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Autore: Prinzesschen    17/06/2010    2 recensioni
Quattro amiche, un sogno e dei fortunati incontri. Questa è per il Rev. La stesura della storia è cominciata prima della morte di Jimmy, visto in questa storia come una specie di Deus ex machina.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Avenged Sevenfold, My Chemical Romance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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backstage tentativo di pubblicazione Backstage

1

So many times, it happens too fast
You change your passion for glory
Don't lose your grip on the dreams of the past
You must fight just to keep them alive

 

“Eravamo delle ragazzine in fondo…ed i sogni sono difficili da uccidere. Io vivevo per la musica e le altre con me…adesso è tutto così difficile. Ma facciamo un salto nel passato, vi racconterò tutto dall’inizio.”

 

Anouk tamburellava nervosamente le unghie sul volante imprecando mentalmente contro quei benemeriti imbecilli che le bloccavano il passaggio formando una lunga e interminabile fila.

Allora…manteniamo la calma…la calma Anouk eh! Non ti incazzare, stai calma…stai calmina…

Premette forte contro il clacson provocando un chiasso indescrivibile e si affacciò al finestrino sporgendosi e guardando inferocita davanti a sé.

-INSOMMA CI MUOVIAMO O NO?!

Sbuffò buttando la schiena contro il sedile

Rimase un’altra buona mezzora imbottigliata in quel gorgo invocando l’aiuto di Dio, dei santi e persino degli dei pagani per poi, rassegnatasi, ricominciare a picchiare sul clacson.

Arrivò a casa con un diavolo per capello e, aperta la porta, buttò lo zainetto portatutto, come era solita chiamarlo, per terra facendolo ruzzolare per alcuni metri e si abbandonò a peso morto sul divano dove Jen, una delle sue migliori amiche, studiava sul suo libro di psicologia.

Quest’ultima sentendo i delicati e armoniosi sbuffi dell’amica la guardò di sottecchi e rise sotto i baffi.

-Altro buco nell’acqua? Anche stavolta il produttore non ha accettato il nostro demo neanche dopo la gentile offerta delle tue grazie?

L’altra sbuffò rumorosamente.

-Direi che la risposta è no…- si rispose Jen continuando a leggere il capitolo sull’adolescenza e le sue problematiche.

-Sai Ann sul libro, che per inciso dovresti almeno sfogliare per superare quel benedetto esame, dicono che è tipico dell’età adolescenziale vedere il futuro roseo e perfetto, snobbando il presente…ti ricordi quando anni fa pensavamo che diventare famose sarebbe stato semplice? O anzi, mi correggo….eri tu a pensarlo…- disse saccente.

-Scusa se credo nelle nostre capacità eh!

-Ma lo capisci che non possiamo giocarci il nostro futuro su un sogno? Non ti preoccupi neanche più di studiare Ann! Pensi solo a mandare demo alle case discografiche più improbabili o a tentare di sedurre i produttori maniaci! Se studiassi magari avresti un futuro!

-Ma cazzo Jen dobbiamo lasciare che il mondo continui ad ignorare le nostre canzoni? Siamo brave! Abbiamo le carte per potercela fare!

-Ma ti rendi conto che tutto questo è assurdo?! Ci abbiamo provato, non ci siamo riuscite. Beh? Basta! Continuiamo a suonare per noi stesse ok? Arriverà il momento in cui ognuna con la sua famiglia e con il suo lavoro dovremo rinunciare alla musica anche come passatempo perciò, invece di inseguire una chimera, concentriamoci sul presente e divertiamoci ok?

-Io ho promesso a me stessa che avrei fatto della musica la mia vita e questo farò!

-E se la musica non volesse essere la tua vita? Se non dovesse esserlo? Come la metti?

Anouk si alzò di scatto dirigendosi a grandi passi verso la sua stanza.

-E’ inutile che ti incazzi sai anche tu che ho ragione…

-Ragione un cazzo!- esclamò l’altra prima di sbattersi la porta alle spalle.

Jen tornò al suo libro scuotendo il capo mentre Anouk, nella sua stanza, cominciò a prendere a calci tutto ciò le capitasse a portata di piede.

-Non demolire casa Anouk!!- le intimò l’altra dalla stanza vicina e in risposta l’amica alzò il dito medio verso la porta chiusa, nonostante lei non potesse vederlo.

-E non fare gestacci!

Anouk alzò gli occhi al cielo e ringhiò come fosse un cane a cui hanno pestato la coda o peggio ancora rubato l’osso.

Si buttò con tutta la forza che aveva in corpo sul letto e si calcò il cuscino sul viso.

Rimase in quella posizione per qualche minuto finchè il suo cellulare non squillò.

-Luce dei miei occhi!!- strepitò Francis all’altro capo dell’apparecchio rischiando di romperle un timpano.

-Fran l’orecchio è mio!

-Che siamo antipatiche oggi!- ribattè piccata l’altra. – Litigato con la nostra adorabile bassista?

-Dimentichi rompiballe!

-Eddai tanto lo sai anche tu che tempo 10 minuti vai e le chiedi scusa, tanto succede sempre così!

Anouk ringhiò di nuovo provocando le ristate della tastierista.

-Allora tesorine oggi a che ora si prova?

-Senti Ginny e venite qui verso le 6 ok? Prima devo  studiare un po’…

-Agli ordini capo! Aaaaaah! Che fine ha fatto il demo di oggi?

-Lascia stare guarda…non toccare questo tasto.

-Ennesimo buco nell’acqua?

-Eh ma allora insisti!

-Scusascusa la smetto…va bene ci vediamo nel pomeriggio. Ciao!

-Ciao!- chiuse la chiamata buttando il cellulare sul letto accanto a sè. Ci mancava solo il sarcasmo di Francis.

Odiava litigare con Jen. Per lei era indispensabile. Non credeva che avrebbe mai potuto sopravvivere senza di lei al suo fianco. E ogni litigio era terribile, perché entrava in gioco la terribile paura di perderla.

Se le due ragazze avevano un difetto comune era quello di essere terribilmente lunatiche e questo spesso le portava a discutere. E Anouk aveva anche un altro difetto. Era fragile all’inverosimile.

Temeva sempre che la tranquillità potesse finire e che anche la loro amicizia, come tutte le cose, potesse andare in crisi. E questo la portava spesso ad essere irrazionale e impulsiva, a dire cosa che magari non pensava del tutto e perciò a sbagliare. Dal canto suo Jen era terribilmente orgogliosa e c’erano periodi in cui rifiutava qualsiasi consiglio, qualsiasi aiuto e si allontanava. E se Anouk, spinta dalla suddetta impulsività, cercava di farla ragionare, seppure con i suoi classici modi da ragazzina presuntuosa, la cosa si aggravava ancora di più.

Però alla fine facevano sempre pace. E questo perché, come già detto, Anouk non poteva fare a meno di Jen.

Si alzò per andarsi a sedere sul davanzale della finestra e scostare piano la tenda.

Fuori era una mediocre giornata di Marzo, di quelle nuvolose e che sembrano essere destinate ad un violento temporale ma che poi alla fine ingaggiano un’infantile gara a nascondino con il sole.

Vide una macchina fermarsi davanti al cancello della casa accanto.

Qualcuno l’aveva presa in affitto ma nel quartiere nessuno sapeva chi fosse il nuovo inquilino.

Lanciò una veloce occhiata al garage controllando che fosse ben chiuso e si scostò dalla finestra, tornando a sdraiarsi sul letto al quale le lenzuola disordinate davano un aspetto notevolmente precario.

Erano ormai due anni che vivevano sole lei e Jen.

Avevano deciso di rendersi indipendenti e così, compiuti 18 anni si erano trasferite in quella casa.

I loro genitori all’inizio non erano molto d’accordo, ma constatando dopo qualche mese che le ragazze, forse, erano abbastanza mature da potercela fare, si erano arresi.

Francis e  Ginny vivevano ancora con i genitori, Francis per pigrizia mentre Ginny perchè frequentava ancora la scuola.

Vivevano in una anonima cittadina americana, nel Kentucky, dove non succedeva mai niente e dove, una volta deciso di restarci, puoi dimenticarti qualsiasi alta aspirazione.

Anouk sentì bussare alla porta ma non rispose.

Senza indugiare oltre Jen entrò e si sdraiò accanto all’amica che senza darle particolarmente conto le fece spazio.

-Ann?

-Mh…

-Ti dispiace fare almeno finta di ascoltarmi?

Anouk si voltò verso l’amica con una smorfia di palese disappunto stampata sul volto.

-Io capisco che….che tu ci tieni e…ci tengo anch’io! Dio solo sa quanto ci ho sognato, quanto ho sempre sperato di poter diventare qualcuno nel mondo della musica ma…

-Adesso hai smesso di sperare?

-No…ho semplicemente smesso di illudermi.

A questa affermazione Anouk non ribattè. Perchè in parte Jen aveva ragione.

-Ricordi quando eravamo a scuola quanti sogni e quanti film ci facevamo? Eravamo convinte che…- sorrise intenerita.- che il mondo non aspettasse che noi. Te con la tua chitarra e con i tuoi lenti tempi di apprendimento…io con il mio basso al quale cambiavo nome ogni mese…e Fran che cambiava strumento ogni momento!! Ginny ce la siamo trascinata noi…povera piccola l’abbiamo rovinata!

Anche Anouk rise trascinata nei ricordi dall’excursus dell’amica. La abbracciò.

-Non lasciamo che la vita distrugga I nostri sogni Jen…ti prego.

-Non lo faremo.

  
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