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Autore: Spettro17    17/06/2010    1 recensioni
Una storia romantica in cui la nostra protagonista Amy è costretta ad affrontare un cambiamento che coinvolgerà tutti gli aspetti della sua vita ,dalla famiglia all'amore...leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!(anche perchè è la mia prima fanfiction).
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Altruista

Non avrei mai immaginato di ritrovarmi in questa situazione,né avrei mai voluto esserci…

Mi ritrovai incantata ad osservare la mia minuta figura dalla flebile immagine riflessa, dal finestrino. I miei capelli ricadevano ribelli sulle  mie spalle creando intorno al mio volto pallido una macchia scura come la notte,rimasi interdetta nell’osservare il colore scurissimo dei miei occhi ,che normalmente erano di un castano chiaro quasi tendente al verde ,il mio volto si chiudeva in una smorfia di preoccupazione. Mi trovavo su un treno diretto a Roma ,una meta che mai e poi mai avrei voluto raggiungere…Ciò rappresentava il mio definitivo passaggio da una parte della mia vita ad un'altra.

Avevo dovuto abbandonare tante cose,persone a me care,luoghi a me conosciuti ,una quotidianità sicura,alla quale non avrei potuto sottrarmi ma che amavo con tutta me stessa. Mi infondeva sicurezza,ero sicura al cento per cento di tutto ciò che mi avrebbe aspettato,ogni giorno per tutta la mia vita…almeno fino ad ora…

Da quel momento tutto sarebbe cambiato.

Non ero sicura di riuscire ad affrontare questa situazione ma dovevo farlo per mia madre,la donna che da sola mi aveva cresciuta,accudita e fatta diventare ciò che ora sono,le dovevo tutto e sapevo che mai e poi mai avrei potuto ripagarla per tutto ciò al quale a causa mia aveva dovuto rinunciare,dall’uscita con un amica al rifiutare un offerta che avrebbe potuto giovare alla sua carriera. E adesso per la seconda volta mi ritrovavo in questa situazione ,alla quale non potevo permettere che mia madre rinunciasse,era arrivato il momento che io facessi qualcosa per lei,perché per una volta nella vita dovevo io essere altruista e permettere finalmente alla sua vita dopo tanti anni di monotonia di avere una svolta definitiva.

E così avevo fatto,avevo abbandonato tutto e tutti,cercando di nascondere la mia tristezza dietro il sorriso più finto che fossi capace di fare .Nessuno doveva preoccuparsi per me perché era qualcosa che avevo deciso di fare conoscendo i pro e i contro della situazione.

Valutando ciò che avrei perso e ciò che avrei guadagnato mi ero resa conto che perdere qualcosa non equivaleva a dimenticarla ma sarebbe rimasta per sempre con me.

Ed ora dopo aver abbandonato :la mia vecchia famiglia quella che conoscevo fin da piccola ,che mi aveva visto crescere e diventare ciò che sono ,dopo aver abbandonato la mia migliore amica nel momento in cui lei più aveva bisogno di me .Il mio cuore meditava l’idea di ritornare a tutto ciò che era sempre stato,mentre la mia mente ,la parte di me più giusta mi diceva che la felicità di mia madre veniva prima di tutto .

Mia madre mi aveva informato che arrivata a Roma avrei incontrato persone che mi avrebbero voluta bene tanto quanto mi avevano voluto bene i miei familiari.

Avevo cercato di capire chi fossero costoro,ma la risposta muta di mia madre mi aveva dato l’idea che non fosse un argomento del quale parlare.

Sentì il mio cellulare vibrare ,velocemente lo presi e lessi il messaggio.

“Mi manchi tanto”

Una smorfia apparve sul mio volto.

Il mittente non poteva essere altro che la mia migliore amica che continuava a mandarmi messaggi facendomi ricordare ogni volta ciò a cui andavo incontro e facendo accrescere dentro di me la possibilità di scappare di corsa da quella specie di prigione nella quale ero costretta a stare.

Si per me quel treno era una prigione dalla quale mai più sarei potuta uscire ,come un tunnel che passando sotto una montagna mi porta nella parte opposta di questa ultima.

Nella mia mente vagava insistente il ricordo del momento in cui avevo detto alla mia migliore amica che sarei partita.

Eravamo appena tornate da scuola ,eravamo sedute sul divano della grande casa dei suoi.

Continuavo a torturarmi le dita in cerca di un modo veloce ed indolore di dirle la verità.

-Amy,adesso sono stufa o mi dici che hai oppure non rispondo delle mie azioni-disse puntandomi il dito contro

-Giusy vedi è difficile…-riuscì a dire

-dai non può essere tanto grave-affermò ridacchiando in modo isterico

-per caso mi hai tradito con il mio fidanzato?ecco perché abbiamo troncato…-

-no assolutamente-alzai le mani quasi per difendermi

-sicura?-chiese

La guardai con sguardo assassino

Erano 2 anni ormai che Giusy e Giuseppe stavano insieme ,non capivo perché ogni settimana dovessero troncare per poi rimettersi insieme.

La risposta rapida che mi aveva dato la mia amica era:

-l’amore non è bello se non è litigarello -

Mi alzai di scatto,sentivo lo sguardo di Giusy addosso,andavo avanti e indietro molti dicevano che era un buon modo per pensare ,ma in quel momento l’unica affermazione che il mio cervello mi diceva era “non dirglielo non è il momento giusto”certo ma il momento giusto non era arrivato da un bel po’ di tempo e io tra un paio di giorni sarei partita.

Mi fermai di scatto.

-Giusy vedi ,tu sai quanto mia madre abbia sofferto in tutti questi anni nei quali mi ha cresciuta da sola ,ha vissuto qui con la sua famiglia ,ma sai che lo ha fatto perché aveva bisogno di un aiuto,anche a causa del lavoro,sai bene quanto faticosi siano i suoi turni in ospedale-dissi scandendo parola per parola con calma

-non capisco-affermò contraddetta

-Hanno offerto a mia madre un posto come primaria di ginecologia e sai bene che è la seconda volta che la richiedono ,già una volta ha rifiutato a causa mia,non posso permetterlo di nuovo-

Vidi i suoi occhi spalancarsi stava iniziando a capire

Prima che me ne potessi accorgere sentì le mie guance bagnarsi e la mia vista annebbiarsi,mi lasciai cadere al suo fianco

-Amy che succede?-chiese allarmata prendendomi per le spalle

-io…io…io…-la mia voce era rotta dal pianto

-Amy…-disse iniziando a singhiozzare

Non la potevo vedere in quello stato,il mio cuore si divise in mille pezzi insieme al suo quando dalle mie labbra uscì la cruciale verità

-sto per partire ,per Roma -riuscì a dire nel momento in cui la strinsi forte

-come?...non capisco…tu non…-disse continuando a piangere

Mi limitai ad annuire e l’abbracciai nuovamente.

Non sapevo come avrei fatto senza lei ,Giusy rappresentava la mia vita fino a quel momento,c’era sempre stata,la figlia della migliore amica di mia madre. Eravamo cresciute insieme.

E adesso eravamo divise.

Sentì una lacrima bagnarmi il viso, la quale mi riportò alla realtà,staccandomi definitivamente dal passato,che ormai era lontano.

Velocemente asciugai la lacrima che solitaria vagava sul mio viso.

-Amy ,tesoro tutto bene-disse mia madre dolcemente .

-certo mamma- fu la mia risposta repentina accompagnata dal solito sorriso finto

-tu sai che sono qui solo perché hai insistito,basterebbe una tua parola per tornare a casa-affermò triste

Per un attimo mi persi nei suoi occhi castani specchio dei miei .

Era una persona stupenda ,pensava sempre a me non avrei mai potuto immaginare una madre migliore di lei ,perché al mondo sono sicura non esiste nessuno altruista come la donna che mi ha tenuta in grembo per 9 mesi.

Mi avvicinai a lei ,e semplicemente l’abbracciai.

-Mamma è la cosa giusta-quella frase uscita dalla mia stessa bocca ,mi riscosse,era la verità ,l’unica verità ,che fino ad allora non avrei potuto riconoscere.

Era giusto…almeno così imponevo a me stessa che lo fosse.

-Tra pochi minuti raggiungeremo Roma ,vi ringraziamo per aver viaggiato sulla nostra linea e vi auguriamo un buon soggiorno nella capitale-La voce del capotreno mi riportò alla realtà

-è ora di andare-disse mia madre mentre attentamente si alzava per prendere i nostri bagagli.

Con lei mi alzai e l’aiutai ,ci avvicinammo alle porte ,mentre il treno lentamente si avvicinava alla stazione.

Un brivido corse lungo la mia schiena quasi a ricordarmi,che era giunto il momento del cambiamento.

Il treno si arrestò bruscamente,dovetti sorreggermi ad un palo di ferro per non cadere. E le porte si aprirono, mi ritrovai in un luogo enorme ,più grande di tutti i centri commerciali che fino ad allora avessi visitato,c’era di tutto,dai negozi di abbigliamento alle librerie.

Vagavo disorientata tra quel tumulto di persone ,tra i quali c’era chi attendeva l’arrivo di qualche suo familiare e chi appena arrivato correva nella speranza di non perdere la coincidenza con qualche metro o pulman.

Mi girai verso mia madre con sguardo interrogativo.

-vieni da questa parte-disse prendendomi per mano ,mi lasciai trasportare senza fare domande,mentre la mia mente analizzava quella situazione a me nuova.

All’improvviso un fascio di luce mi colpì eravamo uscite dalla stazione .Il luogo era pieno di pulman che arrivavano ,partivano,o aspettavano non so cosa.

-scusate…-sentì una voce nuova provenire dalle mie spalle

Io e mia madre ci girammo di scatto.

Era una signora alta ,robusta con capelli corti e biondissimi influenzati dalla presenza della luce del sole.

- Stefania sei tu?-disse rivolta a mia madre

Entrambe si guardavano con sguardo sorpreso

-oh Rosa da quanto tempo…-

 

 

  
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