CONTEST "FRED/HERMIONE... THIS IS LOVE" INDETTO DA ITACHI LOVE *** VINCITRICE DEL "PREMIO GIURIA" E "PREMIO COPPIA"
Genere: Triste, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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RETURN TO THE GRAVE (DO YOU BELIEVE IN ANGELS, HERMIONE?)

 

 

 

-Hai fatto una battuta, Perce!-, esclamò il ragazzo mettendo K.O. il Mangiamorte con cui stava combattendo. -Hai davvero fatto una battuta, Perce... l’ultima che ti ho sentito fare era... -.

Ma lei non seppe mai quando fu l’ultima volta che Percy fece una battuta.

Un rumore assordante, un’improvvisa luce bollente, le schegge di qualcosa di molto duro che graffiavano il corpo e la sensazione di essere catapultata all’indietro fermarono tutto: il tempo, la guerra, la paura. Sbatté violentemente a terra, mentre ogni cosa intorno a lei esplodeva. Poi, come ebbe inizio, tutto tacque. Per un attimo credé di essere morta: c’era troppo dolore, troppo fuoco, troppe urla… pianti, passi affrettati… e un unico, maledetto nome ripetuto in modo straziante.

-Fred…-.

-Fred!-.

-FRED!-.

Sentì chiaramente il pavimento freddo sotto di sé e, aprendo gli occhi, si ritrovò ad Hogwarts. Il cuore ricominciò a battere e i polmoni a funzionare; si alzò con fatica con una strana sensazione che le opprimeva il petto e si guardò attentamente intorno.

I Weasley circondavano qualcuno che si trovava a terra. Quel qualcuno era Fred.

Sgranò gli occhi e corse verso di loro.

Piangevano. Gridavano.

E nel frattempo Fred rimaneva impassibile, ancora sorridente.

Il respiro le mancò. Non si sentì più la terra sotto i piedi. Il castello cominciò a vorticare pericolosamente.

Fred morto...

Non era vero. Non poteva essere vero.

No, no, no!

“E’ uno scherzo, ditemi che è uno scherzo... non può essere vero... Fred... Fred non può essere morto...”.

Si accasciò accanto a lui, esausta, con il volto rigato di lacrime amare, dolorose, bollenti.

-Fred...-, mormorò.

Si portò le mani al volto, scoppiando in singhiozzi.

-No... no... no! No! NO! Non può essere vero! Svegliati, Fred! SVEGLIATI! Smettila di scherzare!-, urlava George, strattonandolo e piangendo.

Era come se volesse farlo rinvenire, come se sperasse che saltasse su e cominciasse a ridere, esclamando: “È uno scherzo! Pensavate di liberarmi di me così facilmente?”, incurante delle ramanzine della madre e dei sospiri di fastidio di Percy

-Smettila... smettila, ti prego... ti prego... torna da noi...-, mormorò, mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi e finivano sul volto sorridente del fratello.

-Non abbandonarci...-, mormorò Hermione. -Perché? Perché, Fred?-.

Non c’era più nulla da fare.

Fred non si alzò mai.

Nessuno avrebbe mai più sentito la sua risata allegra.

 

Fred era morto. Lo spettro dell’ultima risata ancora impresso sul volto…

 

Ed era morta anche lei. Il riflesso della sua risata brillava flebile nel suo cuore…

 

 

*

 

Quattro giorni dopo, il corpo di Fred venne portato alla Tana. La professoressa McGranitt, la nuova Preside dopo la morte di Silente, aveva concesso la possibilità ai parenti dei defunti di organizzare una piccola cerimonia di commemorazione nelle proprie case prima che i cadaveri venissero seppelliti ad Hogwarts. Furono dati loro due giornate per preparare le abitazioni.

Qualcuno azzardò a fare un elenco delle vittime, tanto per avere un quadro generale delle conseguenze della catastrofe; nemmeno un maremoto aveva stroncato così tante vite: dimostrazione del fatto che, a volte, le barbarie dell’uomo sono più pericolose della natura stessa.

Hermione arrivò alla Tana la mattina del terzo giorno. Quasi non riconobbe la casa quando vi fu davanti. Era tutto addobbato con pezzi di stoffa scura; ghirlande e corone dai colori malinconici ornavano il giardino sbiadito, dove si trovavano persone tutte agghindate di nero. Le si formò un magone alla gola al solo pensare che non era rimasto più niente della vecchia Tana così allegra. Si diresse verso l’ingresso ignorando gli sguardi compassionevoli e talora tristi dei presenti; si sentiva maledettamente oppressa e le sembrava che tutti la fissassero.

Il tragitto fino alla cucina le parve breve e lunghissimo nello stesso tempo e non capì mai come ciò fosse possibile.

La famiglia Weasley era tutta radunata lì. Trattenne il fiato e per poco non pianse.

Avevano tutti gli occhi rossi e i volti segnati dalle lacrime; le loro espressioni erano quelle dei soldati Babbani in trincea, si percepiva un immenso dolore sui visi e nei loro gesti, così lenti, così pesanti, così forzati, come se si fossero stancati di esistere, come se volessero raggiungere anche loro Fred…

Strinse i pugni e tentò di farsi forza. S’incamminò per la stanza e raggiunse la sig.ra Weasley, seduta in fondo alla stanza con un fazzoletto bagnato in mano, che alzò lo sguardo su di lei. Hermione trasalì. Non sapeva spiegare quanta sofferenza, quanta tristezza, quanto dolore estremo alloggiassero in quegli occhi… non era possibile descriverlo, la mente umana non poteva semplicemente sopportare tutte quelle emozioni negative in una volta… aveva l’impressione che prima o poi avrebbero ceduto, ognuno di loro.

-Hermione…-, mormorò la donna tentando in tutti i modi di sorridere, ma ottenendo solo una smorfia contratta.

Non ce la fece più. Afferrò Molly e l’abbracciò con veemenza, trasmettendo in quella stretta tutto il conforto che era capace di darle. La donna rimase imbambolata per qualche secondo, prima di stringere la vita della ragazza, le sue lacrime che le bagnavano la maglia e quelle di Hermione che scivolavano lente nei capelli rossicci. Si staccarono dopo qualche minuto, affidando le proprie parole al silenzio e ai singhiozzi. Molly la guardò con commozione e riconoscenza. Lei sorrise debolmente per infonderle coraggio e abbracciò anche gli altri Weasley; non ci furono discorsi insignificanti o sguardi di pena o la falsità di quella maledetta parola: “Condoglianze”. Non si davano le condoglianze ai membri di una stessa famiglia: c’era appoggio e sincerità, fiducia e consapevolezza di un dolore unitario, che corrodeva gli animi solo per metà, perché era sopportato da ognuno di loro in modo equilibrato. Quegli abbracci servivano a mescolare la loro sofferenza e – solo più tardi – attenuarla.

L’ultima ad essere confortata fu Ginny. La piccola di famiglia, non più tanto bambina, a dire la verità. I suoi occhi azzurri con striature marroni avevano perso parte della loro energia, come quelli di una donna che nella vita aveva sopportato ogni genere di avversità. Hermione l’abbracciò più forte rispetto agli altri; la sua stretta sofferente era tanto simile a quella della madre....

Voi dovete proteggerla. C’è la guerra e se dovesse accaderci qualcosa... se noi dovessimo...”. La voce di Fred le risuonò nella mente, provocando altre lacrime al ricordo. Non aveva nemmeno finito la frase che lei, Ron e Harry vi si opposero strenuamente, ma lui li zittì con un gesto della mano. Dovete promettermi che la proteggerete a costo della vostra vita. So che Ginny non è più una bambina, ma ai miei occhi è come lo fosse ancora... per questo devo salvaguardarla. Se non ci sarà nessun altro a farlo, quel compito spetta a voi. Vi prego”. Concluse quella malinconica raccomandazione con un groppo in gola; loro non poterono far altro che annuire con le lacrime agli occhi, per poi seguire con un abbraccio, suggello di quel patto. Un patto che non avrebbe mai infranto.

-Vuoi vederlo?-.

La domanda improvvisa di Ginny la riportò bruscamente alla realtà. Sbatté più volte le palpebre, palesemente confusa.

-Chi?-, chiese.

-Fred-, rispose semplicemente Ginny come se fosse una cosa ovvia.

Una scintilla di consapevolezza attraversò il suo animo e la ragazza annuì in modo grave, il cuore che sprofondava sempre più negli abissi della tristezza. La rossa si alzò prendendola per mano e la condusse fuori dalla cucina, verso le scale che davano al piano superiore. Hermione la seguì docilmente, tentando di non incontrare lo sguardo delle persone che la circondavano. Il tragitto le parve insieme dannatamente lungo e maledettamente breve e si ritrovò alla porta della stanza dei gemelli, dove si fermarono.

La camera non era affatto come la ricordava: alle pareti erano stati tolti i poster, tutto era tremendamente in ordine e non c’era traccia degli scatoloni dei “Tiri Vispi Weasley”, gli scherzi che avevano ideato i due fratelli. Tutto era stato spolverato. Un letto era stato portato via e ne era rimasto solo uno, su cui c’era... Fred.

Indossava un completo elegante, come se dovesse andare ad un galà; le braccia erano appoggiate sul petto; il sorriso non aveva ancora abbandonato il suo volto, ma la mascella era mantenuta con fazzoletto bianco che fasciava i contorni del viso; il suo profilo era illuminato dalla luce che proveniva dalla finestra accanto al letto, ma era una luminosità fioca, surreale, senza senso; non riempiva l’animo di gioia e felicità come aveva sempre fatto, era solo uno dei tanti gingilli insignificanti che riempivano la casa. Hermione sentì di odiarla: in un giorno come quello non doveva esserci la luce; solo la pioggia avrebbe dovuto essere testimone di quella perdita... il sole non doveva brillare, semplicemente. Perché il sorriso del ragazzo che giaceva inerme sul letto era il sole.

La sua mano si liberò dalla stretta di Ginny, ma non se ne accorse. Si avvicinò cautamente al letto, mentre cercava senza successo di sciogliere quel nodo intricato che le ostruiva la gola. Quando fu abbastanza vicina al corpo e poté in tal modo guardarlo meglio, si abbassò verso di esso. Voleva lasciargli un piccolo bacio, o una carezza, o un respiro, non lo sapeva. Poi però si sentì tirare e capì che baciare un cadavere non sarebbe stato così liberatorio come immaginava. Tuttavia, senza perdersi d’animo, alzò una mano e ne accarezzò debolmente il profilo del volto. La pelle pallida era fredda, sì, proprio come tutti avevano sempre detto; i capelli, invece, non avevano perso la loro luminosità, il loro fervore, anzi: il sole tanto odiato contribuiva a farli brillare ancora di più. La luce omaggiava il suo più importante emissario, un angelo meraviglioso.

 

(Flashback)

 

-Tu credi negli angeli, Hermione?-.

La ragazza interpellata si voltò a fissare il suo interlocutore, un ragazzo dai capelli di un rosso acceso, lo sguardo brillante e l’espressione perennemente gioiosa del volto, come se non avesse mai conosciuto dolore o tristezza in tutta la sua vita.

-Gli angeli?-, ripeté confusa.

Fred annuì. -Li chiamate così, vero, nel mondo Babbano? Una volta ne ho sentito parlare... tempo fa...-.

-S-sì...-, balbettò Hermione presa alla sprovvista da quell’insolito argomento.

-Allora?-, chiese il ragazzo dopo qualche minuto di silenzio.

-Be’... prometti di non ridere?-, disse leggermente arrossata in viso.

-Perché mai dovrei?-, sorrise.

Lei sospirò.

-Sì, ci credo... anche se potrà sembrare strano per me che sono una strega: sai, la magia normalmente non va d’accordo con la religione... ma sento che gli angeli esistono. Lo credo fermamente. Ma non so spiegarti il perché, non ne sarei capace. E tu?-, domandò dopo una piccola pausa guardando Fred. –Tu credi agli angeli?-.

-Io credo che esistano una specie di “guardiani” che proteggono le persone... qualcuno che durante la vita era molto attaccato a loro... che so, parenti, amici, conoscenti, con cui avevano un legame speciale. Non so se questi sono chiamati “angeli”, ma sono convinto che è così. Lo sento. Anche se non so spiegarti il motivo, proprio come te-.

Hermione sospirò.

-Sì, Fred, ciò che dici tu vengono chiamati angeli... “angeli custodi”...-.

 

(Fine flashback)

 

Altre lacrime vergarono il suo viso a quel ricordo. Chissà ora Fred a chi verrà assegnato... quale persona custodirà...

Un singhiozzo più forte del normale squarciò il silenzio della stanza e Hermione si portò le mani al volto.

-Addio, Fred...-, mormorò piangendo.

Si abbandonò ad un pianto convulso, sola e debole, finché una presa leggera non le sfiorò la spalla.

-Vieni, Hermione...-, le sussurrò Ginny in un orecchio.

Lei si alzò tremante e seguì la ragazza senza sapere realmente ciò che stava facendo. Le sembrava tutto così distante... non poteva essere vero... non era concepibile una cosa del genere... la realtà le si stava presentando davanti agli occhi solo in quel momento. Era come se nei due giorni dalla morte di Fred avesse vissuto in una campana di vetro: sapeva ogni cosa ma le emozioni la lambivano solo superficialmente. Poi, con la vista del corpo, la verità l’aveva colpita con una forza inaudita, lasciandola stremata e senza fiato in un mondo che aveva cominciato a girare al contrario

Si sedettero ad uno dei divani al piano inferiore e Ginny l’abbracciò, piangendo insieme a lei lacrime di sofferenza e abbandono.

-Perché? Perché?-, continuavano a chiedersi.

Perché se n’era andato? Non era necessario, è stata una morte inutile, senza significato: che senso aveva far morire Fred? Perché il destino, o il caso, o le avversità – a seconda dei punti di vista – ha decretato che il mondo non avrebbe dovuto più brillare, senza la gioia di Fred che adempieva a questo compito?

Perché la famiglia Weasley doveva patire tali tribolazioni? Era come se si fosse perso un pezzo della loro anima, staccato a con violenza e ridotto a brandelli dalle mani ossute e artigliate della morte.

Quel turbinio di pensieri fu interrotto da Ginny, che dovette ricevere le persone venute a dar loro le condoglianze. Hermione annuì e sorrise mesta alle sue tacite scuse per rassicurarla. Si asciugò le lacrime – che non smisero comunque di avanzare – e si guardò intorno. C’era gente conosciuta, gente che aveva intravisto al matrimonio di Bill e Fleur e altre persone che invece non aveva mai incontrato prima. Tempo dopo, però, non avrebbe ricordato nemmeno un volto di quelli sfiorati con lo sguardo quel giorno. La sua mente era una tabula rasa: il dolore aveva azzerato ogni percezione del mondo esterno e ogni reazione del cervello ad esse.

Si ritrovò a guardare le foto poggiate sui mobili senza sapere neppure come avesse fatto ad arrivarci. Immagini mobili che ritraevano i membri della famiglia intenti a fare mille cose: ridere, salutare, viaggiare, scherzare, pensare; mentre erano a mare o in montagna; c’erano alcune foto del viaggio in Egitto di quattro anni prima, quando Sirius ai loro occhi era ancora un assassino e noto ricercato; foto che ritraevano solo i genitori e altre solo la prole Weasley, alcune con accanto lei e Harry di tutte le età; Arthur che rincorreva i gemelli per tutta la dimora; Molly che governava cibo e pentole con pigri colpi della bacchetta; Bill che scartava il suo regalo di Natale all’età di otto anni: una mini-chitarra elettrica; Charlie chino sul “Libro Mostro dei Mostri”, incantato dalle immagini; Percy che mostrava orgoglioso la sua spilla da Caposcuola; ancora i gemelli, che giocavano con bacchette di plastica e lenzuola a mo’di mantelli; Ron impegnato ad una partita di scacchi contro Harry; Ginny che mangiava un enorme gelato al cioccolato, sporcandosi il viso e un po’ il vestitino rosa...

Poi un’altra foto, che non era sicura di aver mai visto, che ritraeva i Weasley in un paesaggio che le sembrava vagamente familiare: Arthur installava una tenda da campeggio come quella utilizzata per il Campionato Mondiale di Quidditch, i figli sguazzavano allegri nell’acqua e Molly li osservava, apprensiva. Qualcosa non quadrava, però: chi aveva scattato la fotografia? Poi Hermione notò che mancava una testa e si rese conto che Fred non si trovava nel quadretto. Il ragazzo aveva voluto immortalare quel momento magico per sempre. Proprio in quel mentre l’inquadratura si spostò verso l’alto e il cuore di Hermione perse un battito. Ora ricordava. Come aveva fatto a non pensarci prima...

Lei c’era già stata lì. Proprio Fred l’aveva portata...

 

(Flashback)

 

-Ho sempre adorato questo posto. Io e la mia famiglia  veniamo qui quasi tutte le estati, restiamo all’incirca una settimana, sette giorni a contatto con la natura... non trovi che sia meraviglioso?-.

Hermione si guardò intorno. La cascata immersa nel verde era imponente e nel punto in cui questa baciava la terra dalla loro unione nasceva un fiume.

-Meraviglioso è dir poco... non... non ho parole per descrivere questo paesaggio...-, sussurrava estasiata la ragazza.

Fred sorrise: -Fa lo stesso effetto anche a me!-.

Lei si guardava intorno estasiata come una bambina, ammirando l’acqua che gorgogliava serena, i giochi di luce che stagliavano ombre e colori su alberi e piante, disegnando ghirigori e sagome dalla foggia strana e magnifica al tempo stesso... fiori, ninfe, sirene... contemplavano tutti quel paesaggio incontrastato.

Si sedette su un masso che sporgeva sul corso d’acqua, slacciandosi le scarpe e immergendo i piedi nel torrente fresco. Chiuse gli occhi, beandosi di quella sensazione rigeneratrice.

Sentì Fred sedersi accanto a lei, ma non alzò comunque lo sguardo su di lui.

-Come fate a tornare alla vita di tutti i giorni dopo aver trascorso una settimana in questo Paradiso?-, chiese lei, sorridendo.

-Non lo so nemmeno io. Non vorrei mai lasciare questo posto. Non l’ho mai confessato a nessuno, ma... mi piacerebbe restare per sempre qui... anche.. sì, be’, anche dopo la morte. Se morirò, vorrò essere sepolto             proprio accanto a questo fiume...-.

Hermione si voltò a guardarlo.

-Sarebbe bellissimo... ma per ora tralasciamo questo argomento, che ne dici? E’ troppo opprimente per i miei gusti-., concluse lei con un gran sorriso che celava la malinconia improvvisamente calata sul suo cuore.

 

(Fine Flashback)

 

 

 

-Coloro che sono morti nella battaglia di Hogwarts verranno sepolti nel Castello in loro ricordo. Le lapidi verranno poste nel parco e chiunque potrà recarsi lì per far visita agli estinti, a patto che non intralcino le lezioni e che non entrino nel Castello-.

Quelli erano stati gli ordini della McGranitt.

Ma Hermione non poteva rispettarli, non quella regola, non dopo la confessione di Fred.

Cercò Molly per tutta la casa con una strana trepidazione nel cuore, finché non la trovò: stava salutando altri due ospiti. Aspettò che si liberasse prima di raggiungerla.

-Sig.ra Weasley...-, la chiamò, facendola voltare, -...devo dirle una cosa-, sussurrò guardandosi intorno.

-Dimmi, Hermione cara...-rispose la donna con voce incrinata. Non aveva aperto bocca dall’inizio della giornata, tranne per singhiozzare e ringraziare debolmente coloro che le si avvicinavano.

-Non qui... e avrei bisogno anche del sig. Weasley... è urgente, ma non c’impiegherò molto-.

-D’accordo...-, acconsentì la donna, palesemente sorpresa. -Un attimo e lo chiamo-.

Pochi minuti dopo, tutti e tre si trovavano in una stanza vuota.

-Dicci tutto, Hermione-, disse Molly.

Lei sospirò.

-Ricorda quella cascata dove trascorrevate le vacanze estive?-, cominciò la ragazza.

L’espressione della donna era ora scettica e confusa.

-Certo che la ricordo...-, sussurrò con le lacrime agli occhi. –Ai ragazzi piaceva tanto quel posto... non volevano mai ritornare a casa!-, sorrise malinconica asciugandosi la guancia destra.

-Già...-, mormorò Hermione perdendosi per un attimo tra i ricordi. –Be’... Fred mi ha detto tempo fa che... gli sarebbe piaciuto essere sepolto lì, una volta... be’, una volta lasciata questa vita. Quindi stavo pensando di... di chiedere alla Preside McGranitt se fosse possibile collocare la tomba di Fred lì-.

I due erano senza parole. Guardavano Hermione come se fosse un miraggio, trattenendo a stento le lacrime.

-D... davvero ti ha detto così?-, sussurrò poi Molly quando si fu ripresa.

Lei annuì.

-Se è questo che ha sempre voluto... chi sono io per contrastare il suo volere?-, sorrise la donna, triste.

-Spedisco un gufo alla Preside-, disse il sig. Weasley.

-Sì, caro...-.

Hermione sorrise.

-Io… torno di sopra-.

Molly annuì, continuando ad asciugarsi le gote. Poi, senza preavviso, afferrò la ragazza per un braccio e la strinse forte al petto.

Hermione dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non piangere, ma una lacrima bollente riuscì a sfuggire al suo controllo.

-Grazie-, mormorò la sig.ra Weasley.

 

*

 

DICIANNOVE ANNI DOPO

 

Il posto era proprio come lo ricordava. Nulla era cambiato, a parte la lapide bianca che svettava tra l’erba verde. Su di essa c’era una sua foto; sorrideva, ovviamente. La scritta nera che rifiniva elegantemente il marmo pallido recitava: “Qui giace Frederick Weasley, eroe della Battaglia di Hogwarts. Riposa in pace, rimarrai per sempre nei cuori dei tuoi cari”.

Hermione posò un piccolo mazzo di fiori bianchi sulla tomba, per poi inginocchiarsi dinanzi ad essa. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Lo scroscio dell’acqua fece da sfondo ai suoi pensieri confusi, finché non si abbandonò al passato. I ricordi presero il sopravvento su di lei, ma non la lasciarono senza fiato come avevano sempre fatto: piuttosto, si lasciò cullare da essi come la brezza leggera che spirava quella mattina assolata, portandola in un mondo antico che non visitava da tempo: la sua giovinezza.

Contemplò le varie immagini che si presentavano davanti ai suoi occhi con insolita calma, ma con un’innata malinconia. Sprazzi della sua esistenza. Gioia, dolore, indifferenza, felicità, sbeffeggiamenti... poi, quel giorno maledetto.

La battaglia di Hogwarts.

La morte di Fred.

Fred...

Lui, che era nato ridendo...

Lui, che per lei è stato come un fratello maggiore...

Lui, che ha sempre fatto di tutto pur di non far soffrire nessuno...

Lui, che anche nella situazione più disperata aveva una parola di conforto...

Lui, che amava la sua famiglia...

Lui, che amava i suoi amici...

Lui, che amava tanto quel posto...

Lui, che se n’era andato per sempre senza salutarla...

Fred...

Hermione...

La ragazza sussultò e aprì di scatto gli occhi. Si guardò intorno, ma non c’era nessuno. Strano, le era sembrato di sentire il suo nome...stava delirando... tutti quei ricordi l’avevano resa pazza...

Hermione...

Quella volta scattò in piedi. Era sicura di averlo sentito. Eppure giurava di trovarsi da sola... a meno che qualcuno non l’avesse seguita... ma chi?

-Hermione... sono io...-.

-Io chi?-, urlò lei. –Fatti vedere!-.

-D’accordo... ma non gridare...-.

Quella voce che assomigliava al sibilo del vento... era familiare... l’aveva già sentita altrove... ma non ricordava a chi potesse appartenere...

Una luce improvvisa la colse alla sprovvista e la costrinse a portarsi un braccio agli occhi per ripararseli. Un fiotto di aria calda l’avvolse completamente, penetrando fin nelle ossa e lasciandovi una sensazione di benessere e tranquillità. Alle sue narici arrivò un profumo buonissimo e indimenticabile, un misto fra quello di rose, gigli, margherite, tulipani, petunie, girasoli, del mare, della salsedine, della sabbia, della montagna, della neve, del fuoco, della pioggia, del sole, dell’acqua, del caldo, del freddo... un odore indescrivibile che la fece rabbrividire. Quando la luce diminuì, aprì gli occhi.

Su un primo momento non vide nulla di cambiato nel paesaggio. Un movimento fluido ma repentino proveniente dalla sua destra la costrinse a voltarsi.

La ragazza si portò le mani al volto, trattenendo un grido.

“Tu credi negli angeli, Hermione?”.

Per poco non si accasciò a terra dalla sorpresa. Ma doveva essere forte, non poteva svenire... non in quel momento...

“Non vorrei mai lasciare questo posto...”.

Non seppe mai dove trovò la forza di farlo, ma si diresse lentamente verso la fonte della sua meraviglia. Le gambe le tremavano e le lacrime stavano per traboccare, ma non si arrese.

“Vorrei restare per sempre qui...”.

Quando fu abbastanza vicina, tese una mano verso di lui.

Lui.

-Fred...-, sussurrò, emozionata.

Annuì.

Indossava una tunica di un bianco accecante; i suoi capelli erano ancora più brillanti, come se la luce si fosse trasferita in essi; la pelle era candida, morbida, calda e luminosa; gli occhi avevano i riflessi di tutti i colori dell’arcobaleno; il suo sorriso splendente occultava perfino il sole. Infine, cosa che non passava di certo inosservata, sulla sua schiena facevano bella mostra di sé un paio di grandi ali albine.

Era bellissimo.

-Non te l’aspettavi, eh?-, rise lui.

Sì, era lui. Non era cambiato per nulla. Era rimasto il suo Fred. Ciò la fece commuovere, ma solo per pochi istanti. L’abitudine la portò a reggere il gioco.

-Per niente!-, commentò lei. –Anche se ho sempre saputo che tu fossi un angelo-, confessò.

Sul suo volto si dipinse un’espressione stupita e divertita.

-Mi prendi in giro, Granger?-.

-Non potrei mai!-, ribatté scandalizzata.

Lui si lasciò andare ad una risata liberatoria.

-Non sai quanto mi sei mancato... la tua risata, il tuo viso, i tuoi capelli...-, mormorò accorata.

-Anche tu... moltissimo... però ora sono qui, no?-, esclamò lui, sempre allegro.

Lei annuì.

-Come mai hai deciso di apparirmi?-, chiese lei dubbiosa, mentre prendeva posto sull’erba.

Lui si sedette dinanzi a lei con un rapido movimento delle ali e si sistemò la veste.

-Che c’è, non ti vanno a genio le normali visite degli amici?-, domandò.

-Ma certo che mi fa piace...-, si fermò dubbiosa. –Me l’hai fatta! Non posso crederci!-, esclamò basita osservando un Fred che si tratteneva la pancia dal troppo ridere.

Hermione assunse un’espressione falsamente offesa.

-Scemo!-.

-Dai, non fare così!-.

Le si avvicinò e le accarezzò dolcemente una guancia. Un brivido attraversò la schiena della donna.

-Sei venuta a trovarmi oggi, ma sei così triste... il tuo stato d’animo mi ha colpito talmente tanto da indurmi a farti una visita. Sì, esatto: sono qui per tirarti su il morale!-, concluse con un sorriso smagliante.

Hermione sorrise.

-Cos’hai?-, chiese lui scrutandola con attenzione.

-Nulla di grave...-, mormorò lei, abbassando lo sguardo.

-Sicura?-, chiese lui.

Lei annuì, continuando a non fissarlo.

-Guardami-, le ordinò.

Alzò il volto e quando incontrò le iridi di Fred le sembrò che stesse per esserne risucchiata.

-Stavo vedendo delle vecchie foto...-, cominciò Hermione con voce incrinata. -E in una sei sbucato tu. Non mi avevi mai fatto quell’effetto prima di allora... mi sono sentita come vuota, ad un tratto sorridere mi sembrava una prerogativa troppo alta per i miei standard. Ho tolto via gli album e mi sono fiondata in camera, prendendo i primi vestiti che mi sono capitati. Ho lasciato un biglietto in cui dicevo dove ero diretta, ho fatto comparire un mazzo di orchidee bianche, le tue preferite-, sorrise, -e sono venuta qui. Volevo sentirti vicino...-, esitò. -Ma non potevo minimamente immaginare che mi apparissi!-, continuò scherzosa.

-Be’... sai com’è, mi piacciono le cose in grande!-, ghigno lui.

-Non ne avevo dubbi-, replicò lei.

-Ok, scherzi a parte...-, prese un respiro. -Lo sai che non mi piacciono le persone tristi... soprattutto se lo sono a causa mia-.

-Sì, lo so...-, rispose sconsolata.

-Bene... quindi mi sembra inutile ripeterti che non devi più stare male per me, giusto?-.

-Sì, ma...-.

-Ma?-.

-Non ce la faccio-, esalò disperata Hermione.

-Su... su, piccola...-, la esortava lui asciugando una lacrima silenziosa che era scivolata sulla guancia pallida. –Non vale la pena piangere... io sono qui-.

-Sì, ma te ne andrai... avrai persone da custodire... non potrai stare accanto a me... già per apparirmi hai abbandonato i tuoi obblighi... mi sento così sciocca...-.

-Ehi! Piccola, non fare così... guarda che non ho mancato a nessun dovere! Le persone che sto custodendo ora sono in buone mani, credici!-, sorrise lui. –Insomma, hanno dei genitori fantastici... sempre attenti, ma mai oppressivi; gentili, disponibili, amorevoli... quei due bambini cresceranno sani e forti! E sai qual è il bello, Hermione?-, domandò infine alzandole il volto con le dita.

Lei scosse il capo.

-Che tu conosci quei bambini. E anche molto bene-.

La ragazza rimase allibita per un po’ prima di sgranare gli occhi dalla sorpresa.

-I-io... tu...-.

-Non ti ho mai abbandonata, Herm. Sono sempre stato accanto a te... e ai tuoi figli. Hugo e Rose sono dei ragazzini fantastici. Sono così onorato di sorvegliarli... non avrei mai potuto chiedere di meglio!-, esclamò raggiante.

Hermione non riusciva a capire cosa provava. Il suo animo era attraversato da un misto di sensazioni tutte positive: sorpresa, meraviglia, affetto, gratitudine, commozione, sollievo... ma anche un po’ di senso di colpa per aver dubitato di Fred.

-Perdonami... ho pensato che mi avessi abbandonata... e invece sei sempre stato accanto a me... per tutti questi anni... n-non so come ringraziarti, Fred...-, singhiozzò infine.

-Non c’è bisogno di ringraziarmi! Lo sai che ti ho sempre voluto bene e desiderato solo la tua felicità! Quando mi hanno offerto questo incarico non ho esitato ad accettare: era l’occasione giusta per starvi vicino. Ti ho osservata solo da lontano, invece ora finalmente riesco a tenerti d’occhio a dovere... be’, più o meno... principalmente in estate, dato che in inverno i bambini sono a scuola... però, sai, tornare a Hogwarts non mi è mai piaciuto così tanto!-, concluse con il suo consueto tono allegro permettendo a Hermione di ammirare di nuovo il suo sorriso.

La ragazza si asciugò le gote per l’ennesima volta. I suoi occhi brillavano di una luce nuova, intensa, carica di emozioni. Si morse un labbro sorridendo e lo guardò. Poi, senza preavviso, si lanciò tra le braccia dell’angelo.

-Ti voglio un bene nell’anima, Fred-, sussurrò.

Lui le accarezzò i capelli per poi lasciarvi un leggero bacio.

-Anch’io te ne voglio, piccola. Davvero tanto. Non dimenticarlo mai-.

-Mai-.

-Promesso?-.

-Promesso-, giurò lei.

-Sappi che non sarai mai sola. Ora però devo andare... il tempo di stare con te è terminato. Mi sa che Rose e Hugo hanno bisogno di me-.

La donna sgranò gli occhi.

-Stanno bene, vero?-, domandò ansiosa.

-Ehi, non preoccuparti! Stanno benone! Solo che temo che possano cacciarsi nei guai-, confessò.

-Allora non ti trattengo oltre-, disse Hermione. –Torna da loro-.

Lui annuì, per poi sfiorarle la guancia.

-Non permettere mai a niente e nessuno di toglierti il sorriso-.

-Lo farò, non temere!-, promise lei.

Lui sorrise e si allontanò con un ampio e fluido movimento delle ali.

-Addio, Hermione-.

Attorno al suo corpo slanciato si venne a formare un’improvvisa luce che gradualmente aumentava sempre di più; di nuovo quel profumo e quel calore che l’avevano investita quando era comparso, poi l’angelo scomparve per sempre.

-Addio, Fred-, sussurrò lei.

Una brezza leggera le sfiorò delicatamente i capelli.

Da quel momento in poi non sarebbe mai stata sola.

 

“... per sempre qui... anche dopo la morte”.

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Salve gente^^

Non riuscivo a prendere sonno perché ho appena saputo i risultati del contest e dovevo necessariamente rendervi partecipi della mia gioia... che altruista, eh?XD

Ad ogni modo, voglio che sappiate che questa è stata la mia prima Fred/Hermione in assoluto, ma soprattutto la mia prima FF ad aver partecipato ad un contest... ragion per cui non mi aspettavo minimamente di arrivare seconda! Per me anche solo raggiungere il sesto posto sarebbe stato ideale, figuriamoci ora! Sono letteralmente in Paradiso!**

In effetti è stato abbastanza faticoso scrivere questa FF, non solo perché non ho mai trattato di Fred e Hermione come coppia, ma anche perché ho dovuto rivivere la morte di mio nonno materno per poter scrivere questa storia... come se non bastasse, bisognava scegliere un numero da 1 a 10, ad ognuno dei quali corrispondeva un’immagine. Io ho scelto la 7 e l’immagine è quella che avete visto all’inizio della storia^^ (se non si vede cliccare qui à  http://i48.tinypic.com/208ihxk.jpg )

Vi riporto il giudizio del giudice (femmina) Itachi Love:

 

Seconda classificata

>>Giudizio

 

 

>> Return to the grave di MissProngs (do you believe in angels, Hermione?) >> Vincitrice del premio Giuria >> Vincitrice del Premio Coppia

 

 

ORIGINALITA' 9/10
ATTINENZA ALLA TRACCIA 10/10
ATTINENZA ALL'IMMAGINE 9/10
GRAMMATICA E LESSICO 13/15
CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI 9/10
GRADIMENTO PERSONALE 10/10
TOTALE 60/65

 

 

Per prima cosa, complimenti. Davvero. Una storia fantastica.

Ma andiamo con ordine.

Per l'originalità, hai un punto in meno, solo perché è stato usato il tema della morte

di Fred. Solo per quello.

Come attinenza alla traccia hai punteggio pieno, perché hai seguito alla lettera quello che ho chiesto, e anche perché hai descritto un'amicizia profonda e non una storia d'amore. E questo mi ha colpita.

Come attinenza all'immagine hai nove, solo perché l'immagine che avevo dato non è stata trattata in tutta la storia, ma nulla di grave. Nella parte in cui compare, invece, l'hai descritta davvero molto bene. Brava!

L'unica “pecca”, sempre se si può definire così, è la voce grammatica e lessico, per il fatto che alcuni periodi risultano un po' troppo lunghi e con qualche virgola di meno. Ogni tanto c'è qualche parola ripetuta all'interno di una frase, ma nulla di così grave. La lettura risulta scorrevole e piacevole, salvo per quei piccoli periodi un po' lunghi che rendono la lettura un po' accelerata. Ma, come ho detto, non è nulla di così grave.

Come caratterizzazione dei personaggi hai un punticino in meno perché qualche cosa di Hermione non mi convince, come ad esempio la poca confidenza che ha con i genitori di Fred. Di solito li tratta come se fossero parte della sua famiglia. Ma neanche qui qualcosa di irreparabile.

Come giudizio personale, non ho niente da dire e correggere.

Questa storia mi ha colpita tantissimo, come ho detto prima perché parla di un'amicizia davvero profonda tra due persone. L'ho apprezzata davvero, forse perché di questi tempi è difficile essere amici in questo modo. Mi è piaciuto davvero tantissimo, giuro. E mi è anche piaciuto il fatto che tu non sia caduta in una banale storia d'amore. E mi hai fatto davvero impersonare in Hermione quando leggevo il dolore e lo sgomento che provava a causa della morte di Fred.

Davvero, i miei più sentiti complimenti!

 

 

Ne approfitto per ringraziare la ragazza che ha indetto il contest, Itachi Love: grazie a lei ho potuto dimostrare le mie capacità e terrò molta cura dei suoi consigli^^

Grazie anche a tutti voi che avete dato un’occhiata alla mia storia, ci terrei molto a conoscere la vostra opinione!^^

Un bacio e buona notte (sarebbe anche ora...XD)

 

MissProngs

   
 
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