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Autore: zero2757    17/06/2010    3 recensioni
Volevo scappare da quella suora, la suora del Makai, così le chiamavano. Non so come e non so perché ma scivolai sotto il loggiato del grande monastero e Suor Carmine mi riacciuffò.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come La Luna E Il Sole







[Il guaio di fare progetti per il futuro,
anche se sei in grado di prevederlo,
è che il destino riesce sempre a intervenire
e sconvolgere i migliori progetti di uomini e topi.]




Caro diario,
19/03/2002


Solo frasi e echi mi giungono in mente.
Frasi di un passato assai intricato di incomprensioni, conoscenze, sentimenti, di stelle, di lacrime e di domande, soprattutto domande....
"Aspetti signorina Shizuka!Aspetti!"
Il vestito bianco insaccherato di fango, i capelli scompigliati ,le ginocchia sbucciate.
Volevo scappare da quella suora, la suora del Makai, così le chiamavano. Non so come e non so perché ma scivolai sotto il loggiato del grande monastero e Suor Carmine mi riacciuffò.
Strattonandomi di nuovo verso quella stanza buia dove non c'era nessuno,-in prigione-, pensavo tutte le volte che scappavo. Cercando in un modo o nell'altro di oppormi a lei, senza ottenere alcun risultato, mi ritrovai difronte alla porta intagliata in legno con cardini in ferro battuto, -E se urlassi?-, inutile, ogni volta era la solita storia, la suora con una spinta mi buttò all'interno della stanza, mi ci volle un pò prima che la vista riacquisisse valore e non appena la riacquisii vidi la solita stanza, nera, con tende anch'esse nere e il mobilio di un marrone scuro, vi era una bambina con capelli lunghi e un vestito bianco come il mio seduta sul divano.
Aveva l'aria triste e impaurita, al collo aveva una catenina e come ciondolo la metà di una moneta, la bimba si girò verso di me e senza che me ne accorgessi mi si fiondò addosso, -Ciao!- mi disse esuberante, -Tu devi essere il Sole, piacere io sono Luna-, aveva un viso ovale, capelli neri lunghi che le accarezzavano la schiena, con due treccine ai lati della testa, un vestito bianco, la sua frase inizialmente mi sorprese ma poi ebbi il coraggio di aprire la bocca e far defluire le parole -Scusa ma tu chi sei?Perché mi chiami Sole? Non lo sai che Sole è il nome attribuito a una stella?-, la bimba mi guardò confusa,-Scusami Sole, non volevo essere indiscreta- disse rimettendosi composta.
-Ma si può sapere perché mi chiami Sole?Io ho un nome sai, ed è Shizuka Suzumura!-la bimba davanti a me fece un respiro profondo poi incominciò a parlare -Scusami Sol..volevo dire Shizuka è che tutti ti chiamano così e mi hanno detto che è buona educazione rivolgersi a una delle due elette in questo modo.-, chiuse gli occhi ed entrò in un mondo tutto suo, non seppi resistere, -Perché ti fai chiamare Luna? Qual'è il tuo vero nome?-, dischiuse gli occhi e rincominciò a parlare- Il mio nome adesso non esiste più, esiste solo il nome Luna.-i suoi occhi erano fermi e decisi, doveva aver sofferto molto nella sua vita, mi sorrise e si alzò in piedi.
-Su, coraggio, siamo le elette e non dobbiamo mostrarci deboli, dobbiamo combattere!- dicendo ciò, mi pose la mano che afferrai immediatamente, dato il brutto inizio bisognava rincominciare per bene no?
Mano nella mano ci avviammo verso il bagno dove, Luna, mi lavò i capelli e mi accudì come una mamma premurosa, da quella sera di pioggia diventammo grandi amiche, ci impegnavamo arduamente giorno dopo giorno.
Una notte sedute davanti al prato della nostra camera successe una cosa strana, Luna, appena volse lo sguardo al cielo incominciò a piangere e in quello stesso istante mi porse una catenina uguale alla sua con l'altra metà del ciondolo, -Ti prego Shizuka, accettalo. Tra sei mesi ci separeremo e vorrei che ti ricordassi di me!-, lo accettai volentieri, d'altronde eravamo state compagne di squadra e amiche per quasi metà della nostra esistenza, grazie a lei la bambina spaurita di sette anni era sparita, era cambiata, ora aveva tredici anni ed era più solare rispetto a prima.
Strinsi più forte la piccola metà della moneta e abbracciandola incominciai a intonare la melodia che mi cantava sempre lei ogni volta che avevo paura o ero spaventata, si calmò e decidemmo di tornare in camera.
Gli ultimi sei mesi insieme passarono in fretta, così, davanti al monastero delle Suore del Makai, ci dicemmo addio.
-Ricorda Shizuka, sole e luna possono sembrare entità diverse ma in realtà sono la stessa cosa, solo che l'occhio umano non può percepire tale forza.-, le lacrime mi scendevano rigandomi il viso avrei voluto dirle qualcosa anche io ma lei rincominciò a parlare, -Shizuka, ti innamorerai presto e stai tranquilla che non avrai più bisogno del mio ricordo.- quelle parole erano invero simili non avrei mai amato nessuno più di lei e mio padre, anche se qualche volta non era tanto dolce, mi sorrise, si voltò ed incominciò a camminare verso la piccola strada sterrata che portava in città ma si fermò a metà strada, -Non esiste la luna senza il sole, sii felice con il tuo promesso, Shizuka...-con quelle parole sparì dalla mia vista prima ancora che provassi a fermarla, altre lacrime mi scesero rendendomi ancora più triste.
-SHIZUKA!!- urlò una voce maschile alle mie spalle, -PAPA'- urlai a mia volta correndogli incontro, era invecchiato, più vecchi di quanto lo ricordassi e la cosa mi fece preoccupare, avevo paura di essere lasciata da sola.
Non appena giunti a casa dopo tre ore estenuanti di viaggio vidi un ragazzo della mia età giocare in giardino con un legno, era così buffo, i movimenti erano lenti e un pò impacciati ma come tecnica non era poi tanto male, -Shizuka, lui è Rei. L'ho adottato un anno fa quando eri ancora in collegio.- adesso quel luogo di torture si chiamava collegio è, bene.
Il ragazzo fece un inchino profondo e boffonchiò un piacere un pò impastato, nonostante l'inizio diventammo inseparabili, continuavo ad avere notizie di Luna da mio padre, che era in diretto con tatto con le tre sacerdotesse dell'est, presso più le notizie erano sempre le stesse cioè che stava bene e che si impegnava tanto.
Mi resi conto che il ricordo di Luna nella mia mente si faceva sempre più sbiadito, l'immagine della sua schiena delle sue lacrime quella sera, la sua voce e, soprattutto, la sua melodia scomparvero quasi del tutto erano sostituiti dai lineamenti di un ragazzo o meglio un uomo, Rei. Non ne comprendevo il vero significato, anzi, non lo comprendo del tutto neanche ora, seduta in salotto a leggere un testo antico lasciato dalle mie predecessori compresi che una delle due elette a diventare "Le somme sacerdotesse del Makai" si dovevano scordare il proprio nome; e si dovevano rispettivamente chiamare una Sole e l'altra Luna, colei che portava il simbolo della notte, arrivata al suo diciassettesimo compleanno, si sarebbe scordata di essere stata una sacerdotessa e avrebbe passato il proprio potere all'altra allo scopo di proteggerla da eventuali attacchi di Orrori.
Luna o Tsuki avrebbe rinunciato alla propria barriera per donarla alla vera e unica prescelta, gettai a terra il libro e incominciai a piangere, Luna si sarebbe scordata di me e questo mi faceva stare male, l'unica persona che mi era stata accanto in quel periodo buio si era scordata di me.
Entrarono nella stanza anche Rei e mio padre e vedendomi in uno stato pietoso mi portarono in camera, dopo qualche mese mi resi finalmente conto che Luna aveva ragione, mi ero innamorata, innamorata di mio fratello Rei.
Fu così che incominciò a crescere l'ansia quando mi disse che sarebbe diventato cavaliere, lui però non sapeva che anche io facevo parte di quel mondo e che davo fastidio a tutte quelle creature malvage, dopo qualche giorno, Rei, ebbe il titolo di Zero la zanna d'argento, ero orgogliosa allora e lo sono tutt'ora il mio unico amore aveva vinto la sua battaglia personale.


"Sole e luna possono sembrare entità diverse ma in realtà sono la stessa cosa, solo che l'occhio umano non può percepire tale forza."


Che parole strane e dolci allo stesso tempo, questa è l'unica frase che mi ricordo di Luna, anche se in realtà non era questo il suo vero nome.
Il suo nome era Kaoru Mitsuki e a quanto ho saputo da mio padre diverrà una grande pittrice, sta inseguendo il suo sogno e farò lo stesso anche io. Questa è la fine della mia prima pagina di diario.
Grazie amico mio,
a presto.

Shizuka.




Il ragazzo richiuse il libro con la copertina relegata in velluto, sdraiato su un letto polveroso e pieno di foglie, si portò le braccia dietro la testa, adesso, la faccenda si complicava.
Kaoru, conosceva Shizuka e Shizuka conosceva Kaoru sin da quando avevano sette anni.
-Cosa intendi fare con quella ragazza Zero?- a parlare non fu un umano ma una collana per meglio precisare un ciondolo con volto "umano", Zero, non vi badò ma dopo diversi minuti rispose, -Loro due erano come Luna e Sole, come Yin e Yan, come Cielo e mare, perché si sono dette addio se non volevano lasciarsi?-, il giovane chiuse gli occhi e il ciondolo riprese a parlare -Sai avvolte le persone rimangono vicine col cuore, si vorrebbero rivedere ma sanno che in certe situazioni l'una sarebbe d'intralcio all'altra. Nella frase che Kaoru ha detto a Shizuka intendeva questo, almeno è questo quello che penso.-
Non soddisfatto della risposta avuta, Zero, si alzò e senza volerlo buttò a terra il diario, da quale uscirono fuori quattro fotografie, si chinò e le guardò con occhi nostalgici, la prima ritraeva suo padre, la seconda lui e Shizuka, la terza lui e suo padre mentre l'ultima ritraeva due bambine sui sette anni, una con il capelli che le cadevano sulle spalle, Shizuka, e l'altra che aveva due treccine laterali e capelli che le prendevano tutta la schiena, entrambe avevano un vestito bianco e sorridevano l'una all'altra.
Dietro la foto vi era una scritta femminile che diceva:

"Perdonami Shizuka se ti mando questa foto ma ci tenevo a spedirtela.
Sono sicura che avrai trovato il tuo promesso e ti dico una cosa ciò che abbiamo vissuto ora non è niente a quello che dobbiamo vivere in futuro.
Ti voglio bene, ora e per sempre.
La tua Kaoru."



Alcune lacrime solcarono il viso di Zero, il giovane, si rese conto che forse vi era ancora una speranza per questo mondo dominato dagli Orrori e dagli spiriti maligni, se un'amicizia fosse stata sincera e pura come la loro era sicuro che gli uomini in terra avrebbero percepito la stessa forza della luna e del sole.
Se un'amicizia fosse stata come la luna e il sole.



Owari








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Blateramento Dell'Autore:





Bonsoir a tout le monde!
Je suis Auteur! Avevo pubblicato questa fan fiction molto tempo fà, prima di rileggerla e notare quanti errori avevo commesso. Sono molto affezionata a questa mia storia; parla di tante cose che io non ho avuto la fortuna di sfiorare.
Mi piaceva il fatto che le persone a cui tengono di più Rei e Koga si conoscessero in un mondo diverso ma anche comune per tutti i personaggi di questo Drama; così ecco a voi la storia!
Spero che la commentiate in tanti.
Kiss, Micheila: zero2757


   
 
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