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Autore: Hika86    17/06/2010    0 recensioni
Era sempre stato molto affezionato alla sua famiglia. Certo, la sua vita era divertente, piena e soddisfacente, i suoi amici erano sempre con lui, i fan e chi collaborava con lui lo rispettavano, ma tutte le volte che era possibile tornava. Poi una serata con amici di famiglia lo portano a comprare dolci per gli ospiti e... [Main character: AIBA MASAKI]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masaki Aiba, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kokoro non chiamò nè quel giorno, nè il primo, nè il secondo. Aiba si decise ad uscire dopo pranzo per fare una passeggiata. Si vestì nella maniera meno appariscente, indossò un cappello e inforcò gli occhiali da sole prima di avviarsi verso l'università del fratello: aveva visto la tabella dei suoi orari appesa sul frigorifero e si era deciso ad andare a prenderlo alla fine delle lezioni.
Chiaramente i compagni e le compagne di corso più amici di Yusuke sapevano perfettamente chi fosse suo fratello quindi quando li vide uscire certi lo salutarono rispettosi, mentre alcune persone (fortunatamente poche) si misero in disparte. Erano ragazze che confabulavano tra loro, arrossendo ogni volta che lo fissavano. Si era abituato a queste reazioni dal tempo dei Johnny's Junior, le sue compagne di allora si comportavano così. «Non credevo saresti venuto!» esclamò sorpreso Yusuke
«E invece eccomi qui. Sono un bravo fratellone, vero?» scherzò prima che questi lo presentasse ad alcuni degli amici usciti con lui, quelli che ancora non lo conoscevano. «Molto piacere, sono Masaki Aiba, il fratello di Yusuke. Grazie di prendervi cura di questa testa calda»
«Non hai bisogno di essere così formale» lo guardò lui sconcertato
«Hai ragione, scusa Yucchan!» pronunciò Aiba con voce melensa, segno che lo aveva preso in giro fino a quel momento. Il fratello diventò rosso «Yucchan?» domandò qualche compagno trattenendo a stento le risate
«Quando era piccolo lo chiamavamo sempre così perchè lui chiamava così se stesso!» spiegò Aiba ridendo
«Niisaaaan» piagnucolò quello sentendosi scherzosamente chiamare così dai compagni
«Si chiamava da solo?» domandarono
«Si, si! Andava in giro dicendo "Yucchan ha fame" oppure "Oggi Yucchan non vuole andare all'asilo. Yucchan starà a casa"» spiegava imitando la vocina di un bambino
«Ma perchè sei venuto a prendermi?» sbraitò imbarazzato Yusuke, spintonandolo per allontanarlo dal cancello d'entrata
«A Yucchan piace il natto!» continuava Aiba causando l'ilarità generale dei compagni che, in ogni caso, li seguivano dovendo fare la stessa strada. Si salutarono ad un incrocio vicino alla ferrovia «E' stato un piacere» salutarono alcuni
«Non l'avremmo mai detto, ma tuo fratello è uno simpatico» dissero altri
«E' svitato sul serio, non solo in televisione» e si separarono lasciando soli i due fratelli che presero il treno per tornare verso casa. Per la strada quasi non si parlarono, improvvisamente in silenzio, entrambi fissavano il cielo azzurro intenso, completamente sgombro di nuvole, mentre camminavano distrattamente. «Niisan» si sentì chiamare
«Nh?» domandò senza smettere di stare col naso per aria
«Non ha chiamato eh?» domandò con un sogghigno
«Come lo sai?» domandò sorpreso
«Niisan, sei un libro aperto per me lo sai?» disse quello ridendo per poi avvicinarsi a lui e dargli una gomitata «Quel giorno, quando mi hai detto di tornare a casa, sono rimasto a vedere che combinavi»
«Eeeeh? Davvero?»
«Si, si» rise Yusuke «Non mi sarei mai aspettato di vedere un bacio in diretta» ridacchiò
«Non ci siamo baciati» specificò mettendosi sulla difesa
«Lo so, lo so... se così fosse non saresti in questo stato»
«Quale stato?»
«Sono due giorni che guardi il cellulare come se fosse tutta la tua vita, che la mamma ti chiede qualcosa e la fai in maniera svogliata. Sei insopportabile in questo stato e lei continua a chiedere a me, che non so cosa dire»
«Nostra madre è una esper, l'ho sempre detto» borbottò osservando un uccellino che attraversava il cielo nel suo campo visivo
«No, sei tu che sei scemo. Comunque pensavo che domani è sabato, potremmo andare sul fiume a vedere i ciliegi: sono sbocciati la settimana scorsa e ancora non siamo andati*»
«Oh si, potreste andare» annuì il ragazzo «Però non capisco cosa c'entri con tutto il resto» aggiunse poi, perplesso, abbassando lo sguardo per osservare il fratello
«Non vorrai che andiamo a vederli a mani vuote spero!» sospirò quello «Ci vuole del sake»
«Non puoi ubriacarti davanti ai nostri genitori» gli spiegò lui incrociando le braccia, seriamente
«A parte il fatto che papà si sbronza talmente tanto da ricordare ben poco ogni anno, ma, in ogni caso, dei dolcetti posso mangiarli, o no?» domandò sollevando le sopracciglia «Servono entrambi, voglio portare Erina e presentarla ai nostri genitori e devono essere un po' alticci: potrebbe farmi comodo»
«Sei perfido» lo accusò Aiba, ridendo divertito, seguito a ruota da lui
«Bene, ora vai» lo incità Yusuke
«Eh? Dove?» domandò spiazzato Aiba, fermandosi in mezzo alla strada
«Come dove? Niisan, riprenditi! Va bene lo stordimento amoroso, ma stiamo rasentando l'idiozia!» lo accusò guardandolo con gli occhi spalancati «I dolci!» specificò quindi, vedendo che il fratello continuava a non capire «Valli a prendere, è un'ottima scusa» scosse il capo e gli indicò il negozio, dall'altra parte della strada. Aiba non aveva fatto caso alla strada e si era fatto guidare da lui che l'aveva portato fino a lì «Ci vediamo a casa» lo saluto Yusuke
«Eh? Cos... come? Un attimo! Mi lasci da solo?» domandò allarmato, osservando alternativamente la sua schiena mentre si allontanava e la vetrina decorata di celeste e verde pastello. «Questa è la mia vendetta per prima!» esclamò Yusuke che continuò semplicemente ad andare dritto per la sua strada.
Si ritrovò da solo sul marciapiede dalla parte opposta al negozio e lo osservava come se fosse il cancello dell'inferno: perchè doveva emozionarsi a quel modo? Non era un comportamento da uomo, nè da adulto, se ne rendeva perfettamente conto: solo un ragazzino delle medie avrebbe reagito così dopo aver trovato il coraggio di chiedere il numero alla più carina della scuola, ma non riusciva nemmeno ad autoimporsi di ritrovare la calma e la decenza. Era carina. Per lui lo era. Quando aveva parlato con lei si era sempre sentito bene, pensare di parlarle di nuovo gli faceva provare un'eccitazione che solo un bambino avrebbe avuto davanti all'aspettativa di star per mangiare la sua caramella preferita. Deglutì e prese un profondo respiro prima di avviarsi verso il negozio: non poteva fare così per una che conosceva appena!
Sentì tintinnare il campanello quando aprì la porta ma, nonostante quell'avvertimento, azzardò un "buongiorno" a mezza voce non vedendo nessuno nel locale. Dalla porta comparve la padrona del negozio «Ah! Masaki san, buongiorno!» salutò quella cordiale, raggiungendo il centro del bancone a piccoli passi «Ti ha mandato di nuovo tua madre?» domandò
«Mh? No. No, no» negò, riprendendosi solo dopo qualche secondo dalla delusione ricevuta nel non trovare Kokoro «Volevo farle una sorpresa portandole qualcosa da mangiare per l'hanami. Dovrebbero andare domenica»
«Oh, che quel pensiero! Di solito cosa mangiate all'hanami?»
«Io... sinceramente non lo so» spiegò imbarazzandosi e abbassando lo sguardo sulla vetrinetta del bancone. Molti dolci erano decorati proprio a tema «Come? Non lo sai?»
«Soffro di una forte allergia, quindi la primavera non è esattamente la mia stagione e l'hanami, se posso evitarlo è meglio. E' una tortura per me» spiegò piegando il capo: lui l'hanami preferiva farlo da lontano, come sempre. «Eeeh? Capisco... quindi solo per la tua famiglia eh?»
«Mi scusi» azzardò scrutando di sottecchi l'anziana padrona «Hanayaka san non lavora oggi?»
«Hanayaka san? Si, si» annuì quella con un sorriso «E' solo in pausa, è venuto a trovarla un amico e stanno chiacchierando nel cortile sul retro. Volevi farti consigliare da lei?» insinuò maliziosa la signora
«Come? No, no, no! mi fido dei suoi gusti, lei ha sicuramente molta più esperienza!» disse rapidamente Aiba, gesticolando freneticamente, assalito dal timore di aver offeso quella che era, in realtà, la vera veterana in campo di dolci tradizionali. In quel momento il campanellino della porta tintinnò di nuovo ed entrò una signora «Benvenuta!» salutò la padrona «Facciamo così, pensaci un po' e scegli con calma mentre aspetti. Io mi occupo della cliente, va bene?» domandò al ragazzo facendogli l'occhiolino. Lui fece un sorriso forzato, cercando di superare l'imbarazzo, quindi si mise ad osservare i dolci senza realmente farci caso.
Dovette attendere solo cinque minuti prima che sentisse aprirsi una porta. Alzò lo sguardo per sbirciare verso la cucina e cercare la figura della ragazza che era rientrata. «Hanayaka san, hai finito? C'è del lavoro qui, puoi sbrigarti?» domandò seriamente la padrona mentre finiva di legare il pacchetto dell'altra cliente
«Si» rispose quella. La voce suonò sottile e debole, forse leggermente tremolante. Aiba potè intravedere ben poco dato che la porta era per metà coperta da dei noren** perfettamente intonati al negozio. Gli fu possibile intuire la sagoma della donna in controluce quando passò davanti alla finestra: si stava risistemando i capelli prima di comparire in negozio. Quasi non la riconobbe. Era pallida come un fantasma, alcuni capelli erano ancora fuori posto e non aveva alcun sorriso sulle labbra. «Buongiorno» la salutò sperando di vedere in lei un cambiamento mentre gli rispondeva, ma così non fu
«Masaki san, buongiorno» salutò lei, seriamente, facendo un inchino rispettoso «Mi spiace di averti fatto aspettare. Dimmi tutto» gli disse avvicinandosi al bancone e tenendo lo sguardo basso sui dolci
«Cercavo dei dolci per l'hanami» spiegò brevemente, non riusciva a riprendersi da quella visione strana. Quando la vide piegarsi sulla vetrina e allungarsi per recuperare un vassoio notò un segno scuro sul suo avambraccio. «Ti sei fatta male?» domandò a mezza voce
«Non è nulla, sono spesso poco attenta a quello che faccio fuori dalla cucina» spiegò con un tono di voce che certamente non era scortese, ma che alle sue orecchie suonava distante «Vanno bene dei Taiyaki***? Berrete del sake immagino»
«Eh? Si, credo di sì. Non è che vada pazzo per la birra io» specificò nel timido -e vano- tentativo di intavolare una discussione più articolata
«Vanno benissimo con il sake, sono con il ripieno di azuki. Quanti ne vuoi?» continuò lei
«Otto. Vanno bene otto» le rispose. Lei non aggiunse altro e fece il pacchetto con movimenti precisi, quasi meccanici: venne impeccabile. Glielo consegnò e battè alla cassa il totale «Uhm... stavo pensando...» tentò nuovamente lui «Dato che vivi da sola, vuoi venire con noi a vedere i ciliegi domenica?» probabilmente stava osando troppo con una ragazza che conosceva appena, ma improvvisamente sentiva urgenza di colmare la distanza che quell'atmosfera raggelante aveva aumentato. Si sentiva a disagio perchè in un certo senso aveva davanti una Kokoro diversa da quella che aveva cominciato a conoscere nei giorni precedenti e così sembrava che quel poco che sapeva fosse stato improvvisamente cancellato. «Ti ringrazio, ma ho da fare» rispose lei lasciandogli lo scontrino «Grazie mille»
«Sei sicura? Per noi non c'è problema se si aggiunge una persona in più anche mio fratello ha invitato un'altra persona» evitò di dire che era la fidanzata, prima che lei fraintendesse «E a me farebbe piacere averti con noi»
«Ho un impegno che proprio non posso cancellare» disse ancora lei, chinando il capo in segno di scusa
«Non vuoi mangiare uno dei tuoi dolci senza doverlo pagare?» ridacchiò Aiba
«Masaki san, penso di aver già risposto al tuo invito» disse quella, alzando finalmente gli occhi su di lui «Se non c'è altro ho delle teglie in forno che devo seguire». Non ebbe la forza di replicare a quelle parole raggelanti. Si inchinarono l'uno all'altra quindi ognuno andò nella sua direzione: una la cucina, l'altro la strada di casa.
Cos'era quell'atteggiamento freddo da parte sua? Che modo di comportarsi era? Aveva voluto essere gentile con lei sapendola sola e quello era il trattamento che gli riservava? Arrabbiato e frustrato decise di mangiarsi un taiyaki, anche se non l'aveva comprato per sè, sperando che lo avrebbe tirato su di morale. Era buono, indubbiamente, ma non trovò niente di speciale nel sapore della testa del piccolo dolce-pesce, nè nella marmellata di azuki. Solo scoprì che il ripieno arrivava fino alla coda, cosa rara, e in quel particolare sentì di aver ritrovato un po' di quel tocco speciale che vedeva in Kokoro, ma fu inutile: la frustrazione non se ne andava e il sapore del dolce si guastava. Perchè aveva comprato dei Taiyaki per un hanami? Taiyaki? Non erano per niente adatti!

*Questa pratica è chiamata "hanami" (花見 letteralmente "guardare i fiori"). E' tradizione, in Giappone, recarsi con gli amici, con la famiglia o con i colleghi di lavoro, ad ammirare gli alberi di ciliegio in fiore nel periodo della fioritura (più o meno ad Aprile, contando che il Giappone è un isola molto lunga e che la fioritura a nord arriva molto più tardi rispetto al sud). mentre si ammirano i fiori si beve e si mangia, oltre a chiacchierare, ovvio.
**I noren sono delle tende verticali giapponesi messe alle porte. Esistono di diverse lunghezze e sono usate anche nei locali oltre che in casa.
***I Taiyaki sono un dolce molto famoso in Giappone. Solitamente è a forma di pesce, ripieno di pasta di azuki, ma anche di cioccolata, crema o formaggio. Esistono anche varianti salate (una foto QUI)


Mi piace questo capitolo... comincia ad emergere un lato di Aiba che mi son immaginata io stando ad un po' di notizie su di lui... ma che credo anche sia verosimile XD
So che mi remerò un po' contro, ma credo sia giusto avvisare se c'è qualcuno che legge questa ff: tra 15 giorni parto per Tokyo. Ho dietro il pc e cercherò di capire se la famiglia lì mi lascerà connettere perchè devo usare Skype per sentire la mia famiglia, quindi dovrei riuscire a postare. Il punto è SE riuscirò ad avere tempo per scrivere. Vedrò di preparare in questi ultimi giorni (insieme all'ultimo esame universitario di quest'anno) un po' di capitoli da postare qui e là nel mese di luglio, così non vi abbandono, ma... ecco... torno il 31 Luglio e l'1 riparto per il mare dove sto fino al 31 Agosto. Lì si che temo di non aver connessione. Ma scriverò, quindi al mio ritorno avrete aggiornamenti.
Tutto questo per tranquillizzarvi che, se dovesse succedere che invece non mi vedete aggiornare per Luglio e Agosto, sapete che questa ff non è incompleta, sono io che non ci sono e continuerò al ritorno!

  
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