Non avrei mai immaginato di
ritrovarmi in questa situazione,né avrei mai voluto esserci…
Mi ritrovai incantata ad
osservare la mia minuta figura dalla flebile immagine riflessa, dal finestrino.
I miei capelli ricadevano ribelli sulle
mie spalle creando intorno al mio volto pallido una macchia scura come
la notte,rimasi interdetta nell’osservare il colore scurissimo dei miei occhi
,che normalmente erano di un castano chiaro quasi tendente al verde ,il mio
volto si chiudeva in una smorfia di preoccupazione. Mi trovavo su un treno
diretto a Roma ,una meta che mai e poi mai avrei voluto raggiungere…Ciò
rappresentava il mio definitivo passaggio da una parte della mia vita ad
un'altra.
Avevo dovuto abbandonare
tante cose,persone a me care,luoghi a me conosciuti ,una quotidianità
sicura,alla quale non avrei potuto sottrarmi ma che amavo con tutta me stessa.
Mi infondeva sicurezza,ero sicura al cento per cento di tutto ciò che mi
avrebbe aspettato,ogni giorno per tutta la mia vita…almeno fino ad ora…
Da quel momento tutto sarebbe
cambiato.
Non ero sicura di riuscire ad
affrontare questa situazione ma dovevo farlo per mia madre,la donna che da sola
mi aveva cresciuta,accudita e fatta diventare ciò che ora sono,le dovevo tutto e
sapevo che mai e poi mai avrei potuto ripagarla per tutto ciò al quale a causa
mia aveva dovuto rinunciare,dall’uscita con un amica al rifiutare un offerta
che avrebbe potuto giovare alla sua carriera. E adesso per la seconda volta mi
ritrovavo in questa situazione ,alla quale non potevo permettere che mia madre
rinunciasse,era arrivato il momento che io facessi qualcosa per lei,perché per
una volta nella vita dovevo io essere altruista e permettere finalmente alla
sua vita dopo tanti anni di monotonia di avere una svolta definitiva.
E così avevo fatto,avevo
abbandonato tutto e tutti,cercando di nascondere la mia tristezza dietro il
sorriso più finto che fossi capace di fare .Nessuno doveva preoccuparsi per me
perché era qualcosa che avevo deciso di fare conoscendo i pro e i contro della
situazione.
Valutando ciò che avrei perso
e ciò che avrei guadagnato mi ero resa conto che perdere qualcosa non
equivaleva a dimenticarla ma sarebbe rimasta per sempre con me.
Ed ora dopo aver abbandonato
:la mia vecchia famiglia quella che conoscevo fin da piccola ,che mi aveva
visto crescere e diventare ciò che sono ,dopo aver abbandonato la mia migliore
amica nel momento in cui lei più aveva bisogno di me .Il mio cuore meditava
l’idea di ritornare a tutto ciò che era sempre stato,mentre la mia mente ,la
parte di me più giusta mi diceva che la felicità di mia madre veniva prima di
tutto .
Mia madre mi aveva informato
che arrivata a Roma avrei incontrato persone che mi avrebbero voluta bene tanto
quanto mi avevano voluto bene i miei familiari.
Avevo cercato di capire chi
fossero costoro,ma la risposta muta di mia madre mi aveva dato l’idea che non
fosse un argomento del quale parlare.
Sentì il mio cellulare
vibrare ,velocemente lo presi e lessi il messaggio.
“Mi
manchi tanto”
Una smorfia apparve sul mio
volto.
Il mittente non poteva essere
altro che la mia migliore amica che continuava a mandarmi messaggi facendomi
ricordare ogni volta ciò a cui andavo incontro e facendo accrescere dentro di
me la possibilità di scappare di corsa da quella specie di prigione nella quale
ero costretta a stare.
Si per me quel treno era una
prigione dalla quale mai più sarei potuta uscire ,come un tunnel che passando
sotto una montagna mi porta nella parte opposta di questa ultima.
Nella mia mente vagava
insistente il ricordo del momento in cui avevo detto alla mia migliore amica
che sarei partita.
Eravamo appena tornate da
scuola ,eravamo sedute sul divano della grande casa dei suoi.
Continuavo a torturarmi le
dita in cerca di un modo veloce ed indolore di dirle la verità.
-Amy,adesso sono stufa o mi
dici che hai oppure non rispondo delle mie azioni-disse puntandomi il dito
contro
-Giusy vedi è difficile…-riuscì
a dire
-dai non può essere tanto
grave-affermò ridacchiando in modo isterico
-per caso mi hai tradito con
il mio fidanzato?ecco perché abbiamo troncato…-
-no assolutamente-alzai le
mani quasi per difendermi
-sicura?-chiese
La guardai con sguardo
assassino
Erano 2 anni ormai che Giusy
e Giuseppe stavano insieme ,non capivo perché ogni settimana dovessero troncare
per poi rimettersi insieme.
La risposta rapida che mi
aveva dato la mia amica era:
-l’amore non è bello se non è
litigarello -
Mi alzai di scatto,sentivo lo
sguardo di Giusy addosso,andavo avanti e indietro molti dicevano che era un buon
modo per pensare ,ma in quel momento l’unica affermazione che il mio cervello
mi diceva era “non dirglielo non è il momento giusto”certo ma il momento giusto
non era arrivato da un bel po’ di tempo e io tra un paio di giorni sarei
partita.
Mi fermai di scatto.
-Giusy vedi ,tu sai quanto
mia madre abbia sofferto in tutti questi anni nei quali mi ha cresciuta da sola
,ha vissuto qui con la sua famiglia ,ma sai che lo ha fatto perché aveva
bisogno di un aiuto,anche a causa del lavoro,sai bene quanto faticosi siano i
suoi turni in ospedale-dissi scandendo parola per parola con calma
-non capisco-affermò
contraddetta
-Hanno offerto a mia madre un
posto come primaria di ginecologia e sai bene che è la seconda volta che la
richiedono ,già una volta ha rifiutato a causa mia,non posso permetterlo di
nuovo-
Vidi i suoi occhi spalancarsi
stava iniziando a capire
Prima che me ne potessi
accorgere sentì le mie guance bagnarsi e la mia vista annebbiarsi,mi lasciai
cadere al suo fianco
-Amy che succede?-chiese
allarmata prendendomi per le spalle
-io…io…io…-la mia voce era
rotta dal pianto
-Amy…-disse iniziando a
singhiozzare
Non la potevo vedere in
quello stato,il mio cuore si divise in mille pezzi insieme al suo quando dalle
mie labbra uscì la cruciale verità
-sto per partire ,per Roma -riuscì
a dire nel momento in cui la strinsi forte
-come?...non capisco…tu non…-disse
continuando a piangere
Mi limitai ad annuire e l’abbracciai
nuovamente.
Non sapevo come avrei fatto
senza lei ,Giusy rappresentava la mia vita fino a quel momento,c’era sempre
stata,la figlia della migliore amica di mia madre. Eravamo cresciute insieme.
E adesso eravamo divise.
Sentì una lacrima bagnarmi il
viso, la quale mi riportò alla realtà,staccandomi definitivamente dal
passato,che ormai era lontano.
Velocemente asciugai la
lacrima che solitaria vagava sul mio viso.
-Amy ,tesoro tutto bene-disse
mia madre dolcemente .
-certo mamma- fu la mia
risposta repentina accompagnata dal solito sorriso finto
-tu sai che sono qui solo
perché hai insistito,basterebbe una tua parola per tornare a casa-affermò
triste
Per un attimo mi persi nei
suoi occhi castani specchio dei miei .
Era una persona stupenda
,pensava sempre a me non avrei mai potuto immaginare una madre migliore di lei
,perché al mondo sono sicura non esiste nessuno altruista come la donna che mi
ha tenuta in grembo per 9 mesi.
Mi avvicinai a lei ,e
semplicemente l’abbracciai.
-Mamma è la cosa giusta-quella
frase uscita dalla mia stessa bocca ,mi riscosse,era la verità ,l’unica verità
,che fino ad allora non avrei potuto riconoscere.
Era giusto…almeno così
imponevo a me stessa che lo fosse.
-Tra pochi minuti
raggiungeremo Roma ,vi ringraziamo per aver viaggiato sulla nostra linea e vi
auguriamo un buon soggiorno nella capitale-La voce del capotreno mi riportò
alla realtà
-è ora di andare-disse mia
madre mentre attentamente si alzava per prendere i nostri bagagli.
Con lei mi alzai e l’aiutai
,ci avvicinammo alle porte ,mentre il treno lentamente si avvicinava alla
stazione.
Un brivido corse lungo la mia
schiena quasi a ricordarmi,che era giunto il momento del cambiamento.
Il treno si arrestò
bruscamente,dovetti sorreggermi ad un palo di ferro per non cadere. E le porte
si aprirono, mi ritrovai in un luogo enorme ,più grande di tutti i centri
commerciali che fino ad allora avessi visitato,c’era di tutto,dai negozi di
abbigliamento alle librerie.
Vagavo disorientata tra quel
tumulto di persone ,tra i quali c’era chi attendeva l’arrivo di qualche suo
familiare e chi appena arrivato correva nella speranza di non perdere la
coincidenza con qualche metro o pulman.
Mi girai verso mia madre con
sguardo interrogativo.
-vieni da questa parte-disse prendendomi
per mano ,mi lasciai trasportare senza fare domande,mentre la mia mente
analizzava quella situazione a me nuova.
All’improvviso un fascio di
luce mi colpì eravamo uscite dalla stazione .Il luogo era pieno di pulman che
arrivavano ,partivano,o aspettavano non so cosa.
-scusate…-sentì una voce
nuova provenire dalle mie spalle
Io e mia madre ci girammo di
scatto.
Era una signora alta ,robusta
con capelli corti e biondissimi influenzati dalla presenza della luce del sole.
- Stefania sei tu?-disse
rivolta a mia madre
Entrambe si guardavano con
sguardo sorpreso
-oh Rosa da quanto tempo…-