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Autore: daeran    09/09/2005    4 recensioni
Un morto, due sopravvissuti, un potere da conquistare.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa FanFiction è stata scritta per un contest proposto sul sito www.damaverde.net. La prima parte, quella scritta in corsivo, non è opera mia ma è stata scritta da Mariacarla, web mistress di quel sito.

Detto questo eccovi la mia prima OneShot.

Desclaimer: I personaggi di questo racconto, appartengono a J.K.Rowling, il racconto è di mia invenzione, scritto per semplice svago, senza alcuno scopo di lucro.

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Diritto di sangue.


"Era morto.

Lui era morto.
Il sole tramontava oltre le colline: un immenso disco di fuoco rosso, ardente al di là dei confini neri del suo mondo.
Il Mago strinse convulsamente le dita intorno alla bacchetta: ormai era uno stumento inutile, inerte, privato della sua magia.
Senza neanche rendersene conto la spezzò, con gli occhi vuoti.
La donna che era rimasta in disparte gli sfiorò la spalla, con una dolcezza composta. Una strana, malinconica tenerezza.
- Non preoccuparti... - sussurrò.


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"Questo era il Suo volere." aggiunse, con lo sguardo perso nel tramonto vermiglio.
Il giovane mago si voltò lentamente verso la donna e la scrutò con sguardo vuoto, mosse la bocca, come a cercare le parole giuste da rivolgerle, ma non emise alcun suono e con un sospiro tornò a rivolgere l'attenzione alle colline incorniciate dalla rassicurante corona dorata.
Il cielo indaco, segnato da poche leggerissime pennellate di bianco, cominciava lentamente a scurirsi, sereno e quieto, incurante del dolore che dilaniava le viscere del ragazzino, costretto in quei brevi ed eterni istanti a crescere più di quanto chiunque potrebbe mai desiderare.
Un'unica lacrima scese a bagnargli la delicata linea del viso, prima che il giovane piegasse capo, schiacciato dal peso di ciò cui aveva appena assistito.
"Mi dispiace, madre." riuscì finalmente a bisbigliare, ricacciando coraggiosamente le lacrime.
Egli lo avrebbe disprezzato, se lo avesse visto piangere in quel momento, lo avrebbe picchiato, gli avrebbe insegnato a comportarsi da uomo. Questo in fondo gli aveva voluto dimostrare nel suo ultimo disperato gesto: l'onore, il coraggio, l'orgoglio di essere un vero uomo, uno dei pochi sopravvissuti che potessero ancora fregiarsi del nome della loro antica e gloriosa casata.
"Non preoccuparti, figlio mio. Lui ha scelto così, lo ha fatto per te. Tuo padre ti amava, Draco, per questo ha scelto la morte, voleva salvarti, voleva che tu fossi libero."
Narcissa non si voltò, continuò a fissare le lontane colline, divenute ormai scure. Il sole era completamente scomparso, la brezza fredda della sera sferzava impietosa e i lunghi capelli biondi della donna si muovevano disordinati, senza che ella facesse alcun gesto per cercare di raccoglierli. Aveva gli occhi colmi di lacrime, il cuore distrutto, aveva perso il compagno, il padre di suo figlio, l'uomo che col tempo aveva imparato ad amare con complicità, passione ed orgoglio.
Avrebbe voluto buttarsi a terra, piangere, disperarsi, urlare l'odio per Colui che glielo aveva portato via ma sapeva di non poter crollare, doveva resistere per Draco.
Lucius era morto per salvare il figlio ed ora ella non avrebbe reso il suo sacrificio vano, lasciandosi andare ad isteriche dimostrazioni di dolore.
"Dobbiamo essere forti. Draco. Dobbiamo dimostrare ad ogni mago esistente sulla terra, cosa significa portare il nome di tuo padre, noi siamo Malfoy e lo saremo per sempre."
"... Malfoy... " bisbigliò il ragazzo.
"Madre, è vero quello che ha detto mio padre prima di... ? L'Oscuro Signore è davvero... ?"
"Si, figlio mio, è la verità. Lord ..." la donna ebbe un attimo di esitazione, inspirò profondamente " Lord Voldemort" esalò con un enorme sforzo di volontà, non aveva più senso temere di pronunciare quel nome. Draco sussultò e posò sulla madre uno sguardo sconvolto.
"Lord Voldemort, " ripetè ella, con maggior sicurezza, guardando il figlio dritto negli occhi, "è un mezzosangue, Draco. Suo padre altro non era che uno sporco Babbano."
"Ci ha sempre imbrogliati, non è così? Ha imbrogliato tutti quanti."
"E' così, figlio mio. Ci ha raggirati per raggiungere il potere, un potere che non merita, un potere che spetterebbe a noi, per diritto di sangue."
"Spetterebbe a noi..." ripetè il ragazzo con voce atona.
"Si, figlio mio." Narcissa abbracciò delicatamente il figlio, affondando le lunghe dita affusolate nei corti capelli biondi, sporchi di polvere e sangue.
"E sarà nostro, in nome di tuo padre, sarà nostro."  Un sorriso alienato le solcò il volto pallido, illuminato dalla fioca luce dell'ultimo spicchio di luna.
Il ragazzo ebbe un tremito, un nodo in gola gli impediva di respirare, sentiva le lacrime salire inesorabilmente agli occhi, non avrebbe resistito ancora a lungo; le gambe cominciarono a cedergli, le forze lo stavano ormai abbandonando. Affondò il volto nel seno della madre e prese a singhiozzare sommessamente.

"Patetico!" mormorò una voce acida alle loro spalle.
"Bellatrix!" Narcissa sussultò, voltandosi a fronteggiare la sorella. La Mangiamorte era pochi metri più indietro, la bacchetta stretta in pugno, puntata contro di loro.
"Come osi parlare in questo modo, Narcissa? Come osi tramare contro l'Oscuro Signore? Egli ti ha dato tutto ciò che hai, come osi?"
"Mi ha dato? Cosa mi ha dato, Bella? Ha fatto in modo che mio marito finisse ad Azkaban, infangando il nome della nostra famiglia, ha minacciato di uccidere mio figlio ed ora mi ha strappato via Lucius! Che cosa mi ha dato esattamente? Da quando è tornato, non ha fatto altro che distruggere tutto ciò a cui ero legata!" l'urlo di Narcissa, risuonò isterico nell'aria notturna, mentre lacrime di rabbia e disperazione fuoriuscivano finalmente a solcarle le guance esangui.
"L'Oscuro Signore ha agito come riteneva opportuno, Narcissa! Tuo marito ha commesso errori imperdonabili e nonostante questo, gli sono state offerte molte possibilità di redimersi, di dimostrare la propria lealtà verso il Padrone. La morte di Lucius è stata causata solo dalla sua infinita stupidità, Cissy!"
"Non ti permettere!! Non permetterti di parlare così di mio marito!!" strillò Narcissa, estrasse la bacchetta e spinse indietro il figlio.
Le due sorelle si fronteggiarono per lunghi istanti, vibrando entrambe di rabbia.
"Io parlo come mi pare e piace, sorella. L'Oscuro Signore disprezzava Lucius, ma ha dato a Draco la possibilità di redimere il vostro nome. E' stato comprensivo nei vostri confronti e tu lo ripaghi tramando alle sue spalle?"
"E' stato comprensivo? Comprensivo?? Ha ucciso mio marito, Bellatrix!" L'urlo isterico di Narcissa fu sottolineato dalla fuoriuscita di scintille rosse dall'apice della sua bacchetta, Bellatrix indietreggiò di un passo, pur mantenendo uno sguardo di fuoco sulla sorella.
"Ma ha risparmiato te e Draco! Dovresti soltanto ringraziarlo e invece cosa fai? Progetti di rubargli il potere." Bellatrix scoppiò a ridere. "Non riusciresti neppure a sfiorarlo, Cissy, il Signore Oscuro è il più grande mago di tutti i tempi!"
"Come può un lurido mezzosangue essere il più potente?" domandò allora la strega bionda, con uno sguardo disgustato rivolto alla sorella.
Gli occhi di Bellatrix si spalancarono esterrafatti: "Come osi... Crucio!" sbraitò e rivolse la maledizione senza perdono contro il suo stesso sangue.
Narcissa cadde a terra in preda alle convulsioni, urlò con quanto fiato aveva in gola, finchè il diaframma non le si contrasse impedendole di respirare; rimase così a contorcersi silenziosamente, assomigliando grottescamente alla coda, appena mozzata, di una lucertola.
"Expelliarmus!"
Bellatrix fu scaraventata all'indietro da una forza invisibile e rovinò al suolo senza un gemito ma non lasciò andare la bacchetta.
"Madre!" Draco si inginocchiò accanto a Narcissa che, con gli occhi socchiusi ed un'espressione di puro orrore dipinta sul volto, tremava come una foglia, tentando a fatica di riprendere a respirare regolarmente.
"Ti credevo disarmato, ragazzino." Bellatrix si rialzò barcollando e puntò la propria bacchetta contro il nipote il quale, chino sul volto pallido della madre, non la degnò neppure di uno sguardo. Il ragazzo stringeva convulsamente tra le dita la bacchetta di ebano che era stata di Lucius Malfoy, la stessa bacchetta che l'uomo aveva utilizzato per proteggere il figlio in un ultimo disperato gesto di sfida contro il Signore Oscuro.
"Non è la mia bacchetta..." bisigliò semplicemente, senza voltarsi.
"Spostati, Draco. Il Signore Oscuro ti ha risparmiato e voglio rispettare la sua decisione ma non posso perdonare le parole di quell'ingrata, pagherà per ciò che ha detto!" Gli occhi della Mangiamorte brillavano di cattiveria, una smorfia di odio le piegava il volto rovinato dai lunghi anni trascorsi nelle mani dei Dissennatori.
"Ciò che ha detto è la verità, zia. E' ciò che aveva scoperto mio padre sulla vera natura di .... Voldemort..." balbettò l'innominabile nome.
"Non permetterti! La tua bocca non è degna di pronunciare quel nome, Draco!" La voce di Bellatrix salì di un'altra ottava.
"La tua invece si?" Domandò il giovane stizzito, sollevò i profondi occhi grigi sulla zia, che indietreggiò di un passo, sussultando davanti all'espressione gelida del ragazzino, diventata in poco tempo così simile a quella risoluta di Lucius, la stessa che le aveva sempre fatto raggelare il sangue nelle vene.
"Io sono la sua discepola prediletta!" gridò ancora la strega, stringendo le dita attorno all'imugnatura di legno.
"Allora perchè non ti ha mai detto che suo padre era un babbano? Se sei la sua preferita, zia, perchè non ti ha mai svelato i suoi segreti?" domandò ancora con voce incredibilmente calma ed inespressiva.
"PERCHE' NON E' VERO!!" l'improvviso urlo acuto della donna spezzò la quiete della notte, i grilli si zittirono improvvisamente, spaventati.
"No, zia? Non è vero? Il diario. Ti ricordi il diario che Egli aveva affidato a mio padre?" Il ragazzo aiutò la madre a sollevarsi a sedere, pur mantenendo gli occhi puntati su quelli di Bellatrix.
"Certo che mi ricordo! Avrebbe duvuto affidarlo a me! Tuo padre è stato un idiota! Come ha potuto lasciare che quel Potter distruggesse un oggetto dell'Oscuro Signore?"
"Quel diario era incantato, zia, mio padre lo ha scoperto per sbaglio, mentre cercava di capirne l'utilità, poco tempo dopo la caduta di Voldemort. Il diario aveva una sua anima, tratteneva in sè una parte della coscienza del suo padrone..."
"Del Signore Oscuro, sciocco ragazzino! Per questo egli non voleva che andasse dis..."
"Di Tom Marvolo Riddle!! Un serpeverde, figlio di una strega e di un babbano! Tom Riddle era il vero nome di Lord Voldemort! E' un mezzosangue, zia e mio padre ne aveva le prove!" la voce del ragazzo non aveva subito cambiamenti, sembrava calmo e tranquillo, nonostante le sue dita si stringessero convulsamente attorno alla bacchetta ed un lieve rossore gli avesse colorato le guance pallide.
"Se davvero credi nel sangue puro, se davvero credi che noi siamo migliori di tutti quei traditori del sangue che tanto disprezzi, come puoi ancora credere nelle parole di Voldemort?"
"STUPEFICIUM!" la strega sbraitò vibrando di rabbia.
"Protego!" Il ragazzo deviò il colpo.
"Ti dà fastidio sentire le mie parole, zia? Sai che ho ragione, vero? Sai che la tua vita al servizio di Voldemort non è davvero vita, vai contro le tue stesse convinzioni! Voldemort non ha alcun diritto sul potere che noi gli abbiamo consegnato!"
"Il Signore Oscuro è il più puro, il più potente. il più grande, il più spietato..." la donna borbottò, recitando tra sè e sè come un'invasata questa sorta di mantra, cercando disperatamente di non ascoltare le parole prive di fede pronunciate dal nipote.
"Non sarebbe nulla senza di noi! Mio padre ha passato la vita a servirlo, si è rovinato la reputazione davanti al mondo magico per seguire i suoi ordini e cosa ci ha guadagnato? E' morto! E' stato ucciso perchè per la prima volta ha capito chi aveva davvero davanti! Un mezzosangue."
"Smettila, smettila, smettila!!! STAI ZITTO!!!" Bellatrix cominciò a menare la bacchetta e battere i piedi al suolo, come una bambina capricciosa, la sua voce risuonò meno convincente e i suoi occhi per un istante parvero meno sicuri.
"Che cosa c'è, sorella? Le parole di mio figlio ti hanno colpito più di quanto ti aspettassi? Sembri meno sicura. Con che coraggio ora ti ripresenterai davanti a Lui?" Narcissa parlò con voce flebile. Il suo viso era pallido e stanco, tremava da capo a piedi, memore della tortura subita ma riuscì a lanciare uno sguardo sprezzante alla sorella.
"Taci, maledetta! Tu non sai niente! Io tornerò da lui, sono la sua più fedele seguace, Egli mi ama!!"
"Egli non ama nessuno, Bellatrix. Non ha un cuore e non può amare! Tu altro non sei che una serva, sorella. Un inutile insetto, un topo che squittisce ai suoi piedi! Così ti vede Voldemort! Così vede tutti noi!"
"Ora basta! Non prnuncerai mai più alcuna parola, traditrice!" strillò.
"AVADA..."
"Avada Kedavra!"
Un lampo verde circondò il corpo di Bellatrix, questa venne sollevata in aria, sospinta indietro di un paio di metri e ricadde al suolo, rimbalzando come un fantoccio inerte.
Giacque così, senza vita, le braccia aperte, la bacchetta stretta ancora in pugno, il volto piegato in un'ultima smorfia di terrore, gli occhi spalancati, la bocca dalle labbra sottili e scarne, dischiusa in un grido silenzioso.

Così morì Bellatrix Lestrange, la più fedele al suo padrone, la più amata, la più ignorata dal Signore Oscuro.

"Madre..." Draco, inginocchiato accanto alla madre, non riusciva a distogliere lo sguardo dal corpo senza vita della zia, l'impugnatura della bacchetta di suo padre, sembrava bruciargli la pelle del palmo, sentiva le proprie unghie conficcarsi sempre più nella carne.
"Non preoccuparti." Ripetè ancora una volta Narcissa Malfoy.
"Io... non... " calde lacrime solcarono il viso diafano del giovane.
"Ci avrebbe uccisi entrambi, se non lo avessi fatto, figlio mio." rispose la madre, accarezzandogli delicatamente la guancia.
"Ho... ho ucciso..." bisbigliò, mentre aiutava la madre a rialzarsi in piedi.
"Si, figlio mio, sono orgogliosa di te!" sorrise dolcemente Narcissa.
Draco la fissò senza comprendere; non riusciva a fermare le lacrime; non si era mai sentito così prima di allora, forte e potente ma allo stesso tempo impaurito, spaesato, completamente in balia degli eventi. Aveva utilizzato per la prima volta una maledizione senza perdono, aveva ucciso, era diventato un assassino. Non era importante che lo avesse fatto per difendere se stesso e la propria madre, aveva ucciso, aveva spezzato una vita, nulla sarebbe più stato come prima, non sarebbe mai più tornato indietro.
"Andrà tutto bene, figlio mio. Il potere sarà nostro. Avremo ciò che ci appartiene per diritto di sangue!" cantilenò Narcissa, con lo stesso tono invasato che aveva utilizzato la sorella, riferendosi all'Oscuro Signore.
La donna strinse a sè il giovane Malfoy che, completamente inerme, si lasciò guidare senza porre obiezioni.
"Il potere sarà nostro, Draco. Per tuo padre, sarà nostro."




__ FINE __

  
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